Con la conversazione sul tema “Declinazione al femminile del mondo magno-greco” che la Dott.ssa Rossella Agostino, archeologo e già Direttore del Museo e Parco Archeologico nazionale di Locri, terrà giovedì 28 marzo alle ore 16,45 presso la Sala Giuffrè della Biblioteca Pietro De Nava, si conclude il ciclo di incontri promossi dall’Associazione Culturale Anassilaos congiuntamente con la stessa Biblioteca nell’ambito della “Giornata Internazionale della Donna 2024” patrocinati dal Comune di Reggio Calabria, dal Dipartimento di Civiltà antiche e moderne dell’Università di Messina, dalla Deputazione di Storia Patria per la Calabria. Il tema che la studiosa affronterà, senza essere una conversazione legata esclusivamente ad una dimensione femminile con una visione di genere (una sorta di Gender Archeology affermatasi soprattutto a partire dagli anni settanta a seguito dell’archeologia femminista degli anni settanta e ottanta) vuole sottolineare invece, che avvicinarsi al mondo femminile attraverso rappresentazioni figurate o testimonianze storico-letterarie consente di descrivere meglio i ruoli della donna, le differenze sociali nelle antiche comunità e dunque conoscere il mondo femminile più approfonditamente attraverso processi integrati e confronti. Nel tempo gli studi hanno forse dato più spazio a temi legati quasi esclusivamente al mondo maschile e ai suoi ruoli nelle società antiche: oggi grazie ad ulteriori approfondimenti sulla presenza femminile in alcuni siti archeologici, ad una rilettura di raffigurazioni ed iconografie a noi rimaste attraverso i manufatti, la figura femminile emerge maggiormente di prima in diversi contesti. Accanto alla donna, madre e moglie legata all’uomo da un vincolo legale, c’è la donna sapiente “gestore” dell’oikos che garantiva la stabilità e la continuità dei rapporti patrimoniali; c’è la donna attenta alla cura del proprio corpo e del proprio volto che trucca: un aspetto decisamente più “femminile” testimoniato da fonti, manufatti e raffigurazioni vascolari di varie epoche.
REGGIO – Accademia di Belle Arti e Comune di Bova insieme per promuovere e valorizzare il territorio.
E’ stato firmato ieri pomeriggio, dal direttore Piero Sacchetti e dal vicesindaco Gianfranco Marino, il protocollo d’intesa che vedrà la collaborazione delle due Istituzioni per incentivare la diffusione di conoscenze e competenze. All’incontro erano anche presenti il vice direttore dell’AbaRc Domenica Galluso, l’architetto e responsabile dell’ufficio tecnico del Comune bovese Giovanni Malara e la professoressa Margherita Festa, direttore del Museo della Lingua G. Rohlfs e responsabile per i rapporti delle scuole e l’università
“L’Accademia prosegue quel percorso atto a progettare attività artistico-culturali e sociali per valorizzare il vasto e prezioso patrimonio del nostro territorio – afferma il direttore Sacchetti -. Grazie a questa incisiva interazione con gli Enti, la Scuola mette a disposizione le proprie competenze scientifiche, formative con la partecipazione attiva di studenti e docenti altamente qualificati. Questo protocollo d’intesa, valido per tre anni, è frutto di una sinergia con gli attori istituzionali e punta soprattutto a favorire e sostenere la trasmissione di competenze ai nostri ragazzi promuovendo crescita e lavoro”.
Entusiasta il vicesindaco Marino che nel mettere in evidenza “l’operato dell’Accademia, sede primaria di alta formazione artistica, specializzazione e ricerca del settore”, non può che soffermarsi “sull’importanza del fare rete e del sistema di scambi culturali ed artistici con soggetti pubblici, privati, nazionali ed internazionali”.
“Con il corpo docente e gli allievi dell’Accademia, guidati sapientemente dal direttore Sacchetti, non vogliamo solo mostrare le bellezze e le potenzialità del Comune di Bova ma, puntare a quella ricerca correlata alla produzione artistica, anche in relazione alle tradizioni e peculiarità del territorio – aggiunge il vicesindaco -. Lavoriamo insieme per dare impulso a progetti innovativi, attività culturali e didattiche che permetteranno uno scambio di competenze. Tutto ciò è indispensabile per la crescita intellettuale e professionale dei giovani creativi”.
REGGIO – Alle Muse secondo incontro per la Giornata Internazionale sulla Donna domenica 10 marzo “Donne tra passato e contemporaneità approdando a “Versi di ros…so poesia allo specchio”
L’associazione culturale Le Muse “Laboratorio delle Arti e delle Lettere” di Reggio Calabria, si appresta al nuovo appuntamento domenicale del 10 marzo presso la Sala d’arte “Le Muse” di via San Giuseppe alle ore 18, dedicato all’universo femminile.
La manifestazione, rientra nell’ambito della Giornata Internazionale della donna che nel 1977 vede un riconoscimento formale dell’Onu, con l’istituzione della Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale. Negli anni Ottanta in Italia, fino al 1996, lo stupro era considerato reato contro la morale e non contro la persona. Era quindi la violenza sessuale uno dei temi più sentiti durante le giornate di lotta. Successivamente il senso sociale e simbolico di questa data sembrò affievolirsi, ma, gli ultimi esiti di vari accadimenti hanno posto la donna al centro del dibattito sociale, politico, istituzionale. In anni più recenti il movimento Non una di meno, nato in Argentina, ha restituito forza simbolica a questa data: nel 2017 è stato proclamato per la prima volta uno sciopero globale e manifestazioni contro la violenza di genere, il machismo, le diseguaglianze che ancora sono vive nella società e in modo differente in tutto il mondo.
L’evento di questa domenica prevede, come ricorda il presidente Muse Giuseppe Livoti, dopo l’appuntamento di domenica scorsa che era volto ad approfondire i pericoli della comunicazione e diffamazione on line una prospettiva rivolta al mondo femminile, un viaggio sulle “Donne tra passato e contemporaneità approdando a Versi di Ro…so poesia allo specchio”.
Un viaggio con una conversazione che vuole attraversare l’universo femminile ed i suoi cambiamenti partendo dalla pubblicazione di Sonia Impala’, scrittrice reggina che ha dato alle stampe “Versi di ros…so poesia allo specchio” Edizioni G.C.L. L’autrice reggina in questa pubblicazione, continua Livoti, esprime il ruolo di donna ribelle ed anticonformista, un libro che parla di irrequietezza, componimenti che raccontano di aspetti diametralmente opposti di donne con caratteri completamente diverse, che convivono in un unico corpo. Parlano entrambe ognuna a modo proprio, esprimendo modi diversi di vedere la vita, vivere l’amore e manifestare i sentimenti. Nasce così la scelta di fare una riflessione aperta e condivisa con diverse figure istituzionali che racconteranno essere donne nel tempo, nella storia anche calabrese ed al tempo stesso capire le ragioni psicologiche e sociali che la vedono cambiare nella storia tra ‘800 e ‘900 approdando appunto a “Versi di ros..so”.
La conversazione vedrà Sonia Impalà scrittrice e poetessa che tratterà il ruolo attuale del mondo femminile tra virtualità essere e/o apparire, Elisa Mottola che nella qualità di psicologa proporrà al pubblico le diversità dell’universo femminile nel passato e nel contemporaneo, Angela Puleio – direttrice Archivio di Stato di Rc si soffermerà su donne identitarie che hanno avuto ruoli importanti ed hanno riscattato il loro essere nel tempo in cui hanno vissuto, mentre vari momenti saranno dedicati con il Laboratorio di Lettura Interpretativa delle Muse diretto da Clara Condello proprio per interpretare quel tempo nel tempo che …sembra non passare mai e l’attesa è così atrocemente lunga, i pensieri si attorcigliano tra di loro e non ti lasciano via di fuga, ti opprimono e ti consolano, ti martellano e ti illudono, ti ossessionano e ti rasserenano ed intanto attendi senza indugio. Occorre non dimenticare che già prima della guerra, in tutta l’Europa venivano fatte delle lotte affinché le donne potessero ottenere gli stessi diritti degli uomini. Da questo momento il ruolo della donna, comincia a cambiare.
Nasce un movimento femminista denominato “suffragette” formato da tutte le donne che si battevano per il diritto di voto facendo manifestazioni pacifiste come ad esempio lo sciopero della fame o disturbando le manifestazioni ufficiali senza usare mai violenza. Le suffragette si impegnarono anche per avere il riconoscimento del diritto alla parità di istruzione, di occupazione e di reddito tra uomini e donne.
REGGIO – “Millenovecentootto”, successo di pubblico per la mostra sul terremoto dello Stretto al Castello Aragonese, rimarrà aperta fino al 28 febbraio
Castello Aragonese, visitatori in decisa crescita nel 2023.
Sono 2.858 i visitatori che, dal 3 dicembre 2023 al 19 febbraio scorso, si sono recati al Castello Aragonese di Reggio Calabria in occasione della mostra “Millenovecentootto. Oggetti ritrovati. Memorie dal terremoto dello Stretto”. Un riscontro evidentemente positivo di pubblico per un evento che ha suscitato grande interesse anche fuori dai confini cittadini.
La mostra, inaugurata il 2 dicembre scorso, rimarrà allestita sino al prossimo 28 febbraio con i consueti orari di apertura: dal lunedì al venerdì dalle 8:30 alle 13 e dalle 14:30 alle 19; il sabato dalle 14:30 alle 19; la domenica dalle 15 alle 19.
L’evento è promosso dall’amministrazione comunale di Reggio Calabria e curato dall’Accademia di Belle Arti cittadina, con la collaborazione dei professori Marcello Francolini e Remo Malice e il coordinamento del direttore Pietro Sacchetti.
Si tratta della ricostruzione di una memoria collettiva legata al tragico terremoto del 28 dicembre 1908 attraverso un corpus di oggetti riemersi da quelle macerie, rientrati a Reggio Calabria lo scorso anno dopo essere stati conservati nella sede centrale della Banca D’Italia a Roma.
Il percorso espositivo si sviluppa nelle sale del Castello Aragonese su tre livelli, articolando cinque percorsi interni che si configurano come “stanze-mentali”: La Soglia; Dei Preziosi; Della Cinematica; Degli Oggetti Mnemonici, Dell’Esperienza.
Sono numeri che parlano chiaro quelli relativi ai visitatori della mostra “Millenovecentootto”. Basti pensare che, nello stesso periodo di riferimento dell’anno precedente (dal 3 dicembre 2022 al 19 febbraio 2023), le visite alla fortificazione simbolo della città di Reggio Calabria sono state 2.074; quelle rilevate nel medesimo arco temporale compreso tra gli anni 2021 e 2022, invece, sono state 377.
Quello delineato è un trend che rispecchia l’andamento generale delle visite al Castello Aragonese che registrano, nell’ultimo anno, un deciso incremento. Se nel 2021, infatti, complici le perduranti restrizioni dovute alla pandemia, le visite sono state 5.119, nel 2022 il numero è salito a 11.541. Nel 2023, presenze quasi raddoppiate: 22.166 visitatori. Una tendenza che prosegue anche nell’anno in corso, considerato che, al 19 febbraio 2024, i visitatori si attestano a 1.906.
REGGIO – Associazione culturale Anassilaos: “Giuseppe De Nava: l’Uomo, il Cittadino, lo Statista”
Con l’inaugurazione della Mostra documentale “Giuseppe De Nava/L’Uomo, il Cittadino, lo Statista” a cura della Biblioteca “Pietro De Nava” e dell’Associazione Culturale Anassilaos, con documenti della Biblioteca stessa e della collezione di Giuseppe Diaco, che si terrà giovedì 22 febbraio alle ore 16,45 presso la Villetta De Nava, si avviano a conclusione le iniziative di carattere storico per ricordare il centenario della morte di Giuseppe De Nava (27 febbraio 1924), promosse con il Patrocinio del Comune di Reggio Calabria e della Deputazione di Storia Patria per la Calabria, dall’Associazione Culturale Anassilaos e dalla Biblioteca De Nava in collaborazione con il Liceo Artistico Mattia Preti-Frangipane e l’Istituto Comprensivo Diego Vitrioli-Principe di Piemonte i cui allievi, nella giornata del 27 febbraio, concluderanno le manifestazioni. Nella circostanza una piccola corona d’alloro con nastro tricolore e amaranto sarà affissa accanto alla targa bronzea in onore di De Nava presente presso la Villetta. Dopo il previsto Saluto delle Autorità e gli interventi della Dott.ssa Daniela Neri, Responsabile della Biblioteca “P. De Nava”, del Prof. Giuseppe Caridi, Presidente della Deputazione di Storia Patria per la Calabria, del Prof. Nunzio Tripodi, in rappresentanza del Dirigente Scolastico del Liceo Artistico Mattia Preti-Frangipane, presente in mostra con un pannello, e del Dott. Stefano Iorfida, Presidente dell’ Associazione Culturale Anassilaos, saranno due studiosi con il loro intervento a caratterizzare la manifestazione. Il Prof. Antonino Romeo, Deputato della Deputazione Storia Patria per la Calabria, con una conversazione sul tema “Giuseppe De Nava. L’ultima battaglia politica” nel corso della quale delineerà l’atteggiamento dello statista reggino nei confronti del Fascismo in relazione anche alla sua candidatura nel cosiddetto “listone” che vedeva insieme fascisti ed esponenti della vecchia guardia liberale. Una scelta sofferta compiuta nella consapevolezza che la ricostruzione della Città dopo il sisma aveva bisogno del sostegno del governo nazionale (quello guidato da Mussolini) e frutto anche di una sottovalutazione, comune a tutto il mondo liberale, del fenomeno fascista; la Prof.ssa Roberta Filardi, Docente di Storia dell’Arte presso il Liceo Artistico Mattia Preti-Frangipane, illustrerà invece nella sua conversazione sul tema “Giuseppe De Nava e <la Ricostruzione >nell’immagine di Giannino Castiglioni autore della targa bronzea presente nella Villetta De Nava” una preziosa opera custodita in Villetta di Castiglioni, scultore, pittore e madaglista, considerato tra gli artisti più significativi del Novecento. Per ricordare l’uomo politico reggino il Circolo Filatelico dell’Associazione Anassilaos ha realizzato una cartolina commemorativa che sarà offerta in dono ai presenti e che nella giornata del 27 febbraio riceverà l’annullo filatelico.
REGGIO – Giovedì alla biblioteca comunale l’inaugurazione della mostra su Giuseppe De Nava
La villetta “De Nava” ospiterà giovedì 22 febbraio, alle 16:45, l’inaugurazione della mostra documentale “Giuseppe De Nava: l’uomo, il cittadino, lo statista” che sarà possibile visitare all’interno della biblioteca comunale fino al prossimo 19 marzo 2024. L’evento, nel centenario della morte del celebre statista reggino, sarà realizzato in collaborazione con l’associazione culturale “Anassilaos” attraverso l’esposizione di documenti della biblioteca e della collezione di Giuseppe Diaco.
All’iniziativa parteciperanno la responsabile della biblioteca “De Nava”, Daniela Neri; il presidente della Deputazione di storia patria per la Calabria, Giuseppe Caridi; il rappresentante del liceo artistico “Mattia Preti-Frangipane”, Nunzio Tripodi; il presidente dell’associazione culturale Anassilaos, Stefano Iofrida.
Antonino Romeo, deputato della Deputazione storia patria per la Calabria, approfondirà la tematica riguardante “Giuseppe De Nava. L’ultima battaglia politica”. Toccherà a Roberta Filardi, docente di storia dell’Arte al liceo artistico “Preti-Frangipane”, affrontare il tema: “Giuseppe De Nava e la ‘ricostruzione’ nell’immagine di Giannino Castiglioni, autore della targa bronzea presente nella villetta De Nava”. Proprio accanto alla targa, in occasione dell’inaugurazione della mostra, sarà affissa una piccola corona d’alloro.
Associazione Anassilaos: “Il quadro culturale e letterario calabrese e reggino tra la fine dell’ottocento e i primi venti anni del novecento”
“Il quadro culturale e letterario calabrese e reggino tra la fine dell’Ottocento e i primi venti anni del Novecento” è il tema del quarto incontro di approfondimento della figura di Giuseppe De Nava, nel centenario della morte dell’uomo politico reggino (27 febbraio 1924), promosso dall’Associazione Culturale Anassilaos congiuntamente con la Biblioteca “Pietro De Nava” e con il patrocinio del Comune di Reggio Calabria e della Deputazione di Storia per la Calabria. Ad affrontare il complesso argomento giovedì 15 febbraio 2024 alle ore 16,45 presso la Sala Giuffrè della Villetta De Nava sarà la Prof.ssa Francesca Neri, studiosa di letteratura italiana e calabrese mentre la Dott.ssa Daniela Scuncia interverrà con alcune note sull’arte figurativa reggina e calabrese di quegli stessi anni. Comincia dunque a completarsi il ciclo di manifestazioni commemorative dedicate a De Nava avviate qualche mese fa con una prima riflessione sull’opera svolta a livello nazionale e locale dallo statista reggino a cura di Giuseppe Caridi e Antonino Romeo alla luce dell’unica biografia a lui dedicata da Italo Falcomatà. Successivamente Fabio Arichetta (2^ incontro) ha analizzato il contesto storico e politico nel quale è maturata e cresciuta la sua esperienza politica nel reggino dall’Unità al terremoto e oltre, caratterizzato da accesi contrasti politici e amministrativi cui il sisma del 28 dicembre mise fine ma per poco. Nel terzo incontro invece il Prof. Renato Laganà ha ripercorso l’impegno del Reggino volto alla ricostruzione della sua città (e della vicina Messina) attraverso una serie di interventi legislativi spesso rallentati e/o impediti da un apparato burocratico, ieri come oggi, capace di frenare ogni slancio. Il quarto incontro sarà invece dedicato a delineare l’insieme degli aspetti culturali e letterari della Calabria e del Reggino all’epoca di De Nava, fondamentali per cogliere al meglio quegli elementi individuali e nello stesso tempo sociali che hanno prodotto l’uomo politico reggino più influente e importante di tutti i tempi, capace di coniugare l’amore e il legame per la sua comunità con le responsabilità verso la Nazione che gli derivavano dai suoi prestigiosi incarichi di Governo nei difficili anni della Grande Guerra.
In occasione del Centenario della morte di Giuseppe De Nava (27 febbraio 1924) martedì 23 gennaio alle ore 17,15 presso lo Spazio Open si terrà un incontro sul tema “La lotta politica a Reggio Calabria dall’Unità al terremoto del 28 dicembre 1908. Protagonisti e comprimari” -che precede le manifestazioni che avranno luogo a febbraio presso la Villetta De Nava nei pomeriggi di giovedì 8, 15, 22 (inaugurazione di una mostra) e mattina del 27 (commemorazione e presentazione di una speciale cartolina commemorativa) – promossa dall’Associazione Culturale Anassilaos, congiuntamente con lo stesso Spazio Open e la Biblioteca Pietro De Nava, con il Patrocinio del Comune di Reggio Calabria e della Deputazione di Storia Patria per la Calabria che parteciperà con il suo Presidente Prof. Giuseppe Caridi. Relatore il Dott. Fabio Arichetta, Deputato della stessa Deputazione e studioso di Storia. La vita politica di Reggio Calabria dopo l’Unità d’Italia ( 17 marzo 1861) non era meno complessa e combattiva e astiosa di oggi. La raggiunta unità della Nazione aprì anche a Reggio una nuova fase politica per la città e con il nuovo sistema parlamentare molti patrioti che avevano lottato per il processo di unificazione ricoprirono diversi ruoli avviando una lotta politica aspra che si trasformò ben presto in un conflitto fra notabilati, portatori di interessi divergenti e confliggenti, e pur capaci di trovare alla fine un compromesso. Non tutti però si adattarono alla vita parlamentare. Stefano Romeo lasciò la scena politica dimettendosi da deputato mentre Saverio Vollaro si votò anima e corpo alla vita parlamentare anche perché la nuova Italia richiedeva agli eletti di impegnarsi a favore del proprio territorio affinché gli interessi particolari trovassero in sede nazionale una sia pur parziale soddisfazione. Agostino Plutino, finanziatore e promotore dell’impresa dei Mille, fu ad esempio promotore di numerosi significativi interventi a favore della realizzazione di opere pubbliche in Calabria e a Reggio. Ben più aspra, a volte violenta, fu invece la lotta politica a livello amministrativo. Gli ultimi anni dell’Ottocento e i primi del Novecento (fino al dicembre 1908) si caratterizzarono infatti sotto il profilo politico-amministrativo per la presenza dei fratelli Tripepi. Liberali moderati lontani dall’estremismo anticlericale, anzi disponibili a buoni rapporti con la Chiesa reggina e con il suo Arivescovo Cardinale Gennaro Portanova, Domenico Tripepi (1853/1905), Demetrio Tripepi (1859/1908) e Francesco Tripepi (1857/1901) dominarono la scena politica a Reggio Calabria e Provincia ricoprendo ruoli significativi tra cui (Domenico e Demetrio) quello di Sindaci del Capoluogo. Essi diedero vita a quello che fu chiamato il partito dei “tripepini” cui si contrappose sempre lo schieramento radicale e anticlericale facente capo al deputato Biagio Camagna detto dei “Camagnoti” o “Camagnini”. Morto l’11 gennaio del 1905 Domenico Tripepi, che strinse cordiali rapporti con la Chiesa Reggina restituendo ad essa il Santuario dell’Eremo, la guida dei liberali moderati e cattolici fu assunta da Demetrio, sindaco nel 1905/1907. Le beghe politiche locali e l’influenza di Biagio Camagna, uomo vicino al Presidente del Consiglio Giovanni Giolitti, portarono nel febbraio del 1907 alla revoca dalle funzioni del Sindaco Demetrio Tripepi e poco più tardi (marzo 1907) allo scioglimento del Consiglio Comunale. Le elezioni che seguirono il 21 luglio dello stesso anno furono tra le più accese e combattute nella storia di Reggio Calabria. Vi furono tafferugli, cariche delle forze dell’ordine, accuse di brogli. Grazie comunque all’alleanza con il mondo cattolico e con il Cardinale Portanova (accordo del 3 luglio 1907) lo schieramento moderato sconfisse duramente i democratici radicali di Camagna (27 consiglieri su quaranta). Seguirono violenze a aggressioni nei confronti di esponenti politici cattolici e dello stesso Cardinale. Non potendo fare il Sindaco per la sospensione dalle funzioni Demetrio Tripepi fu eletto, con un escamotage, pro-sindaco e in tale veste accolse il 10 ottobre 1907 Vittorio Emanuele III in visita alla Città. In Consiglio Comunale ci furono in quella occasione scontri feroci e scambi di accuse tra Tripepi e Camagna. A quest’ultimo che riteneva non decoroso che ad accogliere il sovrano fosse un pro-sindaco destituito dal Governo, Tripepi rinfacciò tutte le malefatte, vere o presunte, costringendolo a lasciare la sala. Nei mesi successivi lo scontro politico si mantenne sempre vivace e ad esso mise purtroppo fine il terremoto che il 28 dicembre atterrò Reggio Calabria e nel quale morì lo stesso Demetrio Tripepi.
REGGIO – Taurianova capitale italiana del libro, soddisfazione dalla vicepresidente Princi
“Grande potenzialità di sviluppo e di valorizzazione culturale e sociale del territorio questa la motivazione della giuria che ha premiato Taurianova Capitale italiana del Libro per l’anno 2024. Il progetto è stato votato all’unanimità da una giuria autonoma e indipendente dal Ministero, presieduta dal professor Pierfranco Bruni. Il riconoscimento rappresenta una bellissima pagina non solo per Taurianova ma anche per tutta la Calabria perché rappresenta la strada da percorrere per la di crescita e la rinascita, non solo di una piccola realtà ma dell’intera regione. È il riscatto di un territorio che va oltre gli stereotipi, supportando la Calabria che ha bisogno di tutte le sue forze migliori per raccontare di sé la grande voglia di cambiamento. Mi congratulo con il sindaco di Taurianova Rocco Biasi, con l’assessore alla cultura Maria Girolama Fedele, con la Giunta e la cittadinanza per il traguardo raggiunto. Ho da subito creduto nelle potenzialità di questa candidatura, nella validità del progetto nato come potente segno di speranza in uno dei periodi più tragici per l’umanità. Ogni biblioteca che riapre riaccende le speranze e io mi sento parte della comunità taurianovese che ha affidato il proprio futuro alla cultura, all’istruzione, ai saperi”. E’ quanto afferma la vicepresidente della Giuta regionale con delega alla Cultura, Giusi Princi.
Il presidente del consiglio regionale Filippo Mancuso su Taurianova capitale del libro 2024: “Rivolgo le mie più sincere congratulazioni alla città di Taurianova e alla sua Amministrazione comunale per essere stata scelta come Capitale italiana del libro 2024 dal Ministero della Cultura. Questo prestigioso riconoscimento è un tributo alla ricchezza culturale della Calabria e alla sua vivace comunità letteraria, contribuendo così alla costruzione di una società più coesa e inclusiva. Auguro ai cittadini di Taurianova, insieme a tutti i calabresi, di valorizzare questa straordinaria opportunità materiale e immateriale”.
Taurianova Capitale del Libro 2024, Staine: “Esprimo il massimo apprezzamento per la proclamazione di Taurianova Capitale del Libro 2024 perché ciò rappresenta un momento di grande riconoscimento per la nostra comunità. Il sindaco Roy Biasi e l’intera amministrazione comunale meritano un plauso per aver essersi spesi totalmente in questo importante progetto che, siamo certi, avrà un impatto positivo non solo sul territorio locale, ma sull’intera regione. In questa terra di grandi contraddizioni, Taurianova sarà capace di esprimere le immense potenzialità culturali che caratterizzano la Calabria. Attraverso la promozione della lettura e la diffusione dei libri, la nostra città ha l’opportunità di valorizzare le nostre ricchezze e di trasmettere un’immagine autentica e positiva della nostra regione, troppo spesso affidata ad una narrazione carica di pregiudizi. Siamo fiduciosi che questa designazione porterà benefici tangibili e duraturi per tutti i cittadini e ne siamo grati a tutti coloro che hanno contribuito a renderla possibile”.
REGGIO – Alla Fattoria Urbana di Catona torna l’evento di Pittura e Poesia “EMOZIONI” di Alberta Dito e Salvatore Cucinotta
Alberta Dito e Salvatore Cucinotta protagonisti di un evento speciale alla Fattoria Urbana di Catona poiché l’Associazione il “Salotto dei Poeti”, nel riprendere l’attività dopo la pausa invernale, ha organizzato un evento culturale un po’ inusuale e per certi versi unico.
L’evento è nato da un’intuizione del Presidente Santisi di voler coniugare due materie d’arte che all’apparenza diverse in vero sono molto simili e particolarmente hanno in comune il fine per cui gli autori si cimentano che è quello nobile di raccontare ed offrire emozioni a chi osserva o legge.
Ed il Presidente Antonino Santisi per questa performance ha invitato nella suggestiva location dell’Associazione presso la Fattoria Urbana gli anzidetti artisti, giovani di grande avvenire e ciascuno protagonista nel proprio campo e la scelta non poteva essere più indovinata.
Infatti i due personaggi con ancora una esperienza di pochi anni sono ben conosciuti non solo tra degli addetti ai lavori nei loro specifici campi, ma sono ben noti anche al pubblico perché le loro opere già state apprezzate in varie mostre, nel caso della pittrice Alberta Dito, e nelle precedenti pubblicazioni per lo scrittore Salvatore Cucinotta.
Alberta Dito, laureata con il massimo dei voti all’Accademia di belle arti, è una giovane artista che ha conquistato la ribalta con i suoi dipinti nei quali Ella trasferisce il suo mondo, semplice esteriormente ma profondo nella sua dimensione spirituale; un mondo privo di sovrastrutture e fatto di schiette emozioni che l’artista comunica con le sue opere.
Il fulcro della sua vena artistica è la forza dei colori che utilizza nelle varie tonalità e sfumature, con la voce della sua sensibilità, per rappresentare il suo interiore e ciò che la circonda.
Ella rappresenta tutto non per come è, ma nel modo in cui lo sente e la sua pittura, forte ed esplosiva nasce dall’anima e si manifesta con la sua pennellata libera da ogni condizionamento razionale: Alberta dipinge con il cuore ed il pennello ed i colori ne sono il mezzo espressivo.
Lo storico e critico d’Arte prof. Pasquale Lettieri così si esprime su Alberta Dito: «[…] Quando si entra nel mondo di Alberta, si entra sicuri della propria soggettività, della propria immagine e si esce rapiti da una metafisica indicibile e misteriosa. Insomma, il gioco illusionistico della pittura ci colpisce come anacronistica vitalità che nasce dal luogo dell’evento e si dissemina nell’arditezza delle creazioni, che è fatta da una pluralità di linguaggi e per questo ci appartiene in tutta la sua freschezza fenomenica, ma anche in tutta la sua evocazione mnemonica […].»
Se si osservano i dipinti di Alberta viene da sé affermare che “affrontare un viaggio tra le opere di Alberta per scoprire il suo cuore è un atto dovuto a noi stessi”.
Ed in questa mostra Ella ci consente di continuare il “viaggio” rappresentando la sua continua ricerca dell’interiorità con i colori con le sue ultime opere che proprio sono un “concentrato” di colori che fanno sentire a chi osserva la forza delle emozioni e sentimenti che li hanno ispirati.
E per dare anche una ulteriore spunto a chi osserva le sue opere a vivere le emozioni ha accettato con gioia di condividere questi momenti espositivi con lo scrittore Salvatore Cucinotta che nell’occasione presenta la sua ultima produzione poetica “Sublimi Emozioni”, edito da La Rosa del Pozzo Edizioni.
È un’opera che fa vivere le emozioni di un viaggio in cui le stesse vengono sublimate e lo scrittore carpisce il suo pubblico con un percorso interiore ed emozionante che ha la sua esternazione con la poesia e con la riflessione, entrambe dense di significati che coinvolgono e appassionano il lettore per la sua maestria di descrivere l’interiorità dell’essere.
Nelle sue poesie risalta la ricerca sul dualismo nelle cose e ama spesso riflettere sul vero significato degli opposti e in questa sua analisi interiore tratta argomenti forti e di impatto deciso sulle coscienze di chi legge, ma il tutto lo fa con delicatezza e rispetto dei sentimenti altrui.
Nelle sue poesie troviamo moltissimi interrogativi, ma non ci da alcuna risposta e neanche ne fa il tentativo: lascia tutto alla sensibilità del lettore che può ispirarsi ai sentimenti ed emozioni che i versi suscitano nel suo animo e dare risposte suggerite da una profonda ed intima elaborazione.
Passando il testimone alla pittura è da osservare che Alberta Dito nel suo percorso di ricerca interiore si sta spingendo verso una mescolanza espressiva del colore e in questa mostra dal titolo “Colori ed Emozioni” relativa alle sue opere più recenti si recepisce il segnale dell’anima ma non tralasciando la realtà, piatta se scevra dalle emozioni.
E questa sua tendenza è stata apprezzata nella mostra “L’Arte si Mostra” presso Complesso Monumentale Pio Sodalizio dei Piceni – Roma, cui Alberta ha partecipato, nel corso della quale il critico d’arte prof. Plinio Perilli ha sostenuto che “la pittura di Alberta è come un occhio profondo che con la forza di un abisso di luce trasforma il reale secondo le sue sensazione e lo trasmette personalizzato agli altri”.
Rappresentativo di questa analisi interiore è il dipinto “Emozioni e realtà” nel quale un occhio guarda la realtà da un caos di emozioni.
Alberta Dito ormai è più che una promessa tant’è che è stata insignita dal Comune di Reggio Calabria del Premio Anassilaos Mimosa d’Argento per le Arti Figurative, e questa ultima mostra ne è la testimonianza.
Oreste Mario Dito
REGGIO – 11 Febbraio giorno del ricordo, fiaccolata sul Corso
Il corteo ha sfilato da piazza San Giorgio a partire dalle 17:30 per concludere la celebrazione presso l’area sacra Griso Laboccetta, dove un gruppo di cittadini ha deposto un mazzo di fiori sotto la targa dedicata a Norma Cossetto, vittima rappresentiva delle stragi dei partigiani comunisti slavi.
Il giorno del ricordo, lungi dal dover essere contrapposto alla giornata della memoria per la Shoah, vuole invece raccontare un aspetto della storia e delle sue tante vittime, occultate per necessità politiche, in nome della difesa del mito di una partigianeria vista come “bene assoluto”.
Se tale mitizzazione è compresibile in un quadro di propaganda di guerra, il falso storico non può invece perpetuarsi dopo decenni, ora che la visione di determinati fenomeni, in realtà molto complessi, non avrebbe più ragioni di essere ridotta a considerazioni manicheiste; tale riflessione andrebbe invero estesa anche all’analisi della contemporaneità.
La storia di Norma Cossetto, così come la sua fine atroce, ricalcano quelle di migliaia di altri italiani d’Istria. La vicenda della giovanissima studentessa ed insegnante è ancor più atroce considerando che all’epoca dei fatti era stato firmato l’armistizio dell’8 settembre 1943.
La ragazza, poco più che ventenne, dopo varie minacce insulti indirizzati alla famiglia, fu chiamata da un gruppo di partigiani, seviziata e stuprata, prima all’interno della caserma, poi sul luogo del supplizio, dove i partigiani comunisti la violentano ancora assieme ad altre ragazze prima di gettarla nella foiba ancora viva, e dunque destinata ad un’ulteriore prolungata agonia. Era una disumana quanto abituale usanza, quella di violentare le vittime, prima di gettarle morenti nelle profonde strettoia delle rocce.
C. M.