Durante la presentazione del libro di Stefania Craxi “All’ombra della storia. La mia vita tra politica ed affetti” a Reggio Calabria, il deputato Francesco Cannizzaro ha lanciato una dura critica ai sindaci di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, e di Messina, Federico Basile, entrambi di area politica di sinistra, per aver presentato ricorso contro il progetto del Ponte sullo Stretto. Un’opera definita da Cannizzaro come “l’opera del secolo”, ideata da Bettino Craxi e rilanciata negli anni successivi da Silvio Berlusconi.
“È incredibile – ha dichiarato Cannizzaro – che due sindaci, i rappresentanti di due città che dovrebbero essere le prime a trarre beneficio dal Ponte, continuino a ostacolare un progetto che potrebbe segnare la svolta per il rilancio economico e infrastrutturale del Sud Italia. Una visione miope e retrograda che non fa altro che penalizzare il futuro delle loro comunità”.
La visione di Craxi e il mancato raccolto della sinistra
L’idea del Ponte sullo Stretto, come ricordato da Stefania Craxi, nacque negli anni Ottanta proprio da suo padre Bettino, leader socialista e statista visionario. “Mio padre non pensava solo al Ponte – ha spiegato Stefania Craxi – ma a qualcosa di molto più grande: un’unica entità tra Reggio Calabria e Messina, chiamata Mediterranea, che diventasse un porto franco, una sorta di Hong Kong del Mediterraneo. Quarant’anni fa, lui aveva già capito che il Sud poteva essere la chiave per il rilancio del Paese, una porta strategica tra Europa, Africa e Medio Oriente”.
Eppure, come ha sottolineato Stefania Craxi, la sinistra storica non ha mai saputo cogliere questa visione rivoluzionaria. “La sinistra, che si definisce progressista, è stata in realtà spesso conservatrice, incapace di accogliere le grandi trasformazioni che stavano avvenendo nella società. Mio padre parlava di ‘patria’, di responsabilità civile dei giudici, del Mediterraneo come centro nevralgico. Temi che oggi sono più attuali che mai, ma che allora furono ignorati o, peggio, osteggiati”.
Un’opera che unisce, non divide
Cannizzaro ha evidenziato come il Ponte sullo Stretto non sia solo un’infrastruttura, ma un simbolo di progresso e visione strategica per l’Italia. “Il Ponte non è una semplice opera ingegneristica, è il simbolo di un’Italia che vuole guardare avanti, che vuole unire e non dividere. È stato Bettino Craxi, con il suo sguardo lungo, a immaginare per primo questa grande opera, e Berlusconi ne ha raccolto l’eredità portandola avanti. Ora siamo vicini all’apertura dei cantieri, ma è assurdo che proprio i sindaci delle città interessate, Falcomatà e Basile, si mettano di traverso con ricorsi che rallentano un progetto che darebbe un enorme impulso al Sud”.
La responsabilità storica della sinistra
La critica si estende a un’intera parte politica. “La sinistra italiana – ha aggiunto Cannizzaro – non ha mai saputo raccogliere l’eredità visionaria di Craxi. È paradossale che, ancora oggi, chi si dichiara discendente di figure come Berlinguer continui a opporsi a un’opera che rappresenta il futuro del Paese. Craxi, il primo uomo della sinistra a parlare di ‘patria’, aveva capito che il Mediterraneo sarebbe stato centrale per lo sviluppo dell’Italia e dell’Europa. Eppure, i suoi eredi ideologici continuano a remare contro”.
Stefania Craxi: “Il Ponte è l’eredità di una visione lungimirante”
Anche Stefania Craxi ha espresso il suo disappunto per l’opposizione che ancora oggi il Ponte sullo Stretto incontra da parte di alcune forze politiche. “Mio padre – ha dichiarato – aveva una visione lunga, che andava oltre il presente. Sapeva che l’Italia doveva essere protagonista nel Mediterraneo e che il Sud, con opere come il Ponte sullo Stretto, poteva diventare il motore di questa centralità. È triste constatare che, dopo tanti anni, ci siano ancora forze che ostacolano un progetto così importante”.
Una sfida per il futuro
Mentre i ricorsi dei sindaci rischiano di rallentare l’avvio dei lavori, Cannizzaro ha ribadito che il Ponte resta una priorità per il governo e per Forza Italia: “Non ci fermeremo. Questa è l’opera che può davvero cambiare il destino del Sud Italia, rendendolo protagonista di una nuova stagione di sviluppo e crescita. Chi si oppone oggi dovrà rendere conto ai cittadini di questa scelta miope e irresponsabile”.
Il Ponte sullo Stretto, dunque, non è solo un’infrastruttura, ma il simbolo di una battaglia politica e culturale che attraversa decenni di storia italiana, tra visioni lungimiranti e conservatorismi radicati.