Ancora qualche settimana di vacanze e poi per gli studenti reggini delle scuole di ogni ordine e grado, così come per altri loro colleghi di buona parte delle regioni italiane ,si riapriranno le porte delle aule per l’inizio delle lezioni fissato a giovedì 14 settembre.
Nelle scuole superiori ,poi, negli ultimi giorni si stanno svolgendo le operazioni di verifica dei debiti scolastici che gli studenti dovranno dimostrare di avere recuperato entro l’8 settembre come da circolare ministeriale. Si tratta di quelle prove che una volta erano chiamati esami di riparazione. Interessano mediamente centinaia di studenti che nello scrutinio di giugno hanno avuto il cosiddetto giudizio sospeso, cioè non sono stati né promossi né bocciati e che, pertanto, hanno dovuto sostenere le prove nelle materie insufficienti.
Intanto, giovedì 1 settembre per il mondo della scuola è l’inizio del nuovo anno scolastico. Anche quest’anno ci sarà una nuova ripartenza, la quarta dall’inizio della pandemia da COVID -19, nel quale, ancora una volta, bisognerà confrontarsi con nuove abitudini e stili di vita che hanno impresso, nel corso degli ultimi anni, una svolta epocale nel modo di essere e fare scuola, grazie anche al massiccio ricorso alle nuove tecnologie che ha colmato l’isolamento imposto dalle restrizioni per arginare il fenomeno Covid.
I numeri della scuola reggina
Lo scenario scolastico 2023- 2024, che si apre venerdì 1 settembre, inizia per dirigenti, docenti e personale amministrativo, come al solito, con tutta una serie di operazioni di natura collegiale, dal piano annuale delle attività alla rivisitazione del piano dell’offerta formativa e la preparazione delle attività di accoglienza per le matricole reggine dei vari ordini di scuola statale, così distribuiti: 3338 per l’infanzia ,4.258 per la primaria, 4.594 per la media e 5924 per le superiori.
Ciò che andrebbe evitata è la fretta di sedersi alla cattedra e al banco, di riprendere a insegnare per recuperare il tempo perduto, lasciando le vite di prima, le vite del vuoto scolastico, fuori dalle aule.
Il progetto educativo della ripresa avrebbe bisogno di tre passaggi: accoglienza, narrazione, rimodulazione.
In tutto gli studenti della nostra provincia nell’anno scolastico 2023-2024 saranno 73.298, così distribuiti fra i vari ordini di scuola: 8.825 infanzia, 21.806 primaria,14.526 media, 28.141 superiore. Cui vanno ad aggiungersi gli allievi delle scuole paritarie.
Se per l’anno scolastico 2023-2024 ci saranno quasi 130mila studenti in meno in Italia, vuol dire che salteranno circa 5mila classi calcolando una media di 25 studenti ciascuna.
Resta, purtroppo, la tendenza, che si registra da tempo ad una diminuzione della popolazione scolastica anche nella nostra provincia, un migliaio in meno rispetto all’anno scorso.
Nel Reggino ad affrontare i prossimi esami di maturità, che avranno inizio mercoledì 19 giugno 2024, nelle scuole superiori statali saranno 5.312 allievi, mentre nella scuola media inferiore saranno 5.015.
Cosa prevede il nuovo calendario scolastico: una lunga maratona di 203 giorni
Questo è il ventiduesimo anno della devolution nel quale le Regioni autonomamente fissano la data d’ inizio e il termine delle lezioni.
In Calabria il termine è stato decretato per sabato 8 giugno 2024.
Le attività educative nella scuola dell’infanzia, invece, termineranno in quasi tutte le regioni sabato 29 giugno 2024.
Per tutti, giorno più giorno meno, una lunga maratona di nove mesi di lezione, 203 giorni per la Calabria, fatto salvo il minimo dei 200 giorni di lezione.
I giorni di festa (escluse le domeniche) previsti dal calendario ministeriale sono al momento 11, vincolanti su tutto il territorio nazionale.
E cioè l’1 novembre, festa di tutti i Santi; l’8 dicembre, Immacolata Concezione; il 25 dicembre, Natale; il 26 dicembre; l’1 gennaio, Capodanno; il 6 gennaio, Epifania; il giorno di lunedì dopo Pasqua; il 25 aprile, Anniversario Liberazione; l’1 maggio, Festa del Lavoro; il 2 Giugno, Festa nazionale della Repubblica; la festa del Santo Patrono.
Il decreto del Presidente della Regione Calabria stabilisce, poi, che non si effettueranno lezioni il 2 novembre 2023; il 9 Dicembre 2023 interfestivo; da sabato 23 Dicembre 2023 al venerdì 5 Gennaio 2024 vacanze natalizie; da lunedì 12 febbraio a martedì 13 febbraio carnevale; da giovedì 28 marzo a martedì 2 aprile 2024 vacanze pasquali; venerdì 26 e sabato 27 aprile 2024 interfestivi.
Il nuovo calendario, così come prevede l’autonomia scolastica , è , comunque, flessibile e dà la possibilità alle scuole di proporre gli adattamenti che possono riguardare anche la data di inizio delle lezioni , nonché la sospensione, in corso di anno scolastico, delle attività educative e delle lezioni prevedendo, ai fini della compensazione delle attività non effettuate,modalità e tempi di recupero in altri periodi dell’anno. Sicchè anche le scuole della nostra provincia potrebbero iniziare le lezioni ancor prima del 14 settembre.
Anche in provincia di Reggio Calabria il fenomeno dei dirigenti a mezzo servizio.
Anche quest’anno si ripresenta l’atavico problema delle reggenze. Chiunque frequenti una scuola (da docente o da genitore) sa quanto sia drammatico avere un dirigente a mezzo servizio.
Significa un abbassamento sostanziale del servizio offerto, a maggior ragione in un periodo fondamentale per la gestione dei fondi PNRR. D’altronde, quale attenzione può prestare un Dirigente che si trova a gestire tanti plessi distanti anche decine di chilometri tra loro?
Comunque per garantire la regolarità dell’ avvio dell’anno scolastico l’Ufficio scolastico regionale ha provveduto a coprire tutti i posti disponibili con incarichi aggiuntivi di reggenza
Sicché sono 68, di cui 20 in provincia di Reggio, le scuole calabresi che avranno un dirigente part time come reggente e che dovranno dividersi fra due scuole talvolta abbastanza distanti tra loro.
In città il Liceo scientifico “Da Vinci” continuerà ad essere à retto dal dirigente Franco Praticò.
Continua a permanere la tendenza al colore rosa nei numeri della dirigenza scolastica calabrese e reggina in particolare e l’abbassamento dell’età media dei responsabili degli istituti.
Le sfide ricorrenti del sistema educativo
Solo per citarne alcuni :dall’annosa penuria di docenti alla qualità della formazione e dell’offerta formativa, dalla abbondanza delle classi pollaio alle modeste condizioni retributive e lavorative, alla mancata riforma della carriera degli insegnanti, alla assenza di interventi per migliorare l’efficienza ed efficientamento energetico in strutture ad elevatissimo consumo e dispendio energetico, alla accessibilità degli istituti per gli studenti disabili. Ad evidenziare quest’ultimo aspetto è il Rapporto Annuale Istat che calcola come una scuola su tre non risulta essere accessibile agli alunni con disabilità motoria.
Comunque, i risultati sono sotto gli occhi di tutti: riforme incomplete, cambiamenti continui, spesso improvvisati, sperimentazioni, progetti, innovazioni metodologiche e pedagogiche digitalizzazione a tappe forzate in quanto considerata la panacea di ogni problema, fanno poi puntualmente registrare un tracollo delle conoscenze e capacità cognitive essenziali dei giovani: le prove Invalsi, le indagini Pisa, le statistiche varie ci consegnano da anni il desolante quadro di una sorta di giovanile semianalfabetismo dilagante, a cui si aggiunge un analfabetismo emotivo e sentimentale, aggravatosi dopo il lockdown, alla base dei numerosi episodi di teppismo, bullismo e criminalità nei confronti dei docenti, nemmeno più supportati dalle famiglie, come accadeva un tempo. A proposito a quando la figura dello psicologo in pianta stabile almeno nelle scuole maggiormente a rischio.
Le risorse destinate al sistema scolastico diminuiscono nell’indifferenza di tutti. La scuola, invece, deve essere la priorità perché ne va del nostro futuro.
Le notevoli risorse finanziarie messe in campo per uscire dalla crisi, a partire dai quasi 200 miliardi del Pnrr, dovrebbero supportare investimenti che accompagnino e rafforzino il benessere dei giovani nelle diverse fasi dei percorsi di vita, intervenendo fin dai primi anni di vita suggerisce così il Rapporto 2023 segnalando che l’Italia spende per prestazioni sociali erogate a famiglie e minori una quota paria all’1,2% del Pil contro il 2,5 della Francia ed il 3,7% della Germania. E anche sul fronte dell’istruzione emerge un “minor impegno” del nostro Paese, che impegna appena il 4,1% del Pil contro il 5,2 della Francia , il 4,6 della Spagna ed il 4,5 della Germania ed una media della Ue del 4,8%.
Perciò è necessario pensare una scuola nuova con modelli metodologici e valutativi rivisti in profondità e con una reale personalizzazione dei percorsi. Serve un cambio di passo per garantire pari opportunità e successo formativo a ogni studente. Solo così potremo pensare di dare risposte ai bisogni formativi dei ragazzi che affollano le nostre scuole, preparandoli alle esigenze del mondo, del lavoro e delle università.
Messi in fila, questi dati raccontano di un ritardo preoccupante della regione calabrese e risultati ancora peggiori in alcune realtà locali .Ben venga pertanto il progetto pilota Agenda sud che per il prossimo triennio prevede anche per un certo numero di istituzioni scolastiche calabresi una serie di interventi tra cui spiccano attività di orientamento e tutoraggio, didattica innovativa e laboratoriale e una maggiore flessibilità negli orari. Il tutto finalizzato a ridurre il divario educativo tra il Nord e il Sud d’Italia.
Va sottolineato, altresì, la novità di quest’anno scolastico con le figure del docente tutor e del docente orientatore che dovrebbero essere operative da settembre.