Ars lucrative in grande spolvero, ognuno ha il millennio che si merita

Ogniqualvolta un soggetto nomina il Medioevo in chiave denigratoria, uno studioso imparziale si accascia esanime al suolo.

Una litania martellante proferita al fine di sovrastimare, tramite chiaroscuro, i mediocri standard dei giorni nostri.

Introduco tali considerazioni con lo scopo di esaminare le cause di un declino apparentemente inarrestabile.

Nello specifico, la scienza politica, sorta dalla necessità di organizzare e pianificare la vocazione dell’uomo alla socialità, patisce l’infermità delle ars lucrative.

Sussiste infatti un collante tra le arringhe dei politici e la logica di profitto: il primordiale istinto di sopravvivenza.

Questo, nel tanto bistrattato Medioevo, si era capito. Ma – se volessimo andare indietro nel tempo – i greci arcaici avevano già riconosciuto nelle “finalità democratiche”, le aspirazioni carrieristiche della classe media.

Altri uomini, altri valori. Il capitalismo aggressivo del ventunesimo secolo non concede sconti e avviluppa il reame politico, nella pretesa di imporsi quale metro assoluto. Così, anche coloro che hanno intrapreso studi umanistici e scientifici, ambiscono al modello antropologico del dirigente d’azienda o dello speculatore e perciò sviluppano il loro bagaglio professionistico certi della proficuità del loro investimento.

Sarà per questo che, oggi, mi sono ritrovato all’interno di una sala sfarzosa del Comune di Reggio Calabria, non più dimorato da veri Signori (categoria ormai in estinzione), ma infestato da imbonitori i quali misurano le parole parimenti ad un’operazione di mercato, dove i punti cardinali di una civiltà sono vilipesi e sbeffeggiati nel nome della credibilità, della reputazione, della flessibilità e altre sciocchezze partorite sotto l’ombrello della volgarità.

 

REGGIO – Arrestato in flagranza dalle Volanti un 51 enne reggino per atti persecutori nei confronti dell’ex compagna

Gli Agenti delle Volanti, con tempestività e professionalità, sono intervenuti sul lungomare Falcomatà a seguito di richiesta di aiuto pervenuta presso la Sala Operativa della Questura di Reggio Calabria da una donna minacciata di morte dall’ex compagno. La segnalazione ha permesso agli Agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico di arrestare un 51enne reggino per i reati di atti persecutori.

La vittima è stata soccorsa da due Volanti mentre si trovava sul lungomare Falcomatà intorno alla mezzanotte a distanza di pochissimo tempo dalla richiesta di aiuto al 113 della Questura. La presenza del personale di Polizia ha interrotto la condotta persecutoria e violenta dell’uomo che ha tentato di allontanarsi a bordo della sua autovettura ma è stato raggiunto immediatamente dalla Volante che lo ha fermato nella vicina via Matteotti. A seguito di perquisizione, all’interno della sua auto sono state rinvenute e sequestrate un paio di forbici e un coltello a serramanico.

La donna ha dichiarato agli Agenti che il suo ex compagno aveva poco prima minacciato di morte lei, il loro figlio minore ed un suo conoscente ed aveva danneggiato la fiancata dell’auto della vittima con un oggetto appuntito che stringeva in mano. Quanto denunciato dalla donna è stato confermato dalla visione dei video dei sistemi di videosorveglianza presenti nell’area teatro dell’aggressione, opportunamente estrapolati e visionati dal personale dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura.

La vittima, i primi giorni di giugno, aveva denunciato che da circa un anno il suo ex compagno, che non ha mai accettato la fine del loro rapporto, aveva posto in essere condotte vessatorie e violente sfociate anche in minacce proferite alla presenza del figlio minore, danneggiamenti e pedinamenti continui, nonché insistenti telefonate.

L’uomo è stato dichiarato in stato di arresto per atti persecutori e denunciato per minacce e danneggiamento aggravato, nonché possesso ingiustificato di strumenti idonei a recare danno alla persona. L’Autorità Giudiziaria ha disposto per l’arrestato la misura degli arresti domiciliari.

LAZZARO (RC) – Esalazioni fognarie preoccupano e rendono le notti insonni soprattutto agli abitanti della contrada Oliveto

Un tempo nell’aria si spandeva il gradevole  profumo della salsedine misto al gelsomino, specialmente in località San Vincenzo dove la pianta veniva coltivata, oggi invece  giunge alle narici l’odore penetrante di fogna che ristagna nell’aria permeando di sé ogni cosa.

E’ surreale che sono state spesate oltre sette milioni di euro per un innovativo impianto di depurazioni dell’Oliveto e le criticità perdurano, anche se saltuariamente.

Con nota dello scorso 29 maggio 2021, l’ANCADIC segnalava alle articolazioni comunali di Motta SG e alla Prefettura di Reggio Calabria che da oltre due mesi il paese di Lazzaro era   invaso  soprattutto  nelle   ore   serali   da   insopportabili pestilenziali odori fognari emanate dal depuratore   dell’Oliveto. Si rappresentava che tali emissioni odorigine e le sostanze nocive in esse contenute invadono le abitazioni creando forti preoccupazioni per la salute dei cittadini che si trovano a vivere una situazione di grave disagio fisico e psicologico, che compromette il normale svolgersi e la qualità della vita quotidiana, soprattutto danneggiano fortemente la salute di quelle persone affette da patologie oncologiche che in questo paese non mancano.

Si invitava l’Amministrazione comunale a intervenire con immediatezza per la soluzione definitiva della criticità. Il fenomeno olfattivo si è continuato a registrare nei giorni successivi, per ultimo per tutta la nottata tra il 22 e il 23 giugno, tant’è che intorno alle ore 5,30 mi recavo presso il depuratore dell’Oliveto e  percepivo in modo discontinuo i miasmi provenienti dall’impianto.

Constatavo che l’alveo soltanto in quel tratto  era stato interessato dallo scorrimento delle acque di n.d.d.. e lo stesso dal depuratore alla spiaggia è interessato da alta e fitta vegetazione spontanea che rappresenta pericolo d’incendio.

Riscontravo un intervento maldestro eseguito su un pozzetto di raccolta delle acque fognarie situato sotto il ponte ferroviario lato monte, giacché è stata collocata una tubazione in polietilene posta in alto e lungo il ponte ferroviario che scarica continuamente liquami nel precitato pozzetto, la cui copertura è rimasta sollevata per la presenza della tubazione.  Lo stato dell’arte ci induce a  richiamare l’attenzione sulla relazione di sopralluogo redatta dai tecnici della Città metropolitana di Reggio  Calabria

 

– Unità di Progetto Speciale “Difesa del suolo e valorizzazione Demanio idrico”, a seguito di sopralluogo eseguito in data 2 settembre 2019 presso il  vicino torrente Saitta su segnalazione dell’ANCADIC in cui si legge tra l’altro:: “”l’accertamento tecnico esperito ha consentito, altresì, di riscontrare  che  all’interno del torrente Saitta confluiscono tubazioni di scarico delle abitazioni adiacenti di incerta natura (acque bianche o acque nere), nonché la presenza di pozzetti d’ispezione presumibilmente relativi a condotta fognaria. Quanto accertato impone un’attenta riflessione sull’uso del territorio ed in particolare delle aree demaniali fluviali la cui funzione è solo quella di far defluire le acque a regime torrentizio provenienti dall’intero bacino imbrifero che lo caratterizza”.

Da qui la necessità e l’urgenza più volte rappresentata nel corso degli anni dall’ANCADIC e dal Comitato Torrente Oliveto di delocalizzare soprattutto le condotte aeree idriche e fognarie e le pompe di sollevamento che si trovano nell’alveo fluviale  che in caso di piena del torrente verrebbero spazzate dalle acque torrentizie con conseguenze gravissime per la salute dei cittadini, soprattutto per gli abitanti delle aree circostanti.

Sono state ancora una volta invitati gli Enti competenti a porre in essere quanto necessario al fine di realizzare le opere per rimuove la situazione di pericolo per la salute e la pubblica e privata incolumità.

 

Vincenzo CREA

Referente unico dell’A.N.CA.DI.C

e Responsabile del Comitato spontaneo “Torrente Oliveto”

 

REGGIO – Dal 25 giugno accreditate le pensioni del mese di luglio

Poste Italiane comunica che in provincia di Reggio Calabria le pensioni del mese di luglio verranno accreditate a partire da venerdì 25 giugno per i titolari di un Libretto di Risparmio, di un Conto BancoPosta o di una Postepay Evolution. I titolari di carta Postamat, Carta Libretto o di Postepay Evolution potranno prelevare i contanti dai 110 ATM Postamat disponibili in provincia, senza bisogno di recarsi allo sportello.

In continuità con quanto fatto finora e con l’obiettivo di evitare assembramenti, il pagamento delle pensioni in contanti avverrà secondo la seguente turnazione alfabetica che potrà variare in base al numero di giorni di apertura dell’Ufficio Postale di riferimento:

Pertanto,

i cognomi

dalla A alla B venerdì 25 giugno

dalla C alla D sabato mattina 26 giugno

dalla E alla K lunedì 28 giugno

dalla L alla O martedì 29 giugno

dalla P alla R mercoledì 30 giugno

dalla S alla Z giovedì 1°luglio.

 

Poste Italiane ricorda inoltre che i cittadini di età pari o superiore a 75 anni che percepiscono prestazioni previdenziali presso gli Uffici Postali e che riscuotono normalmente la pensione in contanti, possono richiedere, delegando al ritiro i Carabinieri, la consegna della pensione a domicilio.

Le modalità di pagamento anticipato delle pensioni hanno carattere precauzionale e sono state introdotte con l’obiettivo prioritario di garantire la tutela della salute dei lavoratori e dei clienti di Poste Italiane. È necessario indossare la mascherina protettiva, entrare nell’Ufficio Postale solo all’uscita del cliente precedente e tenere la distanza di almeno un metro, sia in attesa all’esterno sia nelle sale aperte al pubblico.

Poste Italiane ricorda inoltre che negli uffici postali abilitati della provincia di Reggio Calabria è possibile prenotare il proprio turno allo sportello tramite WhatsApp. Richiedere il ticket elettronico con questa modalità è molto semplice: basterà memorizzare sul proprio smartphone il numero 3715003715 e seguire le indicazioni utili a conseguire la prenotazione del ticket. Per gli uffici abilitati alla prenotazione su WhatsApp, è stata riattivata anche la possibilità di prenotare il proprio turno allo sportello da remoto direttamente da smartphone e tablet utilizzando l’app “Ufficio Postale” oppure da pc collegandosi al sito poste.it, senza la necessità di registrarsi.

Per conoscere gli uffici abilitati alla prenotazione del ticket da remoto e per ulteriori informazioni, è possibile consultare il sito www.poste.it o contattare il numero verde 800 00 33 22.

 

REGGIO – Filomena Iatì segnala la gestione “anomala” degli impianti amminstrativi

“La seduta della Commissione Controllo e Garanzia sulla tematica relativa all’impiantistica sportiva ha avuto il merito di scoperchiare, senza possibilità di interpretazioni dubbie sul disordine imperante, il guazzabuglio che contraddistingue l’agire dell’Amministrazione Falcomatà indecentemente indifferente alla tutela dell’interesse collettivo”. La vibrante contestazione viene recapitata dall’avvocato Filomena Iatì, consigliere comunale di “Impegno e Identità”, rimasta basita davanti ai metodi poco ortodossi che distinguono la conduzione degli impianti sportivi nella città di Reggio Calabria. Già il 25 febbraio, poco dopo essere venuta a conoscenza, “complice” l’audizione della Dirigente Loredana Pace, che “la morosità è una costante permanente al Comune”, aveva formalmente inoltrato una richiesta di accesso agli atti. Una istanza che, finita su un muro di gomma respingente, ha reiterato il 15 marzo, il 21 aprile e ancora, il 3 ed il 10 giugno. Questo dinamismo si è acquietato soltanto a poche ore dall’audizione, fissata per la mattinata di oggi, martedì, dell’assessore Palmenta e di un funzionario del Settore Sport. “Finalmente – chiarisce Filomena Iatì – dopo quattro mesi abbondanti sono entrata in possesso dell’elenco delle strutture sportive gestite dal Comune e di quelle la cui conduzione è, invece, affidata alle società. Diverse sono le anomalie che ho potuto riscontrare, a cominciare da quella riguardante lo stadio ‘Granillo’ che fa riferimento ad una specifica delibera della Giunta comunale. Un provvedimento sul quale non ci sarebbe alcunché da eccepire se non fosse che esso fa riferimento all’agosto del 2021, dunque ad una data, calendario romano attualmente in vigore, ancora di là da venire”. Non è certo questa l’unica singolarità emersa: “Ciò che lascia sconcertati – incalza la rappresentante del Movimento diretto da Angela Marcianò – è che, nel corso della riunione svoltasi stamane, non ho ricevuto alcuna risposta in merito a quanto il Comune di Reggio Calabria effettivamente ricava dalle strutture affidate alle Federazioni sportive. Le società, infatti, pagano direttamente l’Amministrazione sulla base del numero di ore comunicate dalle stesse Federazioni. Una procedura che nulla ci dice circa l’esatta quantificazione dei canoni che dovrebbero essere corrisposti. Permangono, poi, situazioni, misteriosamente confuse: a mero titolo di esempio, chi si è visto assegnare la concessione di Parco Caserta dovrebbe pagare una cifra annua pari a 50 mila euro, somma che, tuttavia, risulta essere non versata dal lontano 2016. La motivazione addotta oggi- ricostruisce il consigliere comunale Iatì – risiede nella circostanza che, avendo la società in oggetto eseguito vari interventi, si agisce in compensazione. Ma la domanda sostanziale e primaria continua a rimanere inevasa: quanto incassa il Comune e quanto l’ente spende per la manutenzione? In effetti, questa mattina il funzionario di settore ha evidenziato le entrate in previsione che si aggirano intorno ai 200 mila euro ma, nella realtà dei fatti, a quanto ammontano le entrate per l’Ente? E’ indiscutibile che ci si trovi di fronte ad una gestione degli impianti sportivi sui generis. E’, peraltro, irritante, che dopo sette anni di ininterrotto regno Falcomatà ci sia ancora qualcuno che, in rappresentanza della maggioranza, giustifichi tali singolari modalità di sconsiderata amministrazione ritornando indietro nel tempo fino al periodo in cui a Palazzo San Giorgio sedeva la triade commissariale. Strutture all’epoca chiuse furono recuperate venendo affidate alle società sulla base dell’accordo che i canoni sarebbero stati ‘scontati’ effettuando interventi di manutenzione. roppo comodo persistere nell’azione di nascondimento rispetto agli obblighi di responsabilità in capo all’attuale Governo della città”.
“Nessuno – ci tiene a precisare il consigliere di ‘Impegno e Identità’ – mette in dubbio il sacro principio per cui gli impianti debbano essere concretamente fruibili per chiunque, dando così, a prezzi modici, la possibilità a tutti di praticare l’attività sportiva. Un valore così nobile, tuttavia, non contempla che i canoni da pagare non siano saldati. La verità, ulteriormente confermata dai fatti emersi stamattina in Commissione, è che l’Amministrazione Falcomatà non ha la capacità di riscuotere i tributi. La realtà drammatica – ha riscontrato Filomena Iatì – è che sull’impiantistica sportiva, mentre ancora rimaniamo in attesa del bando relativo ai campi di Ravagnese e di Viale Messina, si sta aprendo una crepa smisurata”.

REGGIO – Anas consegna lavori di adeguamento sismico del ponte “Pantano Grande”

Anas (Gruppo FS Italiane) ha consegnato i lavori di adeguamento sismico del Ponte ‘Pantano Grande’, al km 65,950 della strada statale 106 ‘Jonica’, tra i comuni di Bruzzano e Brancaleone in provincia di Reggio Calabria. I lavori che ricadono nell’Ambito dell’Accordo Quadro per il monitoraggio e la manutenzione straordinaria delle opere d’arte della Struttura Territoriale Calabria. sono stati aggiudicati all’impresa TANK SRL con sede a Roma. L’appalto , che prevede la ricostruzione del Ponte Pantano Grande sulla Fiumara di Bruzzano in nuova sede e la realizzazione di una rotatoria per il collegamento del nuovo tratto con la SS106 in esercizio, permetterà un miglioramento dell’intersezione tra la 106 Jonica e la SP 68. L’importo complessivo di investimento per i lavori è pari a € 3 milioni e 700 mila euro. I lavori avranno una durata di circa un anno con una apertura al traffico prevista per la prossima estate.

REGGIO – Morto ieri Gioacchino Campolo, il “re dei videpoker”

Si è spento ieri all’età di 82 anni, Gioacchino Campolo, soprannominato “il re dei videopoker”, noto per il suo coinvolgimento in rilevanti vicende giudiziarie.

Ad annunciarne la dipartita, è la figlia Adriana Campolo attraverso una lettera, che di seguito è riportata:
Buongiorno, mi chiamo Campolo Adriana, figlia di Gioacchino Campolo. Prima che l’evento doloroso che ha investito la mia famiglia diventi argomento di cronaca e non di dolore, comunico all’intera città, quella che lo amava e lo conosceva e quella che lo ha pugnalato, accusato e che forse non sarà così affranta per questa notizia, che giorno 22 giugno mio padre è deceduto.
Chiedo il massimo riserbo, in primis per rispetto di un essere umano e di un padre, ma anche per la circostanza che vede una figlia procedere ad una denuncia in questura per evidenti errori nella gestione di mio padre come paziente, anziché poter piangere e vivere il dolore che la perdita di un padre speciale come lui porta nel cuore.
La cronaca giudiziaria la conoscete tutti e dato che nessuno ha voluto ascoltarmi per fare uscire la verità in quel contesto, chiedo in ugual modo indifferenza rispetto ad un dolore immenso.
Mio padre è e sarà sempre un uomo e un padre esemplare ed il rispetto della morte e del dolore credo fermamente debba prescindere da qualsiasi articolo che richiami fatti che di cronaca attuale non hanno nulla. Specialmente, chiedo, che non vengano pubblicate a corredo di tale lettera, alcuna foto che nulla riguarda la notizia che state diffondendo.
Se tutto ciò verrà pubblicato, vi dico grazie per avermi ascoltato almeno una volta, anche se troppo tardi.
Adriana Campolo

 

REGGIO – Celebrato il 247esimo anniversario di fondazione del Corpo della Guardia di Finanza

Oggi, con una sobria cerimonia militare organizzata, nel rispetto delle previsioni normative vigenti in tema di contagio da COVID-19, all’interno della caserma “Salvatore Caravelli”, sede del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, si è celebrato a livello locale il 247° anniversario di fondazione del Corpo.
Alla presenza del Prefetto di Reggio Calabria, S.E. dott. Massimo Mariani, dei Comandanti dei Reparti insistenti nella provincia, di una rappresentanza del personale dipendente, dell’ANFI e del COBAR, è stata deposta una corona d’alloro presso il monumento dei caduti, posto nel piazzale interno della caserma.
Nel corso della cerimonia è stata data lettura del messaggio del Presidente della Repubblica e dell’ordine del giorno del Comandante Generale della Guardia di Finanza.
Il Comandante Provinciale, Col. t. ST Maurizio Cintura, ha poi rivolto sentite parole di ringraziamento per il contributo fornito da tutti i finanzieri che si adoperano quotidianamente per la tutela della legalità e la salvaguardia dell’economia sana del territorio, esortandoli, nel contempo, a proseguire con la consueta determinazione, l’impegno e la dedizione che da sempre ne contraddistingue l’operato.
Nel corso del 2020 i reparti dipendenti dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria hanno eseguito 598 controlli per assicurare il rispetto delle misure di contenimento della pandemia, nonché 6.321 interventi ispettivi e 811 indagini per contrastare le infiltrazioni della criminalità economica e organizzata nel tessuto economico e sociale: un impegno “a tutto campo” a tutela di famiglie e imprese in difficoltà e a sostegno delle prospettive di rilancio e di sviluppo del Paese.
Nel corso del 2020 la Guardia di Finanza ha dedicato una particolare attenzione agli illeciti in materia di spesa pubblica e a tutte le condotte che, mettendo a rischio la legalità e la trasparenza che devono connotare l’azione della Pubblica amministrazione, pregiudicano la corretta allocazione delle risorse, favorendo sprechi, truffe, malversazioni e indebite percezioni.
1.136 sono gli interventi complessivamente svolti a tutela dei principali flussi di spesa, dagli appalti agli incentivi alle imprese, dalla spesa sanitaria alle erogazioni a carico del sistema previdenziale, dai fondi europei alla responsabilità per danno erariale, cui si aggiungono 252 deleghe d’indagine concluse in collaborazione con la Magistratura.
ordinaria.
Le frodi scoperte dai Reparti in danno del bilancio nazionale e comunitario sono state pari a circa 8 milioni di euro, mentre si attestano su circa 25 milioni quelle nel settore della spesa previdenziale, assistenziale e sanitaria, con un numero di soggetti denunciati complessivamente pari a 785.
Con riguardo alle risorse indebitamente richieste o conseguite in relazione ai Fondi Strutturali o a quelle gestite centralmente dalla Commissione europea (cc.dd. “spese dirette”), sono state accertate frodi per oltre 3 milioni di euro.
Si tratta di attività che hanno quasi sempre una ricaduta sul versante erariale, nell’ambito del quale sono stati segnalati alla Magistratura contabile danni per oltre 32 milioni di euro, a carico di 249 soggetti, in tema di responsabilità amministrativa.
In materia di spesa previdenziale e assistenziale, sono stati eseguiti complessivamente
840 controlli, che hanno consentito di accertare l’indebita corresponsione e/o richiesta di prestazioni non spettanti per circa 5 milioni di euro. Con riguardo alla sola spesa previdenziale (assegni sociali, pensioni di guerra, invalidità civile e altre) sono state accertate frodi per oltre 663 mila euro.
Tra i controlli in materia di prestazioni sociali agevolate, il Corpo ha realizzato uno specifico dispositivo operativo volto al contrasto dei fenomeni di illecita apprensione del “reddito di cittadinanza”. Gli interventi svolti in quest’ultimo ambito, anche con il contributo dell’INPS, sono stati indirizzati, in maniera puntuale e selettiva, nei confronti delle posizioni connotate da concreti elementi di rischio e hanno permesso di intercettare circa 2,5 milioni di euro indebitamente percepiti e circa 2 milioni di euro di contributi richiesti e non ancora riscossi, nonché di denunciare all’Autorità Giudiziaria, per le ipotesi di reato previste dalla normativa di settore, 521 soggetti.
In seno al piano operativo finalizzato alla tutela della regolarità della spesa sanitaria, i Reparti hanno portato a termine 8 interventi, scoprendo frodi per oltre 20 milioni di euro.
In relazione al settore della spesa sanitaria, significativo è il dato riferito all’ammontare dei danni erariali accertati (circa 25 milioni di euro).
Passando al settore degli appalti, il valore delle procedure contrattuali risultate irregolari a seguito di mirati controlli basati su analisi di rischio, è stato pari a oltre 9 milioni di euro.
Le persone denunciate per reati in materia di appalti, corruzione e altri delitti contro la Pubblica Amministrazione sono state 86, di cui 17 tratte in arresto.
Nell’ambito delle attività svolte a tutela della spesa pubblica, sono stati eseguiti provvedimenti ablatori per un importo complessivo di oltre 1 milione di euro, mentre ammontano a circa 34 milioni le proposte di sequestro al vaglio delle Autorità Giudiziaria.
Sul fronte della tutela del mercato dei capitali, l’impegno profuso nel 2020 si è concretizzato nel sequestro di beni per un valore di oltre 5,5 milioni di euro a seguito di 11 interventi in materia di riciclaggio e auto-riciclaggio. 7 sono le persone denunciate, di cui 1 tratta in arresto. Il valore del riciclaggio accertato si è attestato ad oltre 5,5 milioni di euro.
A oltre 800 mila euro ammontano, invece, i sequestri operati nei confronti di soggetti ritenuti responsabili del reato di usura.
Con riguardo alla prevenzione, i Reparti hanno proceduto all’analisi di 253 segnalazioni di operazioni sospette, di cui 3 attinenti al fenomeno del finanziamento al terrorismo.
Nel campo dei reati fallimentari, sono stati operati sequestri di beni per un valore pari a circa 764 mila euro, su un totale di patrimoni risultati distratti di oltre 22 milioni di euro.
In applicazione della normativa antimafia, sono stati sottoposti ad accertamenti patrimoniali 661 soggetti, mentre i provvedimenti di sequestro e confisca eseguiti hanno raggiunto, complessivamente, la quota di circa 270 milioni di euro. Ammonta, invece, a circa 192 milioni di euro circa il valore dei beni mobili, immobili, aziende, quote societarie e disponibilità finanziarie proposti all’Autorità Giudiziaria per il sequestro.
Tali misure ablative ricomprendono l’esecuzione di sequestri di prevenzione, ai sensi del Codice Antimafia, per oltre 181 milioni di euro e confische in via definitiva di beni per circa 70 milioni di euro.
Sono stati eseguiti, poi, 424 accertamenti a seguito di richieste pervenute dai Prefetti della Repubblica, la maggior parte dei quali (414) riferiti alle verifiche funzionali al rilascio della documentazione antimafia.
Nell’ambito dell’attività a tutela del mercato dei beni e dei servizi, i Reparti hanno effettuato 12 interventi e dato esecuzione a 16 deleghe dell’Autorità Giudiziaria, sottoponendo a sequestro circa 50.193 prodotti contraffatti, con falsa indicazione del made in Italy e non sicuri. Sono stati segnalati alle Procure della Repubblica n. 4 soggetti
La crisi sanitaria connessa al Covid-19 ha visto la Guardia di Finanza fortemente impegnata, inoltre, nelle attività a tutela dei consumatori, principalmente volte a contrastare le fattispecie fraudolente riferite, da un lato, all’illecita commercializzazione di beni utili a fronteggiare l’emergenza epidemiologica e, dall’altro, a condotte ingannevoli e truffaldine.
In tale contesto, sono stati denunciati 95 soggetti per i reati di frode in commercio, vendita di prodotti con segni mendaci, truffa, falso e ricettazione e sottoposti a sequestro 161 mascherine e dispositivi di protezione individuale, nonché 1.244 kit diagnostici e strumenti ed apparecchi medicali.
Il controllo del territorio, del mare e dello spazio aereo sovrastante per il contrasto ai traffici illeciti è assicurato attraverso un dispositivo d’intervento unitario, che prevede l’integrazione tra le diverse componenti territoriale, investigativa, aeronavale e speciale del Corpo.
Nel corso del 2020 la Guardia di Finanza di Reggio Calabria ha proceduto al sequestro di 4.954 kg di sostanze stupefacenti, di cui 4.917 kg di cocaina, 17 kg di hashish e marijuana, 20 kg di altre droghe e 203 piante di cannabis.
Segnalate all’A.G. 81 persone, di cui 26 tratte in arresto.
Nel 2020, la Guardia di Finanza di Reggio Calabria ha impiegato complessive 2.850 giornate/persona in servizi di ordine pubblico in occasione di manifestazioni, eventi sportivi, consessi internazionali e altri eventi.
Nella provincia reggina, a seguito dell’emergenza epidemiologia, il Corpo, unitamente alle altre Forze di Polizia, ha assicurato l’attuazione delle misure di contenimento della pandemia eseguendo 598 controlli, che hanno consentito di sanzionare 388 soggetti.

REGGIO – Morti per incidente causato da buca, la Procura notifica cinque avvisi di conclusione indagini

Morirono nel 2018 cadendo dallo scooter per essere finiti in una buca. Adesso la Procura della Repubblica di Reggio Calabria ha notificato cinque avvisi di conclusione indagini nei confronti di funzionari del Comune di Reggio e dell’Anas.

I cinque sono indagati per omicidio colposo in relazione alla morte di Domenico Spinella e Maria Teresa Manto avvenuta il 2 novembre 2018 a causa di un incidente stradale avvenuto in via Nazionale a Pentimele, nella periferia nord della città dello Stretto.
Il pm Alessandro Moffa ha notificato l’avviso a Giuseppe Grimoli, l’amministratore delegato del Consorzio stabile “Aurea” di Rende (Cosenza) che stava eseguendo i lavori di rifacimento del manto stradale e della segnaletica, al mobility manager del Comune Lorenzo Benestare, al coordinatore per la sicurezza dei lavori per conto dell’Anas Vincenzo Barillà, al responsabile area compartimentale dell’Anas Luigi Mupo e all’istruttore direttivo del comando di polizia municipale Salvatore Giuseppe Garofano.
Le vittime erano a bordo di uno scooter quando “incappavano – è scritto nel capo di imputazione – con la ruota anteriore in una buca profonda, insidiosa e in alcun modo segnalata”. Una buca che, secondo il pm, era presente da almeno cinque giorni e che Spinella e Manto non sono riusciti a evitare tanto che sono stati violentemente catapultati in aria per poi impattare rovinosamente al suolo con un prolungato trascinamento sul fondo stradale”. Impatto che si è rivelato fatale. Domenico Spinella e Maria Teresa Manto morirono in pochi minuti.
Secondo la Procura, i cinque indagati con “imprudenza, imperizia, e negligenza” avrebbero abbandonato, “per diversi giorni il tratto stradale in precarie e pericolosissime condizioni” e “senza metterlo in sicurezza”.
Nell’inchiesta è indagato anche il responsabile del procedimento e dei lavori per conto dell’Anas Carlo Muscatello che, secondo i pm, “concedeva in subappalto alla ditta ‘Sgromo costruzioni’, con sede a Maida, parte delle opere senza l’autorizzazione dell’autorità competente, in particolare simulando il subappalto con un contratto di cosiddetto ‘nolo a caldo’ di attrezzature per un valore di 50mila euro”. (ANSA).

REGGIO – Rifiuti, Pizzimenti a Falcomatà: “Dichiari lo stato d’emergenza sanitaria”

Nuccio Pizzimenti, Presidente dell’Associazione “Cittadini per il Cambiamento” stavolta ritiene, che la misura sia  colma, perché il Sindaco Falcomatà, ancora oggi, caparbiamente, si ostina a mantenere un servizio porta a porta di raccolta di rifiuti: deficitario, antigienico, insalubre, che accumula enormi quantità di spazzatura non raccolta davanti ai portoni e sulla pubblica via, che spesso viene incendiata con roghi giganteschi, che immettono nell’atmosfera sostanze inquinanti con ulteriore grave discapito per la salute pubblica, che si aggiunge  alla putrefazione dell’immondizia, con olezzi nauseabondi, su cui “brulicano”: scarafaggi, topi, zanzare ed insetti vari, che, col caldo di una media di 39°, costituiscono una bomba sanitaria pericolosamente esplosiva, perché la sporcizia è veicolo di pericolose epidemie – (peste particolarmente), – tra le quali quelle veicolate specialmente dai topi. Infatti, va significato alla arrogante ignoranza del Sindaco, – (che, facendola soffrire, egli non ha rispetto della cittadinanza), –  che i topi, che “brulicano” sulla spazzatura, sono responsabili anche di quella che, volgarmente, viene chiamata: “Febbre del topo”, malattia di cui, proprio in questi giorni, si è avuto un caso di contagio in un cittadino Sloveno, residente a Monfalcone, in provincia di Gorizia; e proprio in Slovenia la “Febbre del topo” ha infettato 200  persone – (finite tutte in ospedale), – con “l’Hantavirus”, trasmesso appunto dai topi! Le malattie da Hantavirus, dicono gli studiosi, sono infezioni virali di diffusione vastissima, veicolate da topi e da roditori in genere: essi eliminano gli Hantavirus nelle: loro urine, nelle feci e nella loro saliva; e l’uomo si infetta per contatto diretto con esse, oppure per semplice inalazione del virus presente negli escreti di topi e roditori; quindi, gli ambienti da essi frequentati, sono da considerarsi a rischio, specie quando vi è un aumento della popolazione di topi e roditori, come si verifica con i cumuli di spazzatura non raccolta del Sindaco Falcomatà per le strade della nostra città!

Le particelle di Hantavirus quando raggiungono i polmoni dell’uomo, da lì invadono i vasi sanguigni, innescando poi la manifestazione clinica dell’infezione, che potrebbe trasmettersi eccezionalmente con la trasmissione interumana, se non vengono osservate precauzioni standard, ed esiste in questo senso un rischio non solo per la cittadinanza reggina, ma soprattutto per gli operatori ecologici, i quali, maneggiando i sacchetti di immondizia, frequentati dai topi, potrebbero venire a contatto con i loro escreti! 

Questo è un rischio sanitario, da evitare assolutamente; e – dice Pizzimenti, – <<Visto che il Sindaco Falcomatà non ne vuole sapere, di adottare i cassonetti intelligenti, – (da me proposti, con un’idea-progetto, presentata al Comune il 2 luglio del 2018 e discussa in apposita Commissione Comunale, senza però essere stata mai votata), – e che tali cassonetti intelligenti ci toglierebbero dai portoni la spazzatura, – e che sono stati adottati sia a Gioia Tauro, sia nella vicina Scilla e Bagnara ecc, – e visto che la città è esposta palesemente ad un rischio epidemico da non sottovalutare; adesso della  arrogante ignoranza di Falcomatà non ci interessa più niente, perché stavolta il Sindaco Falcomatà, giocoforza, in ossequio alle leggi vigenti, considerati anche gli incendi di questi giorni deve dichiarare assolutamente lo Stato di Emergenza Sanitaria,  – (provvedimento necessario a tutela della salute pubblica e più volte da me invano sollecitato a Falcomatà, insieme alla necessità dell’intervento dell’esercito per eliminare l’accumulo dell’immondizia dalle strade), –  perché il Sindaco,  non può impunemente esporre la cittadinanza ad un potenziale rischio epidemico, le cui prime vittime, sarebbero proprio gli operatori ecologici, costretti dal loro lavoro, a maneggiare la spazzatura, da cui poi, potrebbero contrarre potenziali infezioni come l’Hantavirus! Falcomatà è dunque negligente, proprio perché non ha richiesto mai né lo stato di emergenza sanitaria, né l’intervento dell’esercito, per togliere l’immondizia dalle strade, a fronte poi di una Tari salatissima, per un servizio inefficiente; per il quale, il Sindaco, non può richiedere ai cittadini il pagamento della tassa per intero, perché essa va dimezzata, come stabilisce un’apposita sentenza della Cassazione!

E visto, che Falcomatà non ha inteso dimezzare la Tari, i cittadini devono adire le vie legali, perché il Giudice Tributario, applicando la legge, condannerà di sicuro il Comune!

Insomma, Falcomatà avrebbe dovuto scegliere la soluzione migliore in materia di raccolta dei rifiuti urbani e domestici, invece si è solo insensatamente limitato ad adottare il porta a porta dell’Avr, che è un sistema inadeguato e superato da migliori tecnologie; e così ha sottoposto i Reggini a sofferenze immani, esponendoli, per giunta, come detto, ad un pericoloso rischio sanitario ed epidemico, le cui potenziali prime vittime, lo ribadiamo, sono gli operatori ecologici, la cui salute, insieme a quella di tutti i Reggini, va tutelata prioritariamente!>>. Conclude Nuccio Pizzimenti.