Keep calm.Questo non sarà un polpettone alla Roberto Saviano da leggere in compagnia del Digerselz, nè tantomeno un’analisi di politica estera per veri intenditori del settore come Angelino Alfano.
Che tanti siano d’accordo o meno, Trump è da qualche giorno il nuovo inquilino della Casa Bianca. Aria da bifolco e ciuffo d’oro metallizzato, incarna perfettamente l’idea di imperialismo americano di cui si perdono i fiumi d’inchiostro studiati a scuola e che, automaticamente, scordiamo quando dobbiamo formulare un giudizio almeno parzialmente obiettivo sulle ultime elezioni presidenziali americane. Non starò qui a tediarvi sui primi provvedimenti adottati dal nuovo presidente, procederò però ad analizzare le notizie spirate sull’oceano Atlantico fino all’Europa che veramente ci hanno stuzzicato palato, meningi e corde vocali.
I capelli. Quella degli italiani per i capelli è una vera e propria fissa. Dal trapianto di Berlusconi alla chioma ossigenata di Insigne i commenti si sono profusi, ma d’altronde siamo fatti così: dalle risatine furbette al “voglio le meches alla Trump” bisbigliato al parrucchiere è un attimo.
Barron. Questo povero ragazzino è stato sbattuto sui giornali fin dalla notte dell’elezione del padre perchè, udite udite, svegliato in piena notte sbadigliava. Non so voi ma io mi sarei più preoccupata vedendo un bambino di 10 anni seduto compunto che prende poi la parola davanti al mondo per tenere un discorso sugli equilibri politici mondiali o sulla ricetta perfetta della Apple Pie. I giornali tendono spesso a disumanizzare i personaggi della politica e tutti coloro che vi gravitano attorno, come se entrati a far parte di un nuovo ambiente si azzerasse tutto il resto della loro vita, stesso discorso per la regina Elisabetta che a 90 anni suonati non ha potuto buscarsi un raffreddore e asciugarsi il moccio in santa pace senza la stampa lì pronta a tirarle l’anima. Simpatici non solo i numerosi sbadigli del piccolo Barron, ma anche gli scherzetti con la madre o il “bubusettete” con il nipotino, perciò non mi stupirei a vederlo lanciare le molliche di pane a tavola, rompere il vetro di una finestra giocando a pallone o fare le penne in mountain-bike tra i corridoi della Casa bianca.
Melania. Non sapremo mai con certezza assoluta cosa l’abbia fatta capitolare per il suo Donaldone. Fama?Interessi?Amore?Capello cromato?Al di là di tutto ciò che si possa dire al riguardo, Melania,con la sua goffaggine , appare a mio avviso molto più umana di Michelle Obama -laureata a Princeton, avvocato, scrittrice, super impegnata nel sociale,catwoman, capace di ritagliare del tempo per coltivare pomodori e zucchine nell’orto dietro casa e sfornare cookies alle tre del mattino- la quale incarna tutto ciò che le donne vorrebbero essere e che invece la maggior parte di esse non è. Come da copione,l’occhio mondiale si è piantato sugli abiti indossati dalle signore il giorno della proclamazione di Trump: una con un grazioso tailleur azzurro, l’altra con un pezzo di moquette dello studio ovale.Ma siccome l’abito non fa il monaco….
Il muro. Trump odia i vicini messicani, perciò ha avuto la brillante(?) idea di costruire un muro lungo il confine sud degli USA. Prima ancora di chiedersi se la pensata fosse opportuna, “utile” e moralmente accettabile senza riportare alla memoria brutti ricordi storici e se non fosse meglio metterci al suo posto qualche siepe e qualche cipresso, la querelle si è trasformata in una autentica lite condominiale, non per colpa del fumo del barbecue o del volume della tv troppo alto, ma se questo muro bisognasse farlo a secco, in cemento armato o metterci il rivestimento in piastrelle.Ma soprattutto non si è capito bene chi pagherà il conto: il messicano Nieta ha confermato che non metterà mano al portafogli(anche se voci sussurrano sia d’accordo con il presidente americano,d’altronde è stato coinvolto in scandali di corruzione e non è detto che non si lasci corrompere per un pugno di tacos), idem Trump.
Tanto per confermare che con la bocca si possono fare palazzi. Anche oltreoceano.