Nella giornata di ieri, il Consigliere comunale e delegato alla Cultura della Città Metropolitana, Filippo Quartuccio, è uscito sui social con un post che, a detta del Consigliere Massimo Ripepi, era di “un’ipocrisia devastante” e che ha utilizzato per “denigrare non me, ma la mia meravigliosa comunità cristiana”. E questa ipocrisia, ha spiegato Ripepi, si può ravvisare in tutti i meccanismi dell’Amministrazione Falcomatà.
“La situazione è drammatica proprio perché ci sono questi infingimenti, che utilizzano la loro posizione per denigrare.” – ha spiegato Ripepi – “Filippo Quartuccio si dovrebbe vergognare, per la tecnica di ipocrisia che utilizza per colpire: il post non fa il mio nome, ma parla di me.”
Infatti, in questa nota su Facebook, il Consigliere di maggioranza ha riportato un commento di una cittadina contro il Sindaco ff Paolo Brunetti, postato sotto una delle consuete dirette di Massimo Ripepi: “Un commento abominevole, purtroppo, quello scritto da una meravigliosa signora cristiana di mia conoscenza, dal quale mi sono dissociato pubblicamente.”
“Questa cosa non ha nulla a che vedere né col cristianesimo, né con Gesù Cristo.” – ha puntualizzato il Consigliere Ripepi – “Per questo la mia solidarietà va a Brunetti.”
Poi Ripepi ha proseguito leggendo il post di Filippo Quartuccio, il quale cita testualmente: «Non riesco a tacere, leggete, vi prego, leggete e rileggete parola per parola e fatelo piano piano scandendo le parole, non riesco a pensare ad altro, questo commento di oggi, sono stanco di questo clima di odio, di questo livore che si abbatte su di noi, spesso generata da personaggi politici ben definiti. […] La signora la cui identità è stata oscurata nonostante lei si fosse palesata pubblicamente, paragona il Sindaco ff al tumore per poi invocare la benedizione di Gesù Cristo potete immaginare per chi. Io non so come si può definire questa gente o forse lo so troppo bene, ma non è opportuno che lo dica, perché nonostante tutto sono, anzi siamo, molto diversi, si guardi allo specchio e si sputi. Vergogna essere orribile».
Il Consigliere, con profondo disappunto, ha evidenziato il fatto che Quartuccio, sebbene si riferisse palesemente a Ripepi, non ne ha mai fatto il nome e infine ha sottolineato che: “Questo è il male di Reggio Calabria. Sono molto afflitto con un soggetto del genere che, pur di colpire me, colpisce la mia meravigliosa comunità, usando le parole, erratissime, di una bravissima signora, che però ha sbagliato a fare un commento bruttissimo e dal quale mi sono dissociato!”
Ripepi poi è passato all’attacco, ricordando che se si vuole ferire di giustizialismo, dello stesso poi si perisce: “Visto che tu sei tanto santo da indignarti per queste parole sbagliate, volevo chiederti perché non ti sei indignato e non hai detto «chi ha fatto questa cosa si guardi allo specchio e si sputi, vergogna essere orribile» anche a tutti quelli che fanno parte della tua coalizione politica e che hanno dato il Miramare a un loro amico per un tornaconto elettorale – come dice la sentenza – e sono stati condannati in primo e in secondo grado. Ti sei indignato e hai detto che le cose pubbliche non si devono usare per i propri amici? NO!”.
Il Consigliere ha poi proseguito leggendo anche il commento del Consigliere Franco Barreca: «Caro Filippo, sono certo che non avrà la benedizione di Dio, mi chiedo come mai Facebook non oscuri un commento come questo, si vede che dare del tumore a una persona rientra negli standard della loro community, gente che ha una visione molto malata degli altri»
“Prima di parlare degli errori degli altri, devi parlare degli errori dei tuoi compari, di quelli della tua parte politica e di tutte le cose negative che vedi!” – ha rimproverato Ripepi – “Io mi sono dissociato dal commento della signora. Ma tu avresti dovuto dissociarti dalle cose che ha combinato Falcomatà, mentre non hai mai detto una parola! Non hai mai detto niente manco sul codice etico, che ha votato lo stesso sindaco, e che prevedeva che i consiglieri comunali o i membri della giunta condannati, si dovevano dimettere!”
“Perché non vi siete indignati per tutte le povere persone che da otto anni non ricevono le case popolari e sono costrette a vivere in condizioni pietose perché non viene fatta una manutenzione? Come mai non vi siete indignati per il fiume di soldi pubblici che si stanno perdendo e si sono persi, per tutti i lavori pubblici che non sono stati fatti a Reggio Calabria? Perché usate due pesi e due misure? Per colpire, senza fare nomi e cognomi, come pavidi?!” – ha incalzato Massimo Ripepi – “Spiegaci come mai fai l’indignato a intermittenza: a convenienza!”
“Siete annoverati tra quelli che, per colpire me, colpiscono una comunità meravigliosa che fa il bene: chiedetelo ai carabinieri che ci portano i bisognosi; chiedetelo al Ministero di Grazia e Giustizia che ci manda qua – senza prendere un euro – quelli che devono fare il carcere, le misure alternative; chiedetelo a quelli che ci portano le persone affamate che non hanno nulla da mangiare.” – ha rincarato Ripepi rivolgendosi a Quartuccio e Barreca – “E voi avete usato, per motivi politici, questa frase per colpire me (senza fare il nome) e la mia comunità (quella che Francesco Barreca chiama Community )!”.
“Questi attacchi, non alla mia persona, ma alla mia comunità che fa del bene dalla mattina alla sera mi fanno schifo!” – ha concluso Massimo Ripepi – “Se non ti dissoci, come fai ad essere credibile? Lo fai solo contro di me e la mia comunità e non lo fai contro tutte le nefandezze che vedi?!”