Anche in Calabria si diffonde la falsa storia dei milioni di lire ritrovati in una cassapanca e della presunta possibilità di convertirli in euro con l’aiuto di un avvocato “fantasma”. Si tratta di una fake news già circolata in altre regioni, basata su un presunto tesoro in vecchie lire e su un improbabile escamotage legale per ottenere la conversione in valuta corrente, nonostante la normativa lo escluda categoricamente.
La storia del ritrovamento
Secondo la bufala, il protagonista della vicenda sarebbe un certo Alessandro, originario della Calabria ma residente a Parma. L’uomo avrebbe scoperto, nella casa degli zii defunti situata in Contrada Corvo di Vibo Pizzo (VV), una somma pari a 84.882.000 lire, nascosta in un baule.
Dopo il ritrovamento, il signor Alessandro avrebbe contattato la Banca d’Italia per verificare la possibilità di cambiare la somma in euro, ricevendo una risposta negativa. In effetti, la legge stabilisce che il termine ultimo per la conversione delle lire fosse il 28 febbraio 2012, come previsto dalla Legge n. 96/1997 e ribadito dal decreto-legge n. 201/2011.
Il presunto escamotage legale
Nonostante la normativa sia chiara, la fake news sostiene che Alessandro si sia rivolto a uno studio legale che prometterebbe la conversione delle lire fuori corso anche a livello internazionale. La strategia adottata dallo studio consisterebbe nel presentare un ricorso presso il Tribunale Ordinario di Roma, sostenendo che il termine di prescrizione decennale dovrebbe partire dal momento della scoperta del denaro e non dalla data fissata dalla legge.
Questa tesi, tuttavia, è priva di ogni fondamento giuridico. La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 216/2015, ha sì annullato l’anticipazione della prescrizione delle lire al dicembre 2011, ma ha comunque confermato la scadenza definitiva al febbraio 2012, senza possibilità di proroghe. Inoltre, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha ribadito che eventuali richieste di cambio dovevano essere presentate entro il 28 febbraio 2012. Qualsiasi tentativo di conversione successivo a tale data è dunque giuridicamente infondato.
Un tentativo di truffa
Ciò che desta maggiore preoccupazione è il sospetto che questa storia possa essere parte di una truffa più ampia, finalizzata a illudere cittadini ancora in possesso di vecchie lire e a convincerli a intraprendere azioni legali inutili e costose.
La Banca d’Italia ha più volte chiarito che il cambio delle lire è ormai impossibile e che qualsiasi informazione contraria è priva di fondamento. In un’epoca in cui le truffe finanziarie diventano sempre più sofisticate, è essenziale informarsi bene e diffidare di chi propone scorciatoie legali che, oltre a essere inefficaci, possono portare a inutili perdite di tempo e denaro.