Una vicenda drammatica a lieto fine si è consumata ieri a Cosenza, dove una neonata di appena un giorno, Sofia Cavoto, è stata rapita dalla clinica Sacro Cuore. La bambina è stata ritrovata poche ore dopo dalla Squadra mobile, che ha fermato una coppia mentre si allontanava in auto con la piccola. Fortunatamente, Sofia è in buone condizioni di salute.
Il rapimento
L’episodio è avvenuto intorno alle 18:30. Secondo la ricostruzione della Polizia, una donna, con il volto parzialmente coperto da una mascherina, si è presentata nella stanza della mamma, una casalinga di 27 anni, e della nonna della piccola. Fingendosi una puericultrice, la donna ha detto di dover portare la neonata dal pediatra per un controllo. La madre, fidandosi, ha acconsentito, ma la donna non è mai tornata.
Poco dopo, la mamma e la suocera, non vedendo la neonata rientrare, hanno iniziato a preoccuparsi e hanno chiesto informazioni al personale della clinica. Quando si è scoperto che nessuna visita era stata programmata, è scattato l’allarme e sono state allertate le forze dell’ordine.
Le indagini e il ritrovamento
La Squadra mobile si è immediatamente attivata, analizzando le riprese delle telecamere di sicurezza e organizzando le ricerche. La bambina è stata rintracciata in un’auto nell’area urbana di Cosenza, probabilmente in contrada Rocchi. A bordo del veicolo si trovava la coppia sospettata del rapimento, che è stata fermata sul posto.
I dettagli del sequestro
La donna, travestita da infermiera, ha agito con estrema freddezza, ingannando la madre e la nonna della piccola. Fuori dalla clinica, un uomo l’aspettava in auto, pronto per la fuga. Le motivazioni dietro il rapimento sono ancora oggetto di indagine, ma il tempestivo intervento della Polizia ha evitato conseguenze più gravi.
La comunità tira un sospiro di sollievo
La notizia del ritrovamento ha portato sollievo alla famiglia della neonata e a tutta la comunità cosentina, rimasta col fiato sospeso durante le ore di ricerca. Questo episodio, tuttavia, ha sollevato interrogativi sulla sicurezza all’interno delle strutture sanitarie. Saranno necessarie misure più stringenti per evitare che simili eventi possano ripetersi.
Sofia è ora al sicuro con la sua famiglia, e i due sequestratori sono stati posti sotto fermo per ulteriori accertamenti.