Antonino Labate
?Occorre dire che, anche nei momenti di decadimento politico, nell?arte si riassunto e conservato intatto il prestigio del nostro paese e della nostra civilt
??. Con questo attuale e pi che condivisibile retorico interrogativo, tratto da un suo intervento alla Camera del 13 maggio 1937, il deputato ? onorevole Antonio Maraini ? relazionava sulla importanza delle mostre d?arte italiana all?estero.
Nato a Roma il 5 aprile 1886, Antonio Maraini fu scultore e critico d?arte oltre che un politico italiano. Proveniente da famiglia agiata, coltiv di pari passo gli studi liceali ed i corsi serali presso l?Accademia di Belle arti per laurearsi infine in giurisprudenza. La sua formazione culturale ed artistica deriv, almeno in parte, dall?ambiente casalingo ? vero e proprio cenacolo intellettuale frequentato da artisti quali Giulio Aristide Sartorio e Bargellini ? e tramite queste conoscenze venne a contatto con le correnti simboliste e delle secessioni europee.
Nel 1911, mentre allievo nello studio di Angelo Zanelli, con il quale lavora al fregio per l’Altare della patria, conosce la scrittrice inglese di origine polacca Yoi Pawlowska Crosse, ritratta in diverse opere. I due si trasferiscono a Firenze, dove nel 1912 nasce il primo figlio, Fosco ? futuro etnologo, poeta e fotografo di fama, nonch padre della scrittrice Dacia.
Del 1910 la prima opera scultorea – un Perseo bronzeo oggi conservato nella Collezione Maraini di Firenze ? con il quale vince una medaglia d’argento all’Esposizione universale di Bruxelles, e che espone anche alla X Biennale veneziana del 1912. Nel 1913 presenta tre opere alla I Mostra della Secessione romana e sempre di quegli anni il concorso ? vinto – per un Monumento all’attrice Adelaide Ristori.
Nel 1915 diventa redattore capo della sezione artistica della “Tribuna” di Roma ma lo scoppio della I guerra mondiale lo coinvolge come ufficiale dell?aeronautica.
Dei primi anni venti sono una serie di bassorilievi di carattere intimista e dalla elevata caratura tecnica. Ne un esempio la ?Maternit
? in bronzo (V. foto) proveniente dalla sede della casa editrice Rinascimento del Libro, per la quale Maraini aveva collaborato in quel decennio come direttore della colonna Studi d’Arte Medioevale e Moderna. Oggi in collezione privata, l?opera ? come altre del periodo – unisce riferimenti classicisti di gusto rinascimentale a dettagli di alta fattura e decorazione. La scena ha tratti bucolici e chiara si delinea la serenit
ambientale nel volto materno cui si accompagna il bisogno di movimento del figlioletto che pur nelle braccia sicure della madre, immortalato dall?artista, come proteso alla vita.
Frutto certo della completa metabolizzazione del panorama artistico a lui contemporaneo nonch di una predisposizione del Maraini per la composizione architettonica, il quadro che si delinea una perfetta sintesi formale e scenica che, nell?unire ansia di vita e tenerezza, ardori e slanci ad insegnamenti passati, fornisce nella pi elevata fattura possibile, un?opera che va ben al di l
della semplice lettura decorativa. La plastica dolcezza della mano materna, aperta a proteggere ed indicare il seno sinistro, ricorda e rappresenta, nella semplicit
del gesto, il ruolo di madre: cuore inscindibile dalla sua creatura, suo nutrimento e rifornimento fisico ed emotivo. Difficile ruolo di chi conosce l?importanza di favorire il graduale distacco ma ne vive allo stesso tempo l?ansiosa pena. Impossibile non ascrivere al Maraini, notevoli doti di pedagogista.
Assieme ad importanti riconoscimenti per le sue attivit
di critico, nel 1924 viene allestita ad Antonio Maraini una sala personale alla XIV Biennale di Venezia, presentata da Lionello Venturi. Nel 1926 esegue i bassorilievi destinati alla tomba di Giacomo Puccini e la Via Crucis per il duomo di Rodi. In quegli anni si avvicina al gruppo del Novecento di Margherita Sarfatti: dopo un’iniziale ostilit
superata grazie anche alle affinit
immateriali con autori quali Casorati e Sironi, Maraini parteciper
alla I Mostra del Novecento italiano. A cavallo degli anni trenta, di grande rilevanza la porta centrale, bronzea, per la basilica romana di S. Paolo fuori le Mura ? raffigurante le vite dei santi Pietro e Paolo – per la quale vince un concorso nel 1929 ed i cui battenti vengono fusi nel 1931 dalla fonderia di Mario Nelli a Firenze. Del 1932 sono i pannelli bronzei per la scala elicoidale d?ingresso ai Musei Vaticani disegnata e realizzata da Giuseppe Momo, architetto che in quegli anni progetta, tra gli altri, il seminario regionale di Reggio Calabria.
Gli anni tra il 1930 ed il 1940 vedono Maraini impegnato come segretario generale della Biennale di Venezia, in attivit
di docente ed in numerose collaborazioni con architetti di fama, primo tra tutti Piacentini; moltissimi sono i fregi, le decorazioni le sculture anche a carattere funerario. Sempre florida rimane pure l?attivit
critica. Gli anni della seconda guerra mondiale e sino alla sua morte nel 1963, vedono invece l?artista ritirarsi gradatamente nella sua dimora fiorentina impegnato nel riordino di documenti e scritti e nella presidenza dell?Accademia delle Arti del Disegno di Firenze.