In una serie di approfondimenti, andremo a visitare i tesori archeologici di Reggio, relazionando sul loro stato.
Parte prima. Le Mura Greche invisibili. E inaccessibili.
La Magna Grecia inizia da qui, in un punto del nostro meraviglioso lungomare. Nei pressi dell’attuale Tempietto, costeggiando il litorale, duemilacinquecento anni fa i naviganti greci notarono una vite avvinghiata ad un fico, il che fu letto come il segno dall’oracolo di Delfi per approdare e fondare una città : proprio la nostra Rhegion. Tanta gloria, che oggi finisce sotto un metro di erbe infestanti, che avvinghiano il sito delle Mura Greche. Scalini, rampe d’accesso per i disabili, mura e reperti, tutto sepolto. Segni che non necessitano certo di oracoli per essere interpretati eche assieme all’ormai ironico messaggio sul cartello del sito, “Benvenuti a Reggio Calabria”, piazzati lì a pochi passi dalla Stazione, sono l’invito, rivolto a ipotetici turisti, a tornarsene da dove sono venuti.
A parte la segnaletica e molta, molta fantasia, nulla suggerirebbe al visitatore l’esistenza di un parco archeologico. Per rendersi conto di cosa è nascosto in quella grande fossa sotto Palazzo Zani, bisogna rispolverare le cartoline degli anni precedenti. Le Mura costituiscono la parte occidentale, nel tratto in cui devia a Sud, della cinta di Mura Greche. Esse risalgono al IV secolo a.c., epoca in cui Dioniso II le fece costruire per proteggere quella che sarebbe stata per secoli una delle più importanti città della Magna Grecia, colonia di Calcidesi e Messeni greci.
Tutt’altro che uno spirito artistico pare aleggiare oggi tra le rovine delle Rovine; nel magna-Magna Grecia che seppellisce cultura e turismo, uniche ricchezze di Reggio, sembrano rivivere piuttosto le gesta di quel famoso corsaro abiuro di patria e religione natìa, tale Occhialì, il quale abbracciata la sharia tornò in Calabria per saccheggiare, uccidere e disperdere. Tanto fa oggi l’incuria dei dirigenti reggini.
Qualcuno lamentava, mesi fa, che solo la via Marina fosse curata dall’Amministrazione. Oggi la situazione è evidentemente peggiorata. Non c’è nessuna traccia del passaggio di personale AVR dentro l’area da mesi o forse anni.
Forte è la tentazione di spaccare i lucchetti arruginiti e mettersi a fare un po’ di pulizia, invece non si può far altro che informare. Sperando di incontrare la sensibilità o addirittura l’indignazione di qualche cittadino e la pietà operosa di qualcuno degli addetti ai lavori del nostro Comune.