di Jenny Canzonieri
Le due aree metropolitane che affacciano sui pi antichi porti del Mediterraneo, sono da sempre chiamate a confrontarsi. Alla luce delle nuove politiche governative che smembrano l?Autorit portuale dello Stretto, ora pi che mai il confronto fra le due citt gemelle deve volgere verso soluzioni di raccordo e accordo, per non permettere l?affossamento del Sud. Se le due aree restano separate saranno ancora deboli e scompariranno dall?asse commerciale globale, ma se Messina e Reggio trovano un percorso comune di crescita potranno essere forti nel Mediterraneo e nel mondo. Pi che questo per, la Calabria tutta dovrebbe dare man forte ad una battaglia che appartiene a noi meridionali come gente che da sempre subisce soprusi, lotta, si affatica, sanguina e sempre viene sbeffeggiata con promesse che mai trovano il compimento se non qualche banale contentino. Ritorna, anche in questa storia della XVI Autorit portuale dello Stretto la teoria del gattopardo: bene che tutto cambi affinch nulla cambi! Sembra che il nuovo ministro delle Infrastrutture, dando seguito alla riforma dei porti gi intrapresa da una scellerata sinistra, ci abbia fatto un regalo, ma di fatto toglie validit ad un porto come Gioia Tauro che viene lasciato fuori dalla compagine portuale prevista dall?Autorit , di fatto indebolendo l?area metropolitana del reggino la quale da sola e senza le competenze della struttura gioiese non potrebbe affrontare le nuove sfide commerciali. Com? stato ampiamente ribadito, Gioia Tauro possiede la configurazione fisica adatta per accogliere le mastodontiche navi porta-container provenienti dai mari del nord Europa e un indotto gi a portata di mano. Allora, perch mai estromettere Gioia Tauro dal complesso portuale in atto con i suoi ben saldi punti di appoggio? Se si deve cambiare perch cambiare in peggio, diminuendo la capacit dell?area dello Stretto e lasciare il porto di Goia alla merc di vecchi e nuovi gabellotti? Non sarebbe pi utile che l?area in questione, esattamente al centro del Mediterraneo, non solo trovi il viatico per consolidare i flussi con l?Europa, ma si sviluppi anche verso il Medio Oriente grazie alla vicinanza con il canale di Suez, all?occorrenza facendo accordi con l?Africa del Nord?
Pu essere che a qualcuno, ancora una volta, non garbi l?idea che il Sud possegga molte pi risorse naturali per guidare l?economia del Paese, ed per questo che bisogna fare in modo di metterlo nelle condizioni perch sia dipendente per poterlo poi accusare di accattonaggio, piuttosto che renderlo indipendente, come se questo lembo d?Italia possa tranquillamente scomparire nei meandri dei privilegi e degli interessi dei plenipotenziari di turno. Insomma, passi la questione del capoluogo che ormai storia vecchia e stravecchia, ma questa volta gli accordi di sottobanco con chi vuole potenziare gli altri porti italiani favorendo un certo territorio italiano e depotenziare una provincia gi sottodimensionata da oltre un secolo di incuria e sciacallaggio, non possono e non devono passare. Ci vorrebbe un rigurgito di orgoglio calabrese a partire dalla regione, perch se Reggio muore, pure il resto della Calabria ci perde la faccia! E poi ci vorrebbe il sostegno dell?altra regione, quella siciliana, che si direbbe soddisfatta essendo a capo dell?Autorit . Eppure bypassare la provincia reggina non gioverebbe nemmeno ai messinesi. Data la singolarit e le complessit dello Stretto che accomuna tradizioni siciliane e calabre, che parla dialetti simili e si ritrova a condividere appena tre chilometri di mare, ma anche studenti e lavoratori, mito e storia, si dovrebbe auspicare la nascita di una nuova regione autonoma e con Statuto speciale: la Regione dello Stretto, n Sicilia e n Calabria, ma solo lo Stretto. Una vecchia pazza idea che ricompare all?orizzonte come possibilit di riscatto. Quale altro potrebbe essere un piano di rilancio del Sud?
In questi pochi mesi di governo, il Movimento 5 Stelle ha gi perso il 5-6% di audience e molto probabilmente questi punti percentuali, che andranno a favore della Lega, sono stati persi al Sud, il quale intravede che forse le promesse non saranno mantenute al 100%, ma ancora spera o dispera che in qualche modo possano essere mantenute. Perch non cogliere l?occasione per dare un colpo di spugna alle malelingue e accogliere le istanze di Reggio rivedendo il piano per l?Autorit portuale?
Del resto il Movimento 5 Stelle ha persino accolto e fatto suo lo slogan verde ?prima gli Italiani?: ma il punto , quali Italiani?