Associazione Anassilaos: “Il quadro culturale e letterario calabrese e reggino tra la fine dell’ottocento e i primi venti anni del novecento”

“Il quadro culturale e letterario calabrese e reggino tra la fine dell’Ottocento e i primi venti anni del Novecento” è il tema del quarto incontro di approfondimento della figura di Giuseppe De Nava, nel centenario della morte dell’uomo politico reggino (27 febbraio 1924), promosso dall’Associazione Culturale Anassilaos congiuntamente con la Biblioteca “Pietro De Nava” e con il patrocinio del Comune di Reggio Calabria e della Deputazione di Storia per la Calabria. Ad affrontare il complesso argomento giovedì 15 febbraio 2024 alle ore 16,45 presso la Sala Giuffrè della Villetta De Nava sarà la Prof.ssa Francesca Neri, studiosa di letteratura italiana e calabrese mentre la Dott.ssa Daniela Scuncia interverrà con alcune note sull’arte figurativa reggina e calabrese di quegli stessi anni. Comincia dunque a completarsi il ciclo di manifestazioni commemorative dedicate a De Nava avviate qualche mese fa con una prima riflessione sull’opera svolta a livello nazionale e locale dallo statista reggino a cura di Giuseppe Caridi e Antonino Romeo alla luce dell’unica biografia a lui dedicata da Italo Falcomatà. Successivamente Fabio Arichetta (2^ incontro) ha analizzato il contesto storico e politico nel quale è maturata e cresciuta la sua esperienza politica nel reggino dall’Unità al terremoto e oltre, caratterizzato da accesi contrasti politici e amministrativi cui il sisma del 28 dicembre mise fine ma per poco. Nel terzo incontro invece il Prof. Renato Laganà ha ripercorso l’impegno del Reggino volto alla ricostruzione della sua città (e della vicina Messina) attraverso una serie di interventi legislativi spesso rallentati e/o impediti da un apparato burocratico, ieri come oggi, capace di frenare ogni slancio. Il quarto incontro sarà invece dedicato a delineare l’insieme degli aspetti culturali e letterari della Calabria e del Reggino all’epoca di De Nava, fondamentali per cogliere al meglio quegli elementi individuali e nello stesso tempo sociali che hanno prodotto l’uomo politico reggino più influente e importante di tutti i tempi, capace di coniugare l’amore e il legame per la sua comunità con le responsabilità verso la Nazione che gli derivavano dai suoi prestigiosi incarichi di Governo nei difficili anni della Grande Guerra.

 

In occasione del Centenario della morte di Giuseppe De Nava (27 febbraio 1924) martedì 23 gennaio alle ore 17,15 presso lo Spazio Open si terrà un incontro sul tema “La lotta politica a Reggio Calabria dall’Unità al terremoto del 28 dicembre 1908. Protagonisti e comprimari” -che precede le manifestazioni che avranno luogo a febbraio presso la Villetta De Nava nei pomeriggi di giovedì 8, 15, 22 (inaugurazione di una mostra) e mattina del 27 (commemorazione e presentazione di una speciale cartolina commemorativa) – promossa dall’Associazione Culturale Anassilaos, congiuntamente con lo stesso Spazio Open e la Biblioteca Pietro De Nava, con il Patrocinio del Comune di Reggio Calabria e della Deputazione di Storia Patria per la Calabria che parteciperà con il suo Presidente Prof. Giuseppe Caridi. Relatore il Dott. Fabio Arichetta, Deputato della stessa Deputazione e studioso di Storia. La vita politica di Reggio Calabria dopo l’Unità d’Italia ( 17 marzo 1861) non era meno complessa e combattiva e astiosa di oggi. La raggiunta unità della Nazione aprì anche a Reggio una nuova fase politica per la città e con il nuovo sistema parlamentare molti patrioti che avevano lottato per il processo di unificazione ricoprirono diversi ruoli avviando una lotta politica aspra che si trasformò ben presto in un conflitto fra notabilati, portatori di interessi divergenti e confliggenti, e pur capaci di trovare alla fine un compromesso. Non tutti però si adattarono alla vita parlamentare. Stefano Romeo lasciò la scena politica dimettendosi da deputato mentre Saverio Vollaro si votò anima e corpo alla vita parlamentare anche perché la nuova Italia richiedeva agli eletti di impegnarsi a favore del proprio territorio affinché gli interessi particolari trovassero in sede nazionale una sia pur parziale soddisfazione. Agostino Plutino, finanziatore e promotore dell’impresa dei Mille, fu ad esempio promotore di numerosi significativi interventi a favore della realizzazione di opere pubbliche in Calabria e a Reggio. Ben più aspra, a volte violenta, fu invece la lotta politica a livello amministrativo. Gli ultimi anni dell’Ottocento e i primi del Novecento (fino al dicembre 1908) si caratterizzarono infatti sotto il profilo politico-amministrativo per la presenza dei fratelli Tripepi. Liberali moderati lontani dall’estremismo anticlericale, anzi disponibili a buoni rapporti con la Chiesa reggina e con il suo Arivescovo Cardinale Gennaro Portanova, Domenico Tripepi (1853/1905), Demetrio Tripepi (1859/1908) e Francesco Tripepi (1857/1901) dominarono la scena politica a Reggio Calabria e Provincia ricoprendo ruoli significativi tra cui (Domenico e Demetrio) quello di Sindaci del Capoluogo. Essi diedero vita a quello che fu chiamato il partito dei “tripepini” cui si contrappose sempre lo schieramento radicale e anticlericale facente capo al deputato Biagio Camagna detto dei “Camagnoti” o “Camagnini”. Morto l’11 gennaio del 1905 Domenico Tripepi, che strinse cordiali rapporti con la Chiesa Reggina restituendo ad essa il Santuario dell’Eremo, la guida dei liberali moderati e cattolici fu assunta da Demetrio, sindaco nel 1905/1907. Le beghe politiche locali e l’influenza di Biagio Camagna, uomo vicino al Presidente del Consiglio Giovanni Giolitti, portarono nel febbraio del 1907 alla revoca dalle funzioni del Sindaco Demetrio Tripepi e poco più tardi (marzo 1907) allo scioglimento del Consiglio Comunale. Le elezioni che seguirono il 21 luglio dello stesso anno furono tra le più accese e combattute nella storia di Reggio Calabria. Vi furono tafferugli, cariche delle forze dell’ordine, accuse di brogli. Grazie comunque all’alleanza con il mondo cattolico e con il Cardinale Portanova (accordo del 3 luglio 1907) lo schieramento moderato sconfisse duramente i democratici radicali di Camagna (27 consiglieri su quaranta). Seguirono violenze a aggressioni nei confronti di esponenti politici cattolici e dello stesso Cardinale. Non potendo fare il Sindaco per la sospensione dalle funzioni Demetrio Tripepi fu eletto, con un escamotage, pro-sindaco e in tale veste accolse il 10 ottobre 1907 Vittorio Emanuele III in visita alla Città. In Consiglio Comunale ci furono in quella occasione scontri feroci e scambi di accuse tra Tripepi e Camagna. A quest’ultimo che riteneva non decoroso che ad accogliere il sovrano fosse un pro-sindaco destituito dal Governo, Tripepi rinfacciò tutte le malefatte, vere o presunte, costringendolo a lasciare la sala. Nei mesi successivi lo scontro politico si mantenne sempre vivace e ad esso mise purtroppo fine il terremoto che il 28 dicembre atterrò Reggio Calabria e nel quale morì lo stesso Demetrio Tripepi.

REGGIO – Taurianova capitale italiana del libro, soddisfazione dalla vicepresidente Princi

“Grande potenzialità di sviluppo e di valorizzazione culturale e sociale del territorio questa la motivazione della giuria che ha premiato Taurianova Capitale italiana del Libro per l’anno 2024. Il progetto è stato votato all’unanimità da una giuria autonoma e indipendente dal Ministero, presieduta dal professor Pierfranco Bruni. Il riconoscimento rappresenta una bellissima pagina non solo per Taurianova ma anche per tutta la Calabria perché rappresenta la strada da percorrere per la di crescita e la rinascita, non solo di una piccola realtà ma dell’intera regione. È il riscatto di un territorio che va oltre gli stereotipi, supportando la Calabria che ha bisogno di tutte le sue forze migliori per raccontare di sé la grande voglia di cambiamento. Mi congratulo con il sindaco di Taurianova Rocco Biasi, con l’assessore alla cultura Maria Girolama Fedele, con la Giunta e la cittadinanza per il traguardo raggiunto. Ho da subito creduto nelle potenzialità di questa candidatura, nella validità del progetto nato come potente segno di speranza in uno dei periodi più tragici per l’umanità. Ogni biblioteca che riapre riaccende le speranze e io mi sento parte della comunità taurianovese che ha affidato il proprio futuro alla cultura, all’istruzione, ai saperi”. E’ quanto afferma la vicepresidente della Giuta regionale con delega alla Cultura, Giusi Princi.

 

Il presidente del consiglio regionale Filippo Mancuso su Taurianova capitale del libro 2024: “Rivolgo le mie più sincere congratulazioni alla città di Taurianova e alla sua Amministrazione comunale per essere stata scelta come Capitale italiana del libro 2024 dal Ministero della Cultura. Questo prestigioso riconoscimento è un tributo alla ricchezza culturale della Calabria e alla sua vivace comunità letteraria, contribuendo così alla costruzione di una società più coesa e inclusiva. Auguro ai cittadini di Taurianova, insieme a tutti i calabresi, di valorizzare questa straordinaria opportunità materiale e immateriale”.

 

Taurianova Capitale del Libro 2024, Staine: “Esprimo il massimo apprezzamento per la proclamazione di Taurianova Capitale del Libro 2024 perché ciò rappresenta un momento di grande riconoscimento per la nostra comunità. Il sindaco Roy Biasi e l’intera amministrazione comunale meritano un plauso per aver essersi spesi totalmente in questo importante progetto che, siamo certi, avrà un impatto positivo non solo sul territorio locale, ma sull’intera regione. In questa terra di grandi contraddizioni, Taurianova sarà capace di esprimere le immense potenzialità culturali che caratterizzano la Calabria. Attraverso la promozione della lettura e la diffusione dei libri, la nostra città ha l’opportunità di valorizzare le nostre ricchezze e di trasmettere un’immagine autentica e positiva della nostra regione, troppo spesso affidata ad una narrazione carica di pregiudizi. Siamo fiduciosi che questa designazione porterà benefici tangibili e duraturi per tutti i cittadini e ne siamo grati a tutti coloro che hanno contribuito a renderla possibile”.

REGGIO – Alla Fattoria Urbana di Catona torna l’evento di Pittura e Poesia “EMOZIONI” di Alberta Dito e Salvatore Cucinotta

Alberta Dito e Salvatore Cucinotta protagonisti di un evento speciale alla Fattoria Urbana di Catona poiché l’Associazione il “Salotto dei Poeti”, nel riprendere l’attività dopo la pausa invernale, ha organizzato un evento culturale un po’ inusuale e per certi versi unico.

L’evento è nato da un’intuizione del Presidente Santisi di voler coniugare due materie d’arte che all’apparenza diverse in vero sono molto simili e particolarmente hanno in comune il fine per cui gli autori si cimentano che è quello nobile di raccontare ed offrire emozioni a chi osserva o legge.

Ed il Presidente Antonino Santisi per questa performance ha invitato nella suggestiva location dell’Associazione presso la Fattoria Urbana gli anzidetti artisti, giovani di grande avvenire e ciascuno protagonista nel proprio campo e la scelta non poteva essere più indovinata.

Infatti i due personaggi con ancora una esperienza di pochi anni sono ben conosciuti non solo tra degli addetti ai lavori nei loro specifici campi, ma sono ben noti anche al pubblico perché le loro opere già state apprezzate in varie mostre, nel caso della pittrice Alberta Dito, e nelle precedenti pubblicazioni per lo scrittore Salvatore Cucinotta.

Alberta Dito, laureata con il massimo dei voti all’Accademia di belle arti, è una giovane artista che ha conquistato la ribalta con i suoi dipinti nei quali Ella trasferisce il suo mondo, semplice esteriormente ma profondo nella sua dimensione spirituale; un mondo privo di sovrastrutture e fatto di schiette emozioni che l’artista comunica con le sue opere.

Il fulcro della sua vena artistica è la forza dei colori che utilizza nelle varie tonalità e sfumature, con la voce della sua sensibilità, per rappresentare il suo interiore e ciò che la circonda.

Ella rappresenta tutto non per come è, ma nel modo in cui lo sente e la sua pittura, forte ed esplosiva nasce dall’anima e si manifesta con la sua pennellata libera da ogni condizionamento razionale: Alberta dipinge con il cuore ed il pennello ed i colori ne sono il mezzo espressivo.

Lo storico e critico d’Arte prof. Pasquale Lettieri così si esprime su Alberta Dito: «[…] Quando si entra nel mondo di Alberta, si entra sicuri della propria soggettività, della propria immagine e si esce rapiti da una metafisica indicibile e misteriosa. Insomma, il gioco illusionistico della pittura ci colpisce come anacronistica vitalità che nasce dal luogo dell’evento e si dissemina nell’arditezza delle creazioni, che è fatta da una pluralità di linguaggi e per questo ci appartiene in tutta la sua freschezza fenomenica, ma anche in tutta la sua evocazione mnemonica […].»

Se si osservano i dipinti di Alberta viene da sé affermare che “affrontare un viaggio tra le opere di Alberta per scoprire il suo cuore è un atto dovuto a noi stessi”.

Ed in questa mostra Ella ci consente di continuare il “viaggio” rappresentando la sua continua ricerca dell’interiorità con i colori con le sue ultime opere che proprio sono un “concentrato” di colori che fanno sentire a chi osserva la forza delle emozioni e sentimenti che li hanno ispirati.

E per dare anche una ulteriore spunto a chi osserva le sue opere a vivere le emozioni ha accettato con gioia di condividere questi momenti espositivi con lo scrittore Salvatore Cucinotta che nell’occasione presenta la sua ultima produzione poetica “Sublimi Emozioni”, edito da La Rosa del Pozzo Edizioni.

È un’opera che fa vivere le emozioni di un viaggio in cui le stesse vengono sublimate e lo scrittore carpisce il suo pubblico con un percorso interiore ed emozionante che ha la sua esternazione con la poesia e con la riflessione, entrambe dense di significati che coinvolgono e appassionano il lettore per la sua maestria di descrivere l’interiorità dell’essere.

Nelle sue poesie risalta la ricerca sul dualismo nelle cose e ama spesso riflettere sul vero significato degli opposti e in questa sua analisi interiore tratta argomenti forti e di impatto deciso sulle coscienze di chi legge, ma il tutto lo fa con delicatezza e rispetto dei sentimenti altrui.

Nelle sue poesie troviamo moltissimi interrogativi, ma non ci da alcuna risposta e neanche ne fa il tentativo: lascia tutto alla sensibilità del lettore che può ispirarsi ai sentimenti ed emozioni che i versi suscitano nel suo animo e dare risposte suggerite da una profonda ed intima elaborazione.

Passando il testimone alla pittura è da osservare che Alberta Dito nel suo percorso di ricerca interiore si sta spingendo verso una mescolanza espressiva del colore e in questa mostra dal titolo “Colori ed Emozioni” relativa alle sue opere più recenti si recepisce il segnale dell’anima ma non tralasciando la realtà, piatta se scevra dalle emozioni.

E questa sua tendenza è stata apprezzata nella mostra “L’Arte si Mostra” presso Complesso Monumentale Pio Sodalizio dei Piceni – Roma, cui Alberta ha partecipato, nel corso della quale il critico d’arte prof. Plinio Perilli ha sostenuto che “la pittura di Alberta è come un occhio profondo che con la forza di un abisso di luce trasforma il reale secondo le sue sensazione e lo trasmette personalizzato agli altri”.

Rappresentativo di questa analisi interiore è il dipinto “Emozioni e realtà” nel quale un occhio guarda la realtà da un caos di emozioni.

Alberta Dito ormai è più che una promessa tant’è che è stata insignita dal Comune di Reggio Calabria del Premio Anassilaos Mimosa d’Argento per le Arti Figurative, e questa ultima mostra ne è la testimonianza.

Oreste Mario Dito

REGGIO – 11 Febbraio giorno del ricordo, fiaccolata sul Corso

Il corteo ha sfilato da piazza San Giorgio a partire dalle 17:30 per  concludere la celebrazione presso l’area sacra Griso Laboccetta, dove un gruppo di cittadini ha deposto un mazzo di fiori sotto la targa dedicata a Norma Cossetto, vittima rappresentiva delle stragi dei partigiani comunisti slavi.

Il giorno del ricordo, lungi dal dover essere contrapposto alla giornata della memoria per la Shoah, vuole invece raccontare un aspetto della storia e delle sue tante vittime, occultate per necessità politiche, in nome della difesa del mito di una partigianeria vista come “bene assoluto”.

Se tale mitizzazione è compresibile in un quadro di propaganda di guerra, il falso storico non può invece  perpetuarsi dopo decenni, ora che la visione di determinati fenomeni, in realtà molto complessi, non avrebbe più ragioni di essere ridotta a considerazioni manicheiste; tale riflessione andrebbe invero estesa anche all’analisi della contemporaneità.

La storia di Norma Cossetto, così come la sua fine atroce, ricalcano quelle di migliaia di altri italiani d’Istria. La vicenda della giovanissima studentessa ed insegnante è ancor più atroce considerando che all’epoca dei fatti era stato firmato l’armistizio dell’8 settembre 1943.

La ragazza, poco più che ventenne, dopo varie minacce insulti indirizzati alla famiglia, fu chiamata da un gruppo di partigiani, seviziata e stuprata, prima all’interno della caserma, poi sul luogo del supplizio, dove i partigiani comunisti la violentano ancora assieme ad altre ragazze prima di gettarla nella foiba ancora viva, e dunque destinata ad un’ulteriore prolungata agonia. Era una disumana quanto abituale usanza, quella di violentare le vittime, prima di gettarle morenti nelle profonde strettoia delle rocce. 

C. M.

 

 

REGGIO – La Citta’ Metropolitana pronta a sbarcare al Salone Internazionale del Libro di Torino

 E’ quanto affermano, in una nota congiunta, il sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà ed il consigliere metropolitano delegato alla Cultura, Filippo Quartuccio, presentando il nuovo avviso pubblicato dall’Ente rivolto a raccogliere le proposte delle case editrici locali per partecipare al grande evento internazionale in programma, il prossimo maggio, nel capoluogo piemontese.
«Vogliamo assegnare spazi espositivi e di vendita – hanno spiegato gli amministratori – a cinque Case editrici che troveranno posto all’interno dello stand istituzionale allestito nell’ambito del Salone Internazionale del Libro di Torino, in programma dal 9 al 13 maggio 2024». L’evento fieristico, infatti, «rappresenta una straordinaria opportunità in termini di dimensione, visibilità e presenza di pubblico per valorizzare la produzione editoriale e l’intera filiera del libro, oltre a promuovere gli autori calabresi e favorire, nel contempo, la crescita in ambito culturale e l’amore per la lettura soprattutto da parte delle giovani generazioni». «In un certo senso – hanno aggiunto – quest’ultima iniziativa arriva a corollario del grande lavoro portato avanti, in questi anni, per la promozione della lettura e del libro, come ampiamente dimostrato dai successi riscossi con il progetto “BiblioCultura” ed il potenziamento della dotazione libraria di molte biblioteche dei Comuni metropolitani ed il Festival del libro e della lettura “Narrazioni metropolitane”, appena conclusosi».
«Le Case editrici – hanno spiegato – avranno tempo fino alle ore 12 del 27 febbraio per presentare tutta la documentazione necessaria a poter partecipare alla stesura della graduatoria predisposta dai nostri uffici. Comunque, ogni dettaglio utile a conoscere criteri e modalità di selezione potrà essere facilmente recepito nell’avviso pubblicato sul sito istituzionale dell’Ente».
Quella del Salone del Libro, per il sindaco Falcomatà ed il consigliere Quartuccio, rappresenta, dunque, una grande occasione per le nostre case editrici: «Stiamo dimostrando, con i fatti, un forte attaccamento a realtà fondamentali per la crescita economica, sociale e culturale del nostro territorio. Allo scopo, infatti, modificheremo il Piano Fieristico dell’Ente, prevedendo anche l’evento di Torino perché siamo certi dell’importante ritorno che interesserà le aziende ed il comprensorio, visto il riscontro estremante positivo riscosso nelle diverse esperienza che ci ha visti protagonisti in giro per l’Italia e l’Europa».
«I risultati ottenuti dalle aziende aderenti ai diversi eventi contemplati nel Piano Fieristico – hanno proseguito – ci inducono a riconfermare ed ampliare l’offerta per quanti vorranno accompagnarci nelle più significative expo internazionali. La Città Metropolitana ed i partner selezionati attraverso criteri di massima serietà e trasparenza, saranno presenti allo Slow Wine Fair di Bologna dal 25 al 27 febbraio, al Discover Italy di Sestri Levante dal 18 al 19 aprile, al Real Italian Wine&Food di Londra dal 30 aprile al primo maggio, al Cibus di Parma dal 7 al 10 maggio, al Salone del Gusto di Torino dal 26 al 30 settembre, al Ttg di Rimini dal 9 all’11 ottobre, al Wtm di Londra dal 5 al 7 novembre prossimi, ad Artigiano in fiera a Milano dal 30 novembre all’8 dicembre 2024».
«Da quest’anno – hanno concluso Falcomatà e Quartuccio – ci siamo riservati un ampio spazio anche al Salone internazionale del libro di Torino, in agenda dal 9 al 13 maggio. Nulla, dunque, è lasciato al caso, ma successo è frutto di una programmazione precisa e dettagliata portata avanti dall’amministrazione e dai suoi Uffici. Ogni settore e qualsiasi categoria, infatti, potrà continuare a contare sul concreto e reale supporto della Città Metropolitana così da ampliare il proprio brand e far conoscere il meraviglioso territorio reggino attraverso le proprie eccellenze».

REGGIO – Taurianova capitale italiana del libro, Princi: “Sostenerla è affidare alla lettura, alla conoscenza, alla cultura, il riscatto di un’intera regione”

“La Regione Calabria favorisce e sostiene tutti gli impulsi del territorio atti a promuovere l’istruzione, la cultura e dunque, indirettamente, la socialità e l’immagine positiva delle proprie realtà. Pertanto, l’iniziativa del Comune di Taurianova di candidarsi a capitale italiana del libro non può che vederci in prima linea a supporto di questa azione. E siamo orgogliosi che abbia già superato le preselezioni del Ministero, rientrando tra le cinque finaliste. Restiamo quindi in trepidante attesa, speranzosi che la città, già famosa per l’infiorata, possa aggiungere un altro fiore al suo occhiello.”

A dirlo è Giusi Princi, vicepresidente della Regione Calabria, con delega ad istruzione e cultura, commentando favorevolmente la proposta di Taurianova, che a giorni dovrebbe avere il responso da parte della Commissione ministeriale.

“Quello ottenuto fin qui è già un ottimo risultato, sintomo – evidenzia Princi – che il progetto è solido e ben radicato nei valori che la manifestazione nazionale intende. Calabria è sinonimo di storia, di cultura. Da sempre. Strumenti che dobbiamo solo imparare a valorizzare al meglio come volano di sviluppo a 360 gradi. Perché raggiungere un risultato del genere significa anche muovere tutto l’indotto turistico, commerciale, non solo socio-culturale. Pertanto, mi congratulo per lo spirito d’iniziativa avuto dalla ridente cittadina di Taurianova, da sempre molto attiva culturalmente. È questo lo spirito giusto che incarna alla perfezione il modus operandi di una Regione che, col presidente Roberto Occhiuto, ha dato una netta sterzata ad un modo di fare troppo passivo. La Calabria ha bisogno di tutte le sue forze migliori per raccontare di sé la grande voglia di riscatto”.

“L’auspicio è che sia proprio Taurianova – conclude la vicepresidente Princi -, da tradizione terra di grandi scrittori, intellettuali e poeti, a diventare la Capitale 2024, che vorrebbe dire affidare proprio alla conoscenza, alla cultura, il riscatto di un’intera Regione. Del resto, Taurianova ha una storia consolidata in materia, avviata già nel 2017 con ‘Taurianova Legge’ e implementata, al meglio, fino ai nostri giorni attraverso una serie di iniziative culturali che hanno posto sempre il libro come protagonista assoluto, come motore e chiave del cambiamento di questa importante realtà dell’Area Metropolitana di Reggio e della Calabria tutta”.

Associazione Anassilaos: “La ricostruzione dopo il terremoto del 28 dicembre e l’opera di Giuseppe De Nava”

Con un incontro sul tema “La ricostruzione dopo il terremoto del 28 dicembre e l’opera di Giuseppe De Nava”, a cura del Prof. Renato Laganà, architetto, già docente dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria nonché studioso delle vicende storiche della Città di Reggio Calabria, che si terrà giovedì 8 febbraio alle ore 16,45 presso la Sala Giuffrè della Villetta de Nava prendono avvio le manifestazioni commemorative del Centenario della morte dello Statista reggino (27 febbraio 1927) promosse dalla Biblioteca De Nava e dall’Associazione Culturale Anassilaos con il patrocinio del Comune e della Deputazione di Storia Patria per la Calabria. Introdurrà e modererà l’incontro la Prof.ssa Antonella Postorino, Responsabile del Centro Studi Cultura dell’Architettura e del Paesaggio dell’Associazione Anassilaos. Parteciperà la Dott.ssa Daniela Neri, Responsabile della Biblioteca. Lontano dalle beghe e dai contrasti politici e amministrativi che hanno caratterizzato tanta parte della vita politica reggina tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento (almeno fino al 28 dicembre 1908) subito dopo il sisma Giuseppe De Nava, anche in virtù del suo ruolo di esponente del Governo nazionale, si adoperò per la ricostruzione della sua città mediando tra i diversi interessi e gli accesi contrasti che non mancarono anche dopo il terremoto. L’omaggio a De Nava proseguirà in Biblioteca nei giorni successivi: giovedì 15 febbraio con un incontro sul tema “Il quadro culturale e letterario calabrese e reggino tra la fine dell’Ottocento e i primi venti anni del Novecento” con la partecipazione della Prof.ssa Francesca Neri, studiosa di letteratura e l’intervento della Dott.ssa Daniela Scuncia con alcune note sull’arte figurativa reggina e calabrese tra la fine dell’Ottocento e i primi venti anni del Novecento (introdurrà la Prof.ssa Pina De Felice, Responsabile Poesia Associazione Anassilaos; giovedì 22 febbraio con l’inaugurazione di una mostra dedicata allo statista a cura della Biblioteca “Pietro De Nava” e dell’Associazione Culturale Anassilaos (con documenti della stessa Biblioteca e della collezione di Giuseppe Diaco) e l’intervento del Prof. Antonino Romeo, studioso di storia e Deputato della Deputazione di Storia patria per la Calabria, sull’ultimo anno di vita di De Nava; martedì 27 febbraio con un incontro con gli allievi dell’I.C. Vitrioli-Principe di Piemonte allo scopo di far conoscere alle più giovani generazioni la figure più significative della Città e la partecipazione del Dott. Fabio Arichetta, Studioso di Storia, Deputato della Deputazione di Storia Patria per la Calabria nonche responsabile del Centro Studi per la Storia Moderna e Contemporanea “Rosario Romeo” dell’Associazione Anassilaos. Dati i lavori di restyling della Piazza intitolata a De Nava e del monumento a lui eretto una corona d’alloro con nastro tricolore e amaranto sarà affissa a lato della grande immagine di De Nava conservata presso la Villetta che egli donò per testamento alla Comunità reggina quale Biblioteca a condizione che venisse intitolata allo scomparso fratello Pietro.

CALABRIA – Semidei, il Docufilm tra le cinquine finaliste dei Nastri d’argento. Princi e Grande: “Orgogliosi che i Bronzi siano stabilmente su palcoscenici nazionali”

“Il docufilm sui Bronzi di Riace Semidei è tra le cinque finaliste del premio Nastri d’argento, riconoscimento nazionale di settore. Si tratta di un lavoro cofinanziato da Regione Calabria e Calabria Film Commission. Siamo fieri ed orgogliosi di questo risultato e ci auguriamo lo siano tutti i calabresi”.

A dirlo sono Giusi Princi, vicepresidente della Giunta regionale della Calabria, e Anton Giulio Grande, commissario della Fondazione Calabria Film Commission, salutando con fervore la notizia dell’ingresso di Semidei tra le cinquine finaliste dei Nastri d’Argento 2023, riconoscimento istituito dal Sindacato nazionale giornalisti cinematografici italiani.

Selezionato tra gli oltre 130 documentari proposti nel 2023 dai festival più importanti o nelle rassegne specializzate e poi proposti in sala o presentati anche su reti o piattaforme televisive, “Semidei”, con la regia del reggino Fabio Mollo e di Alessandra Cataleta, si è guadagnato un posto nella top five nella sezione “Cinema, spettacolo, cultura”. Si giocherà la vittoria finale con “Enzo Jannacci – Vengo anch’io” di Giorgio Verdelli, “Io, noi e Gaber” di Riccardo Milani, “Kissing Gorbaciov” di Andrea Paco Mariani e Luigi D’Alife e “Profondo Argento” di Giancarlo Rolandi e Steve Della Casa.

“Cofinanziare questo prodotto è stata una scelta ben ponderata e oggi possiamo dire ampiamente ben riuscita – evidenziano inoltre Princi e Grande – risultati come quello dell’ingresso nelle cinquine sono riscontri importanti che premiano una Calabria caratterizzata dai bronzi e dalla storia che ne accompagna mezzo secolo di storia dal loro ritrovamento con interviste e documenti inediti, testimonianze dirette. Tramite Semidei la Regione Calabria ha inteso mandare al mondo un messaggio ben preciso: siamo una terra dalle forti radici identitarie legate alla Magna Grecia che ne caratterizza la cultura e i valori dell’inclusione, dell’integrazione, del rilancio culturale e del riscatto sociale. E la produzione, Palomar, è riuscita perfettamente a raccontare questo, con una chiave moderna. Pertanto – concludono -, siamo molto soddisfatti del successo che il docufilm sta riscuotendo a più livelli. Oggi, ancora una volta, vince la Calabria, vincono i calabresi e chi crede nella cultura come motore di cambiamento e di sviluppo”.

Associazione Culturale Anassilaos: Giorno della Memoria 2024

La memoria difficile e il nuovo antisemitismo” è il tema dell’incontro promosso dall’Associazione Culturale Anassilaos congiuntamente con lo Spazio Open  in occasione del Giorno della Memoria che si terrà sabato 27 gennaio alle ore 17,15 presso lo Spazio Open di Via Filippini.  Introdurrà il Dott. Fabio Arichetta, Responsabile Centro Studi “Rosario Romeo” dell’ Associazione Anassilaos, interverrà il Prof. Antonino Romeo, Deputato della Deputazione Storia patria per la  Calabria, parteciperà il Dott. Vincenzo Musolino, Responsabile del Centro Studi “Aldo Capitini” dell’Associazione Anassilaos. E’ ormai da molti anni che l’Associazione Anassilaos si affida al Prof. Romeo in occasione di quella giornata le cui finalità sono nel nostro Paese fissate dagli  articoli 1 e 2 della 20 luglio 2000 n. 211 «La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.” La Giornata della Memoria si celebra quest’anno in un contesto assai inquietante e problematico: l’atroce attacco di Hamas del 7 ottobre prima e poi la feroce reazione israeliana, che a Gaza ha cancellato ogni forma di vita e di civiltà, hanno riproposto in primo piano il tema dell’antisemitismo, che ritenevamo accantonato dopo la tragica esperienza di Auschwitz e dopo che per decenni abbiamo ripetuto un assai rituale “mai più“, diventato purtroppo un amaro “ancora una volta“: Ci sembra pertanto opportuno –scrive Antonino Romeo – ragionare quest’anno sui tanti motivi per cui il pur lodevole impegno delle istituzioni pubbliche e private non è riuscito ad impedire l’eterno riaffiorare dell’odio antiebraico, alimentato da secoli di pregiudizi e di discriminazioni. In tale ottica si impone l’analisi storica delle varie “stazioni” per le quali, a dirla con Agnes Heller, è passato il treno dell’antisemitismo, ma è anche necessario porsi una domanda esplicita sul tipo di società che vogliamo costruire, se inclusiva e aperta a tutti o espressione dell’idea ancestrale della terra e del sangue come fondamento e garanzia della comunità nazionale.

REGGIO – Ricordare perché non accada più: anche la scuola reggina celebra la giornata della memoria

Ricordare perché questo non accada più. Questo è la finalità insita nella legge dello Stato n.211 del 20 luglio 2000 che riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, ”Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah(sterminio del popolo ebraico),le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetti i perseguitati.
La legge si rivolge in prima battuta alle scuole perché in tale circostanza favoriscano momenti di riflessione su quelle tragiche vicende in modo da conservare nel futuro dei ragazzi e dei giovani, quindi nel futuro dell’Italia la memoria di un oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa e affinchè simili eventi non possano mai più accadere.
Ravvisiamo, perciò, la necessità, ancor più oggi, che anche la scuola reggina sappia costruire percorsi di educazione alla conoscenza e al rispetto dei diritti di ogni uomo, al dialogo, alla solidarietà, alla collaborazione, alla giustizia, alla pace, ossia a quei valori che sono le fondamenta su cui si regge uno stato democratico.
Il “Giorno della Memoria” troverà ,come è tradizione anche nella scuola reggina, quella attenzione e sensibilità sempre dimostrate nel suo consolidato attaccamento ai valori fondamentali della convivenza fra i popoli, valori verso i quali la scuola stessa deve confermare il suo ruolo di protagonista.
Conservare la memoria mediante il diretto coinvolgimento dei giovani consente di favorire la crescita di generazioni con una più solida coscienza civile,in grado di porre in primo piano la tolleranza,il rispetto per le diverse opinioni,tradizioni culturali e religiose,la convinzione della centralità della persona e dei suoi diritti fondamentali.
Oggi il presente è caratterizzato da una conflittualità militare sempre più estesa, da troppi scenari di guerra dall’Est all’Ovest. Come più volte ha detto il Papa “ siamo in presenza di una terza guerra mondiale a pezzi”. E’ evidente, perciò, che non è possibile riflettere oggi sul ‘giorno della memoria’ senza ragionare sui conflitti in atto e sui conflitti che all’ombra dell’Occidente si sono consumati nel frattempo.
Siamo ancorati all’idea della impossibilità della guerra e all’inevitabilità della ace, consapevoli che a via delle trattative e della pace non ha alternative, visto che le armi atomiche disponibili, se utilizzate, avrebbero effetti devastanti sula vita del pianeta.
Odio, intolleranza,razzismo ,antisemitismo, violenze sono ,infatti,presenti nella nostra società e in tante parti del mondo ma è un grave errore minimizzarne la pericolosità.
La globalizzazione che ha comportato cambiamenti rapidi e stravolgenti – le grandi migrazioni, i timori per lo smarrimento della propria identità, la paura del futuro dai contorni incerti – può far riemergere dalle ombre del passato fantasmi, sentimenti, parole d’ordine, tentazioni semplificatrici, scorciatoie pericolose e nocive amplificate dai media.
Contro queste minacce ,contro il terrorismo, contro il razzismo e la violenza dell’intolleranza serve cooperazione internazionale, servono coraggio e determinazione. E’ necessario, soprattutto, consolidare quegli ideali di democrazia, libertà, tolleranza, pace, eguaglianza, serena convivenza sui quali è stata riedificato l’Europa dalle macerie della seconda guerra mondiale.
Sono principalmente i giovani che devono vigilare perché nell’oggi e in futuro la violenza e l’arroganza non spengano la speranza di tutti noi in un mondo più libero e giusto,in cui tutti possano vivere con pari dignità e rispetto reciproco.
Le celebrazioni della memoria devono stimolare i nostri giovani studenti a partecipare democraticamente alla vita delle istituzioni che esistono ed esisteranno solo perché ci saranno loro a farle vivere con il loro impegno. Votare alle elezioni, interessarsi all’attualità del mondo che li circonda devono essere visti come un dovere civico.
Il nostro Paese oggi più che mai ha bisogno di un’etica pubblica condivisa di indignazione rispetto alla violenza,al razzismo, alla intolleranza.
L’Unione Europea, nonostante tutto, deve continuare ad essere un progetto di pace e di convivenza, capace di guardare oltre i nazionalismi. Capace di guardare avanti perché consapevole degli errori del passato e dell’orrore della Shoah. Senza questa consapevolezza l’Europa non esiste.
Ora in questi giorni la scuola ha un compito in classe: non lasciare che la memoria si riduca ad una sola giornata. Chi più e meglio della scuola deve farsi carico di ricordare e coltivare il passato? Quando i pochi sopravvissuti, testimoni di questo olocausto, non ci saranno più, chi dovrà raccontare dei milioni di morti, del filo spinato, dei vagoni blindati, delle camere a gas, dei forni crematori? Quando l’ultima voce sopravvissuta ad Auschwitz, Birkenau, Dachau si spegnerà, sarà la scuola a fare da registratore e amplificatore. Tanti ragazzi non sanno. Troppi sanno in maniera approssimativa. Ben venga dunque il giorno della memoria e il minuto di silenzio anche per le vittime delle odierne guerre. Ma dopo quel silenzio la scuola e le famiglie non smettano mai di parlarne.