Si pensava che, al massimo, sarebbe rientrato dalla finestra “salvato” dalla prescrizione. E invece Giuseppe Falcomatà farà ritorno a Palazzo San Giorgio dall’ingresso principale. Da assolto.
La sentenza dal contenuto quasi inaspettato, l’annullamento senza rinvio, è arrivata ieri sera intorno alle 21 a Roma presso la Corte di Cassazione, alla quale il sindaco oggi prosciolto aveva fatto ricorso avverso la decisione della Corte d’Appello reggina che l’aveva condannato ad un anno per abuso d’ufficio. Un ribaltone dopo due gradi di giudizio avversi. E dunque Falcomatà è tornato a sorridere e ha rilasciato subito delle dichiarazioni di sollievo dopo la vicissitudine giudiziaria che l’ha visto coinvolto assieme ad altri consiglieri della sua ormai ex maggioranza.
Ma se ieri ha potuto godersi il momento, sarà probabilmente più traumatico il rientro in civico consesso dove verranno presto i nodi al pettine. Durante il periodo di sospensione gli equilibri si sono modificati: a nemmeno 5 minuti dalla sentenza, Armando Neri (che era stato anche suo vice e che è stato anch’egli prosciolto ieri) ha dichiarato che passerà ai banchi dell’opposizione. Saranno “tempi supplementari” difficili, perché ad essere cambiata è anche la città, “depressa” ma-si spera- più consapevole della parabola discendente degli ultimi anni.
L’apnea di questi anni, con due facenti funzioni di scialba autorevolezza politica, ha inferto il colpo di grazia. Reggio è palude stagnante, in cui chi ha conquistato qualcosa se la tiene stretta come Gollum con il suo “tesssoro”, dove l’individualismo a cui la necessità di sopravvivenza ci ha condannati è zavorra che, giorno dopo giorno, ci logora impedendoci di fare rete e guardare l’orizzonte. Insieme.
Reggio non ha un sogno. O meglio: pensa di averlo, ma quasi nessuno è disposto a mettere in gioco il poco che ha per un bene più grande e condiviso. E allora vediamo da oggi che succederà.
Dal punto di vista politico, il ritorno di un sindaco eletto è preferibile ad una insipida reggenza. Ma come si allineeranno i pianeti in consiglio comunale? E fuori dal Palazzo su quale fiducia può contare il “restaurato” sindaco? Perché non potrà ignorare il malcontento generalizzato. E nemmeno i movimenti di opposizione, primo fra tutti quello di Massimo Ripepi, il cui progetto politico “Rheggio 743 a.C.” gode non solo di crescente apprezzamento ma anche del sostegno di Stefano Bandecchi.
Così come, dopo il ritorno in piazza per la presentazione del suo libro, Peppe Scopelliti si è investito del ruolo di interlocutore nel cdx per il nome del prossimo candidato a sindaco. Già, perché non è finito tutto con la sentenza di ieri: a novembre partirà il processo Miramare Bis in cui Falcomatà è unico imputato…