500 medici cubani in Calabria, Pietro Molinaro : “Una misura d’emergenza e temporanea e come tale va apprezzata”

“È questa la Calabria che l’Italia non si aspetta”
Roberto Occhiuto conferma, ogni giorno di più, di essere il presidente di cui la Calabria ha bisogno. Il presidente che sta manifestando la Calabria che l’Italia non si aspetta. La decisione di inserire nelle strutture sanitarie calabresi 500 medici cubani ne è una prova ulteriore, perché si tratta di una misura d’emergenza e temporanea, che testimonia la capacità di Roberto Occhiuto di ricercare soluzioni concrete, anche originali quando serve. E nessuno credo possa affermare che alla sanità calabrese non servano 500 medici! E nel più breve tempo possibile! In questo momento, la misura emergenziale, più sostenibile, per inserire un numero così cospicuo di medici negli ospedali calabresi è quella di chiedere la collaborazione dei medici cubani. E per questo è stato fatto! Certo, in parallelo si deve lavorare per una soluzione stabile e duratura. E mi risulta che stia avvenendo. Comprendo che ci possano essere dubbi o perplessità sulla scelta di far venire in Calabria dei medici cubani. Alcuni avanzano dubbi sulle effettive capacità di questi medici. Al riguardo credo che le strutture regionali preposte dovranno essere attente a verificare le competenze ed i titoli di qualificazione del personale che arriverà in Calabria. Chiarito questo, i medici ci servono e bene ha fatto il presidente Occhiuto a scegliere questa strada.  A tutto il personale sanitario, che opera in Calabria e che non mi stancherò mai di ringraziare per il lavoro che ha fatto e fa in condizioni difficili, chiedo di aprirsi a questa scelta mettendo da parte le critiche. Oggi è necessario accogliere i colleghi cubani con la consapevolezza che questa scelta, in questo momento, è l’unica strada per alleviare la pressione lavorativa sul personale sanitario e per migliorare la qualità delle prestazioni sanitarie. Arriveranno certamente anche le misure strutturali, ma oggi c’è bisogno di fronteggiare l’emergenza e serve apertura verso il cambiamento. È anche questa la politica che cambia la Calabria. È questa la Calabria che l’Italia non si aspetta.

ROCCELLA I. (RC) – In arrivo altri 46 migranti

La Guardia di Finanza di Messina, ha fermato un motoveliero di circa 14 metri battente bandiera U.S.A., che inizialmente non si era fermato all’alt delle Fiamme Gialle.

L’imbarcazione a vela, denominata “Kuan Foca” e diretta verso le coste calabresi, contava a bordo 46 migranti.

In seguito all’intervento della GDF, il motoveliero è stato condotto verso il porto di Roccella Ionica, in provincia di Reggio Calabria.

Intanto, sono state avviate le indagini per la ricerca degli scafisti.

CITTANOVA (RC) – Va a raccogliere funghi e non rientra a casa, si ricerca 59enne

Allarme lanciato da familiari, setacciata zona Villaggio Zomaro.

 

È uscito per andare a raccogliere funghi ma non ha fatto rientro a casa. Dalla serata di ieri non si hanno notizie di un uomo di 59 anni V.D..

L’allarme è stato dato nella tarda serata dai familiari dell’uomo preoccupati dal mancato ritorno a casa. Immediatamente i carabinieri di Cittanova hanno attivato gli operatori della Stazione di Soccorso Alpino Aspromonte del Soccorso Alpino e Speleologico Calabria. Le ricerche del 59enne, che si sono protratte fino a notte fonda, si sono concentrate nella zona del Villaggio Zomaro nel comune di Cittanova dove è stata ritrovata l’auto del disperso.

    Le attività di setaccio dell’area, fino ad ora senza alcun esito, sono riprese alle prime luci dell’alba. Oltre ai tecnici della Stazione Aspromonte, sono presenti i carabinieri e i carabinieri forestali di Cittanova e di San Giorgio Morgeto e i Vigili del Fuoco di Reggio Calabria.

 

(ANSA)

Operazione ‘Hesperia’. Un altro colpo alla criminalità organizzata

IL 6 settembre 2022, i Carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di Trapani, con il supporto in fase esecutiva dei Comandi Provinciali Carabinieri di Palermo e Catania, del 9° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Palermo, degli Squadroni Eliportati Carabinieri “Cacciatori Sicilia” e “Cacciatori Calabria”, nonché del 12° Reggimento Carabinieri “Sicilia”, hanno dato esecuzione a provvedimenti emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo nei confronti di circa 70 soggetti, 35 dei quali gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, turbata libertà degli incanti, reati in materia di stupefacenti, porto abusivo di armi, gioco d’azzardo e altro, tutti aggravati dal metodo e dalle modalità mafiose (e tutti attinti da provvedimento cautelare emesso dal Tribunale di Palermo su richiesta della D.D.A.); nei confronti degli altri soggetti è in corso l’esecuzione di decreti di perquisizione e sequestro.

L’indagine s’inquadra nella più ampia manovra investigativa condotta dall’Arma in direzione della cattura del latitante Matteo Messina Denaro e che, oramai da circa 30 anni si sottrae volontariamente all’esecuzione di decine di misure cautelari.

L’odierno provvedimento cautelare compendia gli esiti di articolate indagini svolte dai Carabinieri sul conto di esponenti di primo piano dei mandamenti mafiosi di cosa nostra trapanese, confermandone la riferibilità alla leadership del ricercato castelvetranese, il quale sarebbe ancora in grado di impartire direttive funzionali alla riorganizzazione degli assetti della suddetta provincia mafiosa.

Inoltre, le investigazioni hanno restituito l’immagine di una perdurante vitalità di cosa nostra trapanese che continua a regolare il proprio funzionamento sul più rigoroso rispetto delle regole ordinamentali che hanno nel tempo contraddistinto l’agire dell’organizzazione.

Il monitoraggio delle famiglie mafiose di Campobello di Mazara, Mazara del Vallo e Marsala, nelle loro espressioni di vertice ha fatto emergere, in primo luogo, la figura di un uomo d’onore campobellese che, recentemente scarcerato e già protagonista in passato di importanti dinamiche riguardanti i rapporti dell’area trapanese con esponenti apicali di cosa nostra palermitana, secondo quanto ritenuto dal Giudice per le indagini preliminari, sarebbe gravemente indiziato di avere acquisito centralità in tutto l’aggregato mafioso di quella provincia, risultando in grado di esprimere una costante e trasversale autorevolezza nell’ambito di dinamiche intermandamentali, anche esterne alla provincia di Trapani.

Posizione di rilevanza questa garantita anche dalla ritenuta vicinanza al MESSINA DENARO del quale l’uomo d’onore campobellese – a detta di alcuni indagati – avrebbe ricevuto comunicazioni finalizzate alla designazione dei referenti di diverse articolazioni territoriali mafiose della provincia: elementi questi confermativi della primazia del MESSINA DENARO nelle dinamiche complessive della provincia trapanese.

Il più volte citato uomo d’onore campobellese – la cui operatività sul territorio sarebbe stata garantita, secondo univoche emergenze compendiate dal GIP nel provvedimento cautelare, da un fiduciario parimenti raggiunto dal provvedimento cautelare – avrebbe:

  • designato il reggente della decina di Petrosino;
  • chiesto conto circa la nomina del reggente dell’importante mandamento di Mazara del Vallo, rimasto vacante all’esito dell’operazione c.d. ANNO ZERO.

Le investigazioni hanno anche permesso di ricostruire la successione al vertice di cosa nostra marsalese, individuando i soggetti allo stato gravemente indiziati di rivestire il ruolo di reggenti e documentandone le interlocuzioni con il più volte citato esponente mafioso campobellese.Sono state, infine, acquisiti gravi indizi con riferimento a:

  • dinamiche associative ultra-provinciali, in direzione di cosa nostra palermitana, agrigentina e catanese nel cui ambito i trapanesi venivano indicati come “quelli che appartengono a Matteo Messina Denaro”;
  • le attività di infiltrazione di cosa nostra trapanese nel tessuto economico/sociale con riferimento a presunti condizionamenti della libertà degli incanti, alla gestione, in forma pressochè monopolistica, del settore della sicurezza nei locali notturni e del recupero crediti;
  • interventi finalizzati ad alterare le procedure di aggiudicazione di immobili oggetto di asta giudiziaria;
  • presunte estorsioni in danno di aziende locali nel settore enogastronomico (tra cui una cantina vinicola) e turistico (strutture ricettive);
  • la disponibilità di armi da fuoco.

Nel corso dell’operazione – svoltasi – sono state effettuate numerose perquisizioni delegate dall’A.G. su siti ritenuti di interesse anche ai fini della ricerca del latitante ed intensificate le attività di controllo del territorio nelle località di maggiore interesse operativo.

CATANZARO – Droga: trovato con 2,2 chili di marijuana e hascisc, arrestato dai Carabinieri

Era in possesso di oltre due chili di sostanza stupefacente e di 925 euro ritenuti provento dell’attivita’ di spaccio. Un ventitreenne e’ stato arrestato a Catanzaro dai carabinieri della Sezione radiomobile della Compagnia con l’accusa di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. I militari, durante un servizio di pattugliamento del territorio nell’area nord della citta’, hanno notato il giovane che, alla vista della pattuglia, si e’ chiuso all’interno di un magazzino. Entrati all’interno del locale per una effettuare una perquisizione, i carabinieri hanno trovato, suddivisi in vari involucri, oltre 1,2 chilogrammi di marijuana e un chilogrammo di hascisc oltre alla somma di denaro contante. (ANSA).

Operazione “Metropoli – Hidden Economy”, ‘ndrangheta, traffico di sostanze stupefacenti

I finanzieri dei Comandi Provinciali di Pavia e Milano unitamente a militari dello S.C.I.C.O. di Roma stanno dando esecuzione a provvedimenti delegati dalla Procura della Repubblica di Milano, nei confronti di soggetti indiziati di appartenere ad un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso, intestazione fittizia di beni, detenzione e porto illegali di armi.

In particolare, le Fiamme Gialle stanno eseguendo un fermo di indiziato di delitto nei confronti di 13 soggetti ed un sequestro preventivo d’urgenza nei confronti di due attività imprenditoriali.

I citati provvedimenti rappresentano l’epilogo di una complessa attività investigativa convenzionalmente denominata “Metropoli – Hidden Economy”, coordinata dalla D.D.A. milanese e condotta dai Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria di Milano e Pavia, con il supporto del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata di Roma, che ha consentito di ricostruire le attività illecite di un’associazione criminale composta da soggetti dediti, a vario titolo, all’illecito traffico di cocaina, hashish e marijuana e all’intestazione fittizia di beni, avente al vertice il figlio dello storico esponente apicale di un sodalizio di ‘ndrangheta del quartiere Comasina di Milano.

Le investigazioni economico-finanziarie hanno permesso di ricostruire i flussi di danaro e rilevare come una carrozzeria, utilizzata dagli indagati anche per la riparazione di auto in danno di istituti assicurativi, ed un negozio di articoli sportivi, entrambi ubicati nella provincia di Milano e formalmente intestati a terzi soggetti, fossero in realtà riconducibili all’indagato principale.

Le indagini hanno altresì permesso di ricostruire le rotte dello stupefacente, con sequestri effettuati anche nel territorio della Confederazione Svizzera, episodi estorsivi nei confronti dei clienti morosi ed un traffico di armi anche da guerra, quali mitragliatori Kalashnikov riforniti da cellule calabresi e balcaniche collegate.

Sono in corso perquisizioni su tutto il territorio regionale con il supporto di altri Reparti e di mezzi aerei della Guardia di Finanza.

Si evidenzia che il procedimento penale verte ancora nella fase delle indagini preliminari e che la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.

La diffusione del presente comunicato stampa è stata autorizzata dalla Procura della Repubblica di Milano, in ottemperanza alle disposizioni del Decreto Legislativo 8 novembre 2021, n. 188.

REGGIO – Una legge regionale per contrastare il randagismo 

La proposta di Graziano che in un quadro normativo completo introduce le case famiglia e la carta d’identità per i cani

 

Cultura della convivenza con gli animali domestici e lotta al randagismo, pronta una proposta di Legge regionale tesa a promuovere, riordinare e disciplinare la tutela e la presenza nel territorio degli animali d’affezione. Cani e gatti su tutti. Un cambio di rotta epocale che innesca dalla Calabria un percorso di civiltà che – si spera – possa abbracciare tutto il Paese. L’istituzione dell’anagrafe canina, le campagne di sensibilizzazione verso l’adozione, le regole per la detenzione degli amici a 4 zampe sono tutti strumenti utili ma non sufficienti ad arginare emergenze come l’abbandono, il maltrattamento e il randagismo. Servono regole sociali. Ed a questo mira la corposa e dettagliata proposta normativa regionale che è stata incardinata in Consiglio regionale e già in discussione in Commissione Sanità. 

È quanto fa sapere il Presidente del Gruppo UDC a Palazzo Campanella, Giuseppe Graziano, redattore e firmatario della Proposta di Legge regionale avente ad oggetto “Tutela degli Animali d’affezione e Prevenzione del Randagismo”

«Si tratta di un intervento normativo innovativo ed essenziale – dice Graziano – che mira ad adeguare le politiche di contrasto all’emergenza randagismo e di sostegno alla cura degli animali d’affezione non solo al contesto normativo attuale ma anche alle esigenze economiche degli enti locali e delle famiglie. Grazie a questa proposta di Legge, nata da una percezione diffusa di disagio sui territori calabresi e redatta dopo aver ascoltato le posizioni dei cittadini e delle associazioni animaliste, ha un duplice obiettivo: incentivare le adozioni e la sana convivenza degli animali nei nuclei familiari; eliminare, una volta per sempre, i canili “lager”. Lo facciamo attraverso l’introduzione di un corposo e dettagliato quadro normativo che crea una “squadra” istituzionale più ampia a tutela degli animali e con ruoli specifici, dai Comuni alle Province, dalle Aziende sanitarie per finire alla Regione. Più controlli sui censimenti, pene più severe sugli abbandoni, maggiore cura per gli animali in stato di abbandono, maggiore severità sul mercato delle “razze” che spesso piacciono ma poi alla lunga creano problemi di convivenza familiare e quindi creano il fenomeno dell’abbandono. Ma anche l’introduzione del divieto di catena che rappresenta uno tra i più importanti segnali di civiltà e di svolta nel nostro complesso normativo».

«Un altro elemento fondamentale che introduce la Legge – aggiunge ancora il capogruppo UDC – è l’istituzione di case famiglia per cani e il libretto d’identità obbligatorio per gli amici a quattro zampe. La proposta di istituire una struttura di accoglienza intermedia – una via di mezzo fra il canile e il semplice privato cittadino – nasce dall’esigenza di disincentivare il ricorso ai canili, in virtù anche del limite massimo di 200 cani a struttura, che la presente proposta di legge prevede. Queste strutture rappresentano la soluzione ideale sia in termini di flessibilità, perché si amplierebbero le possibilità allocative dei randagi senza però eccessivi vincoli per le famiglie ospitanti, sia in termini di economicità, perché si consentirebbe un enorme risparmio per lo Stato, che eviterebbe di gestire costosissimi canili, molto spesso veri e propri lager. Incentivando le famiglie, con buoni sconto per i pasti e servizi veterinari gratuiti, ad adottare cani abbandonati, destinati ai canili, si ha il doppio vantaggio di favorire un maggior risparmio per lo Stato e di dare una risposta più efficace alla domanda di cura del randagio, che sarebbe inserito così in un contesto più a dimensione di animale. L’ulteriore proposta di prevedere un documento d’identità all’atto dell’iscrizione all’anagrafe canina con tutte le informazioni necessarie per una corretta detenzione del proprio animale, i diritti e i doveri dei proprietari, che deve essere consegnato all’atto della registrazione e comunque dell’acquisto o adozione, nasce dalla duplice esigenza di responsabilizzare i proprietari e disincentivare l’acquisto emotivo. Sulla base di queste premesse, la presente proposta di legge intende promuovere una nuova cultura del rispetto degli animali, riconoscendo loro, anche a livello normativo, quella dignità di soggetti che hanno conquistato nelle relazioni sociali, mirando ad assicurarne in ogni circostanza il loro benessere e ad evitarne riprovevoli utilizzi. Insomma – conclude Graziano – un quadro normativo chiaro, innovativo ed europeo che in questo manca alla Calabria e a tante regioni del nostro Paese»

Grande successo per la “Mediterranean Wellness – Reghion Edition” che termina con l’Arena dello Stretto Ciccio Franco stracolma fino all’ultima serata

Si conclude col botto la decima edizione della “Mediterranean Wellness Rhegion Edition” in mezzo ad un vastissimo e vivacissimo pubblico che ha assistito con tanta partecipazione a tutto l’evento pieno di novità, organizzato dalla TxT Cooperativa Sociale, afferente al Sistema A.C.U. (Azione Cristiana Umanitaria) fondato dal missionario cristiano Gilberto Perri, in collaborazione con il Comune di Reggio  Calabria e cofinanziato dall’Unione Europea– Fondo Sociale Europeo, nell’ambito del “Programma Operativo Città Metropolitane 2014-2020

Anche nella terza ed ultima serata non sono mancati momenti suggestivi e di intrattenimento, che hanno variato dal magnetico spettacolo teatrale “Prometeus. Dalla Terra il Fuoco”, una performance d’arte ispirata alla tragedia greca di Eschilo e ideata e realizzata da Angelica Artemisia Pedatella e Claudio Cavaliere, al cabaret di Gennaro Calabrese che hanno scaldato gli spalti dell’Arena dello Stretto Ciccio Franco, traboccanti di persone. E ancora spazio è stato dedicato al conferimento del Premio “Donatore Allegro” che l’Associazione di volontariato “Istituto Per la Famiglia sez.289 – Gilberto Perri” ha assegnato a tutte le aziende che in questi anni hanno attivamente e generosamente preso parte alle azioni di solidarietà attraverso donazioni di vario tipo.

Danza, esibizioni, sport, storia e cultura hanno arricchito il programma estivo, attraverso una specialissima edizione della Mediterranean Wellness che ha colorato di bronzo le sue vesti in onore del 50esimo anniversario dal ritrovamento dei Guerrieri di Riace. Ad intervenire sul palcoscenico, in rappresentanza del Comune di Reggio Calabria, il consigliere Antonio Malara, delegato dell’Estate Reggina, il quale ha sottolineato l’importanza di iniziative che, in tale senso, arricchiscono la Città Metropolitana e creano non solo momenti di svago, ma anche e soprattutto momenti per ritornare alle radici storiche che ci legano a questa terra meravigliosa.

Tanta l’emozione da parte del Presidente della TxT Cooperativa sociale, Patrizia D’aguì, che ha visto trionfare questa speciale edizione della “Mediterranean Wellness – Reghion Edition” e che saluta e ringrazia calorosamente anche per quest’anno tutti i partner, gli sponsor, le aziende e i professionisti che hanno aderito all’iniziativa. Un ringraziamento speciale è rivolto a tutti i volontari dell’Associazione di volontariato l'”Istituto Per la Famiglia sez. 289 – Gilberto Perri” e la Protezione Civile – Pattuglia “Lions” per il prezioso supporto fornito per tutto l’evento.

La “Mediterranean Wellness – Reghion Edition” termina con grandissima risonanza il suo decimo anno di corsa, permettendo a tutte le realtà del Sistema A.C.U. con tutti i suoi operatori, di potersi manifestare in trasparenza, per fare conoscere, attraverso le opere, il sistema socio-lavorativo fondato dal cuore cristiano di Gilberto Perri. Un sistema che opera come una grande famiglia che, – ha spiegato il Presidente Patrizia D’Aguì, seguendo l’esempio di Gilberto Perri e mossa dalla fede in Gesù Cristo, si pone come obiettivo quello di concretizzare la Parola di Dio “Venga il tuo regno e sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra“. Il cristianesimo, infatti, si mette in pratica attraverso opere di amore, di misericordia, di giustizia, che sono opere tangibili e riscontrabili in tutte le molteplici attività svolte a livello sociale e culturale dalle varie realtà del Sistema A.C.U. tra i cui frutti vi è anche la realizzazione di eventi di grosso calibro come questo, che arricchiscono l’offerta ludico-culturale di una terra che vede, come chiamata vocazionale, il turismo come fulcro centrale per lo sviluppo del territorio: un frutto che lasciamo raccogliere ai cittadini stessi, con la promessa che le prossime edizioni saranno sempre e ancora più grandiosi.