Alle ore 00.20, una Fiat Idea ha preso fuoco; da verificare i motivi.
Tempestivo l’intervento delle Forze dell’Ordine e dei Vigili del Fuoco, i quali hanno spento definitivamente le fiamme intorno alle 00.50.
Venerdì, in seguito ad un blitz eseguito dalla polizia, è stata posta sotto sequestro una palestra abusiva situata sopra il lido comunale.
Durante il blitz, partito da segnalazioni di un’associazione che mostrava la situazione di degrado in cui versava la struttura.
Infine, è stata sottoposta sotto sequestro la piattaforma del noto locale “Luna Ribelle”, poiché nel primo periodo post pandemia era stata usata come palestra abusiva all’aperto; infatti i possessori della palestra sono stati trovati sprovvisti della Scia (Segnalazione certificata di inizio attività), ricevendo dunque una sanzione amministrativa ed il sequestro delle attrezzature sportive.
Sono appena terminate le operazioni di delimitazione dell’area di interesse archeologico situata a Monasterace (RC), infatti in quest’ area, ormai sommersa dalle acque del mare, era situata l’antica città greca di Kaulon. Kaulon, detta anche Kaulonìa, era una colonia della magna Grecia che è stata scoperta grazie agli scavi intrapresi durante il secolo scorso.
Grazie a vari studi e ricerche si è potuta ricostruire la struttura urbanistica, caratterizzata da un organizzazione uniforme delle strade e degli isolati.
Si sta procedendo con le varie attività di sopralluogo sul sito, in modo da stabilizzare l’area. Inoltre ,dal punto di vista turistico, saranno aperte prossimamente delle prenotazioni via web per poter visitare il sito.
Le varie attività sono state condotte dal funzionario archeologo subacqueo Alessandra Ghelli, insieme al Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale-Nucleo Cosenza, il Nucleo Carabinieri subacquei Messina, ed infine con la collaborazione dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Roccella Jonica.
Credevamo che dall’apocalisse che ha colpito la nostra città negli ultimi sette anni, si sarebbero potuti salvare almeno gli istituti di partecipazione popolare. Niente, Falcomatà ormai padrone indiscusso del vapore, non risparmia neanche la sincera raccolta firme del comitato di quartiere il Popolo di Archi, depositata regolarmente circa 500 giorni fa al Comune di Reggio Calabria. Sì, 500 giorni di palleggi, scambi alla Roger Federer, ma risposte niente. La città è ormai allo sbando e a farne le spese sono i cittadini e le persone più deboli. Le inadempienze di Falcomatà non solo disattendono gli istituti di partecipazione popolare, ma evidenziano anche la totale assenza della democrazia, il blocco amministrativo e la morte socio-economica della città, che arranca dietro i vuoti proclami di un primo cittadino, il quale continua a non avere la minima idea dei disagi di tutta la cittadinanza. Lo dimostrano i fatti, a partire dalla giusta protesta, che chiama in causa il comitato di quartiere Il Popolo di Archi, il quale si è rivolto alla Commissione Controllo e Garanzia, in quanto la Via Nazionale di Archi, Gallico e Catona vive da almeno un anno e mezzo una situazione insostenibile. La questione è legata alla miriade di multe per divieto di sosta, che i cittadini si sono visti recapitare, da parte della Polizia Municipale, che ha portato i cittadini e i commercianti ad una raccolta firme. Peraltro, il danno economico che il cambio di marcia ha generato nei confronti dei negozianti, rappresenta il carico da novanta, che arriva alla fine di un periodo di grande emergenza e di cui ha sofferto soprattutto l’economia locale. Per evitare di prendere multe infatti, i cittadini ormai evitano persino di sostare sulla strada imputata e così il commercio al dettaglio ne ha risentito pesantemente. Ora i cittadini, che avrebbero diritto ad essere ascoltati, per effetto del Regolamento degli istituti di partecipazione popolare, chiedono che si dia atto alla petizione popolare, fortemente voluta da tutte quelle persone residenti, e tra questi anche disabili e donne in maternità. Eppure Falcomatà, già nel lontano 2016 andava sbandierando l’opportunità creata dalla nuova introduzione degli istituti di partecipazione popolare, strumento mai visto in una città come Reggio Calabria, ma intanto in questi anni non si è visto una sola volta dare pieno ascolto alla voce dei reggini. Soprattutto nei quartieri periferici, la situazione è drammatica a tutti i livelli, ma il sindaco fa orecchie da mercante e continua a comportarsi come se fosse il padrone del vapore, manifestando la totale incompetenza nella gestione del territorio. Le periferie poi sono quelle più penalizzate, perché da sempre lontane dai centri di potere. Ora, il Comitato Archi cerca una via d’uscita dall’impasse in cui è stata gettata la zona di Archi, Gallico e Catona, rivolgendosi, nella persona del dott. Luciano Surace, rappresentante del Comitato, alla Commissione Controllo e Garanzia. Proprio qualche giorno fa, il dott. Surace ha esposto una relazione giuridica in commissione Controllo e Garanzia, per spiegare la vicenda e ricordare al sindaco Falcomatà, che le petizioni popolari sono atti giuridici e come tale vanno rispettati. Diversamente, i cittadini potranno rivolgersi all’autorità giudiziaria e il sindaco Falcomatà si ritroverà sul capo un’altra spada di Damocle, l’ennesima denuncia a suo carico per inottemperanza ai suoi doveri istituzionali. E’ giunto il tempo di mettere fine a questa pagliacciata travestita da amministrazione, che è uno schiaffo in pieno viso alla Città più bella e martoriata del mondo.
Massimo Ripepi
In data odierna, si è tenuta l’assemblea del Forum del Terzo Settore Metropolitano, presso la struttura dell’associazione Nuova Solidarietà in Via Calcara, nella frazione di Salice.
L’iniziativa sorge per ragioni amministrative, a motivo del passaggio da Provincia a Città Metropolitana, la quale genera la necessità di un Forum Metropolitano, forte delle ampie conoscenze dei bisogni collettivi, volto alla pianificazione territoriale generale e all’organizzazione dei servizi pubblici comprendenti il nuovo comprensorio.
Per tale occasione, secondo il meccanismo democratico, sono stati nominati i nuovi membri del Forum:
In virtù delle deleghe sulle politiche sociali dalle Regioni ai Comuni, il Forum si pone l’obiettivo di esercitare maggiore incidenza.
“Qui mi sento a casa”. Ha commentato così mons. Fortunato Morrone, nel giorno di insediamento da Arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, il suo arrivo in città, e l’accoglienza a lui riservata a palazzo “Corrado Alvaro”, sede della Città Metropolitana di Reggio Calabria. Ad accoglierlo il sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà, il prefetto Massimo Mariani, le massime autorità delle forze dell’ordine, della magistratura, dell’università, di Camera di commercio, e amministratori locali.
Mons. Morrone ha ricevuto da Falcomatà il benvenuto nella città che accolse per la prima volta in Italia San Paolo di Tarso. “Una città, aperta, accogliente – ha affermato – che da sempre si è aggrappata al suo padre spirituale, così come ha fatto con molti Vescovi quando sono stati vissuti momenti molto difficili della sua storia in un rapporto che spero prosegua sulla strada del dialogo”.
Un appello raccolto a piene mani dal nuovo Presule. “Il nostro motivo di fondo – ha spiegato – è di lavorare insieme per il bene di questa città. Io ho osato spingere oltre i confini della Città Metropolitana perché perché qui ci sono tutte le energie possibili. Qui c’è grande potenzialità. Polo che attrae tutti gli altri. La rinascita della Calabria parte da qui. Ora dobbiamo dimostrare di essere all’altezza della situazione. Che Reggio sia faro di luce per tutta la Calabria”.
Nel suo intervento, ammirando la bellezza della sala “Mons.
Giovanni Ferro”, il nuovo presule ha parlato della luce: “Dobbiamo partire dalla luce, è la luce che svela la bellezza”.
Ed ha espresso un sogno, “quello di una cittadinanza coesa e una politica di alto profilo”.
(ANSA).
A Palmi, i Carabinieri, nei giorni scorsi, nell’ambito di diversi servizi straordinari di controllo del territorio volti alla ricerca di rifugi utilizzati dalla criminalità per il nascondiglio di latitanti, armi, munizioni e droga che, come da consolidata prassi, vengono abitualmente occultati all’interno di fondi agricoli e abitazioni abbandonate, hanno sequestrato 40 chili di stupefacente: più di cinquanta i militari impegnati in diverse battute di rastrellamento del territorio.
In particolare, in una baracca e in un terreno a Palmi, esattamente in contrada Garanta, i Carabinieri della Stazione con il supporto dei militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria, hanno rinvenuto vari contenitori sigillati con all’interno 35 chilogrammi di marijuana complessivi, divisi in pacchi del peso approssimativo di un chilogrammo ciascuno, e 5 chilogrammi di hashish.
L’ingente quantitativo di stupefacente così recuperato dai Carabinieri, che sul mercato dello spaccio avrebbe fruttato tra i 600 e gli 800 mila euro, è stato sequestrato e custodito in attesa degli ulteriori accertamenti del caso.
Scarcerati gli imputati del processo sui brogli elettorali. Per Antonino Castorina, è disposto il divieto di dimora presso il territorio comunale.
Il Tar ha bocciato il ricorso avanzato da Nuova Italia Unita, ritenendolo inammissibile, a causa delle tempistiche inadeguate e della competenza del settore giuridico, poiché “l’esistenza di indagini penali in corso – pur quando, come nel caso di specie, attengano a condotte rilevante gravità – non vale di per sé a dimostrare l’illegittimità dell’atto amministrativo”.
Sui social network, il Sindaco Falcomatà esterna il proprio gaudio, mediante un’esternazione che suona sciocca, in quanto proferita da un dottore in Giurisprudenza: il primo cittadino, infatti, esordisce con “ELEZIONI REGOLARI”, giocando sull’ambiguità retorica; il Tar, d’altro canto, menziona l’accertamento delle dinamiche irregolari nel processo elettorale. Eppure, egli insiste parlando di “caso chiuso”, nonostante il percorso penale sia ancora attivo, ed assume toni trionfalistici per una vittoria che esiste soltanto nella sua mente.
L’equiparazione di una sentenza del Tar con la risoluzione di un procedimento penale, evoca un asperrimo sapore di presa in giro da parte di un amministratore totalmente incosciente, dedito – finora – ad impertinenti bassezze, tra omissioni, scaricabarile e quant’altro.
A cosa dobbiamo tanta euforia? Approccio propagandistico, oppure, anticipazione profetica – e sospetta – di un esito favorevole in sede penale?
Atteggiamenti per nulla consoni alla figura di primo cittadino, il quale ritiene, forse, che il potere conferito venga esercitato oltre il limite di una decenza precipitata verso il baratro sulfureo di una commedia stantia, prossima al ribaltamento tragico.
“Il tribunale amministrativo della città dello stretto non ha reputato significative le gravi decisioni assunte dalla giustizia ordinaria negli scorsi mesi, che in merito fece anche scattare degli arresti, e la comprovata manipolazione del voto, attraverso quel sistema strutturato che, fin dalla nomina dei presidenti di seggio, ha gravemente inficiato il responso democratico del voto dei reggini.
Il TAR Calabria pur riconoscendo che (nei seggi dove sono scattate le indagini) oltre un centinaio di voti siano risultati la chiaramente falsa espressione della “volontà popolare” di defunti e di anziani allettati (facendo così emergere la punta di un iceberg di un sistema chiaramente molto più ampio di falsi e di frodi) preferisce accogliere le annotazioni delle controparti e intervenire nel metodo e non nel merito: per la giustizia amministrativa reggina non è importante che la notizia di reato (a seguito delle indagini della giustizia ordinaria) sia di parecchie settimane dopo, in ogni caso il ricorso va presentato esclusivamente entro trenta giorni dal voto”.
“Se uno subisce un furto – sottolinea Luigi Catalano, commissario regionale della Calabria di Nuova Italia Unita – a Reggio sembra che sia più importante il metodo con cui presenti la denuncia, più che l’effettività del danno patito. La frode nei confronti della libera espressione del voto democratico è assoluta e acclarata, riconosciuta anche dalla giustizia amministrativa, ma ritenuta secondaria”.
“Per noi invece questo aspetto è assolutamente primario – continua Catalano – e poco importa che nella normativa non sia contemplata questa circostanza. Il Consiglio Comunale è chiaramente illegittimo, inficiato profondamente da un ampio sistema di brogli elettorali”. “Per questa ragione – conclude Catalano – Nuova Italia Unita sta già predisponendo in queste ore il ricorso in Consiglio di Stato, chiedendo al massimo organo nazionale della giustizia amministrativa di consentire ai reggini di tornare ad esprimersi, questa volta senza frodi: l’unica azione possibile per ricostruire il rapporto tra l’Ente e il Cittadino”.
La copiosa pioggia di questi ultimi giorni infligge, come un coltello nella piaga, danni ad una città già consumata.
La frazione di Melia di Scilla, ad esempio, ha subito gli effetti del dissesto idrogeologico, come testimonia il video, inviatoci da un lettore, girato in una Via Nocellari malridotta in seguito alle frane.
Inevitabile il sollecito alle autorità, esortate a maggior impegno e competenza.