Nel 2019 prima il governo o la nuova serie de “Il Trono di spade”?

AlessandraQuattrone

Stamattina un italiano si è svegliato con la consapevolezza di dover rispolverare il “Martines” ( noto testo universitario di Diritto Costituzionale, ndr), poi correre più veloce di tutti a postare sui social la propria sullo stallo politico che, con ogni probabilità, ci porterà a nuove elezioni nei prossimi mesi. Ma cosa è successo nelle ultime ore? Giuseppe Conte, il prof dal curriculum chilometrico e super criticato ma che verrà ricordato per aver ordinato una margherita da asporto ( scoop Ansa) , ha rimesso l’incarico di premier nelle mani di Mattarella, non riuscendo a superare l’empasse sul nome del nuovo ministro del Tesoro, Paolo Savona. Insomma, una domenica sera movimentata al Quirinale: Conte, premier per un weekend, lascia e Mattarella convoca subito Cottarelli, come se qualcuno vicino al Pd dovessero rifilarcelo per forza. Da qui è partita una shit storm contro il presidente della Repubblica , reo di fare gli interessi di Germania, Bruxelles e lobbies finanziarie che in confronto quelle su Napolitano, quando ai tempi diede l’incarico a Mario Monti, sembravano critiche tra anziani al torneo di bocce. L’economista Carlo Cottarelli ha spiegato che si presenterà in Parlamento con un programma che porterà l’Italia al voto nel 2019, dopo il sì alla Legge di Bilancio, se avrà la fiducia; poiché a conti fatti non avrà la fiducia dalle Camere,  si potrebbe tornare alle urne già dopo agosto. Comincia quindi la conta per i numeri in Parlamento: pare che al momento l’unico a sostenere l’esecutivo Cottarelli sarà, in modo talmente scontato che la notizia di Ansa con le dichiarazioni di Martina suona addirittura superflua, il Partito Democratico. Non ha preso posizione Forza Italia, mentre Salvini avverte che se Berlusconi dovesse appoggiare Cottarelli, salterebbe la coalizione di centrodestra. Nelle prossime ore Cottarelli presenterà la sua spartana lista di ministri al presidente Mattarella e poi… è tutta un’incognita. Intanto però la domanda viene spontanea: nel 2019 l’Italia avrà prima il Governo o la nuova serie de “Il Trono di spade”?

Pensavate che i colpi di scena fossero finiti per oggi? Beh, il Cavaliere ha annunciato, pochi momenti fa, che Forza Italia dirà no a Cottarelli e…non esclude la propria candidatura alle prossime, ormai imminenti, elezioni con il centrodestra unito. Alea iacta est

TROPEA (VV) – “I tri da cruci”, ovvero capire l’incanto di un paese e della sua storia in una festa [VIDEO]

Rendere il connubio di bellezza e cultura di Tropea, incantevole borgo della Calabria incastonato sopra un promontorietto di roccia bianca sul Tirreno, non è impresa semplice. L’esperienza di un luogo così denso di sensazioni, non soltanto visive, ma fatte d’aria, sapori e storia, va colta passeggiando per i vicoli, sui lastricati, accarezzando le inferriate, sporgendosi sulle piazze a strapiombo sulle spiagge bianchissime. Miriadi di tonalità d’azzurro sfuggono ai pixel di un qualsiasi schermo di tecnologia presente o futura e scorrono al ritmo assolutamente analogico, quello della natura e del cielo. Bisogna, soprattutto, chiacchierare con qualcuno, tra le seimilacinquecento anime del posto: gente socievole, genuina, accogliente, che porta i lineamenti di tante dominazioni e la fierezza di altrettante rivalse. 

 Ogni 3 Maggio, a Tropea, si festeggia la più grande di queste vittorie, quella della battaglia di Lepanto. Una festa spettacolare, piena della passione e della poesia che scorrono sotto il velo di diffidenza steso sulla Calabria, ma che ogni tanto zampillano fuori. C’è la storia, sublimata in forma di fuochi, musica, danze. Cose che passano inosservate fuori dalle mura: mancando processi o fatti di mafia, i giornali sono assenti. Ma torniamo alla festa ed alla sua storia. 

“I tri da cruci” ovvero “I tre della croce”. Croci come quelle del tempietto che si trovava in Via Umberto I, dove si svolge la festa, ma soprattutto come i crocefissi che furono esposti nei vessilli durante la storica battaglia di Lepanto, cruciale per tutto l’occidente, che vide trai protagonisti proprio gli antenati degli abitanti di questo piccolo borgo, avamposto dell’Impero Spagnolo, di cui faceva parte.  

Correva l’anno 1571 ed alla guida del capitano Gaspare Toraldo, più di un migliaio di tropeani – che si distinsero poi per valore militare – partirono per aggiungersi agli altri soldati, più di ottantamila uomini, provenienti dai vari imperi d’occidente andandosi a schierare  contro quelli, altrettanto numerosi, del fronte musulmano. Nel mezzo del Mediterraneo, presso Lepanto, al largo della Grecia, si svolse una delle più imponenti battaglie navali della storia. 

Da un lato, Don Giovanni d’Austria a capo della Lega Santa, coalizione delle tredici potenze europee crisitane, dall’altro Lelé Mustafà, a capo dei turchi ottomani con i suoi ammiragli, trai più cruenti pirati di tutti i tempi: uno dei tre era il rinnegato, Uluc Alì Pascià (noto come Occhialì o Uccialì)  calabrese di Le Castella convertitosi all’Islam per poter uccidere un nemico, napoletano, e che divenne poi famoso per i suoi eccidi sulle coste italiane. Fu l’unico dei tre capitani a salvarsi, perché la battaglia fu fu vinta dai cristiani, sotto il vessillo della croce. Ed è così che oggi, a Tropea, non si porta il burqa. 

Ed è anche per questo che ogni 3 Maggio (quest’anno, eccezionalmente la festa si è stata rinviata ad oggi a causa di problemi tecnico-burocratici) vediamo le tre croci esposte, ed il resto degli spettacoli pirotecnici , sullo sfondo di stellate mozzafiato, che non sono fini a se stessi. Le sagome dei cammelli, rappresentano quello usati dai pirati saraceni durante le incursioni contro Tropea, così anche la loro nave sospesa sulla piazza.

Si ringrazia per la vittoria la croce, quella di Gesù Cristo, foriera allora come adesso di liberazione.

Nella festa, i bambini vanno in visibilio; ne incontriamo un paio vestiti da giganti. Una è Mata, l’altro Grifone , spiegano. Suonano la “caricatumbula”  il ritmo che accompagnerà durante la serata l’animale (“u camiuzzu i focu”, come chiamano la sagoma del cammello) che si spinge tra la folla, che lo accerchia. E’ una lotta tra i tropeani ed il loro nemico, finché, tra scintille fuochi e volteggi, il male è esorcizzato: l’invasore, le sue navi, i suoi animali sono ridotti in cenere.  

Sospesa tra la paura del fuoco e la chiamata al coraggio, sembra essere anche Tropea mentre festeggia, tra assenza di timonieri e silenzio stampa. Un pugno di uomini, quelli del comitato organizzativo, tra mille difficoltà e limiti, è riuscito in qualche modo a tenere in piedi la festa.  L’impressione è che questo paese rimanga, come buona parte del Sud, in attesa della prossima Lepanto, quella che veda la cacciata dei nuovi invasori. Non soltanto quelli con la coppola e armati lupara, ma anche gli altri, in giacca e cravatta, che la circondano di letale, ma purtroppo legale indifferenza.

Nel 2019 prima il governo o la nuova serie de “Il Trono di spade”?

Stamattina un italiano si è svegliato con la consapevolezza di dover rispolverare il “Martines” ( noto testo universitario di Diritto Costituzionale, ndr), poi correre più veloce di tutti a postare sui social la propria sullo stallo politico che, con ogni probabilità , ci porterà a nuove elezioni nei prossimi mesi. Ma cosa è successo nelle ultime ore? Giuseppe Conte, il prof dal curriculum chilometrico e super criticato ma che verrà ricordato per aver ordinato una margherita da asporto ( scoop Ansa) , ha rimesso l’incarico di premier nelle mani di Mattarella, non riuscendo a superare l’empasse sul nome del nuovo ministro del Tesoro, Paolo Savona. Insomma, una domenica sera movimentata al Quirinale: Conte, premier per un weekend, lascia e Mattarella convoca subito Cottarelli, come se qualcuno vicino al Pd dovessero rifilarcelo per forza. Da qui è partita una shit storm contro il presidente della Repubblica , reo di fare gli interessi di Germania, Bruxelles e lobbies finanziarie che in confronto quelle su Napolitano, quando ai tempi diede l’incarico a Mario Monti, sembravano critiche tra anziani al torneo di bocce. L’economista Carlo Cottarelli ha spiegato che si presenterà in Parlamento con un programma che porterà l’Italia al voto nel 2019, dopo il sì alla Legge di Bilancio, se avrà la fiducia; poichè a conti fatti non avrà la fiducia dalle Camere, si potrebbe tornare alle urne già dopo agosto. Comincia quindi la conta per i numeri in Parlamento: pare che al momento l’unico a sostenere l’esecutivo Cottarelli sarà , in modo talmente scontato che la notizia di Ansa con le dichiarazioni di Martina suona addirittura superflua, il Partito Democratico. Non ha preso posizione Forza Italia, mentre Salvini avverte che se Berlusconi dovesse appoggiare Cottarelli, salterebbe la coalizione di centrodestra. Nelle prossime ore Cottarelli presenterà la sua spartana lista di ministri al presidente Mattarella e poi… è tutta un’incognita. Intanto però la domanda viene spontanea: nel 2019 l’Italia avrà prima il Governo o la nuova serie de “Il Trono di spade”?
Pensavate che i colpi di scena fossero finiti per oggi? Beh, il Cavaliere ha annunciato, pochi momenti fa, che Forza Italia dirà no a Cottarelli e…non esclude la propria candidatura alle prossime, ormai imminenti, elezioni con il centrodestra unito. Alea iacta est

TROPEA (VV) – Musica ballo e divertimento a tutto tondo riempiono la piazza con l’evento “Sanremo è Sanremo Story – i migliori successi del festival

Musica e ballo, brani italiani e internazionali, folklore calabrese e non solo, coniugati nello spettacolo”Sanremo è Sanremo Story – i migliori successi del festival”,che Venerdì scorso ha scatenato l’entusiasmo di migliaia di spettatori, tra cui parecchi turisti, facendo da spalla ad altri eventi, più prettamente legati alla storia della festa tropeana de”i tri da cruci”( i tre della croce), che è stata rinviata a venerdì scorso rispetto al tradizionale appuntamento, fissato ogni anno per il 3 Maggio.
Sul palco si sono susseguiti la talentuosa cantante e showgirlAlessia Digiòcon i musicisti e cantanti dellaMetropolis Cover Band, ad interpretare la crème della musica leggera italiana espressa nei più grandi successi di Sanremo,Occidentalis Karmaincluso; e poi le tre spumeggianti cantanti-ballarine del trio”Crystal”:Roberta, Jessica e Samuela, che hanno invece interpretato alcuni brani pop di successo. Dulcis in fundo, lo storico protagonista del folklore calabrese”Micu ‘u Pulici”, che con le sue esilaranti e sfacciate battute in dialetto calabrese è diventato un’icona della comicità di paese, anche trai calabresi all’estero.
A chiudere la serata, sul palco, anche presidente e vicepresidente delComitato Organizzativodella festa,Pasquale Tropeanoed il simpaticoNicola Cricelli, i quali, pur tra mille impedimenti e limiti, sono riusciti a non far saltare l’evento, raccogliendo le forze del paese.

TROPEA (VV) – “I tri da cruci”, ovvero capire l’incanto di un paese e della sua storia in una festa [VIDEO]

Rendere il connubio di bellezza e cultura diTropea, incantevole borgo della Calabria incastonato sopra un promontorietto di roccia bianca sul Tirreno, non è impresa semplice. L’esperienza di un luogo così denso di sensazioni, non soltanto visive, ma fatte d’aria, sapori e storia, va colta passeggiando per i vicoli, sui lastricati, accarezzando le inferriate, sporgendosi sulle piazze a strapiombo sulle spiagge bianchissime. Miriadi di tonalità d’azzurro sfuggono ai pixel di un qualsiasi schermo di tecnologia presente o futura e scorrono al ritmo assolutamente analogico, quello della natura e del cielo. Bisogna, soprattutto, chiacchierare con qualcuno, tra le seimilacinquecento anime del posto:gente socievole, genuina, accogliente, che porta i lineamenti di tante dominazioni e la fierezza di altrettante rivalse.

Ogni 3 Maggio, a Tropea, si festeggia la più grande di queste vittorie, quella della battaglia diLepanto.Una festa spettacolare, piena della passione e della poesia che scorrono sotto il velo di diffidenza steso sulla Calabria, ma che ogni tanto zampillano fuori. C’è la storia, sublimata in forma di fuochi, musica, danze. Cose che passano inosservate fuori dalle mura: mancando processi o fatti di mafia, i giornali sono assenti. Ma torniamo alla festa ed alla sua storia.

“I tri da cruci”ovvero “I tre della croce”. Croci come quelle del tempietto che si trovava inVia Umberto I, dove si svolge la festa, ma soprattutto come i crocefissi che furono esposti nei vessilli durante la storica battaglia di Lepanto, cruciale per tutto l’occidente, che vide trai protagonisti proprio gli antenati degli abitanti di questo piccolo borgo, avamposto dell’Impero Spagnolo, di cui faceva parte.
Correva l’anno1571ed alla guida del capitanoGaspare Toraldo,più di un migliaio di tropeani – che si distinsero poi per valore militare – partirono per aggiungersi agli altri soldati, più di ottantamila uomini, provenienti dai vari imperi d’occidente andandosi a schierarecontro quelli, altrettanto numerosi, del fronte musulmano. Nel mezzo del Mediterraneo, presso Lepanto, al largo della Grecia, si svolse una delle più imponenti battaglie navali della storia.
Da un lato, Don Giovanni d’Austria a capo della Lega Santa, coalizione delle tredici potenze europee crisitane, dall’altro Lelè Mustafà ,a capo dei turchi ottomanicon i suoi ammiragli, trai più cruenti pirati di tutti i tempi: uno dei tre era il rinnegato, Uluc Alì Pascià (noto come Occhialì o Uccialì) calabrese di Le Castella convertitosi all’Islam per poter uccidere un nemico, napoletano, e che divenne poi famoso per i suoi eccidi sulle coste italiane. Fu l’unico dei tre capitani a salvarsi, perchè la battaglia fu fu vinta dai cristiani, sotto il vessillo della croce. Ed è così che oggi, a Tropea, non si porta il burqa.
Ed è anche per questo cheogni 3 Maggio(quest’anno, eccezionalmente la festa si è stata rinviata ad oggia causa di problemi tecnico-burocratici)vediamole tre crociesposte, ed il resto degli spettacoli pirotecnici ,sullo sfondo di stellate mozzafiato, che non sono fini a se stessi. Le sagome dei cammelli, rappresentano quello usati dai pirati saraceni durante le incursioni contro Tropea, così anche la loro nave sospesa sulla piazza.
Si ringrazia per la vittoria la croce, quella di Gesù Cristo, foriera allora come adesso di liberazione.
Nella festa, i bambini vanno in visibilio; ne incontriamo un paio vestiti da giganti. Una èMata, l’altroGrifone, spiegano. Suonano la”caricatumbula”il ritmo che accompagnerà durante la serata l’animale(“u camiuzzu i focu”, come chiamano la sagoma del cammello) che si spinge tra la folla, che lo accerchia. E’ una lotta tra i tropeani ed il loro nemico, finchè, tra scintille fuochi e volteggi, il male è esorcizzato: l’invasore, le sue navi, i suoi animali sono ridotti in cenere.

Sospesa tra la paura del fuocoe la chiamata al coraggio, sembra essere anche Tropea mentre festeggia, tra assenza di timonieri e silenzio stampa. Un pugno di uomini, quelli del comitato organizzativo, tra mille difficoltà e limiti, è riuscito in qualche modo a tenere in piedi la festa. L’impressione è che questo paese rimanga, come buona parte del Sud, in attesa della prossima Lepanto, quella che veda la cacciata dei nuovi invasori. Non soltanto quelli con la coppola e armati lupara, ma anche gli altri, in giacca e cravatta, che la circondano di letale, ma purtroppo legale indifferenza.