Era più atteso dell’ultima stagione diGame of Thronesma, alla fine giovedì sera, alle 21 spaccate, è arrivato. Parliamo ovviamente del post di replica del sindaco Falcomatà all’ex assessore ai Lavori Pubblici Angela Marcianò. Una gara a chi ce l’ha più lungo, ovviamente il post, che ha polarizzato una città e spinto molti ad auspicare che la professoressa diventi il prossimo sindaco di Reggio Calabria; anche molti esponenti di destra si sono aggregati a questa pensata, forse travolti da un’ondata emozionale al grido di “Tutti tranne Peppe Falcomatà ” e senza tener conto che, tesserata o no, stimata o no, Angela Marcianò è ormai sotto vessillo PD.
Insomma la diatriba è nota a molti ed in cima ai Topics da qualche settimana a questa parte. Per i più disattenti, facciamo un riassunto delle puntate precedenti: Angela Marcianò viene chiamata da Renzi che dice “Angela, scelgo te!”, non controBulbasaurma comenuovo membro della Segreteria Nazionale PD, lei accetta e con il suo sì diventa parafulmine di ire funeste. Il rapporto fiduciario con il sindaco si incrina e da lì al ritiro delle deleghe è un attimo, peraltro appreso dalla Marcianò attraverso la Gazzetta del Sud, senza preavviso. Roba che neanche i lavoratori Sogas licenziati qualche settimana fa (leggi qui). Il tempo di schiarirsi le idee e l’ex assessore fa quello che fanno molti appena vengono mollati: si attacca a facebook. Unlunghissimo postper narrare molte vicende poco chiare al Comune, un fiume in piena di cui riportiamo alcuni passi che non hanno bisogno di ulteriori spiegazioni: “Penso alla vergognosa vicenda dell’hotel Miramareaffidatoall’amico del sindacosenza nessuna procedura di manifestazione di interesse e con l’autorizzazione ad eseguire lavorisenza autorizzazioneda parte dellaSoprintendenza, che è obbligatoria nel caso di immobile di pregio storico ed architettonico, alParco Casertavenduto a privati in manieraassolutamente illegittima, alla delibera sul sistema della mobilità che mandò in rivolta mezza città , alla vicenda dei lavori arbitrari sul corso Garibaldi e sulle vicende delsequestro penalein cui mi sono ritrovata e che faticosamente ho dovuto risolvere, assumendo l’impegno personale diripristinare la legalità sia con la Soprintendenza che con il pm procedente”. Oppure “Ricordo ancora la vicenda delcanile municipalediMortara, quella del trasferimento della nuora di un boss aPalazzo San Giorgio, della presenza a Palazzo San Giorgio diPaolo Romeo(ritenuto testa pensante della’ndranghetae imputato del processoGotha,ndr) ‘invitato’ comeconsulenteed amico di taluno e forse di tanti (come emerso dai fatti giudiziari) sulle vicende della città metropolitana che stava per nascere. Penso ancora alla fase attinente la preselezione della new-coCastore e Polluce(società in house del Comune, ndr), allicenziamento illegittimodella vigilessa e da ultimo altrasferimento ritorsivodei funzionari assegnati ai lavori pubblici, guarda caso tra i più operativi del mio settore, che ha mandato in tilt settori nevralgici dell’amministrazione, tanto da costringere il dirigente Romano a darne immediata comunicazione al Prefetto”. Il 25 luglio è “saltata un’altra testa”: il dirigente ai Lavori Pubblici, Romano, si è dimesso.
“Sonouscita dalla simpatiadel sindaco quasi subito e cioè quando si è accorto chenon ero condizionabile, nè intellettualmente nè caratterialmente, ed in tempi più recenti quando sono statacooptatanellasegreteria politica del Pd, incarico al quale egli vivamente aspirava, per cui la mia estromissione dalla giunta non rappresenta solo unastolta ripiccama è la garanzia che l’ulteriore percorso della consiliatura avrà soltanto lui come protagonista”.
Giuseppe Falcomatà non aspetta l’alba del terzo giorno per replicare e lo fa anche lui con un sudatissimo post in cui rivendica le sue scelte e affermando che “non è consentito, a nessuno, nè tantomeno a chi ha fatto parte per trentadue mesi della Giunta comunale, di gettare ombre e fango sull’operato dell’Amministrazione comunale.
Dette dichiarazioni, astiose e fuorvianti, attestano la correttezza politica della decisione della revoca dell’incarico delegato”. Il sindaco ha risposto anche a chi non ricordava più perchè la Marcianò fosse stata scelta nell’esecutivo cittadino:” Furono convergenti sollecitudini a convincere il Sindaco a soprassedere sulla non appartenenza politica della Marcianò al centro sinistra della città .L’obiettivo era chiaro: affrontare l’impegno amministrativo con una Giunta composta da politici (candidati ed eletti) e da tecnici, senza pensare minimamente, anzi, di condizionare, “nè intellettualmente nè caratterialmente” alcuno bensì lavorare nell’esclusivo interesse della città .Peraltro, la nomina della Giunta è, e resterà , un’esclusiva prerogativa del Sindaco. A tutte le accuse mosse dall’ex assesssore, viene risposto che appare strumentale utilizzare notizie lette sulla stampa e cavalcate dalla minoranza, e già più volte chiarite, per cercare di prendersi non meglio specificati meriti; è puerile e conferma la volontà di creare una contrapposizione con la maggioranza di cui fino a ieri si è stati parte o si diceva di esserne.Quasi tutti i fatti, estrapolati da informazioni già note grazie ai mezzi di informazione, risalgono infatti a prima del rimpasto. Circostanza non di poco conto poichè, se si fossero intraviste, in questi atti, fattispecie di reato l’ex assessore aveva l’occasione per fare un passo indietro nè, nel caso delle delibere di Giunta, come si dirà più avanti, le avrebbe votate.Appare evidente, tuttavia, che le dimissioni avrebbero offuscato un certo atteggiamento vittimistico e di alterego sul quale fondare possibili innovati impegni politici-elettorali.Si rimane basiti a leggere, tra le altre cose, i riferimenti al dirigente Cammera quasi fosse stato protetto dal Sindaco. Come si ricorderà , dopo qualche tempo dall’insediamento, il Sindaco durante un intervento pubblico esposto a Roma, tra gli altri, alla presenza del Presidente della Repubblica, delle più alte cariche dello Stato e della Commissione nazionale antimafia, lamentava l’impossibilità di incidere sull’organizzazione comunale, sulla rotazione dei dirigenti, poichè per effetto del “piano di riequilibrio” la legge non permetteva l’assunzione di nuove figure apicali.”
Una guerra a colpi di post di cui molti attendono un sequel, chi sui social, chi in un’aula giudiziaria. Intanto, dopo lo striscione esposto al consiglio comunale di venerdì in cui si chiedevano le dimissioni del sindaco, sabato un movimento spontaneo ha protestato pacificamente sotto le finestre di Palazzo San Giorgio(leggi qui). Insomma, la fiducia tra il primo cittadino e un suo assessore è definitivamente “svapata”: a quella con i cittadini ci ha pensato?