ROGHUDI – Giovane escursionista trovato senza vita dopo essere scivolato in un dirupo

Un’operazione di soccorso ha avuto un esito tragico oggi a Chorio di Roghudi, quando i vigili del fuoco hanno recuperato il corpo senza vita di un giovane escursionista. La vittima, un ragazzo di soli 23 anni, aveva partecipato a un’escursione insieme ad altri tre coetanei quando è scivolata in un dirupo impervio.

I soccorritori hanno lavorato instancabilmente dalla serata di ieri fino al pomeriggio di oggi per rintracciare e soccorrere l’escursionista disperso. Le squadre dei vigili del fuoco del distaccamento di Melito Porto Salvo e le unità del Nucleo SAF della sede centrale hanno affrontato una scarpata per individuare il malcapitato. Purtroppo, quando lo hanno raggiunto, era ormai troppo tardi.

Stamattina, alle prime luci dell’alba, considerando l’estrema difficoltà di risalire il dirupo, è stato attivato il Reparto Volo di Lamezia Terme. L’elicottero Drago VF62 è stato inviato sul luogo e, con una barella vericellata, ha recuperato la salma. Successivamente, la salma è stata trasferita nel porto di Saline Joniche, a Montebello Jonico, dove è stata affidata alle autorità locali.

 

Fonte: ANSA

REGGIO – ‘Ndrangheta, arrestato dopo 4 mesi di latitanza: Davide Berlingieri

Davide Berlingieri, 26 anni, membro della comunità rom e latitante da 4 mesi, è stato arrestato a Reggio Calabria. Berlingieri era sfuggito all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip nell’ambito dell’inchiesta “Garden”, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia. Questa inchiesta ha portato all’arresto di 27 persone lo scorso novembre, ritenute vicine alle cosche Borghetto e Latella, attive nei quartieri di Modena e Ciccarello.

Oggi, nella periferia sud della città, è scattato il blitz del Gico della guardia di finanza che ha portato all’arresto di Berlingieri. Il giovane è stato trovato in via Loreto. I finanzieri non hanno dubbi sull’esistenza di una rete di fiancheggiatori che ha garantito la latitanza di Berlingieri. Per questo motivo, sono ancora in corso numerose perquisizioni nella zona, dove potrebbero esserci ulteriori fermi.

Secondo l’inchiesta, coordinata dal procuratore Giovanni Bombardieri e dall’aggiunto Walter Ignazitto, Berlingieri avrebbe avuto un “ruolo apicale” nel gruppo criminale composto da membri della comunità rom in rapporti con la ‘ndrangheta. Infatti, Berlingieri avrebbe agito non solo come “trait d’union tra i Latella e i numerosi pusher da loro riforniti”, ma avrebbe anche gestito una piazza di spaccio con la droga della ‘ndrangheta.

Considerato un uomo di fiducia di Angelo Latella, Berlingieri avrebbe partecipato anche a un summit avvenuto il 7 dicembre 2020 alla presenza del boss Cosimo Borghetto. Durante questo incontro, secondo quanto riportato nell’ordinanza, “si erano definite le strategie dell’associazione nella gestione del traffico degli stupefacenti”. Tra i reati contestati a Berlingieri c’è anche la detenzione di armi ed esplosivi.

Non solo pistole e fucili, ma anche il materiale trovato dai finanzieri all’interno di un garage nel condominio “La Chiocciola” a Sbarre Superiori, dove il clan nascondeva una mitragliatrice Likaweld M91 calibro 9 parabellum con matricola abrasa e 2,39 chili di esplosivo tipo gelatina dinamite a base di nitroglicerina.

Cinque persone sono state denunciate perché ritenute i fiancheggiatori del latitante Davide Berlingieri, arrestato oggi a Reggio Calabria dal Gico della guardia di finanza. Secondo gli investigatori, guidati dal colonnello Mauro Silvari, queste persone avrebbero assicurato rifugio e sostentamento a Berlingieri attraverso una fitta rete di vedette e guardaspalle della consorteria.

In seguito alle indagini degli ultimi mesi, l’arresto di Berlingieri è avvenuto nel quadro di un’operazione che si è sviluppata attraverso perquisizioni, sequestri ed attività di controllo del territorio nel quartiere di Ciccarello e rione Pescatori.

Berlingieri è considerato uno degli elementi di spicco della criminalità reggina e, in particolare, della comunità rom che attualmente domina la zona del quartiere Ciccarello. Secondo l’inchiesta “Garden”, Berlingieri avrebbe partecipato a un’articolata associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso nell’ambito della cosca Borghetto-Latella, dominante nel quadrante di Reggio Calabria sud.

Dalle indagini della Dda è emerso che la ‘ndrangheta ha stretto patti con le frange più pericolose della comunità nomade. Per gli inquirenti, esisteva un rapporto di “do ut des” che ha permesso ai rom di essere legittimati sul territorio, conquistando uno spazio di autonomia e libertà delinquenziale di estrema pericolosità sociale. Uno spazio di libertà che non avevano mai avuto prima e che, senza la protezione di cosche storiche e potenti, non avrebbero potuto avere.

Fonte: ANSA

 

 

MOSORROFA – Tre denunciati per smaltimento illegale di rifiuti speciali

RIFIUTI BRUCIATI A MOSORROFA

I Carabinieri della Stazione di Cataforio, nell’ambito di mirati servizi finalizzati al contrasto dei reati in materia ambientale, hanno denunciato tre persone, di età compresa tra i 42 e i 58 anni, sorpresi a smaltire illecitamente rifiuti speciali e materiale inerte, incuranti dei danni che stavano arrecando all’ambiente. Nella circostanza, i militari sorprendevano i primi due uomini a bordo di un autocarro, intestato all’azienda di proprietà di uno di loro, intenti a sversare un ingente quantitativo di rifiuti in un terreno privato sito in c.da Placa di Mosorrofa, in assenza di qualsiasi autorizzazione. Nel medesimo contesto, i Carabinieri deferivano anche una terza persona, titolare di un’impresa edile, sorpresa a smaltire illecitamente rifiuti speciali e materiale inerte all’interno di un terreno di sua proprietà, ubicato in c.da Sella S. Giovanni di Mosorrofa, adibito a deposito della citata ditta. All’interno dello stesso veniva rinvenuto, altresì, anche uno scooter oggetto di furto.

All’esito dell’attività condotta, i Carabinieri denunciavano all’Autorità Giudiziaria i tre uomini per i reati di raccolta e smaltimento dei rifiuti senza la prescritta autorizzazione e, a carico dell’ultimo, contestavano anche il reato di ricettazione. Gli autocarri utilizzati per l’illecito scopo e le aree interessate dagli sversamenti sono stati posti sotto sequestro.

L’attività di contrasto dei reati in materia ambientale da parte dei Carabinieri è costante e quotidiana. Molteplici, infatti, sono i servizi posti in essere al fine di combattere ogni forma di inquinamento con azioni mirate e selettive, volte a reprimere attività illegali e lo smaltimento illecito di rifiuti, per la difesa della salute dei cittadini e la salvaguardia dei territori.

Assoluzione Veneto: Anm Catanzaro Svela la Verità senza Trama

Giunta Anm Catanzaro: Assoluzione Veneto, Nessuna Trama nelle Dichiarazioni delle Camere Penali Calabresi

CATANZARO «Alla luce delle recenti esternazioni contenute nel comunicato del Coordinamento Camere Penali Calabresi del 2.3.2024 in occasione della pubblicazione di un dispositivo di sentenza di assoluzione di un noto professionista pronunciato dalla Corte d’Appello di Catanzaro (l’avvocato Armando Veneto ndr) in riforma della condanna di primo grado, appare doveroso il richiamo ai canoni cui ogni forma di manifestazione di pensiero critico deve essere improntata per essere efficace e credibile. Come noto, l’Ordinamento italiano contempla, nell’esercizio della Giurisdizione, tre diversi gradi di giudizio nella cui adizione le sentenze emesse possono essere confermate o riformate: è
dunque nella fisiologica attuazione di tale sistema che una decisione di primo grado è stata riformata in grado d’appello».

 

LA NOTA DELLA GIUNTA ESECUTIVA

E’ quanto scrive, in una nota, la Giunta Esecutiva Sezionale Anm di Catanzaro. «Non v’è alcuna macchinosa e oscura trama tesa a privare della libertà un innocente ma semplice attuazione dell’ordinamento italiano che disvela la propria efficacia nella dialettica processuale.

Neppure può cedersi alla non veridica equazione secondo cui l’esercizio dell’azione penale coincida con una sentenza di condanna, sì che l’assoluzione dell’imputato si traduce nel disvelamento di una illecita persecuzione: il processo è il luogo, unico, nel quale accertare la verità – processuale, appunto – dei fatti contestati e l’assoluzione dell’imputato non può intendersi come fallimento dell’accusa ma esito di un confronto, vitale per la giurisdizione, tra le parti tutte.

Si respingono fermamente le gravi e irricevibili affermazioni tese a descrivere la Magistratura quale sistema cancerosamente attinto dalla cultura del sospetto, attrice di una vergognosa macchina nel cui circuito il cittadino innocente è assurdamente processato», si legge ancora «Infaticabile è l’opera di tanti Magistrati che giungono in Calabria anche da più parti d’Italia e sacrificano nelle aule dei Tribunali affetti e vita personale per garantire a tutti i cittadini pienezza nella risposta di giustizia in obbedienza ai principi costituzionali e ordinamentali. Lontana è la miseria etica del pregiudizio attribuita alla classe giudiziaria che silenziosamente è impegnata nell’adempimento del suo dovere.

Laicamente sacra è la libertà del giudice, nel suo perimetro di solitudine ed equidistanza, al cui interno assume le decisioni che possono esser criticate nelle sedi opportune e col giusto atteggiamento dialogico improntato al rispetto istituzionale. Certi che quanto sostenuto nel comunicato in questione non interpreti il pensiero della totalità degli avvocati e nell’auspicio di un più equilibrato e leale confronto, rispettoso della dignità di tutti gli operatori del diritto, la G.E.S. manifesta chiara e ferma vicinanza ai Magistrati del Distretto di Catanzaro», concludono.

Attacco Houthi nel Mar Rosso: MSC colpita. Aggiornamenti.

Attacco Houthi nel Mar Rosso: Incendio a bordo nave MSC domato senza feriti”

Nel Mar Rosso, i ribelli Houthi hanno attaccato la nave portacontainer MSC Sky II. L’equipaggio ha gestito prontamente un incendio causato dall’impatto dei missili senza feriti. La conferma dell’attacco è arrivata dal Centcom, confermando il lancio di due missili, uno dei quali ha inflitto danni significativi. L’evento è avvenuto a circa 91 miglia nautiche a sudest di Aden mentre la nave si dirigeva verso Gibuti.

Questo episodio evidenzia le sfide per la sicurezza e la stabilità del Mar Rosso, vitale per il commercio globale. L’attacco solleva preoccupazioni sulla sicurezza delle rotte navali e possibili impatti economici. La risposta rapida ed efficace dell’equipaggio sottolinea l’importanza della preparazione nelle operazioni marittime.

Monitorare gli sviluppi futuri e le reazioni internazionali è essenziale per mitigare il rischio di ulteriori conflitti e garantire la sicurezza delle rotte commerciali nel Mar Rosso. La comunità internazionale potrebbe dover intervenire per rafforzare la sicurezza marittima e prevenire futuri attacchi simili.

Inoltre, è importante considerare il contesto geopolitico più ampio della regione, con le tensioni in corso tra varie fazioni e i conflitti in corso nello Yemen, che possono influenzare la stabilità del Mar Rosso. Le rotte commerciali attraverso questa regione sono di importanza strategica, e qualsiasi interferenza o minaccia alla sicurezza potrebbe avere conseguenze significative sull’economia globale.

Allo stesso tempo, è fondamentale che la comunità internazionale lavori insieme per promuovere la pace e la sicurezza nella regione, cercando soluzioni diplomatiche e prevenendo ulteriori escalation dei conflitti. Il Mar Rosso non è solo una rotta commerciale vitale, ma anche una regione di importanza geopolitica cruciale, il che rende essenziale la sua sicurezza e stabilità per il benessere globale.

In conclusione, l’attacco Houthi alla nave MSC Sky II nel Mar Rosso solleva serie preoccupazioni sulla sicurezza e la stabilità della regione. È necessario un impegno internazionale congiunto per affrontare queste sfide e garantire la sicurezza delle rotte marittime cruciali per il commercio globale.

(Fonte: Ansa)

 

 

Sea-Watch chiede porto sicuro per migranti, “EMERGENZA”

 

Sea-Watch chiede porto sicuro per migranti

Sea-Watch solleva l’allarme in mare agitato, chiedendo urgentemente un porto sicuro per i migranti bloccati dalle onde alte. Ieri sera, l’organizzazione ha compiuto due operazioni di salvataggio, portando a bordo della Sea-Watch 5 un totale di 70 persone. Tuttavia, mentre le autorità italiane hanno designato Reggio Calabria come porto di sicurezza, le onde alte di 4 metri impediscono il prosieguo verso nord, rendendo pericolosa la navigazione.

La priorità assoluta di Sea-Watch è garantire l’immediata sicurezza di tutti coloro a bordo. Sea-Watch chiede urgentemente all’Italia di assegnare un porto più vicino per garantire la sicurezza delle persone a bordo, poiché la distanza fino a Reggio Calabria nel Sud Italia comporterebbe un viaggio di 4 giorni.

Questa situazione mette in luce la necessità di un coordinamento efficace tra le autorità marittime e gli operatori umanitari per garantire il soccorso sicuro dei migranti in mare.

La richiesta urgente di un porto sicuro da parte di Sea-Watch sottolinea la gravità della situazione. Inoltre, solleva interrogativi sulla disponibilità dei porti sicuri in conformità con le norme internazionali sul soccorso in mare. Il rifiuto del trasbordo solleva preoccupazioni riguardo alla responsabilità e al rispetto dei diritti umani fondamentali.

La richiesta di Sea-Watch evidenzia la necessità di una risposta rapida e solidale da parte delle autorità competenti per garantire la sicurezza delle persone a bordo delle imbarcazioni di soccorso. Questa situazione richiama l’attenzione sulla necessità di affrontare le cause profonde della migrazione forzata e di adottare politiche coordinate per proteggere i diritti e la dignità delle persone in fuga.

DI SEGUITO IL MESSAGGIO LANCIATO SULLA PAGINA FACEBOOK DALLA SEA-WATCH5:

 

Ieri sera abbiamo salvato 70 persone in due schieramenti e le abbiamo portate a bordo della nostra nave di salvataggio, Sea-Watch 5. Le autorità italiane ci hanno assegnato Reggio Calabria come rifugio sicuro, ma onde alte 4m ci bloccano la strada verso nord, e non è sicuro continuare.
La nostra unica opzione è cercare rifugio vicino Lampedusa. La sicurezza dei nostri ospiti è la priorità assoluta. Reggio Calabria nel sud Italia significa un viaggio di 4 giorni, quindi invitiamo l’Italia ad assegnarci immediatamente un porto più vicino.”