Continuano senza sosta le battaglie quotidiane, tramite le dirette social, del Consigliere comunale Massimo Ripepi. Dirette che raggiungono, giorno dopo giorno, un numero sempre maggiore di cittadini e che stanno ottenendo numeri sempre più elevati di consensi.
L’obiettivo è quello di diffondere tra la popolazione reggina, uno spirito di perseveranza, decisione, pazienza, in relazione alle problematiche che, da sempre, investono la città, cercando quanto più possibile, di non conformarsi a ragionamenti fuorvianti, poiché, sostiene Ripepi, “la forza ce l’ha il popolo”, che rappresenta l’unica, vera, possibile ancora di salvezza , alla quale appigliarsi: questo l’obiettivo dell’ormai famoso “Esercito di Rheggio”, l’unico progetto politico e civico che sta offrendo un contributo reale per salvare e risollevare la Città.
La pressione mediatica esercitata da queste dirette, durante le quali vengono evidenziate le giuste azioni intraprese ma, allo stesso modo, sottolineati gli sbagli, senza alcun dubbio, sta producendo risultati. Non solo, anche le “battaglie” portate in campo dal consigliere, hanno smosso situazioni che per lungo tempo erano rimaste irrisolte: una volta smascherati e messi in luce gli errori, l’amministrazione interviene “perché si vergogna!” – afferma Ripepi.
“Le battaglie producono risultati”, incalza il consigliere, riferendosi alla questione dell’Aeroporto Tito Minniti di Reggio, battezzato da Ripepi “Aeroporto del Ponte sullo Stretto”, definito strategico a livello europeo e mondiale, e che oggi e soprattutto in futuro potrebbe diventarlo sempre di più, anche in relazione alla possibilità che venga realizzato il, tanto decantato, Ponte sullo Stretto. Ripepi iniziò la sua battaglia per l’Aeroporto diversi anni fa, quando da solo convocò una conferenza stampa nella quale spiegava “come e perché” ci stessero portando via l’Aeroporto. Recentemente, grazie alle molteplici istanze mosse, alle manifestazioni messe in piazza a Reggio e Lamezia T., Ripepi è riuscito a far arrivare la “questione aeroporto” anche a Bruxelles, occasione, appunto, nella quale la Comunità Europea, ha definito lo scalo reggino d’interesse strategico per l’intera Europa, fermo restando la necessità di modificarne la struttura. Fino a questo momento, ricorda Ripepi, le istituzioni stesse sono state i veri e propri “aguzzini” dell’aeroporto, che con le loro “strategie folli” si sono palesati come i traditori di Reggio: partendo dall’ex sindaco Falcomatà, che lo ha “venduto” diversi anni fa, passando per Tramontana, per tutti i consiglieri regionali di sinistra, prima, e di centrodestra oggi, e finendo con la schiera di parlamentari che sono d’accordo ed appoggiano la Gestione Unica.
Ripepi si appella ai nostri parlamentari affinché si muovano con azioni reali e tangibili: Tilde Minasi, Nicola Irto, ed in particolar modo Francesco Cannizzaro, l’unico che, secondo il consigliere di opposizione, abbia fatto, a differenza degli altri, ad oggi qualcosa di concreto. Nel mirino anche Franchini, che Ripepi definisce “uguale” ai personaggi che, per le loro condotte negative, sono protagonisti costanti delle notizie che circolano in questi giorni: Saladini, Ilari e, viene tirato in ballo, anche Gallo. Il parallelismo sta nel fatto che tutti sono concentrati a “sparare supercazzole” – sottolinea Ripepi – al fine di obnubilare i cittadini, allontanandoli da quello che è il fulcro reale e fondamentale della questione. Nello specifico, Franchini è colui che ha fornito i dati di sviluppo al Piano Internazionale degli Aeroporti o comunque, chi prima di lui, ma a lui resta sempre la responsabilità di non averli modificati. E cosa dicono questi dati? Dicono che in 13 anni lo scalo reggino passerebbe da 250.000 a 400.000 passeggeri, un passaggio davvero irrilevante se si pensa che l’aeroporto di Lamezia Terme, ha in progetto di arrivare in 13 anni a 4.000.000 circa di passeggeri. E cosa si evince da questo? La stessa Comunità Europea che ha definito l’Aeroporto Tito Minniti di importanza strategica per l’Europa, basandosi sui dati di sviluppo che sono stati forniti, giunge alla conclusione che Reggio non sia intenzionata, realmente, a fare nulla per lo scalo aeroportuale in questione. Pertanto, incalza Ripepi “Il primo tassello importantissimo” sarebbe quello di trasformare l’aeroporto, modificandone, in primis, la struttura, chiedendo, suggerisce il consigliere, fondi al Ministro Salvini e utilizzando il progetto Gratuito realizzato da Nino Falduto, ad esempio. Il punto fondamentale per Ripepi è, che i cittadini abbiano ben chiara la situazione, e non si facciano “imbonire” perché magari, chi di competenza, promette di far arrivare qualche volo a Reggio: “Si deve mostrare il piano industriale, ciò che conta sono “carte e dati”!”.
Continua, durante la diretta, il parallelismo tra Aeroporto e la “questione Reggina”. In questo caso Ripepi chiarisce che, ad oggi, purtroppo non vi è ancora nessuna certezza circa la situazione in cui versa la società sportiva, in tanti si stanno smuovendo al fine di trovare degli imprenditori disponibili ad assumerne le redini, ma per il momento ancora non vi sono risvolti positivi. Quindi si rivolge ai giornalisti sportivi, chiedendo loro di esprimersi in termini moderati, in quanto dichiarare “soluzioni trovate” che nella realtà dei fatti non corrispondono a nulla di concreto, non è corretto ne tantomeno utile alla comunità sportiva reggina che sta soffrendo per una situazione piombatagli addosso dal nulla e apparentemente senza via d’uscita.
Il Consigliere, prosegue, parlando del sistema di collegamento tra la politica e i reggini: troppo spesso ci si ritrova a votare il “raccomandato di turno” o a rinunciare al voto poiché stanchi della situazione in cui la città versa. Con questo modo di agire non si fa altro che delegittimare la politica e questa è la scelta peggiore che si possa intraprendere, poiché – chiarisce Ripepi – i politici rappresentano l’espressione dei cittadini e delegittimarli equivarrebbe a delegittimare i cittadini stessi. Piuttosto è il popolo che, dopo aver preso coscienza di ciò, dovrebbe andare a votare con consapevolezza e criterio.
“Non servono parole, ma fatti” conclude Ripepi, che dichiara di non schierarsi né da “una parte” né “dall’altra”, ma di essere dalla parte di “Rheggio 743 a. C.”: “Noi siamo Rheggio, mai lo zerbino di nessuno!”.