La vicenda che ha tenuto col fiato sospeso l’intera comunità calabrese si è conclusa con un lieto fine: la piccola Sofia, la neonata rapita dalla clinica Sacro Cuore di Cosenza, è stata ritrovata sana e salva. Valeria Chiappetta, la mamma della bambina, ha affidato al suo profilo Facebook un post commovente che ha raccolto migliaia di messaggi di solidarietà e affetto da tutta Italia.
“Questa è la nostra famiglia che ieri sera si stava sgretolando in mille pezzi”, scrive Valeria, descrivendo l’angoscia vissuta nelle ore in cui la figlia era scomparsa. Parole che trasmettono tutta la sofferenza di una madre e di un padre, che hanno vissuto un’esperienza che definiscono come una vera e propria “morte e resurrezione”.
Valeria non risparmia ringraziamenti alle forze dell’ordine per il lavoro straordinario svolto, né alla comunità che si è mobilitata con un calore umano straordinario. “Un’intera città, anzi una regione, si è bloccata per cercare la nostra bambina”, ha scritto, sottolineando la partecipazione collettiva che ha permesso il ritrovamento della piccola.
La madre ammette che sarà difficile superare un’esperienza così drammatica, ma si aggrappa al lieto fine: “Sofia sta bene”. Concludendo il suo messaggio con un triplice “grazie” rivolto a tutti, Valeria esprime il desiderio di poter abbracciare ogni persona che le ha manifestato vicinanza in questo momento difficile.
Un messaggio di speranza e gratitudine
La redazione di VeritasNews24 si unisce al coro di vicinanza e affetto per Valeria, il papà della piccola Sofia e tutta la loro famiglia. Questo episodio dimostra come, in momenti di estrema difficoltà, la forza di una comunità unita possa fare la differenza.
Siamo certi che Sofia crescerà circondata dall’amore immenso che i suoi genitori hanno dimostrato e che questa esperienza, per quanto dolorosa, sarà il simbolo di una rinascita per tutti loro.
Questa mattina, a Palazzo San Giorgio, si è tenuta la conferenza stampa “Un anno di attività di Atam, Castore ed Hermes”, alla presenza degli amministratori delegati delle rispettive società e del sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà. L’evento è stato un’occasione per fare il punto sui risultati raggiunti nel 2024 e delineare gli obiettivi futuri delle aziende partecipate del Comune.
Atam: trasporto pubblico locale in crescita
L’amministratore delegato di Atam, Giuseppe Basile, ha illustrato i progressi della società, che nel 2024 ha trasportato 5 milioni di persone percorrendo 4,5 milioni di chilometri, di cui 300mila sulle tratte periferiche come Gambarie e Cardeto. Ogni giorno, i 100 autobus di Atam percorrono 12mila chilometri, equivalenti a sei viaggi Reggio-Milano andata e ritorno.
Basile ha sottolineato gli investimenti record di 70 milioni di euro tra fondi PNRR e Pon Metro, che proiettano Atam tra le aziende di trasporto pubblico locale più performanti del Sud Italia, pronta a competere anche con società del Nord. Tra gli obiettivi per il 2025, l’uscita dal piano di rientro, il completamento della fornitura di bus elettrici e la ristrutturazione degli immobili aziendali.
Hermes: risultati storici e curiosità su Tari ed evasori
L’avvocato Giuseppe Mazzotta, amministratore delegato di Hermes, ha descritto il 2024 come un anno di successi. Il sito istituzionale del Comune di Reggio Calabria, ha visto un incremento del 40% delle visite, diventando un ponte fondamentale tra i cittadini e l’amministrazione.
Sul fronte della refezione scolastica, sono stati distribuiti oltre 1,1 milioni di pasti, servendo 162 scuole con una media di 22mila utenti annui. Importanti anche i numeri relativi ai tributi, con un “risultato storico” di 85,8 milioni di euro riscossi e 22.091 evasori accertati.
Mazzotta ha fornito un dato sorprendente: un’indagine ha rivelato che il 90% delle persone che abbandonano i rifiuti per strada sono in regola con la TARI, sfatando il luogo comune che scarica sugli evasori la colpa del degrado ambientale.
Castore: crescita e interventi strategici
Domenico Mallamaci, amministratore delegato di Castore, ha tracciato un quadro di crescita costante. Dal 2018 al 2024, i dipendenti sono passati da 37 a 145, con 48 contratti a tempo indeterminato nel 2024. Anche i ricavi sono aumentati esponenzialmente, passando da 613mila euro nel 2018 a 7,7 milioni nel 2024.
Castore ha realizzato 8.200 interventi annuali, tra cui il Parco Lineare Sud, il Natale Reggino e il fitorisanamento della discarica Longhi Bovetto. Mallamaci ha annunciato che per il 2025 l’azienda si concentrerà sull’acquisto di nuovi macchinari per il risanamento del manto stradale.
Il Sindaco Falcomatà: più chilometri per i trasporti
A chiudere la conferenza è stato il sindaco Giuseppe Falcomatà, che ha evidenziato il successo di Atam con l’aumento dei titoli di viaggio, saliti a 634mila nel 2024 (+34mila rispetto al 2023).
Guardando al futuro, il sindaco ha annunciato che nel 2025 il Comune chiederà alla Regione Calabria di aumentare i chilometri assegnati per il trasporto pubblico locale, al fine di potenziare le corse. “Chiederemo un confronto con la Regione per ottenere un incremento, auspicando che questo processo sia più rapido rispetto a quello delle deleghe della Città Metropolitana”, ha dichiarato Falcomatà, lanciando una stilettata all’amministrazione regionale.
“Reggio Calabria sta assistendo all’ennesima prova di arroganza e disinteresse da parte dell’Amministrazione Comunale, con una decisione che rischia di cancellare uno dei simboli storici della nostra città: il mercato di Piazza del Popolo.” – ha attaccato così il Presidente di Rivoluzione Rheggio 743 a.C., Nello Scuderi, commentando la polemica che in questi giorni si sta scatenando contro una Giunta Comunale che, ancor prima di tendere l’orecchio verso la volontà della cittadinanza, si arroga il diritto di imporre la chiusura definitiva di questo importante spazio economico e sociale.
“Come Presidente del movimento Rivoluzione Rheggio 743 a.C., non posso che unirmi alla voce di protesta dei cittadini e degli operatori economici, vittime di una gestione autoritaria che distrugge senza costruire alternative. Piazza del Popolo non è solo un mercato, ma un tessuto vivo della città, un luogo che, per generazioni, ha rappresentato lavoro, dignità e sostentamento per decine di famiglie.” – ha proseguito il Dott. Scuderi- “L’Amministrazione Falcomatà, già tristemente nota per la mancanza di visione e capacità amministrativa, dimostra ancora una volta di essere sorda alle esigenze della comunità. Mentre Reggio Calabria crolla sotto il peso di problemi ben più gravi, il Sindaco e la sua Giunta preferiscono concentrarsi su provvedimenti calati dall’alto, come la trasformazione del mercato in un parcheggio. Una scelta che spezza il legame storico tra questa piazza e i suoi lavoratori, senza alcun confronto democratico con la cittadinanza.”
“Senza contare le accuse mosse agli ambulanti di agire nell’illegalità: accuse che scadono nell’oltraggioso se si considera che, questi stessi commercianti nel 2018 hanno partecipato e vinto un regolare bando comunale, rimanendo però abbandonati e ignorati dall’Amministrazione per anni!” – ha puntualizzato il Presidente del movimento – “Paradossale, quindi, che oggi si parli di ‘legalità’ per giustificare un atto di pura distruzione, che impoverisce ulteriormente il tessuto economico della città!”.
“La situazione è ormai insostenibile: motivo per cui, in qualità di Presidente di Rivoluzione Rheggio 743 a.C., insieme a tutti gli iscritti, saremo al fianco dei cittadini e dei commercianti per sostenerli anche in questa raccolta firme a sostegno dell’attività mercatale di Piazza del Popolo! Altresì faremo pressioni affinché venga garantito il rispetto dei diritti dei lavoratori e la trasparenza nell’azione amministrativa. È inaccettabile che il Sindaco continui a trovare scuse per non affrontare direttamente i problemi, addirittura arrivando a disertare la Commissione Controllo e Garanzia, convocata dal Presidente Massimo Ripepi questo martedì, mancando di rispetto a tutte le istituzioni, ai cittadini e alla Città !” – ha puntualizzato Scuderi.
“Piazza del Popolo appartiene ai cittadini, non all’arbitrio del Sindaco o della sua Giunta. Come movimento, sosteniamo la proposta di Massimo Ripepi quale soluzione alternativa all’attuale distruzione: una visione che contempli il mantenimento del mercato durante le ore mattutine, seguito da attività culturali e ricreative nelle ore serali, in linea con quanto avviene nelle più importanti città italiane. Solo attraverso il dialogo e la partecipazione si può dare un futuro a Piazza del Popolo, un luogo che deve continuare a essere il cuore pulsante di Reggio Calabria.” – ha concluso il Presidente di Rivoluzione Rheggio 743 a.C. Nello Scuderi.
Una vicenda drammatica a lieto fine si è consumata ieri a Cosenza, dove una neonata di appena un giorno, Sofia Cavoto, è stata rapita dalla clinica Sacro Cuore. La bambina è stata ritrovata poche ore dopo dalla Squadra mobile, che ha fermato una coppia mentre si allontanava in auto con la piccola. Fortunatamente, Sofia è in buone condizioni di salute.
Il rapimento
L’episodio è avvenuto intorno alle 18:30. Secondo la ricostruzione della Polizia, una donna, con il volto parzialmente coperto da una mascherina, si è presentata nella stanza della mamma, una casalinga di 27 anni, e della nonna della piccola. Fingendosi una puericultrice, la donna ha detto di dover portare la neonata dal pediatra per un controllo. La madre, fidandosi, ha acconsentito, ma la donna non è mai tornata.
Poco dopo, la mamma e la suocera, non vedendo la neonata rientrare, hanno iniziato a preoccuparsi e hanno chiesto informazioni al personale della clinica. Quando si è scoperto che nessuna visita era stata programmata, è scattato l’allarme e sono state allertate le forze dell’ordine.
Le indagini e il ritrovamento
La Squadra mobile si è immediatamente attivata, analizzando le riprese delle telecamere di sicurezza e organizzando le ricerche. La bambina è stata rintracciata in un’auto nell’area urbana di Cosenza, probabilmente in contrada Rocchi. A bordo del veicolo si trovava la coppia sospettata del rapimento, che è stata fermata sul posto.
I dettagli del sequestro
La donna, travestita da infermiera, ha agito con estrema freddezza, ingannando la madre e la nonna della piccola. Fuori dalla clinica, un uomo l’aspettava in auto, pronto per la fuga. Le motivazioni dietro il rapimento sono ancora oggetto di indagine, ma il tempestivo intervento della Polizia ha evitato conseguenze più gravi.
La comunità tira un sospiro di sollievo
La notizia del ritrovamento ha portato sollievo alla famiglia della neonata e a tutta la comunità cosentina, rimasta col fiato sospeso durante le ore di ricerca. Questo episodio, tuttavia, ha sollevato interrogativi sulla sicurezza all’interno delle strutture sanitarie. Saranno necessarie misure più stringenti per evitare che simili eventi possano ripetersi.
Sofia è ora al sicuro con la sua famiglia, e i due sequestratori sono stati posti sotto fermo per ulteriori accertamenti.
“Il Sindaco Falcomatà dimostra ancora una volta mancanza di rispetto verso i cittadini, i rappresentanti eletti e le istituzioni, di cui egli stesso è la massima espressione. Anche oggi, con la consueta motivazione “per impegni istituzionali”, ha evitato il confronto politico, disertando la Commissione Controllo e Garanzia sulla grave questione della chiusura di Piazza del Popolo” – ha dichiarato Massimo Ripepi, Consigliere Comunale e Presidente della Commissione.
“Anziché dialogare con i Consiglieri Comunali e con i rappresentanti degli ambulanti, il Sindaco ha preferito inaugurare una scuola in provincia. Questo atteggiamento è estremamente grave: lo Statuto comunale vigente (art. 40 comma 6) impone al Sindaco l’obbligo di partecipazione alle Commissioni quando convocato. È la terza volta che diserta, utilizzando sempre la stessa giustificazione: l’impossibilità di partecipare a causa di ‘numerosi impegni istituzionali’. Questo è un chiaro segno del disprezzo di Falcomatà per le istituzioni e per i cittadini che lo hanno delegato a governare la nostra città.” – ha proseguito il Presidente Ripepi.
“Confondere i propri impegni istituzionali con l’obbligo statutario di presenziare in Commissione dimostra la mancanza di rispetto per il ruolo democratico del Consiglio Comunale, la più alta rappresentanza dei cittadini reggini.” – ha rimproverato Massimo Ripepi – “Falcomatà si sente evidentemente onnipotente, forte delle sue bugie reiterate, mentre ignora il grido di dolore di tante famiglie rimaste senza lavoro dopo la chiusura del mercato di Piazza del Popolo. Nemmeno il gesto estremo di uno degli ambulanti, che ha messo in luce la disperazione della situazione, è stato sufficiente a farlo riflettere e ad accettare il confronto.”
“Così il Sindaco continua ad evitare il dialogo, preferendo inaugurazioni ed eventi celebrativi, circondato da ‘yes men’, invece di affrontare chi lo critica o lo contraddice. È una situazione vergognosa.” – ha dichiarato duramente il Consigliere Ripepi – “Bastava seguire l’esempio del padre, che, in analoga situazione oltre vent’anni fa, scelse di dialogare con gli ambulanti e di contrastare con rigore gli abusivi.”
“Vista la gravità di quanto accaduto, ho inviato una lettera al Prefetto Dott.ssa Clara Vaccaro, che ha sempre agito con tempestività per ripristinare il rispetto delle procedure amministrative. Il Sindaco non può sottrarsi al confronto istituzionale: gli obblighi statutari sono superiori agli impegni di rappresentanza. Per questo motivo, ho già convocato una nuova riunione della Commissione Controllo e Garanzia per giovedì alle ore 8:20, alla quale Falcomatà è stato formalmente chiamato a partecipare,e continuerò a farlo finché lo stesso non adempirà ai suoi doveri.” – ha concluso il Presidente Massimo Ripepi – “Reggio Calabria merita un Sindaco che dialoghi con i cittadini e rispetti le istituzioni, non uno che fugge dai propri obblighi per inseguire ambizioni personali”.
La riunione della commissione Controllo e Garanzia del Comune di Reggio Calabria, convocata per discutere la delibera su Piazza del Popolo, è stata rinviata a causa dell’assenza del sindaco Giuseppe Falcomatà. L’impegno del primo cittadino nell’inaugurazione della nuova sede del Liceo Musicale di Cinquefrondi ha impedito la sua partecipazione, generando aspre reazioni tra i consiglieri.
A tal proposito il consigliere Massimo Ripepi, presidente della commissione, ha espresso dure critiche: «È una vergogna, la convocazione è stata inviata 7 giorni fa. La presenza alle commissioni è un obbligo. Scriverò al prefetto».
Non manca però il disappunto degli altri consiglieri fra cui le parole di Armando Neri: «La circostanza è imbarazzante. Abbiamo l’esigenza di sapere cosa vuole fare l’amministrazione di piazza del Popolo».
Una partecipatissima manifestazione, alla quale hanno preso parte circa trecento lavoratori del settore forestale provenienti dalla Valle del Mercure, ha avuto luogo davanti a Palazzo Campanella a Reggio Calabria, dove si stava svolgendo la seduta del Consiglio regionale. I partecipanti, che hanno sollevato le loro preoccupazioni con striscioni e slogan, hanno denunciato il rischio di perdere circa 1500 posti di lavoro a causa di una norma regionale, chiedendo un intervento immediato da parte delle istituzioni.
La protesta è stata organizzata dall’Associazione Liberi Imprenditori Forestali e da Confartigianato Cosenza, con la partecipazione attiva di numerosi sindaci dei comuni della zona, tra cui Mormanno, Acquaformosa, Castrovillari, Saracena, Cassano allo Ionio, Frascineto, Laino Borgo, Laino Castello e Lungro. Questi sindaci, in segno di solidarietà, hanno indossato le fasce tricolori, unendosi alla causa dei lavoratori. Tra i partecipanti anche i rappresentanti dei comuni lucani di Castelluccio Inferiore e Castelluccio Superiore hanno partecipato alla manifestazione.
La causa della protesta è l’emendamento Laghi, proposto dal consigliere regionale Ferdinando Laghi della Lista De Magistris, che ha ottenuto il sostegno della maggioranza guidata dal presidente Roberto Occhiuto. L’emendamento prevede il divieto di realizzare impianti di produzione di energia da biomasse all’interno dei parchi nazionali e regionali della Calabria. Questa normativa, secondo i manifestanti, potrebbe avere gravi conseguenze sul settore e sull’occupazione, motivo per cui i lavoratori chiedono l’abrogazione della legge.
Giovan Battista Benincasa, portavoce dell’Associazione Liberi Imprenditori Forestali, ha espresso forti preoccupazioni, sottolineando come la chiusura della centrale di biomassa in Calabria, alimentata da questi impianti, potrebbe comportare la perdita di 25 milioni di euro per la regione. “Se queste risorse venissero meno, le ripercussioni sull’occupazione sarebbero gravissime”, ha dichiarato Benincasa, aggiungendo che l’attuale orientamento del presidente Occhiuto rischia di penalizzare seriamente il settore in nome di un ambientalismo che, secondo lui, non tiene conto della realtà economica.
Antonio D’Angelo, rappresentante di Confartigianato Cosenza, ha ricordato che questa è la seconda protesta davanti a Palazzo Campanella. “All’inizio ci avevano detto che eravamo pochi, ma oggi, con la presenza di tanti lavoratori, dimostriamo che questo è un problema che riguarda molte persone, non solo una minoranza”, ha affermato D’Angelo, evidenziando che solo una parte dei lavoratori coinvolti è riuscita a partecipare alla manifestazione, a causa della difficile situazione lavorativa che molti stanno attraversando.
I sindaci della zona, tra cui Maria Angelina Russo, primo cittadino di Laino Borgo, hanno manifestato una preoccupazione crescente per le ripercussioni sociali di questa norma. “Il nostro territorio è a rischio, e se questa legge non viene modificata, potremmo trovarci di fronte a una vera e propria bomba sociale. Molte persone potrebbero rimanere senza lavoro”, ha dichiarato Russo, spiegando che nonostante alcuni incontri con il presidente del Consiglio regionale, ancora non sono state date risposte concrete alle richieste delle amministrazioni locali.
In chiusura, una delegazione del Partito Democratico, guidata dalla consigliera Amalia Bruni, ha incontrato i manifestanti per raccogliere le loro istanze, confermando l’impegno a sostenere la causa dei lavoratori e delle amministrazioni locali.
La manifestazione ha acceso i riflettori su un tema cruciale per la Calabria, quello dell’equilibrio tra tutela ambientale e occupazione. I lavoratori sperano che il Consiglio regionale possa prendere una posizione definitiva per salvaguardare sia l’ambiente che i posti di lavoro, senza compromettere il futuro di tante famiglie.
Si è conclusa con il fermo di polizia giudiziaria un’importante operazione condotta dalla Compagnia Carabinieri di Reggio Calabria, che ha portato all’arresto di un uomo trovato in possesso di numerose armi da fuoco illegalmente detenute e di sostanze stupefacenti.
L’operazione è iniziata quando i Carabinieri delle Stazioni di Cannavò, Rione Modena, Cataforio e Cardeto, supportati dalla Sezione Operativa della Compagnia e dallo Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria, hanno dato esecuzione a una perquisizione per la ricerca di armi a Cardeto. Durante le operazioni, i militari hanno scoperto, in un rudere, un fucile semiautomatico con matricola abrasa, pronto all’uso.
I primi accertamenti condotti dai militari dell’Arma hanno portato all’estensione della perquisizione a un’abitazione limitrofa, dove il proprietario, inizialmente presente, si è reso rapidamente irreperibile. Nonostante il suo telefono fosse spento e le ricerche si fossero intensificate, i Carabinieri non si sono dati per vinti. Dopo diverse ore, la decisione di entrare nell’abitazione ha permesso di chiarire la natura del comportamento evasivo dell’uomo. All’interno, sono state rinvenute quattro pistole con matricola abrasa, un altro fucile semiautomatico con matricola abrasa, 300 grammi di marijuana, una pistola scacciacani, munizionamento di vario tipo e numerosi coltelli da punta e da taglio.
Considerata l’ingente quantità di materiale rinvenuto e il pericolo che l’uomo potesse allontanarsi definitivamente, è stata avviata un’intensa attività di ricerca che ha coinvolto tutti i reparti dell’Arma. L’azione congiunta e determinata ha permesso di individuare il ricercato, che è stato prontamente fermato e arrestato per detenzione illegale di armi clandestine, detenzione abusiva di armi e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. L’uomo è stato quindi trasferito presso la casa circondariale di Reggio Calabria, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Questa operazione si inserisce in un ampio programma di attività volte a contrastare la criminalità non solo nel cuore della città, ma anche nelle zone più impervie e difficili della provincia reggina. Essa testimonia l’impegno costante delle Forze dell’Ordine nel garantire la protezione dei cittadini e nel restituire sicurezza a un territorio segnato dalla presenza di fenomeni criminali.
Il controllo continuo del territorio, unitamente a operazioni mirate e alla vigilanza su soggetti particolarmente pericolosi, sono strumenti essenziali per rafforzare la sicurezza della città e impedire che la criminalità possa radicarsi ulteriormente nelle aree più sensibili.
Trattandosi di procedimento in fase di indagini preliminari, per l’uomo vale il principio di non colpevolezza fino a condanna definitiva.
A poche ore dalla conferenza stampa con cui il sindaco Giuseppe Falcomatà ha elencato i risultati della sua amministrazione, il centrodestra reggino ha convocato i giornalisti per replicare alle dichiarazioni della giunta comunale. L’opposizione, con toni duri ma argomentati, ha contestato quella che considera una narrazione poco aderente alla realtà, accusando il sindaco di aver trasformato il bilancio della sua gestione in uno strumento di propaganda elettorale.
Secondo i consiglieri di centrodestra, Falcomatà avrebbe messo in piedi un vero e proprio modello comunicativo basato su proclami e promesse, finalizzato a mascherare anni di inefficienze. Massimo Ripepi, Presidente della Commissione Controllo e Garanzia, ha parlato di un “campione mondiale di bugie”, sostenendo che il sindaco stia cercando di “vendere” alla città un’immagine di successo per preparare il terreno alla sua possibile candidatura regionale. “Falcomatà è medaglia d’oro olimpica di bugie. Il primo cittadino mistifica la realtà per farsi la campagna elettorale per diventare consigliere regionale. Sono stati 11 anni disastrosi in cui non ne hanno azzeccata una”, ha dichiarato Ripepi, ricordando come la situazione del Palazzo di Giustizia sia stata sbloccata solo grazie all’intervento del centrodestra. Ha poi criticato il Parco Lineare Sud, ancora incompleto per il mancato completamento di un ponticello, e la gestione del Waterfront, che resta ferma dopo anni di promesse. “Con il Waterfront il primo cittadino ha imbrogliato i cittadini”, ha aggiunto, citando anche le promesse non mantenute sul Lido Comunale, dove i lavori sono ripartiti solo grazie all’intervento di Cannizzaro.
Anche il capogruppo di Forza Italia, Federico Milia, ha pungolato il sindaco: “Falcomatà ha iniziato la campagna elettorale. Non ha mai detto grazie all’immenso lavoro svolto da Cannizzaro. Impianti sportivi? Un disastro. Qualità della vita? Il sindaco ha millantato che c’è un complotto contro di lui, ma come può dire certe cose? Capodanno Rai? Il primo cittadino tenta di intestarsi il merito che di certo non è il suo”, ha affermato Milia.
Demetrio Marino di Fratelli d’Italia ha poi evidenziato la mancata realizzazione di promesse cruciali, come il decreto Reggio, e il fermo delle opere strategiche: “Non hanno mantenuto una promessa e, tra l’altro, hanno letteralmente abbandonato il decreto Reggio con l’aggravante che tutte le opere strategiche sono ferme al palo. Perché non sono state abbassate le tasse?”, ha incalzato Marino.
Saverio Anghelone ha sollevato il caso del mercato di Mortara, un’opera attesa da anni: “è un’opera che doveva essere completata e non si è mai fatto nulla, come mai? I lavoratori attendono risposte?”, ha dichiarato.
Mario Cardia della Lega ha lanciato un durissimo attacco sulla gestione dei beni confiscati e sul welfare: “Sui beni confiscati c’è il silenzio totale, andate a vedere le condizioni dell’Urban Center. Centro sociale di Sbarre? Gli anziani, a distanza di un anno, attendono risposte. Welfare? Un disastro, vedi la questione degli assistenti educativi e le ore ridotte ai disabili”, ha concluso Cardia.
Antonino Maiolino di Forza Italia ha sottolineato come il sindaco non abbia rispettato le promesse del 2020, parlando di una “realtà cambiata” e di un fallimento delle circoscrizioni: “Il sindaco è un bugiardo da un punto di vista politico, non ha rispettato nulla del programma del 2020 e cambia la realtà. Le circoscrizioni? Un fallimento totale e la maggioranza è divisa”, ha affermato Maiolino.
Infine, Roberto Vizzari di Forza Italia ha ribadito che la giunta non ha brillato in alcun settore nell’ultimo anno: “Questa giunta nell’ultimo anno non ha brillato in nessun campo e tanti assessori nemmeno si conoscono. L’unico a portare benefici alla città è Cannizzaro”, ha concluso Vizzari.
Il centrodestra ha quindi concluso la conferenza stampa con un appello alla città, sottolineando la necessità di una maggiore consapevolezza da parte dei cittadini riguardo alla reale situazione amministrativa di Reggio Calabria. L’ultimo anno del mandato di Falcomatà, secondo i consiglieri, rischia di trasformarsi in una lunga campagna elettorale, con l’obiettivo di far dimenticare i problemi irrisolti e proiettare un’immagine positiva dell’amministrazione.
Pur riconoscendo il diritto della giunta di rivendicare i propri risultati, l’opposizione ha ribadito che i fatti parlano chiaro: undici anni di governo Falcomatà avrebbero segnato, a loro avviso, un periodo di disastri amministrativi, ritardi e promesse mancate. Il dibattito politico, a questo punto, sembra destinato a intensificarsi, con le due parti sempre più distanti nella lettura della realtà e nei progetti per il futuro della città.
Intervista al Presidente della Commissione Controllo e Garanzia, Massimo Ripepi
Si è tenuta questa mattina presso la Sala dei Lampadari di Palazzo San Giorgio la conferenza stampa del sindaco Giuseppe Falcomatà, che ha illustrato le attività dell’amministrazione comunale per l’anno 2024 e rilanciato gli obiettivi per il 2025. L’incontro, che avrebbe dovuto rappresentare un momento di rendicontazione trasparente ai cittadini, si è presto rivelato un esercizio di autocompiacimento e retorica, dove le criticità sono state sistematicamente ignorate a favore di proclami che poco si riflettono nella realtà vissuta dai reggini.
Falcomatà vende farina non del suo sacco. Ma in qualche caso è proprio fumo.
Il Primo Cittadino ha esordito affermando che la conferenza è stata convocata per “rendicontare nel senso letterale del termine, dare conto alla cittadinanza delle attività messe in campo”. Tuttavia, al di là delle parole, l’elenco delle realizzazioni resta poco convincente. Il sindaco ha enfatizzato il completamento di cantieri come quello del Palazzo di Giustizia e del Museo del Mare, ma entrambi i progetti non nascono dalla sua amministrazione. Il Palazzo di Giustizia, in particolare, è stato sbloccato grazie all’impegno del deputato Francesco Cannizzaro, mentre il Museo del Mare è un’idea lanciata oltre un decennio fa dall’ex sindaco Giuseppe Scopelliti: opere non sue, successi altrui!
Nonostante questo, Falcomatà ha dichiarato: “Siamo orgogliosi come amministrazione della strada percorsa, risultati che devono rendere orgogliosi i cittadini perché sono a disposizione della crescita della collettività”. Possiamo dunque dirci orgogliosi diopere non ancora ultimate o comunque ferme da anni?
Come, per continuare la lunga lista, nel caso del Parco Lineare Sud, il Lido Comunale e San Giovannello, che restano opere incompiute o in condizioni di abbandono. E mentre Falcomatà si dichiarava soddisfatto dell’operato della Giunta, la città continua a lottare contro problemi strutturali mai risolti: dalle strade dissestate ai servizi carenti, fino alla gestione del verde pubblico e del decoro urbano.
Obiettivi 2025: un déjà-vu di promesse non mantenute
Il primo cittadino ha poi delineato i traguardi per il 2025, puntando sul completamento dei lavori in corso e sull’ottenimento del titolo di Capitale Italiana della Cultura. Un obiettivo certamente ambizioso, ma che appare scollegato dalle reali condizioni della città. Falcomatà ha auspicato “uno sforzo collettivo di unità di intenti”, coinvolgendo istituzioni, associazioni di categoria e cittadini. Tuttavia, il richiamo all’unità stride con la realtà di una città divisa e con un’amministrazione che spesso non ha saputo dialogare in modo efficace con i diversi attori del territorio.
Sicuramente un obbiettivo valido quanto gratuito: a mancare è invece il lavoro preparatorio che costava molta più fatica e soprattutto abilità! Tale per cui la città attualmente si trova sprovvista di una serie di infrastrutture ed apparati necessari al fine di rendere fruibile l’enorme potenziale storico-culturale che la città sapeva già di avere, indubbiamente da molto prima – e diremmo nonostante – l’arrivo del nostro Pindaro.
Anche i riferimenti all’operato della Giunta appaiono più come il solito tentativo di fantasia o un’opera apologetica, piuttosto che come un’analisi critica. Il sindaco ha lodato il lavoro di squadra, attribuendo i meriti alla “macchina amministrativa, ai dirigenti, ai funzionari” e riconoscendo che “il Sindaco oggi fa questa relazione, ma i risultati vengono comunicati grazie al lavoro di chi forse troppo spesso rimane un po’ più nell’ombra”. Un riconoscimento tardivo e poco credibile, considerata la percezione diffusa di una macchina amministrativa spesso inefficiente.
E quando i cittadini vedranno la prima palma nel deserto, si dimenticheranno che prima era una foresta…
La conferenza stampa odierna, lungi dall’essere un momento di trasparenza e dialogo, è apparsa più come un tentativo di rilanciare l’immagine di un’amministrazione in evidente difficoltà. Le dichiarazioni del sindaco, per quanto ricche di retorica, non riescono a nascondere il vuoto amministrativo di 11 anni di governo.
Il clima desertico creato in città non mancherà di preparare a facili entusiasmi di cittadini rispetto a quel poco che verrà (eventualmente) compiuto: anziché scusarsi del ritardo, il nostro retore utilizzerà il primo rocambolesco “fine dei lavori” come argomento per prorogare tutte le altre incompiute “a data da definirsi”.