G.O.M.: La Fondazione Italiana Linfomi al fianco dei giovani ricercatori con due iniziative da 110 mila euro

La Fondazione Italiana Linfomi Onlus (FIL) conferma il suo impegno a sostegno dei giovani ricercatori attivi nello studio dei linfomi e promuove anche quest’anno il Bando Giovani Ricercatori, dedicato alla memoria del Prof. Luigi Resegotti, uno dei pionieri in Piemonte nella lotta contro le neoplasie del sangue e presidente onorario della Fondazione.

Il bando è proposto per il 5° anno grazie alla collaborazione con la Fondazione Giulia Maramotti e la Fondazione GRADE Onlus. L’iniziativa consiste in un grant di 100.000 euro assegnato a un giovane ematologo under 40 per la realizzazione di un progetto di ricerca di sua ideazione.

I progetti di ricerca in gara, per aggiudicarsi il finanziamento, devono prevedere aspetti innovativi nella diagnosi e nella terapia dei pazienti con linfoma per approfondire la conoscenza della malattia o migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti.

Il Bando si è chiuso lo scorso 30 settembre e sono 11 candidati che hanno presentato domanda. È in corso in queste settimane la valutazione, a cura di un Comitato Scientifico, composto da membri interni e esterni la Fondazione. Il vincitore sarà proclamato il prossimo 11 novembre a Napoli, durante l’assemblea annuale della Fondazione.
Nel 2021 ha vinto Vincenzo Maria Perriello dell’Ospedale S. Maria della Misericordia di Perugia con uno studio riguardante il trattamento dei linfomi di Hodgkin tramite cellule CAR-CIK.

Accanto al Bando Resegotti, FIL promuove, in collaborazione con l’Associazione Italiana contro Leucemie, linfomi e mieloma (AIL), il Premio Brusamolino: due grant del valore di 5 mila euro ciascuno, da assegnare a un medico e a un biologo under 40, scelti sulla base della rilevanza delle loro pubblicazioni sulla biologia o clinica dei linfomi.

Le domande di partecipazione devono essere compilate entro il 30 ottobre 2022.
La proclamazione dei vincitori si terrà il prossimo 11 novembre a Napoli, durante l’assemblea annuale della Fondazione.

A selezionare i due giovani vincitori sarà un Comitato Tecnico Scientifico sulla base della rilevanza dei lavori pubblicati a primo nome negli ultimi due anni (dal 2020) su una rivista scientifica internazionale, eventualmente anche in collaborazione con centri di ricerca, università o enti stranieri.

I vincitori dell’edizione 2021 sono Alessandra Rossi, dello IEO (Istituto Europeo di Oncologia) di Milano, per la sezione biologica e Alessandro Broccoli, del Policlinico “Sant’Orsola-Malpighi” di Bologna, con la pubblicazione selezionata per la clinica dei linfomi.

Le iniziative a supporto dei giovani costituiscono una priorità per la Fondazione, organizzazione nazionale senza scopo di lucro nata nel 2010 con l’obiettivo di sviluppare progetti di ricerca per la cura di linfomi. Il linfoma è una delle patologie onco-ematologiche più diffuse.

La FIL in 12 anni di attività ha creato una rete di oltre centocentri onco-ematologici che in tutta Italia condividono tecniche di diagnosi, terapie e nuovi studi, per offrire opportunità di cura più efficaci e migliorare la qualità di vita dei pazienti. Dalla sua costituzione, la Fondazione ha condotto oltre 90 studi e coinvolto, ogni anno, circa 1000 pazienti.

Ercole Brusamolino, il medico a cui è dedicato questo Premio, è stato ematologo, docente universitario esperto di linfomi, in particolare di Hodgkin. Prima della sua scomparsa avvenuta nel 2014, si è particolarmente distinto nell’ambito della ricerca scientifica e fino al 2013 ha ricoperto il ruolo di responsabile della Commissione Scientifica “Linfoma di Hodgkin” della FIL.

 

Per approfondire i contenuti dei bandi:
Bando Giovani Ricercatori – Luigi Resegotti

Premio Brusamolino

G.O.M.: Una giornata all’insegna delle infezioni da Virus Respiratorio Sinciziale (VRS Day) promossa dalla Società Italiana di Neonatologia Sezione Calabria.

Tutti i consigli degli esperti per una corretta profilassi ambientale.

Il 7 ottobre, al Grand Hotel di Lamezia Terme, si è tenuto il VRS Day, una giornata dedicata all’epidemiologia, prevenzione e trattamento delle infezioni da Virus Respiratorio Sinciziale (VRS). Responsabile scientifico dell’evento la dott.ssa Isabella Mondello, Presidente della Società Italiana di Neonatologia (SIN) sezione Calabria e Direttore f.f. della Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale (TIN) del Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria.

Razionale scientifico dell’evento quello di uniformare i protocolli regionali, alla luce delle linee di indirizzo nazionale proposte dalla società scientifica di riferimento e dalla letteratura più recente. Presenti all’incontro ed alla tavola rotonda conclusiva i Direttori delle neonatologie e TIN di Cosenza Gianfranco Scarpelli e Catanzaro Maria Lucente, nonché delle neonatologie di Crotone Antonio Belcastro e Lamezia Terme Caloiero Domenica. Ci si è soffermati molto sul contesto epidemiologico attuale che prevede un maggior numero ed un anticipo rispetto agli anni precedenti delle infezioni da VRS, come è stato dettagliato dal Prof. Giovanni Corsello componente del Direttivo Nazionale della SIN e coordinatore dei Presidenti Regionali per il sud; il Prof. Corsello con la sua lettura magistrale ripercorre la storia delle infezioni da Virus Respiratorio ed  anticipa anche quelle che sono le prospettive terapeutiche future. Dobbiamo fare sorveglianza immunologica, mettere in atto tutte le manovre di prevenzione ed eventualmente iniziare in anticipo la profilassi farmacologica nelle categorie a rischio.  Ed a proposito di categorie a rischio la dott.ssa Paviglianiti Ester porta l’esperienza della neonatologia del  GOM di Reggio Calabria nei neonati grandi pretermine e nei neonati con malattia polmonare cronica da displasia broncopolmonare, mentre la dott.ssa Caloiero di Lamezia nella malattia polmonare cronica da fibrosi cistica, la dott.ssa Lucente nei neonati Cardiopatici, la Dott.ssa Blandino della neonatologia di Crotone nei neonati presso il termine (Late Preterm) e la dott.ssa Manuela Priolo UOSD di genetica Medica del GOM si sofferma sulle  popolazioni speciali (malattie rare).

L’argomento desta particolare attenzione tra neonatologi e pediatri perché le infezioni da Virus Respiratorio Sinciziale costituiscono la più frequente causa di infezione delle vie respiratorie nei bambini di età inferiore a  2 anni  con una sintomatologia  che può variare da una semplice infezione delle alte vie respiratorie ad una  grave insufficienza respiratoria ipossiemica. Il periodo epidemico in Italia decorre tra novembre ed aprile con un picco di incidenza tra gennaio e febbraio. Al sud il Virus arriva più tardivamente e persiste fino a marzo/aprile. Quest’anno, forse per le mutate condizioni atmosferiche il virus potrebbe giungere  in anticipo, rischiando di cogliere  di sorpresa molti operatori sanitari ed affollando precocemente i reparti di pediatria e le terapie intensive neonatal e pediatrichei. La variabilità clinica e la maggiore aggressività del virus nelle basse età gestazionali e nelle categorie più fragili obbliga talvolta purtroppo ad un trattamento intensivo. La bronchiolite è la più comune infezione delle basse vie respiratorie nel  primo anno di vita ed il  VRS è il principale agente etiologico responsabile nel 50-80% dei casi. Il VRS è inoltre la  principale causa di ospedalizzazione nei lattanti  e circa il 5-7% di essi  richiedono intubazione e ventilazione invasiva; Purtroppo è anche la principale causa di morte per infezione virale nei paesi industrializzati. Inoltre,  le infezioni respiratorie da VRS, specie quelle più gravi che si associano ad ospedalizzazione, interferiscono con il normale sviluppo immunologico e polmonare ed espongono il bambino ad una maggiore incidenza di broncospasmo in età prescolare ed asma nelle età successive. Recenti studi di follow-up condotti fino all’età adulta dimostrano che fino al 30-40% dei soggetti precedentemente ospedalizzati per bronchiolite, presenta asma ed utilizza farmaci antiasmatici

Premesso che allo stato attuale non esiste un vaccino per il VRS, la  prevenzione (profilassi farmacologica ed ambientale) è l’unica arma che abbiamo per combatterlo. La profilassi farmacologica, che consiste nella somministrazione mensile di un anticorpo monoclonale durante la stagione epidemica, da linee guida, è riservata solo alle categorie ad alto rischio: neonati immunodepressi, con malformazioni delle vie respiratorie o malattie neuromuscolari o da accumulo, neonati pretermine con età gestazionale inferiore alle 29 settimane nel primo anno di vita, neonati pretermine con età gestazionale compresa tra 29 e 35 settimane nei primi 6 mesi di vita in presenza di fattori di rischio aggiuntivi, neonati con cardiopatia congenita emodinamicamente significativa o broncodisplasici in terapia, nei primi 2 anni di vita. Presso il Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria la profilassi farmacologica con anticorpo monoclonale viene effettuata, per le suddette categorie di neonati, con piano terapeutico, durante la stagione epidemica, presso l’ambulatorio di neonatologia. Allo stesso modo si effettua presso le TIN di Catanzaro e Cosenza, la  neonatologia/pediatria  di Lametia  e la neonatologia di Crotone

Grande attenzione deve essere riservata però a tutte le altre categorie di neonati, per le quali non è prevista profilassi farmacologica e per le quali l’unica arma a disposizione è la profilassi ambientale. Il virus, infatti,  è purtroppo ubiquitario, estremamente diffuso e contagioso, si trasmette per via aerea (dopo un colpo di tosse o uno starnuto può rimanere per ore in sospensione nell’aria) o con le goccioline di saliva o muco  per via diretta  da bambino a bambino o tramite oggetti contaminati ( può  sopravvivere fino a 6-8 ore su superfici dure e sulla cute); l’unico punto debole è che è labile alle variazioni di temperatura e Ph e la sua componente lipidica viene distrutta  al contatto con acqua e detergenti .

La  profilassi ambientale deve  essere quindi rivolta a minimizzare la diffusione del Virus (specie in periodo epidemico) nelle comunità, negli asili nido,  in ambito ospedaliero, ambulatoriale e domestico rispettando  le norme igieniche che ne limitano il conteggio. Invitare gli adulti ad effettuare sempre un accurato lavaggio delle mani prima di toccare o prendere in braccio i bambini, evitare di baciarli, di toccare occhi, naso e bocca, pulire accuratamente giocattoli e tutte le superfici dure (tavoli, maniglie, basi di appoggio) e mantenere la  distanza di 1.5-2 metri da chi starnutisce. Invitare inoltre i bambini a non  portare mani ed oggetti in bocca ed a strofinarsi occhi, naso e bocca (pratica molto comune tra di loro, che aumenta la diffusione del virus), soprattutto a non toccarsi e baciarsi tra di loro, allontanandosi se un altro bambino o un adulto starnutisce o tossisce. Limitare il tempo di permanenza nei luoghi affollati, invitare adulti e bambini a mantenere le distanze di sicurezza e ad  utilizzare le mascherine e ricorrere sempre  al lavaggio accurato di mani ed oggetti. Bisogna inoltre  evitare di esporre i bambini a fumo passivo (che aumenta il rischio di infezione respiratoria) ed incoraggiare, promuovere e sostenere l’allattamento al seno (con il proprio latte la mamma fornisce anticorpi) al fine di ridurre la morbilità da infezioni respiratorie, ricordando che prevenire le infezioni da VRS significa non solo proteggere i bambini di oggi, ma anche gli adulti di domani.
Trovandoci in epoca COVID, non possiamo non far riferimento all’infezione da SARS-COV2, per le quali valgono le stesse strategie di profilassi ambientale su menzionate.

Questi gli argomenti trattati all’interno del VRS Day

Dott.ssa Isabella Mondello

Direttore ff UOC Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale Grande Ospedale Metropolitano Reggio Calabria

Presidente Società Italiana di Neonatologia (SIN)  Sezione Calabria

REGGIO – Arriva “G.O.M., una nuova app per la NAVIGAZIONE interna all’Ospedale che consentirà di raggiungere più facilmente il reparto di interesse e ottenere informazioni

Il Grande Ospedale Metropolitano “Bianchi Melacrino Morelli” di Reggio Calabria estende la gamma dei propri servizi tecnologici anche nel settore delle App Mobile.

Da oggi, infatti, è disponibile gratuitamente sugli store di Apple e di Android l’app per la navigazione all’interno delle strutture del GOM. L’applicazione, denominata semplicemente “GOM Reggio Calabria”, disponibile gratuitamente per dispositivi smartphone e tablet, è stata pensata e progettata per facilitare gli spostamenti di pazienti e visitatori all’interno dei presidi ospedalieri del G.O.M. offrendo loro tutte le informazioni necessarie per orientarsi all’interno dell’Ospedale, per conoscere le attività, i contatti ed il personale sanitario in servizio nei reparti. Ciò è reso possibile da un Content management system (CMS), opportunamente sviluppato, che effettua la mappatura di tutte le sedi fisiche del GOM in un sistema integrato con il Sito web istituzionale che dà accesso alle informazioni in questione.

L’applicazione integra, quindi, un sistema di navigazione interna che permette ai visitatori di reperire in tempo reale le informazioni su tutte le Unità Operative e sul percorso migliore per raggiungere i punti di interesse all’interno dei due presidi del G.O.M., quello del “Riuniti” e quello del “Morelli”.

Una volta effettuato il download dell’applicazione dallo store di riferimento del proprio sistema operativo, l’utente potrà quindi muoversi agevolmente all’interno dei presidi ospedalieri attraverso la scansione dei QR Code distribuiti nelle zone di accesso e di passaggio degli stessi.

L’app non prevede, al momento, alcuna necessità di registrazione degli utenti e consente di ricostruire i percorsi per raggiungere le sedi desiderate tramite tecnologia di realtà aumentata, con la possibilità di individuare anche le indicazioni testuali e di consultare le planimetrie per individuare i punti di destinazione.  È stata sviluppata in modo da prevedere integrazioni con i sistemi informativi che il G.O.M. già utilizza o che utilizzerà in futuro, ed è predisposta per mettere a disposizione degli utenti, in una sua versione evoluta, anche funzionalità specifiche come, ad esempio, la prenotazione di esami o visite, la gestione dei referti e la consultazione delle cartelle cliniche.

Tra gli ulteriori strumenti a disposizione vi sono:

– ricerca dei reparti e delle informazioni correlate;

– visualizzazione su mappa dei punti di interesse;

– FAQ;

– visualizzazione della Carta dei Servizi dell’Azienda Ospedaliera;

– elenco delle associazioni di volontariato che operano presso la struttura e relativi contatti;

– ricerca dei punti di interesse tramite beacon.

“GOM Reggio Calabria” è la prima applicazione per smartphone per la geolocalizzazione e la mobilità interna attiva in un Ospedale della Calabria, e mette a disposizione degli utenti un canale di comunicazione ideato per la gestione di informazioni e segnalazioni: appmobile@ospedalerc.it.

Sanità, da fondi INAIL 105.7 milioni in più per l’Ospedale di Reggio. Cannizzaro: “sintomo e frutto della grande credibilità di Occhiuto. Grande risultato per il GOM!”

“Giorno dopo giorno abbiamo sempre più conferme rispetto alla rinnovata credibilità della Regione Calabria agli occhi del Governo centrale. Le notizie rese note in queste ore dal Presidente Occhiuto che riguardano l’ospedale di Reggio sono, infatti, l’ennesima dimostrazione di quanto bene stia lavorando il Governatore e tutta la sua squadra e di quanto stia insistendo sulla Sanità. In meno di un anno, l’immagine e la percezione di affidabilità della nostra Regione sono state già ampiamente riscattate. E l’autorità con cui oggi chiede e ottiene risultati è in netta controtendenza col passato sinistroide, caratterizzato da anni di totale stato di abbandono e indifferenza alle istanze dei calabresi.”

A dirlo è l’Onorevole Francesco Cannizzaro, esaltando il grande lavoro profuso in appena un anno dalla nuova Giunta regionale, che del riscatto della Sanità ha fatto la sua priorità assoluta sin dai tempi della campagna elettorale del 2021.

“Si deve solo a Roberto Occhiuto se oggi Reggio e Cosenza possono contare 308 milioni in più per i rispettivi progetti ospedalieri, su un totale di 690 milioni di euro. Quasi il doppio! Fondi che saranno fondamentali – continua il deputato reggino – per dare ai reggini le risposte che aspettano. Avevamo chiesto a gran voce di puntare sul G.O.M., sul potenziamento delle sue eccellenze e sul miglioramento delle infrastrutture. Richieste avanzate al Ministero della Salute in piena estate e che, a distanza di neppure 3 mesi, hanno già ottenuto il semaforo verde da parte del Governo.”

In termini prettamente numerici tutto questo per il G.O.M. di Reggio Calabria significa poter su 105,7 milioni in più rispetto a quelli inizialmente richiesti. Per un totale di: 270 milioni di euro per l’intervento di ampliamento del nuovo Ospedale Morelli; 12 milioni e 700mila euro destinati al completamento del polo onco-ematologico del nuovo Ospedale Morelli; 13milioni di euro per la realizzazione del progetto di iniziativa del G.O.M. stesso ‘Palazzina Uffici e Foresteria’ in un’area adiacente all’attuale presidio Morelli.

“Andiamo avanti spediti, a suon di fatti – conclude il deputato di Forza Italia Cannizzaro – e sempre con lo stesso obiettivo: rendere i calabresi orgogliosi di nascere e vivere in Calabria.”

 

CALABRIA – Regione: sanità, Occhiuto: 826,2 mln per la Calabria; 308,6 mln in più per ospedali RC e CS

“È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del presidente del Consiglio dei ministri attraverso il quale il governo nazionale – accogliendo le richieste della Regione Calabria – ha rimodulato gli importi dei fondi INAIL stanziati per gli ospedali di Reggio Calabria e di Cosenza.

Lo scorso mese di febbraio, in occasione della ricognizione del fabbisogno di ulteriori iniziative, avviata dal Ministero della Salute, la Regione Calabria per il GOM di Reggio Calabria aveva chiesto di incrementare di 90milioni di euro le risorse per l’intervento ‘Ampliamento Nuovo Ospedale Morelli di Reggio Calabria’, già finanziato con 180milioni di euro, portando così il totale a 270milioni di euro.

Avevamo anche richiesto di incrementare di ulteriori 2milioni e 700mila euro il valore dell’iniziativa denominata ‘Completamento polo onco-ematologico del nuovo Ospedale Morelli’, già finanziata con 10milioni di euro, portandola così a complessivi 12 milioni e 700mila euro.

Avevamo, inoltre, suggerito di valutare un’ulteriore iniziativa proposta dal GOM di Reggio Calabria, denominata ‘Realizzazione della Palazzina Uffici e della Foresteria’ in un’area adiacente all’attuale Presidio Morelli, per un costo complessivo di 13milioni di euro.

La Regione Calabria, infine, nell’ambito della propria programmazione sanitaria, ha ritenuto prioritario finanziare integralmente a valere sui fondi INAIL, la realizzazione del Nuovo Ospedale di Cosenza, di importo complessivo pari a 349milioni di euro – per questo progetto erano già stati assegnati fondi per 191milioni e 100mila euro -, unitamente all’intervento relativo alla Cittadella della Salute di Cosenza, che prevede la riconversione allo svolgimento di funzioni a supporto della rete territoriale regionale dell’attuale presidio Annunziata, per un importo di 45milioni di euro.

Dunque, nel mese di luglio abbiamo avanzato formale richiesta al Ministero della Salute per rimodulare le risorse stanziate per la Calabria, e nei giorni scorsi è arrivato il definitivo semaforo verde dall’esecutivo nazionale. Avremo, per gli ospedali di Reggio Calabria e di Cosenza, 689milioni e 700mila euro, 308milioni e 600mila euro in più rispetto a quelli che erano stati stanziati negli scorsi anni.

Allo stesso tempo sono stati confermati 14milioni di euro per la realizzazione di un nuovo edificio polifunzionale nel crotonese, 35.702.321,75 euro per la riqualificazione del polo ospedaliero di Polistena, e 86milioni e 800mila euro per il nuovo ospedale di Catanzaro.

In totale più di 826milioni e 200mila euro per i presidi e le strutture ospedaliere della nostra Regione.

Un ottimo risultato raggiunto, anche grazie allo scrupoloso lavoro degli uffici preposti, dalla nostra amministrazione”.

Lo afferma in una nota Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.

Sanità, “Le Iene smascherano la verità: i medici e gli infermieri ci sono e sono ‘imboscati’”

Il presidente regionale di Unimpresa Giancarlo Greco: “È impensabile continuare a operare senza la reale ‘fotografia’ del fabbisogno e della pianta organica”

“Il servizio mandato in onda da ‘Le Iene’, a proposito dell’ennesima incursione nel ventre della sanità calabrese, se è possibile, è più grave e sconcertante degli altri. In Calabria ci sono centinaia di medici e infermieri letteralmente ‘imboscati’ in uffici amministrativi o per fare altro ancora quando i nostri pronto soccorso e, in genere, le nostre corsie di ospedale, ‘piangono’ carenza di personale medico e sanitario. È inaccettabile tutto questo”.

Così, in una nota, il presidente regionale e vicepresidente nazionale di Unimpresa Giancarlo Greco.

“Il dato che emerge in tutta la sua nettezza – continua Greco – è che le Asp e le aziende ospedaliere calabresi non conoscono se stesse, se così si può dire. Non dispongono della ‘fotografia’ reale della pianta organica e del relativo fabbisogno. E mancando questo, diventa rituale rintracciare medici a svolgere mansioni amministrative o infermieri a fare fotocopie. Così che, ovviamente, nelle corsie manca personale al punto che il commissario straordinario Roberto Occhiuto è ‘costretto’ a reperire medici sudamericani. I medici e gli infermieri calabresi devono, tutti, soccorrere la sanità di Calabria e devono stare in prima fila al servizio della salute dei calabresi, a patto ovviamente che le aziende siano in grado di conoscere il loro stesso fabbisogno. Nulla contro il reperimento di camici cubani – sottolinea e conclude Giancarlo Greco – e anzi noi del comparto sanità privata accreditata siamo in prima fila per potercene avvalere al bisogno. Ma è utile a tutti, e per tutti, che escano dagli uffici burocratici le centinaia di medici e infermieri che la politica ha letteralmente ‘imboscato’ in questi anni”.

Sanità, Giuliano (UGL): “Vigliare su sprechi e malaffare punto di partenza per rifondazione SSN”

“Nelle pieghe del V Rapporto della Gimbe sul SSN, reso noto nei giorni scorsi, emerge un quadro contraddittorio ed assolutamente preoccupante. Perché se è pur vero che i numeri certificano una temporanea interruzione della politica dei tagli, le criticità che hanno portato al collasso dell’assistenza emergono ben chiare. Decenni di sforbiciate assestate da chi ha governato ora privano troppi cittadini del diritto alla salute. Tutto questo mentre la pandemia non allenta la morsa e la crisi economica sta mettendo in ginocchio le famiglie italiane” dichiara il Segretario Nazionale della Ugl Salute Gianluca Giuliano. “Per rifondare il SSN – prosegue il sindacalista – è lecito attendere uno stretto controllo sugli sprechi e sul malaffare che hanno fatto della sanità italiana terra di conquista. Troppe risorse sono state perse per cattiva gestione o interessi personali, e proprio in questi giorni la cronaca punta il dito su nuovi episodi in tal senso, ed è quindi importante che lo Stato vigili con attenzione per una corretta gestione economica sui vari territori. Dove chiediamo investimenti forti, da distribuire con equità da nord a sud, perché in ogni regione si sviluppi una campagna di assunzioni del personale sanitario che vada ad implementare organici in assoluta sofferenza. Fare ricorso a soluzioni estemporanee, come la chiamata di medici stranieri, ad esempio, non ha senso e mortifica gli operatori italiani. Bisogna alimentare e dare linfa alle professioni sanitarie rendendole appetibili per i giovani che si affacciano al mondo del lavoro e incentivando chi già vi opera con contratti degni, che assicurino adeguate retribuzioni e garanzie giuridiche, in modo da poter essere equiparati alla media dei tanti paesi europei verso cui molti professionisti italiani guardano come isole felici. Servono investimenti sulle strutture, modernizzando quelle esistenti e creandone dove ce ne è reale necessita delle nuove, sui macchinari e sulla ricerca. L’impreparazione con cui l’Italia si è trovata a dover affrontare la pandemia è figlia di una mancanza di vedute, di progetti, di programmazione. La vera sfida ora è cambiare una sanità che non è più al servizio dei cittadini. Per farlo, puntando con forza sulle qualità e la professionalità degli operatori sanitari, è arrivato il momento di scelte competenti, mirate e coraggiose” conclude Giuliano.

 

 

Sanità – LIPPO (Coordinatore Nazionale Confintesa Sanità Pubblica): pubblicata l’ipotesi di rinnovo CCNL Sanità Pubblico

Il Consiglio dei Ministri ha approvato l’ipotesi di rinnovo del contratto 2019/2021 del comparto Sanità. Un contratto di cui si vedranno gli effetti nei prossimi mesi.

Indubbiamente un aumento salariale con i suoi arretrati sembra quasi una manna dal cielo in questo periodo di crisi, ma come abbiamo appena scritto lo sottolineo “sembra“.

Fa parte dei diritti del lavoratore l’aumento contrattuale ogni tre anni, e come tale deve garantire un salario adeguato e condizioni di lavoro dignitose. Questo contratto non garantisce né l’uno né le altre.

Gli aumenti continuano ad essere inadeguati basti pensare che dal 2007 al 2018 non c’è stato nessun rinnovo e dall’ultima sottoscrizione sono passati ben 4 anni e un mese. Vediamo nello specifico l’aumento per infermieri e operatori tecnici si aggira dai 75 ai 90 euro netti ed nulla è stato previsto per il personale amministrativo che si attesta su una cifra inferiore ai 50 euro. Inoltre, gli attesi arretrati saranno dimezzati dal loro importo reale.

Il contratto collettivo di lavoro va rinnovato perché lo prevede la legge e perché è la logica e naturale conclusione della dialettica sinallagmatica datore di lavoro/lavoratori subordinati e, di certo, non perché è un premio per quanto fatto durante lo stato di emergenza. Tra l’altro è singolare notare che il CCNL del 2018 era già scaduto il 31 dicembre 2018 cioè un anno e tre mesi prima dell’inizio della pandemia. Quindi il rinnovo era fisiologicamente “dovuto” da tre anni e mezzo e, in un Paese normale, i rinnovi di qualsiasi obbligazione civilistica non hanno intervalli così lunghi e stressanti. E pensare che per quello della dirigenza sanitaria si dovrà verosimilmente attendere ancora un anno !

In estrema sintesi, si possono riassumere così i punti salienti del contratto:

•la Pre-intesa è stata siglata da tutte le sei sigle maggiormente rappresentative mentre nel 2018 tre di loro non firmarono (due poi hanno aderito al testo definitivo); rispetto alla tornata precedente non è più presente la FSI;

•le parti negoziali, come previsto dalla legge di bilancio 2022, hanno potuto fruire di risorse aggiuntive per il trattamento accessorio (51 ml di €, pari allo 0,22% del MS) e per la revisione dell’ordinamento (127 ml di €, pari allo 0,55% del MS);

•non viene affrontata la questione degli Operatori sociosanitari (vedi dichiarazione congiunta n. 6) e si rimanda ad una successiva sessione negoziale la normativa per il ruolo della ricerca sanitaria (vedi dichiarazione congiunta n. 7); su quest’ultimo aspetto, l’Atto di indirizzo del 2021 prevedeva esplicitamente una sezione all’interno di un unico CCNL;

•per la parte normativa, è stata innanzitutto messa in atto una revisione del sistema di classificazione del personale prevedendo cinque aree di inquadramento (prima esistevano quattro “categorie” e due livelli economici che, di fatto, portavano a sei categorie) ed ottemperando alla innovazione legislativa di un’area di elevata qualificazione, prevista obbligatoriamente dall’art. 3 della legge 113/2021; sono inoltre istituiti alcuni nuovi profili e si ipotizza la creazione di ulteriori figure;

•nell’ambito del sistema di classificazione, è stata prevista una rivisitazione del sistema degli incarichi che, in pratica, cambia completamente, anche a livello semantico (torna ad esempio il termine “posizione”); viene aumentata la rilevanza e basandolo sui principi di maggiore responsabilità e di impegno realmente profuso, valorizzazione del merito e della prestazione professionale;

•la classificazione degli Operatori sociosanitari, come detto, non ha portato, forse per ora, a sostanziali novità in ragione dell’istituzione nel 2021 del ruolo sociosanitario; gli OSS sono oggi inquadrati nell’Area degli “Operatori” unitamente a tutti gli altri profili provenienti dalla Categoria Bs;

•un paio di articoli sono dedicati alle progressioni di carriera o verticali e, ad una prima lettura a caldo, sembra che la contrattazione abbia invaso alquanto le disposizioni legislative;

•viene superato il pregresso regime delle progressioni economiche orizzontali (PEO) e, sulla scia del CCNL delle Funzioni centrali, si introducono “differenziali economici di professionalità” da intendersi come incrementi stabili del trattamento economico finalizzati a remunerare il maggior grado di competenza professionale progressivamente acquisito dai dipendenti, nello svolgimento delle attribuzioni proprie dell’area di classificazione; probabilmente gli artt. 19 e 21 costituiscono la novità più dirompente del contratto ma la loro applicazione si palesa già particolarmente complessa; •per ciò che concerne il sistema delle relazioni sindacali si riscontra un ampliamento del rilievo dei moduli partecipativi dell’informazione e del confronto nonché la valorizzazione dell’Organismo paritetico per l’innovazione;

•in tema di manutenzione dei contratti pregressi sono state apportate modifiche più o meno rilevanti ad alcuni istituti del rapporto di lavoro (ad esempio, orario, permessi, ferie, mobilità, formazione, responsabilità disciplinari, patrocinio legale), tentando di ricercare un equilibrato rapporto tra l’estensione dei diritti dei lavoratori e la salvaguardia delle esigenze organizzative e funzionali delle Aziende ed Enti; tale equilibrio, in alcuni casi, sembra tuttavia non raggiunto;

•è stato disciplinato per la prima volta il lavoro a distanza nelle due tipologie di lavoro agile, previsto dalla legge 81/2017 e lavoro da remoto, che sostituiscono la precedente tipologia del telelavoro;

•come prevedevano specifiche disposizioni delle due ultime leggi di bilancio, sono state regolamentate l’indennità di specificità infermieristica per i profili di infermiere, l’indennità di tutela ecc. per altri profili del ruolo sanitario e socio-sanitario ed una specifica indennità destinata al personale dei pronto soccorso.

Il testo contrattuale è composto di 113 articoli, 1 allegato e 11 tabelle e costituisce un corpo sistemico che riassume tutte le clausole pregresse a volte attualizzandole, a volte cambiandole. Vi sono 5 articoli di disapplicazioni per interi Titoli ma si rinvengono altri 13 casi in cui la disapplicazione è prevista nella specifica clausola. Nonostante ciò, non si tratta di un vero e proprio testo unico perché per talune clausole si deve fare ancora riferimento ai contratti pregressi (mansioni superiori, aspettative, comando, mensa). Il testo si conclude con 7 dichiarazioni congiunte delle quali la 6 e la 7 rivestono decisamente contenuti di politica sindacale.

Questo contratto non servirà a fermare la fuga degli operatori dalle corsie e il calo delle iscrizioni ai corsi, a lungo andare ci ritroveremo senza personale ovunque e senza operatori non si potrà più assistere ai malati. Bisognerebbe rendere più attraente la professione, e per fare ciò  servono ben altri interventi sul fronte economico, a cominciare da rinnovi contrattuali nei tempi stabiliti; aumenti salariali legati all’inflazione reale e non all’indice IPCA depurato dei costi energetici (sic!), aumento del valore del buono pasto e sua completa esigibilità, introduzione stabile nella retribuzione della 14esima mensilità. Assunzioni, reinternalizzazioni di servizi e lavoratori, stabilizzazioni di tutto il personale precario sono poi le condizioni senza le quali sarà difficile parlare ancora di Servizio sanitario pubblico negli anni a venire. Queste le considerazione del Dr. Francesco Lippo Coordinatore Nazionale Confintesa Sanità Pubblica.

CALABRIA – Regione: sanità, presentata la “Manovra d’Autunno”, 3600 tra stabilizzazioni e nuove assunzioni

“I cittadini calabresi si attendono molto dal governo regionale in materia di sanità: a loro vorrei dire che stiamo ricostruendo un edificio ridotto in macerie, i risultati li produrremo attraverso la ricostruzione di questo edificio e il recupero di efficienza del sistema sanitario. Ce la faremo, riusciremo a dimostrare che questa Regione è governabile, in altri campi come nella sanità, vincendo anche i pregiudizi del governo nazionale che nel corso degli anni ha inviato spesso in Calabria commissari senza alcuna competenza nel settore”.

Lo ha detto il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, illustrando alla Cittadella di Catanzaro le iniziative adottate per l’accertamento del debito del servizio sanitario calabrese e le misure messe in campo per le politiche sul personale.

All’incontro con la stampa hanno partecipato anche il commissario straordinario di Azienda Zero, Giuseppe Profiti, il direttore generale del Dipartimento Salute della Regione, Iole Fantozzi, e il sub commissario alla sanità, Ernesto Esposito.

Il pacchetto di misure per ovviare alla carenza di medici e operatori sanitari, denominata “manovra d’autunno”, riguarda una serie di interventi a carattere strutturale che hanno come obiettivo il consolidamento delle dotazioni di risorse professionali, già a partire dal 2022, attraverso l’avvio delle procedure di stabilizzazione del personale sanitario – comparto e dirigenza – e la copertura del turnover 2022, nella misura del 100%, oltre al reclutamento aggiuntivo delle figure professionali mediche e delle altre professioni sanitarie per le funzioni di emergenza ospedaliera e territoriale e per le specialità nelle aree maggiormente interessate dalla mobilità passiva (cardiovascolare, oncologia, ortopedia, urologia). Il numero delle figure professionali coinvolte nei processi di stabilizzazione e di nuovo reclutamento è pari a 2.589 unità di personale tra infermieri, tecnici, OSS, e di 1.044 figure dirigenziali così suddivise. I tempi di adozione delle procedure concorsuali sono previsti tra il mese di ottobre e il prossimo dicembre.

Altro obiettivo è diversificare i livelli di remunerazione dell’attività lavorativa resa all’interno delle funzioni sanitarie quali l’urgenza/emergenza e altri settori critici come anestesia e rianimazione, attraverso incentivi nella misura massima di 100 euro all’ora.

“Siamo già all’interno di un percorso avviato – ha dichiarato il commissario di Azienda Zero Profiti – nel quale le aziende hanno approvato i piani di fabbisogno e sono stati convocati i sindacati per cominciare il negoziato sui criteri di reclutamento, stabilizzazione, sostituzione del turnover e potenziamento di organici”.

 

Sulla reale entità del debito sanitario Profiti ha inoltre aggiunto: “C’è un dato certificato dalla Regione ma anche dai Ministeri che conferma come questo sistema abbia iniziato ormai ad essere in avanzo, in utile dal 2020. È un dato che fa riflettere se comparato a quello che si è sempre detto sull’esistenza di un debito perché a questo punto i due dati dovrebbero trovare una conciliazione, anche se si tratta di due concetti non esattamente sovrapponibili”, ha concluso.

CALABRIA – Regione: sanità, firmato protocollo intesa Regione-GDF; Occhiuto, rush finale per accertare debito

Il Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, nella qualità di commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dal disavanzo del debito sanitario regionale, ed il Comando Regionale Calabria della Guardia di Finanza hanno sottoscritto, presso la Cittadella di Catanzaro, un Protocollo d’intesa che ha l’obiettivo di rafforzare la collaborazione tra le parti ai fini dello svolgimento delle attività dirette al contrasto delle violazioni in danno degli interessi economici e finanziari connessi all’attuazione del piano di rientro dai disavanzi del servizio sanitario.

La collaborazione sarà attuata attraverso un adeguato coordinamento info-operativo tra le funzioni proprie della Guardia di Finanza, del commissario ad acta e delle unità operative deputate alla gestione del contenzioso delle aziende sanitarie calabresi, assicurando il necessario livello di legalità, efficienza, efficacia e trasparenza nelle diverse fasi di applicazione dell’attività di ricognizione.

Sul piano esecutivo, i referenti per le attività da svolgere sono: per la struttura commissariale, il commissario ad acta e i vertici delle aziende sanitarie calabresi; per la Guardia di Finanza, il Comandante Provinciale di Catanzaro, per le attivazioni del Commissario ad acta, i Comandanti Provinciali competenti per territorio, in relazione alla sede delle aziende sanitarie provinciali e delle aziende ospedaliere, per le attivazioni e le modalità di sviluppo della collaborazione con le strutture operative semplici e complesse di tali aziende deputate alla gestione del contenzioso.

Il commissario ad acta consentirà alla Guardia di Finanza – secondo modalità da concordarsi, ove necessario, con apposite convenzioni tecniche – l’accesso alle banche dati ritenute utili ai fini della presente intesa e, più in generale, delle attività di polizia economico-finanziaria, adottando misure tecniche e organizzative idonee a garantire la sicurezza dei collegamenti, la tracciabilità degli accessi e delle operazioni, nonché l’accesso selettivo alle informazioni necessarie agli scopi perseguiti. Il commissario ad acta e il Comandante Regionale Calabria verificheranno periodicamente, con cadenza che sarà concordata nell’ambito delle linee programmatiche, gli obiettivi e i risultati della collaborazione.

“In questi mesi le Aziende sanitarie provinciali e le Aziende ospedaliere, con il supporto di Azienda Zero, hanno lavorato per perseguire un grande obiettivo: siamo al rush finale, ed entro la fine del 2022 vogliamo sapere l’entità del debito della sanità calabrese, per poter tracciare finalmente una linea, ripianare i creditori e ripartire con un governo della sanità che possa mettere in campo anche programmazione e investimenti”, afferma il presidente della Regione, Roberto Occhiuto.

“Avevo detto ancor prima di diventare governatore che avrei chiesto, per questa impresa, il contributo fattivo della Guardia di Finanza, e ringrazio il Corpo per la sensibilità istituzionale dimostrata e per la disponibilità a questa per noi fondamentale collaborazione. La Gdf avrà carta bianca nell’affiancarci in questa operazione: chi deve avere crediti è bene che si faccia avanti, e la Regione corrisponderà quanto dovuto, ma pretendiamo trasparenza e non ci saranno tempi supplementari. Anche su questo tema in Calabria la musica è cambiata”, sottolinea Occhiuto.