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PALMI – Incubo familiare per una giovane: arrestati madre e figlio per violenze brutali. Dietro l’odio, anche l’ombra della ‘ndrangheta

Una vicenda sconvolgente, fatta di minacce, aggressioni e sevizie fisiche. È quella che arriva da Palmi, dove madre e figlio sono finiti sotto misura cautelare – arresti domiciliari per la donna, divieto di avvicinamento per il figlio – per una serie di violenze perpetrate ai danni della loro nipote e cugina. Un vero e proprio calvario per la giovane vittima, punita per aver avuto il coraggio di collaborare con la giustizia, rompendo il silenzio su una violenza sessuale subita e coinvolgendo soggetti ritenuti vicini alla criminalità organizzata.

L’ordinanza, emessa dal Gip di Palmi su richiesta della Procura della Repubblica guidata dal procuratore capo Emanuele Crescenti, ha fatto seguito a una minuziosa attività investigativa condotta congiuntamente dalla Polizia di Stato e dai Carabinieri della Compagnia di Palmi, supportati anche da unità cinofile. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Letterio De Domenico, hanno ricostruito una sequenza agghiacciante di episodi: minacce continue, insulti, aggressioni fisiche reiterate e perfino sevizie, con l’utilizzo di una corda usata come frusta.

A rendere ancora più inquietante il quadro è il movente che avrebbe innescato l’odio feroce dei due presunti aggressori: la giovane avrebbe “osato” testimoniare contro alcuni uomini ritenuti colpevoli di averla violentata, scatenando la reazione rabbiosa dei parenti, che l’avrebbero considerata una “traditrice”, andando così a toccare nervi scoperti in ambienti contigui alla ’ndrangheta.

Tra le aggravanti contestate vi è anche la premeditazione: la vittima sarebbe stata attirata in un luogo isolato con l’inganno, per poi essere brutalmente aggredita. La presenza di legami familiari non ha rappresentato un freno, ma semmai un’aggravante in una vicenda che riapre un drammatico spaccato sull’omertà, la vendetta e la violenza che ancora oggi, nel cuore della Calabria, possono esplodere anche dentro le mura domestiche.

Grazie all’efficace collaborazione tra forze dell’ordine e magistratura, si è riusciti a fermare un’escalation che avrebbe potuto avere esiti tragici. Ma il caso di Palmi interroga tutti: quali protezioni concrete offriamo oggi a chi trova il coraggio di denunciare? E quanto profondo è il radicamento culturale della violenza in quei contesti dove la famiglia diventa teatro di sopraffazione?

La giustizia farà il suo corso. Intanto, questa giovane donna – vittima due volte – merita di essere ascoltata, tutelata e protetta. Anche per lei, lo Stato deve esserci. E non solo nei tribunali.

VeritasNews24 è un Quotidiano Online Registrato al Tribunale di Reggio Calabria n°7 del 28/09/2015

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