REGGIO – “Strada facendo”: iniziativa straordinaria o normale amministrazione?

Il fatto stesso che l’amministrazione comunale indìca una conferenza stampa per presentare il rinnovamento del manto stradale è sintomo della classica “annuncite” di una classe politica che è sovente rendere straordinario ciò che straordinario non è. È stato presentato ieri, infatti, il progetto “Strada facendo”, pubblicizzato poi alla stampa e alla città come un qualcosa di “ambizioso e rivoluzionario“. Dopo averci strappato un sorriso, è impossibile non riflettere sull’ormai cronico stato di incuria e abbandono a cui la cittadinanza e l’amministrazione stessa sembrano rassegnate, tanto che interventi di normale amministrazione come questo vengono percepiti come grandi opere pubbliche.

Nello specifico, la narrazione racconta di una Reggio Calabria che si prepara ad un progetto di ristrutturazione stradale del valore di circa venti milioni di euro, appunto intitolato “Strada facendo”. L’iniziativa è stata annunciata dal sindaco Giuseppe Falcomatà, affiancato dall’assessore ai Lavori pubblici Franco Costantino, dal consigliere delegato Franco Barreca e dal dirigente del settore Lavori pubblici Bruno Doldo, durante una conferenza svoltasi ieri, 2 ottobre, nella Sala dei Lampadari Italo Falcomatà di Palazzo San Giorgio.

“Questo non è un semplice intervento di rifacimento stradale,” ha sottolineato il sindaco. “In passato, a volte, è successo che le attività che abbiamo svolto hanno riguardato il ripristino del manto stradale. Questa è un’operazione più complessa che riguarda anche i sottoservizi (tombini, caditoie)” che, se trascurati, richiedono ulteriori lavori nel tempo. Il progetto potrà prendere vita grazie all’uscita dal piano di riequilibrio a cui ha preso parte il comune.

Falcomatà ha evidenziato come gli investimenti si concentreranno in particolare nelle aree costiere, periferiche e collinari, quelle più colpite dalla mancanza di manutenzione. “Alcuni interventi sono già stati completati, mentre altri sono attualmente in fase di realizzazione, e al termine di questi inizieremo anche a lavorare sul ripristino della sicurezza e del decoro dei marciapiedi” ha aggiunto, enfatizzando l’importanza di un monitoraggio rigoroso per prevenire danni futuri causati dagli “operatori privati su strada che sovente hanno provocato il taglio di strade che erano state appena ripristinate”.

Il sindaco ha ringraziato i consiglieri di maggioranza per la loro collaborazione nel selezionare le strade più necessarie di intervento, e ha ribadito che il progetto rappresenta un passo fondamentale per affrontare (non estinguere) il senso di abbandono spesso avvertito dai residenti delle zone periferiche.

 

REGGIO – Arrestato 43enne in flagranza del reato di maltrattamenti contro la ex moglie in presenza dei figli minori

Nei giorni scorsi, gli Agenti dell’UPGSP di Reggio Calabria hanno arrestato un 43enne reggino, pregiudicato, in flagranza del reato di maltrattamenti in famiglia commessi nei confronti dell’ex moglie ed alla presenza dei loro figli minori.
La donna ha richiesto l’intervento della Polizia di Stato, tempestivamente intervenuta, dopo aver ricevuto dall’ex marito diversi messaggi a sfondo minatorio e ingiurioso, inviati sullo smartphone, l’ultimo dei quali conteneva la foto di una tanica piena di liquido ed un paio di scarpe con sopra una pallottola, posti nell’androne dello stabile dove risiede della vittima.
Gli Agenti delle Volanti hanno verificato quanto risultava dalla foto recandosi, unitamente alla donna ed ai suoi figli minori, nell’atrio del palazzo e sorprendendo l’uomo in prossimità dello stabile, in evidente stato di agitazione e sotto l’effetto di sostanze alcoliche. Questi, anche in presenza degli agenti di polizia, ha rivolto frasi offensive nei confronti dell’ex moglie, alla presenza dei figli minori.
L’uomo è stato condotto presso gli Uffici delle Volanti e, al termine delle formalità di rito, è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia. L’Autorità Giudiziaria ha in seguito convalidato l’arresto e disposto nei suoi confronti la misura cautelare della detenzione in carcere.

Misteri, eredità e sospetti sulla morte dell’ex parlamentare Amedeo Matacena: nuovi dettagli emergono dal caso

Amedeo Gennaro Raniero Matacena, ex deputato e armatore, continua a far parlare di sé anche dopo la morte. Deceduto a Dubai il 16 settembre 2022, all’età di 59 anni, ufficialmente per un infarto del miocardio, la sua morte è ora al centro di un’inchiesta della Procura di Reggio Calabria che sospetta un possibile avvelenamento. La salma è stata riesumata per un’autopsia, alimentando ulteriori interrogativi sulla sua scomparsa e sugli eventi successivi.

Alle prime luci dell’alba di oggi, dieci persone hanno fatto ingresso nel cimitero di via Cadorna a Minturno, dirigendosi verso una cappella apparentemente vuota, senza lapidi né nomi. Dietro un loculo anonimo, circondato da cemento e fiori finti, è stata trovata la bara di Matacena. I sigilli del consolato di Dubai erano ancora lì, intatti, confermando l’autenticità del trasporto. La bara è stata poi trasferita a Roma, all’Istituto di Medicina Legale della Sapienza, dove alle 15 è stata effettuata l’autopsia. Gli inquirenti vogliono determinare se l’ex parlamentare sia realmente deceduto per un infarto, come dichiarato all’epoca, o se la causa sia un avvelenamento, come ora si sospetta.

Matacena, condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa, si era rifugiato negli Emirati Arabi Uniti per sfuggire alla giustizia italiana. La sua sepoltura anonima nel loculo della famiglia di Alessandra Canale, ex annunciatrice Rai e madre di suo figlio, ha sollevato ulteriori domande. Pare che la scelta del luogo e della modalità siano state fatte per evitare che la tomba diventasse meta di curiosi.

Ma non sono solo le circostanze della morte di Matacena a suscitare sospetti. Poche settimane fa è emersa un’indagine in corso sulla sua seconda moglie, Maria Pia Tropepi, ex modella e proprietaria di centri estetici. La Tropepi, sposata con Matacena con rito islamico pochi mesi prima del suo decesso, è accusata di essere coinvolta non solo nella morte del marito ma anche in quella della suocera, Raffaella De Carolis, deceduta tre mesi prima, sempre negli Emirati Arabi. Le polemiche riguardano anche questioni ereditarie, aggravate dalla presenza di due testamenti rilasciati dall’ex deputato: uno redatto in Liguria a favore dei figli e uno successivo, scritto a Dubai, che nomina Tropepi come erede universale. Secondo l’avvocato della donna, Attilio Parrelli, il secondo testamento annullerebbe tutte le disposizioni precedenti.

Un altro dettaglio insolito riguarda il passaporto di Matacena. Dopo la sua morte, la Tropepi avrebbe presentato alle autorità italiane un passaporto emesso dalla Repubblica Federale della Nigeria nel 2020, valido fino al 2025. Questo documento, intestato alla “Economic Community of West African States”, solleva ulteriori dubbi sulle operazioni compiute da Matacena negli anni della sua latitanza.

Anche il matrimonio religioso tra Matacena e la Tropepi, celebrato con rito islamico, è oggetto di contestazioni. Il certificato, intestato alla “Republic of Kenya”, ha sollevato domande, ma l’avvocato della donna ha chiarito che il rito è stato officiato da un imam di nazionalità keniota e regolarmente registrato nel suo paese d’origine.

L’autopsia in corso sarà cruciale per chiarire se la morte di Matacena sia stata naturale o il risultato di un avvelenamento, e potrebbe chiudere, o forse solo complicare ulteriormente, l’intricato caso che ruota attorno all’ex parlamentare.

La storia di Amedeo Matacena

Nato a Catania il 15 settembre 1963, Matacena è stato una figura centrale del panorama economico e politico italiano, con un passato turbolento segnato da successi imprenditoriali, incarichi parlamentari e vicende giudiziarie.

Matacena era figlio di Amedeo Matacena, l’omonimo imprenditore e armatore che, negli anni Sessanta, fondò la compagnia Caronte, attiva ancora oggi nei traghetti sullo Stretto di Messina. Sua madre, Raffaella De Carolis, fu Miss Italia nel 1962. Amedeo Matacena padre ricoprì inoltre il ruolo di presidente della Reggina negli anni Settanta.

Nel corso della sua vita, Matacena fu legato sentimentalmente alla celebre annunciatrice Rai Alessandra Canale, con la quale ebbe un figlio. Successivamente sposò Chiara Rizzo, da cui ebbe un altro figlio, per poi unirsi in matrimonio, con rito islamico, il 17 maggio 2022, con Maria Pia Tropepi, ex modella e medico chirurgo.

Nell’anno 1994, dopo essersi candidato nella lista Polo del Buon Governo, in quota Unione di Centro nel collegio di Villa San Giovanni, è stato eletto alla Camera dei Deputati, per poi passare in Forza Italia e ricoprire la carica di componente della Commissione Difesa fino all’anno 2001.

Carriera politica e giudiziaria

Nel 1994, Amedeo Matacena fu eletto alla Camera dei Deputati nel collegio di Villa San Giovanni, in Calabria, con la lista “Polo del Buon Governo” e successivamente aderì a Forza Italia, ricoprendo la carica di componente della Commissione Difesa fino al 2001.

Parallelamente alla sua carriera politica, la vita di Matacena fu segnata da diverse vicende giudiziarie. La più rilevante risale al 18 luglio 2012, quando la Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria lo condannò a cinque anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Questa condanna faceva parte di un’inchiesta più ampia, denominata “Olimpia”, che fece luce su intrecci tra ‘ndrangheta e politica, collegati anche a gravi fatti di sangue della cosiddetta “guerra di mafia” degli anni Ottanta e Novanta.

Matacena fu accusato di aver chiesto l’appoggio elettorale alla cosca Rosmini e di mantenere rapporti con la famiglia Alvaro, uno dei clan più potenti della ‘ndrangheta calabrese. La condanna fu confermata dalla Corte di Cassazione nel 2013, ma successivamente la pena fu ridotta a tre anni di reclusione nel 2014, a causa di modifiche normative sulle pene previste per il reato di concorso esterno.

La fuga a Dubai e l’arresto

Dopo la condanna, Matacena si rese latitante e venne arrestato a Dubai il 28 agosto 2013 grazie alla collaborazione tra Interpol e Carabinieri. Tuttavia, dopo poche settimane, le autorità emiratine decisero di rilasciarlo, imponendogli il divieto di espatrio. Durante il suo periodo di latitanza, emerse anche il coinvolgimento dell’ex ministro Claudio Scajola, arrestato nel maggio 2014 con l’accusa di aver favorito la fuga di Matacena e pianificato un suo trasferimento in Libano.

Matacena smentì le accuse, sostenendo di non avere mai tentato di lasciare Dubai. Nonostante vari tentativi, l’Italia non riuscì a ottenere l’estradizione di Matacena dagli Emirati Arabi Uniti, e nel 2019 il governo italiano reiterò la richiesta.

Altri procedimenti legali

Nel corso della sua vita, Matacena fu coinvolto in diversi altri procedimenti penali. Nel 2004 fu arrestato per presunte pressioni su alcuni magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, ma fu successivamente assolto. Nel 2012 fu condannato a quattro anni di reclusione nell’ambito del processo “Mozart” per una vicenda corruttiva legata a favori ottenuti dal presidente del Tribunale Amministrativo Regionale di Reggio Calabria, Luigi Passanisi.

La revoca del mandato d’arresto e i beni dissequestrati

Nel mese di agosto 2022, il GIP di Reggio Calabria revocò il mandato di arresto e il decreto di sequestro dei beni a Matacena, riconoscendo la liceità della provenienza del suo patrimonio e l’assenza dell’aggravante mafiosa. Questo provvedimento riguardava il procedimento penale “Breakfast”, in cui Matacena era accusato di intestazione fittizia di beni.

La disputa sulla salma

Dopo la sua morte, la salma di Matacena fu oggetto di una disputa tra i figli e la sua ultima moglie. I figli chiesero il rimpatrio della salma in Italia per il funerale e la sepoltura, mentre la moglie affermava che la volontà del defunto fosse quella di essere cremato. La vicenda è ancora in fase di risoluzione.

Su ordine della Procura di Reggio Calabria, le salme di Amedeo Matacena e della madre Raffaella De Carolis sono state riesumate per esami autoptici presso l’Università La Sapienza di Roma, con lo scopo di chiarire ulteriormente le cause del decesso.

La vita di Amedeo Matacena rimane un emblema di luci e ombre, intrecciando vicende imprenditoriali, politiche e giudiziarie che hanno segnato profondamente la storia recente del Sud Italia.

 

 

REGGIO – Incrementi da record per il “Tito Minniti”

Sorprendenti i numeri toccati dall’Aeroporto dello Stretto: il mese di agosto chiude con un +123,8% di passeggeri in transito dall’aeroporto cittadino, rispetto allo stesso mese dello scorso anno.

Con l’arrivo della società low-cost irlandese “Ryanair” e con l’ampliarsi delle destinazioni sia nazionali che internazionali, sembrerebbe che il “Tito Minniti” abbia finalmente ritrovato la spinta che da tempo gli era stata sottratta. Chiude infatti la stagione estiva con un traffico di 61.774 passeggeri, che rappresenta un +123,8% (nell’agosto 2023 se ne contavano solo 27.603), numeri che rendono il nostro aeroporto primo in Italia per incremento.

Reggio Calabria: 61.774 (+123,8%)
Lamezia Terme: 309.553 (-3,8%)
Crotone: 33.565 (+23,4%)
Catania: 1.276.714 (+21,1%)
Palermo: 1.006.348 (+11,2%)
Napoli: 1.551.270 (+5,2%)

Come intuibile dai dati sopra riportati, l’eccezionale risultato raggiunto dall’Aeroporto dello Stretto non ha negativamente influito sul transito di tutti gli altri grandi aeroporti del Mezzogiorno, che hanno visto anch’essi (specialmente Catania) un significativo aumento del traffico rispetto allo scorso anno.
Fa eccezione solo il “Sant’Eufemia” di Lamezia Terme, che certamente risente molto più da vicino del notevole sviluppo di Reggio e Crotone.

L.M.

CALABRIA – Giustizia per Denis Bergamini: dopo 35 anni, l’ex fidanzata condannata per l’omicidio del calciatore

Una delle pagine più tristi della storia calabrese è quella legata all’omicidio dell’ex calciatore del Cosenza, Denis Bergamini. Un caso che, inizialmente, era stato classificato come suicidio nel lontano 1989, quando il corpo di Denis fu travolto da un tir.

Tuttavia, l’ipotesi del suicidio non aveva mai convinto, ed era stata subito contestata dai familiari. Ora, dopo trentacinque lunghi anni, la sentenza emessa ieri rappresenta per loro un primo barlume di giustizia. Come poteva un giovane all’apice del successo, idolo di un’intera città, togliersi la vita solo per un infortunio o per il timore di aver contratto l’HIV, una malattia di cui, all’epoca, il ragazzo – poco più che ventenne – non era nemmeno a conoscenza?

Le indagini furono riaperte dopo diciassette anni, e l’esumazione del cadavere rivelò che Denis era già morto prima di essere investito dal camion. Le nuove indagini hanno portato alla luce un agghiacciante retroscena: secondo le ricostruzioni, l’ex fidanzata avrebbe architettato l’omicidio, con la complicità di altre persone.

Ieri, la Corte d’Assise presieduta da Paola Lucente ha condannato l’ex fidanzata a 16 anni di carcere per omicidio premeditato, a fronte di una richiesta di 23 anni avanzata dal PM Luca Primicerio.

REGGIO – Emergenza scuole, i Consiglieri di CDX in Commissione Controllo e Garanzia: “Risposte vaghe, sgarbo istituzionale, e beceri tentativi di delegittimazione della Commissione!”

Risposte vaghe, sgarbo istituzionale, inagibilità democratica e tentativi di delegittimazione: questo il riassunto del comportamento adottato dall’Assessore all’Istruzione Anna Briante e dalla maggioranza tutta in Commissione Controllo e Garanzia, riunitasi oggi per affrontare l’ormai annoso ‘caos scuole’ che ha visto centinaia di bambini ricollocati in nuove classi a causa dell’inagibilità di diversi plessi scolastici. Finalmente, dopo numerose assenze in Commissione e in Consiglio Comunale, l’Assessore Briante almeno ha deciso di fare la sua comparsa senza però riuscire a garantire risposte concrete alle domande dei Consiglieri e dei cittadini del Comitato di Ravagnese intervenuti.” – a dichiararlo i Consiglieri d’opposizione del Comune di Reggio Calabria.

“Tutto vago e ancora nessuna certezza sul futuro degli studenti reggini e delle loro famiglie. L’unica sicurezza, ad oggi, è quella che gli alunni della scuola di Catona non sono ancora stati ricollocati presso il Ciapi, mentre quelli già trasferiti continuano a vivere in uno stato di precarietà di cui non si intravede la fine. Ancora più allarmante è però la notizia che nessuna nuova scuola è stata inserita nel piano triennale delle opere pubbliche, nonostante l’Assessore abbia parlato di, non meglio precisati, fondi europei destinati alle scuole.” – hanno proseguito i consiglieri d’opposizione – “A fronte di queste incertezze, emerge con chiarezza un dato: è in corso un tentativo pericoloso da parte della maggioranza di delegittimare il lavoro della Commissione Controllo e Garanzia. Ci troviamo di fronte a una volontà politica di mettere il bavaglio alla democrazia consiliare, minando le prerogative affidate alla Commissione di vigilanza dallo Statuto Comunale e dai Regolamenti. Emblematica, in questo senso, la condotta dell’Assessore Briante, che invece di rispondere puntualmente alle domande poste, ha sollevato questioni procedurali come l’appropriatezza delle domande dei Consiglieri, la verifica del numero legale e la presenza dei cittadini in Commissione, prerogative spettanti unicamente ai Consiglieri Comunali.”

“Il tutto è sembrato il frutto di una vera e propria strategia di occultamento, messa in atto da alcuni Consiglieri di maggioranza, chiaramente animati dalla volontà di nascondere la verità dietro uno strato di ‘carbone bagnato’. Il tentativo di delegittimazione delle istituzioni e dei Consiglieri di opposizione è divenuto evidente già nella seduta di ieri, con l’intervento del Vicesindaco pro tempore Paolo Brunetti, destinato a passare alla storia del Consiglio Comunale come uno dei più livorosi e penosi mai ascoltati!” – hanno attaccato duramente i consiglieri di minoranza – “Quanto accaduto conferma un problema di agibilità democratica più volte denunciato dall’opposizione. Se la maggioranza sente il bisogno di ostacolare il regolare svolgimento delle sedute della Commissione Controllo e Garanzia, significa che si sta cercando di porre un freno politicamente inaccettabile alla ricerca della verità e della trasparenza. Certamente, come punto all’ordine del giorno della maggioranza c’è quello di trasformare definitivamente Palazzo San Giorgio da ‘Palazzo di vetro’ a ‘Palazzo di pece’, impedendo qualsiasi forma di controllo sull’operato amministrativo.”

 “Se lo desiderano, hanno anche i numeri per farlo: potrebbero sfiduciare il Presidente della Commissione Controllo e Garanzia, l’unico organo di controllo affidato all’opposizione. Questo costituirebbe un chiaro tentativo di evitare che l’attività dell’Ente venga sottoposta al controllo dei Consiglieri di opposizione, come previsto dalla legge.”– hanno dichiarato in conclusione – “Come Consiglieri di opposizione, non ci arrenderemo. Continueremo a vigilare e a controllare ogni atto amministrativo, sia come singoli che come membri della Commissione: affinché sia garantita la correttezza e la trasparenza. Non arretreremo di un centimetro e faremo tutto il possibile, nel rispetto della democrazia, per impedire ulteriori danni alla nostra amata Città e soprattutto per dare risposte concrete ai nostri concittadini.”

  I Consiglieri Comunali di Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia,

Alternativa Popolare, Cambiamo con Toti, Minicuci Sindaco.

REGGIO – Emergenza scuole, Ripepi: “Brunetti odia la democrazia. Spero che domani la Briante preferisca il Senato della Città ai bagni delle scuole.”

“Caos scuole: tra inagibilità e difficoltà, si è svolto oggi il Consiglio Comunale, la massima assise della Città e luogo dove avremmo tutti dovuto trovare risposte alle numerosissime domande che stanno affliggendo un’intera comunità. Eppure, oltre che a marinare la scuola, ecco che si assentano anche dall’incontro con il Senato del Popolo proprio il Sindaco Giuseppe Falcomatà e l’Assessore all’Istruzione Anna Briante.” – a dichiararlo il Consigliere Comunale Massimo Ripepi – “Nessuna risposta, nessuna novità: tutto rimane chiuso nel cassetto dell’Assessore ‘allo stato di tranquillità’. Come se non bastasse, il Vicesindaco Brunetti ha cercato con estrema goffaggine di rispondere confezionando uno degli interventi più scandalosi nella storia del Consiglio Comunale. Ha volutamente confuso le acque attaccando l’intera opposizione, la Commissione da me presieduta e l’arco democratico che non segue il suo riferimento assoluto, Giuseppe Falcomatà.”

Brunetti ha chiaramente dimostrato di odiare la democrazia e il controllo. Vorrebbe agire nell’ombra ma purtroppo non può e questo lo fa arrabbiare. Incapace di rispondere alle legittime istanze della Città, preferisce attaccare chi rappresenta la trasparenza e la partecipazione democratica.” – ha proseguito Ripepi – “Confidiamo che almeno domani siano tutti presenti alla Commissione di Controllo e Garanzia e speriamo altresì che non si verifichino guasti nei bagni delle scuole comunali, altrimenti l’Assessore Briante continuerà a privilegiare i sanitari rispetto al Senato della Città!”

“Comunico e informo, dunque, la cittadinanza e la stampa che domani 01 ottobre 2024, si terrà una seduta della Commissione di Controllo e Garanzia presso l’Aula Commissioni di Palazzo San Giorgio. La prima convocazione è fissata per le ore 8:00 e, in caso di mancato raggiungimento del quorum, la seconda convocazione avrà luogo alle ore 9:00.” – ha annunciato il Presidente della Commissione Controllo e Garanzia Massimo Ripepi – “L’incontro avrà come obiettivo la prosecuzione del chiarimento, già intrapreso nelle precedenti sedute, sulla gestione dell’emergenza scolastica che ha portato alla chiusura di numerosi plessi sul territorio comunale e al ricollocamento degli studenti presso altri istituti, con l’insorgimento di molteplici disagi. Durante la seduta, saranno quindi auditi l’Assessore all’Istruzione Anna Briante, la Dirigente all’Istruzione Gerolama Daniela Roschetti, l’Assessore ai Lavori Pubblici Francesco Costantino e il Dirigente ai Lavori Pubblici Bruno Doldo.”

La cittadinanza, i genitori e i rappresentanti delle scuole sono invitati a partecipare attivamente alla seduta. Si tratta di un’opportunità cruciale per segnalare direttamente le problematiche riscontrate, affinché la Commissione possa operare con piena cognizione di causa e richiedere un intervento il più preciso possibile, mirato alle reali necessità della comunità scolastica” – ha concluso Massimo Ripepi.

REGGIO – Continuano i crolli di calcinacci dal Ponte Sant’Anna. [FOTO e VIDEO]

Continuano i crolli di calcinacci dal Ponte Sant’Anna.
Questa sera, infatti, un passante ha notato la caduta di pezzi di cemento nella strada laterale il Ponte, allertando immediatamente le forze dell’ordine.
Sul posto, i vigili del fuoco hanno avviato i lavori per rimuovere i pezzi pericolanti ancora presenti e la strada è stata momentaneamente interdetta al traffico.
Secondo quanto specificato dalle autorità, i lavori dovrebbero essere completati entro la notte e la strada sarà velocemente riaperta alle autovetture.
Certamente non rassicura il fatto che i crolli e i segni di cedimento siano avvenuti, in queste ultime settimane, con una frequenza maggiore e in un lasso di tempo spaventosamente ravvicinato: segno che comunque l’infrastruttura versa in uno stato di sofferenza di cui ancora non si conosce la gravità.
Non allarmismo questo, bensì prevenzione: anche i nostri nonni ci hanno insegnato che a nulla serve piangere sul latte versato. E, ai nostri amministratori, chiediamo di tirare le somme di questa situazione, prima di essere costretti a dover affrontare eventuali tragedie.

ROCCELLA I. (RC) – Operazione antidroga: scoperte due piantagioni e arrestata una coppia

Continua incessante l’impegno dell’Arma dei Carabinieri nella lotta contro la produzione e il traffico di sostanze stupefacenti, un fenomeno che rimane una delle principali priorità per la sicurezza pubblica nel territorio calabrese. Nella Locride, i militari hanno conseguito nuovi e importanti risultati a conferma della costante attività di contrasto al narcotraffico che, negli ultimi anni, ha visto un’intensificazione delle operazioni, con il coinvolgimento di unità speciali e l’impiego di tecnologie avanzate.
Nel solo mese di settembre, i Carabinieri della Compagnia di Roccella Jonica, affiancati dallo Squadrone Eliportato “Cacciatori Calabria”, hanno individuato e smantellato due piantagioni di canapa, nascoste in zone impervie dei comuni di Grotteria e Caulonia, nel cuore dell’Aspromonte. Queste piantagioni, oculatamente celate tra la fitta vegetazione, erano destinate alla produzione di sostanze stupefacenti e avrebbero potuto rifornire il circuito illegale dello spaccio su larga scala.
Grazie a una meticolosa attività di sorveglianza, i militari hanno individuato le piantagioni e proceduto alla distruzione di centinaia di arbusti. Durante una delle operazioni, è stata arrestata una coppia di coniugi del posto, sorpresi a tentare invano di estirpare le piante e smantellare la coltivazione, nella speranza di eliminare ogni prova prima dell’arrivo dei Carabinieri. L’intervento immediato degli uomini dell’Arma ha consentito di bloccare l’operazione dei due e di trarli in arresto. Oltre alle piante, i militari hanno rinvenuto semi che sarebbero stati utilizzati per avviare nuove coltivazioni e, poco distante, sono stati scoperti circa 3 kg di arbusti essiccati e ricoperti da infiorescenze, pronti per essere immessi nel mercato dello spaccio.
Questi risultati si inseriscono in un quadro più ampio di operazioni anti-droga condotte dall’Arma nella provincia reggina, un territorio che storicamente rappresenta un nodo cruciale per il traffico internazionale di sostanze stupefacenti. La conformazione geografica del territorio, con aree montuose difficilmente accessibili, ha favorito nel tempo la proliferazione di piantagioni illegali di canapa e la nascita di reti criminali dedite alla coltivazione, trasformazione e distribuzione della droga.
I provvedimenti adottati sono stati disposti in sede di indagini preliminari, pertanto, i destinatari degli stessi sono persone sottoposte ad indagini e, quindi, presunte innocenti fino ad eventuale sentenza di condanna definitiva.

REGGIO – Accoltellò un ladro dentro casa: Francesco Putortì lascia il carcere e va ai domiciliari

Gli Avvocati Natale Polimeni e Giulia Dieni, difensori di fiducia del Sig. Putortì Francesco, unitamente al sostituto processuale Avv. Laura Febert, sono a comunicare la decisione con cui il GIP di Reggio Calabria ha accolto l’istanza proposta dagli stessi difensori, disponendo la revoca della misura cautelare in carcere imposta all’assistito, sostituita con gli arresti domiciliari.

Ha trovato accoglimento l’istanza della difesa, avverso una misura oltremodo afflittiva nei confronti del Sig. Putortì, protagonista di una vicenda che si ritiene un chiaro esempio di legittima difesa domiciliare.

I legali, esprimendo estrema soddisfazione per il risultato conseguito, attendono ora l’udienza dinnanzi la Suprema Corte, fissata per il 18 ottobre.