La Reggina torna a far parlare di sé con una smentita “ufficiale” che lascia più interrogativi di quanto dovrebbe chiudere. Nel comunicato odierno, la società ha negato in maniera netta l’esistenza di “contatti attivi” o di una “proposta formale” da parte di Luca Gallo, l’ex presidente che ha già guidato il club dal 2018 al 2022. Niente di nuovo, almeno secondo la nota, nessun incontro né alcuna trattativa in corso. Tuttavia, l’assenza di chiarezza semina dubbi.
Il linguaggio usato nel testo istituzionale lascia aperti spiragli preoccupanti: il distinguo tra contatti “attivi” e potenziali approcci “passivi” è sospetto, così come l’assenza di riconoscimento per offerte preliminari o non ancora strutturate a livello formale. E poi, che significato concreto assume l’impegno a “riportare il club nelle categorie che merita”? Senza scadenze o obiettivi definiti, torna un vago eco già utilizzato nelle passate stagioni, quando promesse e comunicati ufficiali spesso hanno preceduto clamorosi fallimenti o cambi di rotta.
Il problema non risiede soltanto nell’ambiguità del messaggio, ma nel fatto che i tifosi amaranto hanno ormai imparato fin troppo bene a diffidare di affermazioni rassicuranti dell’ufficio stampa del club. In passato, comunicati che annunciavano la conferma di Pippo Inzaghi o rinvigorimenti societari si erano sbriciolati in poche settimane. Un vizio di comunicazione cronico, che le smentite di Ballarino e Minniti non sembrano voler correggere.
Nel frattempo, il quadro resta incerto. Molte voci parlano di trattative in corso — non formalizzate, ma esistenti — tra Gallo e la proprietà. Si dice che Gallo abbia proposto l’acquisizione del 70% delle quote, offrendo a Ballarino una partecipazione del 30% e un compenso economico congruo. In parallelo, altri imprenditori – italiani e stranieri – avrebbero manifestato interesse, senza però ottenere un riscontro ufficiale.
A questo si aggiunge il dato condiviso dal direttore generale Praticò: la proprietà attuale non dispone delle risorse necessarie per costruire una squadra competitiva in Serie D e ambire alla promozione. Che sia una conferma al silenzio o al suo opposto, è indubbio che questa affermazione sia il segno più tangibile di una crisi economica e progettuale che sta limitando le ambizioni del club.
La battaglia comunicativa è già iniziata. I prossimi giorni saranno decisivi: una firma, un assegno, una stretta di mano pubblica saranno l’unico modo per dare concretezza a chi, dalla città e dai tifosi, non si rassegna all’ennesimo “comunicato ufficiale” da prendere con le molle. Fino ad allora, la Reggina resta sospesa tra smentite rassicuranti e speranze tutt’altro che sconfitte.