“Cucù cucù: la maggioranza di Falcomatà non c’è più!” – inizia così la diretta del Consigliere Massimo Ripepi dopo lo “spettacolo circense”… o dovremmo dire il “Consiglio comunale” svoltosi ieri mattina. Un’aula che, mentre appare completamente svuotata (dove due terzi della Giunta e metà dei consiglieri di maggioranza erano assenti!), il Sindaco Giuseppe Falcomatà, piuttosto che rispondere alle richieste di chiarimenti, legge un libro. Una battuta? Ahimé, no!
“Non sono passati i provvedimenti previsti all’ordine del giorno, quindi la maggioranza di Falcomatà non c’è più!” – ha attaccato Massimo Ripepi – “Cosa molto grave perché, con i suoi giochetti di potere e per fare carriera politica personale, sta mettendo nei guai l’intera città! Dovrebbe dimettersi immediatamente!”
“Oggi mancava il PD, con tutti i suoi consiglieri: se non ci fosse stato Marra a tenere la maggioranza, sarebbero andati sotto.” – ha spiegato Ripepi rispetto al Consiglio di oggi dove, come in una partita di calcio con squadre fin troppo equilibrate (in questo caso 10 vs 10), hanno battuto colpi e contraccolpi lasciando la palla sempre e soltanto al centro: “10 contro 10, quindi non è passato nessuno dei provvedimenti: la situazione è gravissima, perché si ripercuote sui cittadini reggini!”.
Ripepi ha poi spiegato di aver posto dei quesiti in Consiglio comunale al Primo Cittadino: “Cosa vuoi fare? O ti dimetti o devi fare la Giunta immediatamente! Ogni secondo che passa è una gravità inaudita!”. Eppure, alle domande, tutto tace! Ebbene sì, perché per la prima volta, il Sindaco non ha fatto l’intervento finale! – “Cioè, non ha dato spiegazioni ai consiglieri come se il Comune fosse una cosa sua personale! E si stava leggendo un libro!!!”.
Incredulo il Consigliere d’opposizione che a più riprese ha sottolineato la gravità del fatto: mentre i consiglieri chiedevano spiegazioni e aspettavano risposte, lui leggeva un libro. Nell’assise più importante della Città, nel “tempio” dove l’intera cittadinanza viene rappresentata da ogni singolo consigliere che, in quanto tale, merita e gli è dovuto il rispetto e la considerazione: ecco che oggi, lo sgarbo di non rispondere è arrivato davvero pesante! Ma non come torto ai singoli amministratori, bensì all’intera Città!
Sera VS Morabito. Ripepi: “Mentre si scatena la guerra, Falcomatà si legge un libro!”
Ripepi ha poi ripreso un articolo pubblicato su “Il Reggino” riportante le dichiarazioni del segretario dei dem, riportate testualmente: “Il gruppo consiliare disertando autonomamente l’aula ha commesso un errore politico”. I cittadini in questi giorni hanno infatti dovuto assistere ad una faida tra il consigliere Peppe Sera e il segretario provinciale del Partito democratico, Antonio Morabito: secondo l’articolo sopracitato, che tira le conclusioni dalle dichiarazioni di Sera, Morabito avrebbe tentato di tenere una riunione nella sede della federazione del Pd, “ritrovandosi però da solo e, di fatto, anch’egli sfiduciato”. Morabito ha poi replicato che non ci sia stata nessuna riunione e ha rimproverato il gruppo consiliare di Sera per non essersi presentato in consiglio ieri mattina.
“Una situazione paranormale!” – ha proseguito Ripepi – “In questo caos totale, dove si stanno sfiorando i limiti di una crisi politica non indifferente, Giuseppe Falcomatà ha pensato bene di leggersi un libro per quasi metà della durata del Consiglio! A voi pare normale!?”
Ripepi si appella ai colleghi consiglieri per presentare le dimissioni in blocco
In conclusione il Consigliere d’opposizione che, già nel pomeriggio aveva rivolto un appello a tutti i consiglieri per presentare le dimissioni in blocco per far cadere la Giunta e “liberare” la Città, ha spiegato che secondo quanto previsto dal regolamento, la Giunta potrebbe cadere soltanto ad una condizione: se 17 consiglieri comunali (numero minimo necessario) si presentino nello stesso momento (spaccando l’ora, il minuto e il secondo) dinanzi al Segretario generale e comunichino le loro dimissioni. Solo ed esclusivamente in questo modo Falcomatà sarebbe obbligato a tornare a casa.
Se ciò non dovesse avvenire secondo tali modalità , le dimissioni di un singolo consigliere o di un gruppo di numero inferiore a 17(dunque non sono contemplate neanche le dimissioni dell’intera minoranza che non arriva a codesto numero), contribuirebbero soltanto a rendere la Giunta meno democratica: perché al posto degli uscenti, subentrerebbero altri che hanno “meno merito” rispetto al voto popolare.
Un appello, quello di Ripepi che, a meno che non troverà obiettori di coscienza nel gruppo della maggioranza (e che abbiano a cuore più le sorti della Città piuttosto che “il posto fisso”), andrà difficilmente in porto: la Città dunque rimane costretta in un limbo di crisi, rancori e bombe ancora rimaste inesplose… mentre a Palazzo San Giorgio, l’aria si fa sempre più viziata!