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Bohemian Rhapsody, l’atteso film sul leggendario Freddie Mercury divide il pubblico. La recensione

Di Sara Scopelliti

Bohemian Rapsody. Uno dei film pi— attesi di questo fine autunno, sta dividendo il pubblico in due fazioni: fan sfegatati che non hanno perso un secondo nell’individuare ed evidenziare le troppe licenze cinematografiche che hanno romanzato la figura di Mercury, e chi, semplice amante della musica (e non) si Š goduto un film a lieto fine (mica tanto).

Da ?profana?, che ha conosciuto questo immenso colosso della musica grazie a mia madre, posso dire che il film Š quanto ci si aspettasse in termini di eccellenza nella recitazione del Malik e delle performances degli altri membri del cast durante le esibizioni musicali.

Certo, tanti si sarebbero aspettati i fuochi d’artificio gi… dall?inizio, con le inquadrature di Freddie mentre si appresta a salire sul palco del Live Aid, ma cos non Š, perch‚ lo spettatore viene catapultato al tempo della conoscenza di Mercury con Brian May e Roger Taylor.

E poi ovviamente la formazione della band cui si aggiunse Jhon Deacon, nel contesto familiare di Freddie e bisogna aspettare un po? prima di poter ascoltare e vedere le grandi performances dei  successi.

Un’amante del rock come la sottoscritta, si sarebbe immaginata pi— musica, pi— spettacolo.

Ma anche il melodramma ci sta, in fondo stiamo parlando di un film che tratta la storia ben conosciuta ai pi— di un Freddie Mercury che ci ha lasciato troppo presto a causa dell? Aids e di una band che ha dovuto seguire questo percorso in salita abbastanza travagliato.

Forse mi sarei aspettata pi— reattivit… da parte del pubblico in platea, pi— propensa alle risa durante le scene che hanno documentato i rapporti tra Mercury e le registrazioni del famosissimo ?A Night in the Opera?. Invece nessun movimento nelle scene di ?We Will Rock You? ed ?Another one bites the dust?.

Ma Š al suono di ?Who wants to live forever? che lo spettatore viene preparato al sapore acre della fine con il protagonista che esce dalla clinica.

La parte clou e la pi— commovente Š quella, senza ombra di dubbio, del Live Aid, dove il nominato all? Oscar Rami Malik Š impeccabile: Š quasi sconcertante vedere le movenze e la forza dell?attore nell?immedesimarsi fino all?anima di Freddie.

Ed Š solo durante ?We are the champion? che la platea, forse prima poco reattiva, accenna al canto, con un breve applauso alla fine del film e lascia la sala con l?amaro lascia in bocca di una consapevolezza: non aver pi— in vita un grande della musica come Freddie Mercury con i suoi Queen.  

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