Il 25 Novembre, sin dal secolo scorso, è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, istituita dalle Nazioni Unite nel 1999 in memoria della brutale uccisione, il 25 Novembre1960, per mano del dittatore Trujllo, di tre donne dominicane: Patri, Maria Teresa e Minerva Mirabal, soprannominate “mariposas”, farfalle, colpevoli di aver combattuto per la libertà del loro paese.
Ma malgrado questa presa di coscienza internazionale non è che la violenza contro le donne, e più in generale di genere, sia diminuita, tutt’altro.
Purtroppo molti eventi sono delle ottime passerelle per rinverdire le immagini dei partecipanti, siano essi esperti, gente comune, politici e finanche i funerali delle vittime, quando le famiglie non hanno la forza di imporre una barriera all’informazione, diventano momenti di spettacolarità ed a nulla servono anche le cosiddette fiaccolate, divenute, probabilmente in molti casi e, fatte le dovute eccezioni, occasioni più di incontro che di commemorazione.
E per smentire questo malvezzo, anche se minoritario, l’Associazione La Rosa del Pozzo, Presidente Antonino Santisi, e l’Amministrazione Comunale di Villa San Giovanni con il Sindaco Giusy Caminiti e il Presidente del Consiglio Comunale Caterina Trecroci, hanno proposto l’incontro Memoria, Commemorazione, Speranza in cui al centro c’era la violenza
L’Incontro, curato da Oreste Mario Dito, infatti era incentrato sulla presentazione del Saggio di Alberta Dito “Rappresentare la violenza a partire da Shakespeare” in cui si mostra la spettacolarità della violenza, che poi è anche trattata in modo letterario e scientifico dai relatori, prof.ssa Annamaria Curatola e dott.ssa Carmen Giambelluca.
La serata si è aperta con l’intervento del Sindaco Giusy Caminiti che, oltre a portare i saluti dell’Amministrazione, ha posto l’accento sull’aspetto sociale e culturale di questo fenomeno che, purtroppo, è divenuto così dilagante nella società di oggi ed ha indicato il percorso dell’Amministrazione su questo tema che è di agire con una puntuale diffusione della cultura, di sostenere gli aspetti sociali legati a questa tematica e di non eludere le responsabilità, ma agire di conseguenza. La Presidente del Consiglio Caterina Trecroci, nel corso del suo intervento ha ribadito che questo fenomeno così diffuso, in special modo tra i giovani, può essere combattuto in modo efficace se si punta su relazioni sane, che devono nutrirsi di musica sana, di arte sana e devono tra loro stessi relazionarsi in modo sano.
Il dedicarsi ai giovani è stato anche il parere della Consigliera alle Pari Opportunità Caterina Neri che ha anche sottolineato che bisogna eliminare le tensioni nel sociale raggiungendo un’eguaglianza di genere ed evitando così il contendere che è il primo seme della violenza.
Sull’aspetto sociale si è soffermato nel suo intervento il Presidente della Rosa del Pozzo, Antonino Santisi affermando che la donna deve essere vista e trattata principalmente in modo rispettoso e ricordando che la Rosa del Pozzo, editrice del saggio di Alberta Dito, ha posto in primo piano la cultura ed in questo caso l’editoria serve come ponte nel trasmettere determinati messaggi che, ci auguriamo, possano raggiungere tutti con incisività.
Dopo la visione di un breve filmato in cui si ricorda la crudeltà della violenza ed alcune vittime recenti, ha preso la parola la prof.ssa Annamaria Curatola che, nelle sua presentazione, ha svolto un’approfondita analisi del saggio ed ha posto l’accento sulla circostanza che, come si evince in modo magistrale dal libro di Alberta, le arti, la pittura, la letteratura ed il teatro hanno svolto, e svolgono, un ruolo cruciale nel sensibilizzare l’opinione pubblica e nel promuovere la consapevolezza sulla violenza in quanto possiedono un potere unico: comunicare emozioni, e messaggi complessi in modo accessibile, immediato, e profondo.
Interessante l’intervento dell’autrice Alberta Dito che, nel suo stile sobrio e conciso, ha espresso brevi e profondi pensieri tra cui “la scelta di mostrare la crudeltà della violenza, quanto la società sia violenta, di quanto se ne parli sui media è stata fatta pensando che possa essere un modo efficace per far riflettere il lettore che se esiste una tale violenza significa che qualcosa di basilare non sia stato fatto. È necessario che la società tutta si ponga in modo più efficace il problema della violenza sulle donne e ne trovi una soluzione per porre fine a questa lunga serie di femminicidi.
All’interno dell’analisi psico-scientifica svolta nel suo intervento, la Psicologa dott.ssa Carmen Giambelluca ha evidenziato che per affrontare il problema è necessario un approccio multidimensionale che non solo supporti le vittime ma che intervenga sulle radici culturali e sociali di questa violenza promuovendo una cultura del rispetto e della parità. Per percorrere questo percorso la Giambelluca chiama in causa importanti istituzioni quali la famiglia, la scuola, la sanità che devono portare avanti un programma forte e condiviso per combattere la violenza., in special modo nell’ambito giovanile che è un mondo sovraesposto a tale pericolo.
Il Curatore Oreste Mario Dito ha rilasciato una breve dichiarazione in cui afferma “l’incontro di stasera è stato incentrato in modo specifico sulla dimostrazione di ciò che è la violenza perché si vuole far passare il messaggio che se si riescono a comprendere la crudeltà e le cause ad essa legate e il dolore che provoca, tutto ciò potrebbe essere una forte spinta per combattere e vincere uniti la battaglia contro la violenza sulle donne che rappresenta una battaglia di civiltà.
Nel corso della serata è stata scoperta l’opera di Alberta Dito “Scarpette Rosse” donata dall’autrice e dal presidente della Rosa del Pozzo, Nino Santisi, al Sindaco Caminiti, quale simbolo della lotta contro la violenza sulle donne.
A conclusione dell’incontro, che è stato gratificato da un notevole successo di pubblico, il Sindaco Caminiti ed il presidente Santisi hanno consegnato gli attestati agli artisti che protagonisti delle mostre d’Arte “Sensazioni Creative” presso i Ponti Pialesi.