Correva l’anno 1939 quando la prima colata di bitume dava i natali all’aeroporto dello Stretto. Destinato inizialmente ad uso militare, qualche anno dopo si realizzò che la guerra era finita e di quella lingua asfaltata si poteva fare altro, non un parcheggio, nè una pista per i go-kart, ma qualcosa che permettesse ai più avventurosi di raggiungere l’ultimo lembo peninsulare senza la fionda e senza doversi necessariamente perdere tra le asprezze di un territorio baciato dal sole ma anche dalla sfiga. La storia di Reggio e del suo aeroporto sembra il tira e molla di una relazione di “Uomini e Donne”. Il “Tito Minniti” è corteggiato da varie compagnie: la prima donna insaccata nel suo bel vestito di paillettes, cioè Alitalia; quella che se la tira, Ryanair, perchè la pista è corta ed è abituata ad ambienti più radical chic, non i nostrani più provincialotti, perchè di corto conosce solo i risvoltini; Blue-express che, come la classica tipa che non spicca, con l’apparecchio e i foruncoli, ha contribuito a mandare avanti in silenzio la baracca senza brillare; a queste aggiungeteci tutte le meteore che ci hanno illuso di poterci collegare a Parigi, per esempio, ma di francese ci hanno fatto vedere solo la scritta “Cafè” sull’insegna del bar al primo appuntamento. Qui a Reggio, d’altronde il caffè è “pavatu” (pagato) e le “situazioni” si risolvono spesso in maniera conviviale, a tavola. Tavoli tecnici per l’esattezza. Uscite esterne a lume di candela la cui dinamica è poco chiara un po’ a tutti: non si capisce se siano i vari tronisti (alias politici locali) a prostrarsi mentre le corteggiatrici dettano i paletti del futuro rapporto di coppia, o viceversa. Fatto sta che ogni paio di mesi, mentre le varie bellocce di turno vanno e vengono, la prima donna Tina Cipollari (alias Alitalia) si incapriccia, batte i piedi e minaccia di uscire dallo studio. Maria De Filippi tenta allora in tutti i modi di convincerla a rientrare mentre lo share fa più impennate di un passaggio a livello. Le ultime voci hanno anticipato che Alitalia, dall’1 febbraio, non sarà più nel programma e accanto alle sviolinate per convincerla a restare, ci saranno i cori di chi in tutta questa storia è andato o andrà in bianco davvero: innanzitutto i lavoratori della Sogas che hanno passato l’ennesimo bianco Natale senza bisogno di trascorrere le feste a Courmayeur; ma soprattutto loro, i cittadini metropolitani e tutti gli utenti che rientrano nel bacino dello Stretto che dal prossimo mese avranno un motivo in più per godersi la nuovissima A3 Sa-Rc rodata da Gentiloni in pullman lo scorso 22 dicembre, oppure la corsa in Frecciargento per raggiungere Roma in meno di cinque ore (sempre che non dobbiate scendere a Napoli centrale, eh!). Insomma, manca ancora un mese scarso per pregare Tina di non troncare una relazione già difficile e non fuggire unicamente tra le braccia di Lamezia. Tutti sotto il suo balcone!