Dopo le recenti dichiarazionile finte letterine di presunte bimbe ostentate sui social e tutti quegli annunci lacrimosi improntati sulla necessità di ammainare le bandiere politiche per difendere l’Aeroporto, pensavamo di aver toccato davvero il punto cedevole nel cuore del nostro Sindaco, quel pulsante magico che lo distraesse un pò dal logorante tamtam che un politico del suo calibro è costretto a subire quotidianamente per via delle pesanti partite a calcetto o a calciobalilla, attirando le attenzioni di questo nobile di toga anche sulle urgenze della plebe reggina. Soprattutto quando Falcomatà aveva annunciato “compattezza e unità “, ci avevamo creduto.
Ma a proposito di nobiltà , è noto che alcune attività , per esempio quelle manuali se non strettamente ludiche, risultino assolutamente da evitare potendo comportare finanche la perdita dei diritti di nascita – figurarsi quindi firmare una petizione popolare per l’Aeroporto, avvicinerebbe pericolosamente l’èlite ai comuni cittadini, oltretutto stare al duemilatrecentesimo posto in una lista di persone qualunque potrebbe infliggere un colpo mortale ad eventuali esasperati complessi di superiorità .
Da sempre restio a concedere interviste a giornali non assertivi o addirittura spesso dissidenti come il nostro – giornali da cui si ritrae schermendosi come un vampiro al sole mattutino – viene difficile credere che il nostro Sindaco non sapesse (come ha dichiarato) della petizione in corso, nemmeno considerando l’abituale distacco sulle ordinarie sventure del suo possedimento reggino. D’altra parte, Falcomatà aveva dato prova d’avere almeno quel guizzo progressista in grado di consentirgli – oltre che l’uso intensivo di Facebook per il consueto storytelling – anche la facoltà di “apprendere le notizie dai giornali” così come avvenuto nel caso dell’abbandono di Alitalia annunciato per il 27 Marzo.
“Di cosa si tratta?” – ha chiesto comunque tanto per gustarsi un ultimo sfottò ai presenti. E’ sottile, fa lo gnorri il nostro sindaco. Prima di dire no alla richiesta di partecipazione ad una protesta cittadina, ci tiene a farti capire che la considera zero, che zero vale la loro protesta, che zero valgono i presenti, che zero valgono i giornali che non dispongono le lingue a mo’ di tappeto al suo passaggio sempre diretto, sempre senza fermate intermedie nel mondo della realtà .
E dire che aveva annunciato gesti eclatanti per il Tito minniti. E difatti, puntuale come l’aereo di ritorno da Torino, dove aveva festeggiato Renzi al Lingotto, ha in maniera eclatante schivato Delrio sulla questione aeroportuale, ed arrivato a Reggio ha dribblato uno per uno, anche i ragazzi della raccolta firme per la difesa dell’Aeroporto. Una svolta a destra, una a sinistra, il Sindaco si è defilato in maniera eclatante, con l’odio cortese di sempre.
Viene quasi da ingelosirsi di Messina, visto che invece quel simpaticone del Sindaco Accorinti, arrivato poco prima, ha firmato quella petizione contro la chiusura aeroporto (che oltretutto è l’unico collegamento possibile con la Jamaica).
Accorinti non sarà un sindaco modello, ma si è accontentato di annunciare in campagna elettorale la volontà di “partire dal basso”, e tanto ha fatto mischiandosi alla gente in battaglie a volte discutibili, ma rimanendo fedele alla gente.
Non così il nostro primo cittadino, che non si è lasciato coinvolgere nemmeno come abituale utente dello scalo che dovrà servirgli fino a quando decollerà , diretto all’Olimpo parlamentare dove calerà definitivamente il siparietto su una città che lo ha sostenuto, e continua a sostenerlo, ipnotizzato probabilmente dalla bacheca Facebook dove gli dei ex-machina del nostro Sindaco “virtuale”, continuano ad almanaccare storie epiche e gesta gloriose, che nemmeno RaiLux ai tempi del Duce.
Un pò di rimorso rimane, per non averle tentate tutte. Avremmo dovuto, per ottenere la partecipazione, dire che si trattava dell’iscrizione a un torneo di calcetto, o di biliardino, o di un aeroporto per bambini con aeromodelli in scala. Avremmo dovuto dire che l’aeroporto serve per più nobile causa, rispetto alla mobilità di una città abbandonata a sè e priva dell’intendimento per rendersene conto.
Falcomatà e l’arte dello storytelling renziano ai ferri corti con la realtà [VIDEO]
- 14 Marzo 2017
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