Dopo l’atto vandalico, l’ennesimo di una serie che si protrae da ben tre anni, il proprietario della nota caverna ha sporto denuncia per violazione della proprietà privata e danneggiamento dell’immagine personale.”… era diventata la classica putia i mustazzuniper Falcomatà e gli altri – ha sbottato il primate della filosofia – tanto per cominciare hanno cambiato l’insegna in ‘ Taverna da Platone’, ma non è stato che l’inizio…”
Ogni santo giorno l’accolita si sparava quindici partite a calcetto di fila e con la scusa di inaugurare giostrine qua e là , si consumava il culo sugli scivoli.
Poi la sera, rientrando in Taverna, i goliardi mostravano le occhiaie – finte – a dimostrazione della preoccupazione ossessiva per la polis: dicevano di “vedere cose” ed alle spalle degli uomini incatenati dall’ignoranza – tutti reggini – i ragazzi della comitiva proiettavano una serie di ombre illusorie, ma che venivano interpretate come realtà . Dal coniglio si è passati al gabbiano, poi agli aeroporti salvati, ai ponti che si costruivano e Delrio che li aiutava. E i reggini credevano subito, ed applaudivano felici.
Tutto questo si è protratto fin quando, in un raptus irredentista, i platonici hanno gettato fuori gli intrusi con le loro suppellettili: un biliardo, il calcio balilla, tre camicie da diciannove euro e novanta, oltre alle quindici parrucche stile Luigi XVI originali, ed altre carabattole democratiche chiccosissime.
Quindi, snervati dal vilipendio, i platonici si sono murati dentro vivi, incatenandosi proprio accanto agli schiavi dell’opinione. I reggini hanno subito reclamato indietro il tizio di prima che proiettava cose felici.
Comunque la questione, ora, è cosa ne sarà della Caverna: “in questo stato di cose il mio mito è inutilizzabile e già dagli atenei me lo stanno tornando indietro”- argomenta Platone, che già faceva fatica a farsi capire quando il mito era ancora sano – “infatti, come conferire un rigore logico al nuovo sistema filosofico, in cui anzichè liberare gli uomini incatenati dall’ignoranza nella caverna, mi trovo costretto a liberare la caverna dagli scatenati dall’ignoranza, incatenandomi?”. Sulla questione, è stato istituito apposito tavolo tecnico ed assessorato per la bonifica delle aree della cultura devastate dal sindaco.
Falcomatà , dal canto suo, non demorde e non smette di seminare il panico perseguitando feticci filosofici a caso. Pare sia stato beccato, ultimamente, a rincorrere la tartaruga di Zenone.