Il presidente del Consiglio Regionale Mancuso a Roma: “Istituire il Garante nazionale per la tutela delle vittime di reato”

“Istituire il Garante nazionale per la tutela delle vittime di reato”.

L’ha proposto – nel corso dei lavori della “Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome” che si è svolta a Roma –  il presidente del Consiglio regionale della Calabria, nonché vice coordinatore dell’organismo nazionale, Filippo Mancuso.  “L’obiettivo della proposta legislativa da trasmettere al Parlamento – ha spiegato – mira ad avvicinare le vittime di reato, a cui occorre riconoscere una compiuta tutela e un’assistenza di lungo periodo, alle Istituzioni. Questa figura istituzionale può contribuire a far riacquistare fiducia alle vittime nelle Istituzioni  e credibilità ed autorevolezza a quest’ultime”.

L’altra proposta, su cui Mancuso ha rassegnato uno specifico report al presidente (coordinatore della Conferenza) Antonio Aurigemma, riguarda l’istituzione di un “Coordinamento (interno alla Conferenza) a tutela delle vittime di reato”, composto dai Garanti regionali operanti nelle Regioni.

“Tutto ciò, anche con lo scopo di promuovere l’adozione di linee comuni di azione dei Garanti regionali da attuare sia sul piano regionale che nazionale e da promuovere e sostenere nelle sedi internazionali. Con la legge n.10 del 2023 – ha sottolineato –  la Regione Calabria è tra le prime, in coerenza con i principi e le direttive dell’Unione europea, ad istituire il Garante per la tutela delle vittime di reato. Uno strumento di garanzia individuato dal Consiglio regionale che punta a dare voce e sostanza ai diritti fondamentali dei cittadini calabresi. Una risposta concreta alla sofferenza della vittima, indipendentemente dal reato che l’ha vista coinvolta”.

Il presidente Mancuso ha, inoltre,  invitato tutti i Presidenti dei Consigli regionali a partecipare al convegno – in programma per il 29 novembre a Reggio Calabria  nella sede del Consiglio – dal titolo: “Il Garante delle vittime di reato: dalle realtà regionali alla prospettiva nazionale”.

PONTE SULLO STRETTO – Firmata intesa con ANSFISA per progettazione sistemi monitoraggio

Questo pomeriggio il Direttore di ANSFISA, l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie e delle Infrastrutture Stradali e Autostradali, Domenico Capomolla e l’Amministratore delegato di Stretto di Messina, Pietro Ciucci, hanno firmato un protocollo d’intesa a margine di un convegno organizzato dalla stessa ANSFISA a Bologna.
Il protocollo d’intesa è volto a stabilire un organico rapporto di collaborazione tecnico-scientifica tra la Stretto di Messina e l’Agenzia, inerente lo sviluppo della progettazione esecutiva dei sistemi di monitoraggio del ponte durante la redazione del progetto esecutivo.
Il sistema di monitoraggio dell’Opera di Attraversamento assume una notevole rilevanza per il corretto funzionamento in esercizio della stessa lungo tutta la sua vita utile, a partire dalle fasi di realizzazione.
ANSFISA ha nella sua mission, tra l’altro, la promozione della sicurezza e della vigilanza sulle infrastrutture ferroviarie, stradali e autostradali e sugli impianti fissi.
Con le sue attività di regolamentazione normativa e di pianificazione e sviluppo del monitoraggio, che si affiancano all’attività operativa di controllo che svolge sul campo, ANSFISA svolge un ruolo di stimolo e di supporto per gli operatori, che sono tenuti ad assicurare la sicurezza delle infrastrutture che gestiscono, attraverso un percorso di responsabilizzazione sempre più compiuta e orientata ad un’azione costante di minimizzazione dei rischi.

Misteri, eredità e sospetti sulla morte dell’ex parlamentare Amedeo Matacena: nuovi dettagli emergono dal caso

Amedeo Gennaro Raniero Matacena, ex deputato e armatore, continua a far parlare di sé anche dopo la morte. Deceduto a Dubai il 16 settembre 2022, all’età di 59 anni, ufficialmente per un infarto del miocardio, la sua morte è ora al centro di un’inchiesta della Procura di Reggio Calabria che sospetta un possibile avvelenamento. La salma è stata riesumata per un’autopsia, alimentando ulteriori interrogativi sulla sua scomparsa e sugli eventi successivi.

Alle prime luci dell’alba di oggi, dieci persone hanno fatto ingresso nel cimitero di via Cadorna a Minturno, dirigendosi verso una cappella apparentemente vuota, senza lapidi né nomi. Dietro un loculo anonimo, circondato da cemento e fiori finti, è stata trovata la bara di Matacena. I sigilli del consolato di Dubai erano ancora lì, intatti, confermando l’autenticità del trasporto. La bara è stata poi trasferita a Roma, all’Istituto di Medicina Legale della Sapienza, dove alle 15 è stata effettuata l’autopsia. Gli inquirenti vogliono determinare se l’ex parlamentare sia realmente deceduto per un infarto, come dichiarato all’epoca, o se la causa sia un avvelenamento, come ora si sospetta.

Matacena, condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa, si era rifugiato negli Emirati Arabi Uniti per sfuggire alla giustizia italiana. La sua sepoltura anonima nel loculo della famiglia di Alessandra Canale, ex annunciatrice Rai e madre di suo figlio, ha sollevato ulteriori domande. Pare che la scelta del luogo e della modalità siano state fatte per evitare che la tomba diventasse meta di curiosi.

Ma non sono solo le circostanze della morte di Matacena a suscitare sospetti. Poche settimane fa è emersa un’indagine in corso sulla sua seconda moglie, Maria Pia Tropepi, ex modella e proprietaria di centri estetici. La Tropepi, sposata con Matacena con rito islamico pochi mesi prima del suo decesso, è accusata di essere coinvolta non solo nella morte del marito ma anche in quella della suocera, Raffaella De Carolis, deceduta tre mesi prima, sempre negli Emirati Arabi. Le polemiche riguardano anche questioni ereditarie, aggravate dalla presenza di due testamenti rilasciati dall’ex deputato: uno redatto in Liguria a favore dei figli e uno successivo, scritto a Dubai, che nomina Tropepi come erede universale. Secondo l’avvocato della donna, Attilio Parrelli, il secondo testamento annullerebbe tutte le disposizioni precedenti.

Un altro dettaglio insolito riguarda il passaporto di Matacena. Dopo la sua morte, la Tropepi avrebbe presentato alle autorità italiane un passaporto emesso dalla Repubblica Federale della Nigeria nel 2020, valido fino al 2025. Questo documento, intestato alla “Economic Community of West African States”, solleva ulteriori dubbi sulle operazioni compiute da Matacena negli anni della sua latitanza.

Anche il matrimonio religioso tra Matacena e la Tropepi, celebrato con rito islamico, è oggetto di contestazioni. Il certificato, intestato alla “Republic of Kenya”, ha sollevato domande, ma l’avvocato della donna ha chiarito che il rito è stato officiato da un imam di nazionalità keniota e regolarmente registrato nel suo paese d’origine.

L’autopsia in corso sarà cruciale per chiarire se la morte di Matacena sia stata naturale o il risultato di un avvelenamento, e potrebbe chiudere, o forse solo complicare ulteriormente, l’intricato caso che ruota attorno all’ex parlamentare.

La storia di Amedeo Matacena

Nato a Catania il 15 settembre 1963, Matacena è stato una figura centrale del panorama economico e politico italiano, con un passato turbolento segnato da successi imprenditoriali, incarichi parlamentari e vicende giudiziarie.

Matacena era figlio di Amedeo Matacena, l’omonimo imprenditore e armatore che, negli anni Sessanta, fondò la compagnia Caronte, attiva ancora oggi nei traghetti sullo Stretto di Messina. Sua madre, Raffaella De Carolis, fu Miss Italia nel 1962. Amedeo Matacena padre ricoprì inoltre il ruolo di presidente della Reggina negli anni Settanta.

Nel corso della sua vita, Matacena fu legato sentimentalmente alla celebre annunciatrice Rai Alessandra Canale, con la quale ebbe un figlio. Successivamente sposò Chiara Rizzo, da cui ebbe un altro figlio, per poi unirsi in matrimonio, con rito islamico, il 17 maggio 2022, con Maria Pia Tropepi, ex modella e medico chirurgo.

Nell’anno 1994, dopo essersi candidato nella lista Polo del Buon Governo, in quota Unione di Centro nel collegio di Villa San Giovanni, è stato eletto alla Camera dei Deputati, per poi passare in Forza Italia e ricoprire la carica di componente della Commissione Difesa fino all’anno 2001.

Carriera politica e giudiziaria

Nel 1994, Amedeo Matacena fu eletto alla Camera dei Deputati nel collegio di Villa San Giovanni, in Calabria, con la lista “Polo del Buon Governo” e successivamente aderì a Forza Italia, ricoprendo la carica di componente della Commissione Difesa fino al 2001.

Parallelamente alla sua carriera politica, la vita di Matacena fu segnata da diverse vicende giudiziarie. La più rilevante risale al 18 luglio 2012, quando la Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria lo condannò a cinque anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Questa condanna faceva parte di un’inchiesta più ampia, denominata “Olimpia”, che fece luce su intrecci tra ‘ndrangheta e politica, collegati anche a gravi fatti di sangue della cosiddetta “guerra di mafia” degli anni Ottanta e Novanta.

Matacena fu accusato di aver chiesto l’appoggio elettorale alla cosca Rosmini e di mantenere rapporti con la famiglia Alvaro, uno dei clan più potenti della ‘ndrangheta calabrese. La condanna fu confermata dalla Corte di Cassazione nel 2013, ma successivamente la pena fu ridotta a tre anni di reclusione nel 2014, a causa di modifiche normative sulle pene previste per il reato di concorso esterno.

La fuga a Dubai e l’arresto

Dopo la condanna, Matacena si rese latitante e venne arrestato a Dubai il 28 agosto 2013 grazie alla collaborazione tra Interpol e Carabinieri. Tuttavia, dopo poche settimane, le autorità emiratine decisero di rilasciarlo, imponendogli il divieto di espatrio. Durante il suo periodo di latitanza, emerse anche il coinvolgimento dell’ex ministro Claudio Scajola, arrestato nel maggio 2014 con l’accusa di aver favorito la fuga di Matacena e pianificato un suo trasferimento in Libano.

Matacena smentì le accuse, sostenendo di non avere mai tentato di lasciare Dubai. Nonostante vari tentativi, l’Italia non riuscì a ottenere l’estradizione di Matacena dagli Emirati Arabi Uniti, e nel 2019 il governo italiano reiterò la richiesta.

Altri procedimenti legali

Nel corso della sua vita, Matacena fu coinvolto in diversi altri procedimenti penali. Nel 2004 fu arrestato per presunte pressioni su alcuni magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, ma fu successivamente assolto. Nel 2012 fu condannato a quattro anni di reclusione nell’ambito del processo “Mozart” per una vicenda corruttiva legata a favori ottenuti dal presidente del Tribunale Amministrativo Regionale di Reggio Calabria, Luigi Passanisi.

La revoca del mandato d’arresto e i beni dissequestrati

Nel mese di agosto 2022, il GIP di Reggio Calabria revocò il mandato di arresto e il decreto di sequestro dei beni a Matacena, riconoscendo la liceità della provenienza del suo patrimonio e l’assenza dell’aggravante mafiosa. Questo provvedimento riguardava il procedimento penale “Breakfast”, in cui Matacena era accusato di intestazione fittizia di beni.

La disputa sulla salma

Dopo la sua morte, la salma di Matacena fu oggetto di una disputa tra i figli e la sua ultima moglie. I figli chiesero il rimpatrio della salma in Italia per il funerale e la sepoltura, mentre la moglie affermava che la volontà del defunto fosse quella di essere cremato. La vicenda è ancora in fase di risoluzione.

Su ordine della Procura di Reggio Calabria, le salme di Amedeo Matacena e della madre Raffaella De Carolis sono state riesumate per esami autoptici presso l’Università La Sapienza di Roma, con lo scopo di chiarire ulteriormente le cause del decesso.

La vita di Amedeo Matacena rimane un emblema di luci e ombre, intrecciando vicende imprenditoriali, politiche e giudiziarie che hanno segnato profondamente la storia recente del Sud Italia.

 

 

Tratto in arresto il fondatore e Ceo di Telegram

Nella giornata di ieri, intorno alle ore 20,00, Pavel Durov, quarantenne di nazionalità russa, fondatore della piattaforma social di messaggistica istantanea “Telegram”, è stato tratto in arresto in Francia, subito dopo l’atterraggio del suo aereo privato sulla pista dell’aeroporto di Bourget, nella periferia di Parigi. L’arresto del predetto è scaturito a seguito di attività investigativa svolta dall’ufficio nazionale antifrode francese, che lo ha ritenuto, a causa dell’anzidetta applicazione, complice nella perpetrazione di gravi fattispecie delittuose, fra le quali: terrorismo, traffico di sostanze stupefacenti, pedopornografia, riciclaggio e altro. In passato, il Durov aveva opposto un netto rifiuto a porre qualsiasi tipo di moderazione e controllo sull’attività della piattaforma, dichiarando altresì che, l’app doveva rimanere una piattaforma neutrale, senza alcuna influenza geopolitica, circostanza che ha attirato l’attenzione degli inquirenti francesi.
Al momento, non si conoscono, possibili conseguenze sul suo funzionamento: se si dovrà alla fine cedere e inserire maggiori controlli sui contenuti che veicola o se può andare incontro a possibili blocchi. Di certo c’è che l’arresto di Durov si traduce nella necessità, per i creatori di piattaforme e dispositivi tecnologici, di riflettere sulle proprie responsabilità. E sui possibili effetti che quell’app, quel telefono o quel portale possono portare alla società intera. Anche se, al momento, sicurezza del gruppo e privacy del singolo sono ancora due concetti che spesso vanno in antitesi. Il caso forse più clamoroso, in questo senso, si è verificato nel 2016, quando Apple si è rifiutata di collaborare con l’Fbi per dare accesso ai dati contenuti nell’iPhone di un attentatore che aveva ucciso 12 persone a San Bernardino. La tutela della informazioni che gli utenti salvano sui propri dispositivi, per Cupertino, era sacra. E neanche un’indagine per pluri-omicidio era abbastanza importante da creare un precedente che veniva definito «pericoloso».Oggi, non a caso, in difesa di Durov, si muove un altro imprenditore che si auto-celebra come difensore della libertà di espressione online a tutti i costi e che ha eliminato quasi ogni forma di moderazione sul social che gestisce, X: Elon Musk ha scritto, «POV: è il 2030 e in Europa si viene giustiziati per aver apprezzato un mese». Lui stesso, e i suo social, sono sotto stretta sorveglianza delle autorità europee. In data odierna, l’arrestato comparirà dinanzi ad un giudice transalpino per gli adempimenti successivi.

Attentato a un comizio di Donald Trump, ferito di striscio ad orecchio, è in cura in ospedale fuori pericolo

Pennsylvania, USA: ad un comizio di Donald Trump colpi d’arma da fuoco tra la folla impaurita, il killer freddato dalla Polizia, Trump ferito ad un orecchio, sanguinante, subito soccorso dal personale di scorta, alza il pugno al cielo sotto la bandiera a stelle e strisce.

Una tragica analogia con la fine di John Kennedy, nell’identico contesto del conflitto dell’imbarazzante guerra del Vietnam con annessi interessi legati alla vendita di armi: l’immediata eliminazione del supposto attentatore Henry Osword, su cui gravavano notizie di turbe psichiche ma anche troppo chiare evidenze di simpatie Marxiste; dalla ricostruzione eseguita a Dallas, emerse una nuova pista che grossolanamente conduceva alla mafia, visto che pare che i colpi che attinsero Kennedy fossero partiti da nostro vecchio fucile modello 91, che già all’ epoca era vecchio di quasi settant’anni, e sarebbe stato, anche per le difficoltà di montare un’ottica adeguata allo scopo ma anche per l’ampia scelta di armi più precise e moderne, davvero l’ultima scelta operata da un professionista del settore; grossolano tentativo di depistaggio, completo di immediata eliminazione del colpevole, ammazzato impunemente praticamente tra le braccia della Polizia.

Non si può escludere, nel caso di Trump, l’azione di uno squilibrato o di una scheggia impazzita partita
” motu proprio” saranno le perizie balistiche e l’identità del killer a dare un primo start alle attività di indagine.

Una cosa è certa: se ci saranno altri tentativi allora si avrà ragione di credere che dietro quegli spari si muova la ” mano nera” di intricati interessi politici.

F.P

REGGIO – Attesa per i concerti di Irama e Gabry Ponte in Piazza Castello

Fatti di Musica 2024, la 38° edizione dello storico Festival-Premio del Live d’Autore ideato e diretto da Ruggero Pegna, che si svolge in numerosi luoghi straordinari della Calabria, tornerà anche quest’anno nella splendida Piazza Castello di Reggio con due attesissimi concerti unici in regione: il 3 agosto il live di Irama e il 9 agosto quello di Gabry Ponte.

L’attesa per i due concerti è enorme, come confermano i dati di prevendita dei biglietti. Reduce dal successo sanremese con il brano Tu no e dalla splendida accoglienza al nuovo singolo Galassie, con i record di 50 dischi di platino, quasi due miliardi di streaming e oltre 900 milioni di visualizzazioni per i suoi video, Irama si conferma stella assoluta della musica d’autore italiana di nuova generazione. A confermarlo anche il sold out dello scorso 15 maggio all’Arena di Verona, un’anteprima di quello che sarà lo strepitoso live estivo.

Di grande impatto l’allestimento scenotecnico che farà da cornice al concerto, con l’imponente palcoscenico coperto a ridosso del Castello Aragonese.  Stessa struttura anche per Gabry Ponte, il re della dance mondiale, che festeggia 25 anni di successi internazionali con la sua musica travolgente, tra effetti speciali e pirotecnici. Dopo i record di “Blue (da ba dee)”, il singolo di debutto con gli Eiffel 65 con oltre 8 milioni di copie vendute, una sequenza di successi stratosferici: 4 milioni di copie con l’album “Europop”, European Music Awards come “Miglior Artista Italiano nel mondo” nel 2000, oltre 378 milioni di stream su Spotify e oltre 150 milioni di visualizzazioni su Youtube per il suo ultimo singolo “Thunder”, ennesimo grandioso successo mondiale.

La Piazza del Castello Aragonese di Reggio – afferma Pegna –  è oramai una delle location più suggestive e accoglienti del Festival, particolarmente idonea ad ospitare grandi eventi. Facilmente delimitabile, sarà ancora una volta trasformata in una suggestiva arena suddivisa in due aree per il pubblico: il Pit, come oggi viene chiamato il settore più vicino al palco, e subito dietro il settore Posto Unico. Sarà dotata di tutti i servizi igienici, sanitari e di ristoro necessari; l’ingresso sarà dal lato della biglietteria del Castello. Ringrazio il Sindaco Falcomatà per la preziosa collaborazione e la Città Metropolitana per il Patrocinio.”.

L’onda musicale di Fatti di Musica 2024, oltre a Reggio, toccherà altre location splendide. Il 23 giugno al Teatro dell’Abbazia Florense di San Giovanni in Fiore arriverà Ron, con il suo magico live ad ingresso libero per volontà del sindaco Rosaria Succurro. Il 28 giugno il grande cantautore e la sua band sono attesi su Corso Numistrano di Lamezia Terme, anche qui per volontà dell’Amministrazione Comunale.

Attesa febbrile per lo storico live sui Pink Floyd del leggendario fondatore e musicista della mitica band britannica, Nick Mason, che arriverà il 24 luglio al Teatro Al Castello di Roccella Jonica. Mason, in partenza per il suo tour europeo che toccherà metropoli come Londra, Parigi, Berlino, Monaco, Milano, Roma, sarà a Roccella grazie al Patrocinio della Presidenza della Regione Calabria. Con Nick Mason suonerà una super band composta da Gary Kemp (Spandau Ballet), Guy Pratt (Pink Floyd), Lee Harris (Blockheads), Dom Beken (Transit Kings). A Mason sarà consegnato il Riccio d’Argento di Gerardo Sacco nella sezione “Miti della Musica Mondiale”.

Tra gli eventi da sottolineare, una menzione speciale la merita il live di  Sergio Cammariere, che con la sua band sarà l’ 11 agosto nel Borgo Antico di Santa Severina (Kr), uno dei borghi più belli d’Italia, davanti alle mura del Castello Normanno che si potrà visitare con il biglietto del concerto. Altri eventi del Festival, “candidato all’Avviso Eventi di Promozione Culturale 2024 (Pac 2010/2020 az. 6.8.3) – Calabria Straordinaria”, sono previsti in altri luoghi d’eccellenza turistica della regione.

Per gli eventi a biglietti, la prevendita è online su www.ticketone.it e nei punti Ticketone. Informazioni allo 0968441888 www.ruggeropegna.it, in tutte le pagine social di artisti, promoter e festival, nel sito di informazione turistica Calabria Straordinaria.

Codici: saper tutelare i propri risparmi permette di affrontare le difficoltà, ecco perché bisogna puntare sull’educazione finanziaria

Un insieme di conoscenze, competenze ed abilità, utili a comprendere e gestire il proprio denaro, in maniera responsabile. Si può riassumere così l’educazione finanziaria, questione sempre più al centro del dibattito, oggetto di iniziative ed anche di impegni da parte di istituzioni, enti ed autorità.

L’importanza dell’educazione finanziaria emerge dalla definizione fornita dall’OCSE, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che parla di processo attraverso il quale i consumatori, i risparmiatori e gli investitori migliorano le loro capacità di comprensione dei prodotti finanziari e dei concetti che ne sono alla base, e attraverso istruzioni, informazioni, consigli sviluppano attitudini e conoscenze atte a comprendere i rischi e le opportunità di fare scelte informate, dove ricevere supporto o aiuto per realizzare tali scelte e per le azioni da intraprendere per migliorare il proprio stato e il livello di protezione.

La situazione è tale che appare sempre più necessario per i cittadini avere un’istruzione dal punto di vista finanziario per poter comprendere ed applicare alcuni concetti di base, fondamentali per tutelare i propri risparmi: sapere come gestire le proprie risorse, in che modo pianificare spese e risparmi nel breve e lungo periodo, quanto e come investire, come far fronte ad un debito e come reagire ad una situazione imprevista.

Pensiamo agli effetti devastanti prodotti dalla pandemia, che hanno segnato profondamento anche il quadro economico-finanziario. L’inflazione, i rincari nel mercato dell’energia, l’aumento dei prezzi, uniti all’instabilità geopolitica, sono tutti fattori che stanno mettendo in difficoltà tanti cittadini. Saper tutelare i propri risparmi permette di affrontare in maniera migliore situazioni limite del genere. E questo è il senso dell’educazione finanziaria, ovvero aiutare le persone, dagli studenti ai pensionati, a prendere decisioni finanziarie consapevoli.

L’associazione Codici è a disposizione con i propri esperti per fornire chiarimenti e supporto per risolvere problematiche economico-finanziarie. Per informazioni telefonare al numero 065571996 o scrivere a segreteria.sportello@codici.org.

Codici: le truffe sui social si evitano anche grazie alla cyber hygiene

Per evitare che i nostri account social vengano violati è necessario adottare piccoli accorgimenti di cyber hygiene che possono fare la differenza. Consigli che vengono forniti dalla Polizia Postale, impegnata costantemente in un’azione di tutela dei cittadini e di contrasto di reati in questo ambito.

Come primo rimedio viene indicato l’utilizzo di una password forte, efficace e complessa da modificare almeno ogni tre mesi. È bene proteggere il proprio account attivando, nelle impostazioni di sicurezza, l’autenticazione a due fattori oppure la verifica in due passaggi. Mantenere, invece, sempre aggiornata l’e-mail ed il numero di telefono associato al profilo permette di essere certi di poter ripristinare le credenziali di accesso in qualunque momento. Mai cliccare sui link che si ricevono per messaggio e non inviare per nessun motivo link e codici ricevuti tramite SMS: anche se si pensa che l’account utilizzato appartenga ad un proprio contatto, ricordiamoci che potrebbe essere stato a sua volta rubato. Un’altra operazione utile da compiere è quella di proteggere il proprio account utilizzando profili chiusi che impediscono a persone che non si conoscono di impossessarsi delle proprie immagini e acquisire informazioni personali. Per quanto riguarda, invece, il recupero dell’account, il primo passaggio è quello di attivare la procedura di recupero della password dimenticata. Se si riesce ad accedere all’account, è bene attivare immediatamente l’autenticazione a due fattori per evitare di perderne nuovamente il possesso. Se, invece, non si riesce a reimpostare la password perché sono stati già modificati l’e-mail ed il numero associato, allora è opportuno avviare la procedura di recupero dell’account rubato attraverso il centro assistenza della piattaforma, recandosi presso un qualunque ufficio di polizia per formalizzare la denuncia.

Sono tante, piccole azioni che permettono di difendersi dalle truffe, sempre più diffuse anche nei social. È bene seguire i consigli degli esperti, come in questo caso quelli preziosi forniti dalla Polizia Postale, per evitare di cadere in trappola. L’associazione Codici fornisce assistenza anche in caso di truffe che sfruttano i social. Per ricevere chiarimenti e supporto è possibile telefonare al numero 065571996 oppure inviare un’e-mail all’indirizzo segreteria.sportello@codici.org.

Pasqua, oltre i limiti del consumismo-materialismo, il vero significato

Nel disastroso quadro in cui si versa, oggi ricorre la Pasqua: per molti un giorno come tanti altri; per molti, una delle tante tradizioni con la variante delle uova di cioccolato; per altri, forse pochi, è soprattutto un giorno in cui si ricorda la resurrezione di Gesù Cristo, uomo giusto, Signore e Dio, ucciso dai poteri, dagli interessi e dalle tradizioni insensate. La sua vita e la sua morte sono soprattutto fatti storici. Se ne trova testimonianza inequivocabile nelle Scritture e tra i cronisti del tempo.

Anche la Pasqua, in maniera simile ad altre festività, stigmatizza la natura materialistica dell’uomo. È chiaro, e lo si evince anche e soprattutto ai “piani alti”, in chi dirige la società, come l’uomo tenda in via sempre  più  esclusiva a ciò che può rappresentare un tornaconto personale. Di più: il precario equilibrio degli interessi sfocia quasi sempre in una prassi di abusi e prevaricazione.

Sembra insensato donare la propria persona, i propri sentimenti, il proprio essere, al prossimo. Oggi si festeggia chi ha insegnato esattamente il contrario.

«Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo unico Figlio perché chi crede in lui non muoia ma abbia vita eterna.»

[Giovanni 3:16]

E se Gesù fosse vissuto ai giorni d’oggi andando contro tutti gli schemi, le tradizioni e gli interessi , quanti di coloro che oggi si riuniscono per “festeggiare” la Pasqua sarebbero stati dalla parte dei suoi assassini? Quanti dei suoi imitatori. Basta  guardare l’andazzo per farsi un’idea.

L’esempio vivente di Cristo, propone una via opposta ai legami con l’egoismo, l’orgoglio, l’odio e le negatività. Una via percorribile a chiunque ci creda. E questa notizia, è una notizia di fede,  non certo superflua o superata. Una bella prima pagina, sempre.

Dalla redazione di VeritasNews24: BUONA PASQUA A TUTTI!

REGGIO – Accademia di Belle Arti e Comune di Bova insieme per promuovere e valorizzare il territorio.

E’ stato firmato ieri pomeriggio, dal direttore Piero Sacchetti e dal vicesindaco Gianfranco Marino, il protocollo d’intesa che vedrà la collaborazione delle due Istituzioni per incentivare la diffusione di conoscenze e competenze. All’incontro erano anche presenti il vice direttore dell’AbaRc Domenica Galluso, l’architetto e responsabile dell’ufficio tecnico del Comune bovese Giovanni Malara e la professoressa Margherita Festa, direttore del Museo della Lingua G. Rohlfs e responsabile per i rapporti delle scuole e l’università
“L’Accademia prosegue quel percorso atto a progettare attività artistico-culturali e sociali per valorizzare il vasto e prezioso patrimonio del nostro territorio – afferma il direttore Sacchetti -. Grazie a questa incisiva interazione con gli Enti, la Scuola mette a disposizione le proprie competenze scientifiche, formative con la partecipazione attiva di studenti e docenti altamente qualificati. Questo protocollo d’intesa, valido per tre anni, è frutto di una sinergia con gli attori istituzionali e punta soprattutto a favorire e sostenere la trasmissione di competenze ai nostri ragazzi promuovendo crescita e lavoro”.
Entusiasta il vicesindaco Marino che nel mettere in evidenza “l’operato dell’Accademia, sede primaria di alta formazione artistica, specializzazione e ricerca del settore”, non può che soffermarsi “sull’importanza del fare rete e del sistema di scambi culturali ed artistici con soggetti pubblici, privati, nazionali ed internazionali”.
“Con il corpo docente e gli allievi dell’Accademia, guidati sapientemente dal direttore Sacchetti, non vogliamo solo mostrare le bellezze e le potenzialità del Comune di Bova ma, puntare a quella ricerca correlata alla produzione artistica, anche in relazione alle tradizioni e peculiarità del territorio – aggiunge il vicesindaco -. Lavoriamo insieme per dare impulso a progetti innovativi, attività culturali e didattiche che permetteranno uno scambio di competenze. Tutto ciò è indispensabile per la crescita intellettuale e professionale dei giovani creativi”.