Si è tenuta questa mattina a Palazzo San Giorgio la V Commissione consiliare del Comune di Reggio Calabria, presieduta dal consigliere Giovanni Latella, con all’ordine del giorno uno dei temi più delicati e urgenti della città: la situazione degli sgomberi previsti nel Comparto 6 di Arghillà. A essere audito è stato il Gruppo Civico NOI SIAMO ARGHILLÀ – La Rinascita, rappresentato dalla presidente Patrizia D’Aguì, accompagnata da una delegazione di famiglie residenti nel comparto, coinvolte direttamente dal processo di sgombero.
Un’audizione sentita, a tratti drammatica, che ha portato all’attenzione della Commissione consiliare le testimonianze vive di chi, da mesi, vive con l’angoscia di perdere l’unico tetto sotto il quale ripararsi. «Quello che abbiamo chiesto con forza oggi – ha dichiarato D’Aguì – è chiarezza. Le famiglie non possono più vivere nell’incertezza. Ci sono troppe contraddizioni tra le informazioni che arrivano da diversi enti, dai servizi sociali all’Aterp. Si parla di alloggi alternativi, ma nessuno è in grado di dire con certezza se esistano e dove siano. Questo non è accettabile, specie per persone fragili, disabili, anziani, madri con minori».
Parole che hanno trovato eco nei volti e nelle voci dei cittadini presenti. La Presidente D’Aguì, portavoce delle numerose famiglie, ha raccontato le testimonianze di chi vive con gravi patologie in condizioni di estrema precarietà, chi ha denunciato di essere rimasto senza energia elettrica senza alcun preavviso. Un caso emblematico: una signora malata oncologica e disabile, tornata da una visita medica e trovatasi improvvisamente senza corrente elettrica nella propria abitazione, indispensabile per l’ossigenoterapia. «È inaccettabile – ha aggiunto la presidente D’Aguì – che il Comune non fosse neanche a conoscenza di queste situazioni. La distanza tra l’amministrazione e la realtà di queste persone è disarmante. Le associazioni possono dare supporto, ma non possono e non devono sostituirsi alle istituzioni».
Durante la seduta, il presidente Latella ha cercato di rassicurare i presenti, ribadendo più volte che «nessuno sarà lasciato indietro». Tuttavia, alla domanda specifica posta dalla D’Aguì – se il Comune avesse già a disposizione alloggi temporanei per ospitare le famiglie in uscita dal Comparto 6 – la risposta è stata tutt’altro che rassicurante: “forse”. Una parola che pesa come un macigno per chi, ogni giorno, convive con la paura di ritrovarsi per strada.
L’intenzione del Gruppo Civico non è quella di giustificare o promuovere l’abusivismo. La parola d’ordine, ribadita con forza più volte nel corso della commissione, è legalità. Ma – come hanno sottolineato D’Aguì e i cittadini presenti – la legalità non può essere disgiunta dalla giustizia sociale e dalla dignità. Molte delle famiglie oggi sotto sgombero non hanno occupato case già assegnate: si sono semplicemente rifugiate in alloggi lasciati vuoti dalle istituzioni, esasperate da situazioni sociali ed economiche a limite del disumano.
Oggi, con il nuovo Decreto Sicurezza 2025 che prevede persino la reclusione per chi occupa abusivamente, la tensione è alle stelle. Ma chi può concedere un affitto a famiglie prive di reddito e di qualunque garanzia, con minori a carico o invalidi in casa? Questa è la domanda che serpeggia tra gli abitanti di Arghillà. Ed è una domanda senza risposta.
NO all’abusivismo, ma così si rischia di colpire i più deboli.
Il Gruppo Civico ha chiesto di essere riconvocato anche in altre commissioni consiliari, per continuare a portare alla luce il grido silenzioso di un quartiere lasciato troppo spesso nell’ombra. L’obiettivo è trovare soluzioni condivise e dignitose, prima che l’ennesima emergenza sociale esploda definitivamente.
Nel frattempo, resta l’amarezza per una promessa ancora disattesa: quella di una città che non lascia indietro nessuno. Arghillà, ancora una volta, aspetta risposte.