Dal Waterfront a Waterworld, istruzioni per la sopravvivenza

A differenza di sport acquatici come canoa e kayak, risalire strada di casa propria non è uno sport. Serve comunque una buona dose di esperienza, determinazione ed una certa prontezza di riflessi per prevalere sulle rapide, con l’obiettivo finale di parcheggiare l’auto con l’esatta quantità di ruote di partenza. Intendersi d’idraulica aiuterà a scegliere punti non soggetti a forti correnti.
Possiamo studiare le turbolenze dell’acqua, per indovinare la presenza di tombini scoperti o crepacci sotto il pelo dell’acqua, ma il vero consiglio è: fidatevi dell’olfatto. La fogna che esce dai tombini può essere un vero alleato, in questo senso. Se siete sottovento e non sentite puzza, è improbabile che il punto da evitare sia di fronte a voi. Ciò non vale, ovviamente, nelle piazze o nelle cunette dove i liquami sono diffusi e stagnanti. Tanti trucchi da marinaio, inutile dirlo, a nulla servirebbero se giunti a casa non si assicurassero le gomene a pali non caduchi.E’ importante non perdere l’auto durante la notte.
Infine, una banalità che è sempre bene ricordare: l’automobile è più pesante dell’acqua, quindi uscire dal finestrino anzichè dagli sportelli , che hanno il difetto di aprirsi al di sotto della linea di galleggiamento. Tutto questo tam tam quotidiano, se rileggiamo attentamente la sequenza, ruota attorno al punto nodale del problema delle strade, che è l’automobile. Non fosse per quell’ostinata ortodossia nella scelta dei mezzi di trasporto, anche a Reggio sarebbe facile navigare, l’equivoco di fondo è che in città serva per forza un mezzo a ruote.
Dimenticando secoli di vita marinaresca, ed ignorando l’urbanistica veneziana, i reggini hanno scelto male imboccando un percorso senza ritorno che porta dal carretto al suv, scelta non intelligente in un contesto ambientale dove non costituisce la migliore forma di adattamento. Dunque l’appello è creare a Reggio, una via di mezzo tra la zattera ed il mulo, che garantisca un trasporto in tutto confort, tanto nel pantano quanto nella fiumara stradale.

diCesare Minniti

Crisi d’identità , la Regione non sa di trovarsi in Calabria

di C.M.
Quando si dice Calabria, si pensa Africa. Lungi dal confutare un luogo comune non privo di fondamento, la Regione perde la bussola e si lascia andare a deriva dall’occidente. In preda ad amnesie spazio-temporali, arriva a fare rappresentare la Calabria, ad un’importante fiera dell’artigianato milanese, con l’immagine di un marocchino che lavora l’argilla.
Non è che l’ultima di una lunga serie di “marocchinate” del sito della Regione, che avevano già portato la famosa giornalista Selvaggia Lucarelli a dare una tiratina d’orecchi al governatore, reo confesso, ma evidentemente non ancora pentito. Anzi.
Nonostante i costosi smartphone (di certo dotati di funzioneGPS) che i500.000 euroannui destinati ai tecnici della comunicazione consentono abbondantemente, non si raccapezzano di lavorare in Calabria.
In attesa che la Regione recuperi memoria e propriocezione, collocandosi alle giuste coordinate geografiche, immaginiamo quali possano essere i prossimi risvolti nella promozione turistica…

Renzi toccata e fuga

Toccata e fuga di Matteo Renzi a Reggio Calabria. Opera per archi insulti ortaggi ed uova.

La caverna di Platone “okkupata” da Falcomatà

Dopo l’atto vandalico, l’ennesimo di una serie che si protrae da ben tre anni, il proprietario della nota caverna ha sporto denuncia per violazione della proprietà privata e danneggiamento dell’immagine personale.”… era diventata la classica putia i mustazzuniper Falcomatà e gli altri – ha sbottato il primate della filosofia – tanto per cominciare hanno cambiato l’insegna in ‘ Taverna da Platone’, ma non è stato che l’inizio…”
Ogni santo giorno l’accolita si sparava quindici partite a calcetto di fila e con la scusa di inaugurare giostrine qua e là , si consumava il culo sugli scivoli.
Poi la sera, rientrando in Taverna, i goliardi mostravano le occhiaie – finte – a dimostrazione della preoccupazione ossessiva per la polis: dicevano di “vedere cose” ed alle spalle degli uomini incatenati dall’ignoranza – tutti reggini – i ragazzi della comitiva proiettavano una serie di ombre illusorie, ma che venivano interpretate come realtà . Dal coniglio si è passati al gabbiano, poi agli aeroporti salvati, ai ponti che si costruivano e Delrio che li aiutava. E i reggini credevano subito, ed applaudivano felici.
Tutto questo si è protratto fin quando, in un raptus irredentista, i platonici hanno gettato fuori gli intrusi con le loro suppellettili: un biliardo, il calcio balilla, tre camicie da diciannove euro e novanta, oltre alle quindici parrucche stile Luigi XVI originali, ed altre carabattole democratiche chiccosissime.
Quindi, snervati dal vilipendio, i platonici si sono murati dentro vivi, incatenandosi proprio accanto agli schiavi dell’opinione. I reggini hanno subito reclamato indietro il tizio di prima che proiettava cose felici.
Comunque la questione, ora, è cosa ne sarà della Caverna: “in questo stato di cose il mio mito è inutilizzabile e già dagli atenei me lo stanno tornando indietro”- argomenta Platone, che già faceva fatica a farsi capire quando il mito era ancora sano – “infatti, come conferire un rigore logico al nuovo sistema filosofico, in cui anzichè liberare gli uomini incatenati dall’ignoranza nella caverna, mi trovo costretto a liberare la caverna dagli scatenati dall’ignoranza, incatenandomi?”. Sulla questione, è stato istituito apposito tavolo tecnico ed assessorato per la bonifica delle aree della cultura devastate dal sindaco.
Falcomatà , dal canto suo, non demorde e non smette di seminare il panico perseguitando feticci filosofici a caso. Pare sia stato beccato, ultimamente, a rincorrere la tartaruga di Zenone.

Reggio come Venezia: Via Palestino [FOTO]

Nostalgici del mare? Un tuffo in piena città è sempre possibile grazie a questa geniale innovazione: si tratta di una futuristica “piscina carrabile pubblica”. L’opera si presenta da sè – inutile elencare i tanti vantaggi di questo gioiello della nuova avanguardia reggina del design urbano: risparmi sull’autolavaggio, i bambini la adorano, non c’è bisogno dell’acqua corrente e, volendo, si può avere del pesce sempre fresco proprio sotto casa. Presto, chi verrà a trovarci, oltre agli obsoleti mari e monti ritriti, si potrà godere un bel giro in gondola sui canaloni di via Palestino, proprio all’altezza (ironia della sorte) di Via Fiume.
C.M.

La risposta della Fedeli alla lettera dei 600 docenti sull’ignoranza degli alunni

Secondoseicento docenti universitari, che nei giorni scorsi avevano sottoscritto unappellopromosso dal Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità , troppi studenti universitari fanno”errori di grammatica, sintassi e lessico appena tollerabili in terza elementare”. I docenti attribuiscono il problema al governo del sistema scolastico, che non reagirebbe in modo competente ed adeguato. Puntuale la risposta del Ministro dell’IstruzioneValeria Fedeli:

Un Natale sempre più ricco (di fosse)

Ormai siamo abituati a vederle ovunque, tanto che stupisce non trovarsele anche nel corridoio di casa o in salotto. Ma pochi sanno che in altre città più sfortunate della nostra, lefossenon crescono spontaneamente come i funghi dopo le piogge, anzi: devono essere scolpite col sudore, in sottofondi stradali esageratamente compatti e curate con pazienza, lottando contro la manutenzione selvaggia. Certe comunità , possono contare al massimo su uno, due esemplari. Si tratta di apparizioni effimere, che per lo più sopravvivono meno di un giorno. Alcuni italiani, addirittura, riferiscono di non averne mai vista una.
Tuttavia anche dalle nostre parti, dove le buche stradali abbondano, è necessario un certo lavoro; la selezione dei migliori esemplari e l’organizzazione di un’esposizione permanente per le vie del centro richiedono notevoli sforzi. E sebbene da decenni, quest’esposizione a Reggio esista e si svolga regolarmente, l’operato dell’Amministrazione si scontra con l’ignoranza di alcuni cittadini: gente che vorrebbe asfaltare tutto, senza rispetto, nemmeno per i tanti caduti e dispersi in qualche anfratto di quelli che sprezzantemente chiamano “dissesti del manto stradale”.
Non per questo l’Amministrazione smetterà di premiare i cittadini riconoscenti. E a Natale, chi scompare dentro un tombino o precipita in un crepaccio stradale, se riesumato, sarà onorato con un selfie sul luogo dell’incidente assieme al Sindaco, con la gloria che è facile immaginare: titoli in prima pagina del tipo ” a Natale nuovi scavi per la Magna Grecia” o “al via i lavori per la metropolitana di Reggio”.
Lafossanon è solo decorazione e cultura, ma anche sicurezza: un naturale indicatore dei movimenti del terreno, importante in una città sismica come la nostra. Basta monitorare il cambiamento delle buche negli anni: nelle voragini più riuscite, affacciandosi sotto, è possibile vedere a chilometri lo stato della litosfera e se le faglie scorrono liberamente si può tirare un sospiro di sollievo, con la certezza che la terra rimarrà ferma al suo posto. Ed in mancanza di forti scosse, nemmeno Sindaco si muoverà di un millimetro.
Spingendosi molto oltre il suo dovere, quest’anno ha addirittura reso superfluo l’intervento di Babbo Natale, rispondendo ai nostri desideri con largo anticipo e senza nemmeno aver guardato le letterine. Avevamo scritto che volevamo “fosseun Natale più ricco di sempre”? ed ecco a noi “un Natale sempre più ricco difosse.”

Valeria Fedeli: racconto semiserio di un governo surreale

Parrucca rossa, faccia infarinata, bocca sottile e tagliente, l’avevate senz’altro vista salutare da una caditoia, o sbucare dai piatti doccia, o apparire sopra un fiume con in mano dei palloncini galleggianti. Sembrava definitivamente sconfitto ma su richiesta di Gentiloni, con lo pseudonimo di Valeria Fedeli, Itè riapparso al governo.
Il misteriosoclown-mutaformadi Stephen King, proveniente dalla televisione negli anni novanta, ha chiarito subito che la disponibilità a passare dalla TV al PD non è il frutto equivoco dell’assonanza tra tivvì e piddì – come qualcuno ha voluto malignare ironizzando anche sul fatto che Valeria non sa leggere nè scrivere.
In realtà a furia di proclami referendari, ha imparato a riconoscere distintamente il “Si” (dall’accozzaglia delle altre parole, si vanta lei ) ed è diventata bravissima a fare le “X”, capacità prontamente tradotte nel curriculum ufficiale come Laurea in Scienze Politiche con master in Diritto Costituzionale.
Il chè assieme ad altri titoli autoprodotti, per esempio quelli di “donna” e “sindacalista”, le ha garantito la nomina immediata come Ministro dell’Istruzione, anch’essa autoprodotta. Quel giorno infattiItsi era materializzata vicino Palazzo Chigi durante le consultazioni e non aveva resistito alla tentazione di impossessarsi del corpo di Mattarella per fare quattro nomine al volo. La rossissima entità aveva già colpito in passato, generando gli ultimi disastrosi sessanta governi italiani da circo.