“Falcomatà vuole comprare il marchio Reggina con i nostri soldi; Bandecchi voleva regalarlo alla città”. Così esordisce in una delle sue tonanti dirette il consigliere e presidente della Commissione Controllo e Garanzia di Reggio Calabria, Massimo Ripepi, oggi in campagna elettorale per le europee con Alternativa Popolare.
Se qualche tempo fa l’allora sindaco f.f. Brunetti aveva archiviato in Consiglio la questione Reggina come “questione privata” a favore della Fenice di Ballarino, oggi Falcomatà, appena rientrato dalla sospensione e con due processi in tribunale, si permette di fare il garante della morale rifiutando soldi di imprenditori “di non specchiata moralità”. Un giudizio che, basato solo su un’indagine in corso sull’imprenditore ternano, appare ipocrita prima che infondato.
E se ieri, da ogni canto dell’amministrazione, persino per la mancata sostituzione delle lampadine, si lamentavano i conti in rosso del comune, invocando i debiti delle famigerate amministrazioni precedenti, oggi il primo cittadino tira fuori soldi, “non si sa da quale capitolo di spesa pubblica. È una cosa della quale mi informerò da domani stesso”, incalza fumante Ripepi.
È pacifico, non si è mai visto che una città si ponesse in maniera inquisitoria nei confronti di chi fosse pronto a fare un regalo come i centomila euro per la propria squadra.
L’alternativa di Falcomatà, non brillante quanto tristemente non originale, sarebbe una sorta di “soviet comunista” per “statalizzare” una società privata come la Reggina, allo scopo di difenderla dal “capitalista” di turno.
Ma l’acquisto del marchio Reggina da parte del Comune, modello senza precedenti nel panorama italiano, secondo Ripepi, potrebbe rivelarsi solo deleterio. Un ulteriore blocco nel futuro degli amaranto.
Anche ottenuto il marchio, la Fenice di Ballarino continuerebbe ad avere, legittimamente, la gestione della squadra. L’errore non è stato infatti dell’imprenditore catanese, ma di chi ha veicolato per questioni politiche la cessione della squadra a una società che non aveva la capienza economica per rilanciarla.
Dietro una grande squadra c’è sempre il sostegno economico di un grande gruppo imprenditoriale. La politica dovrebbe facilitare i rapporti produttivi nel rispetto della città. Ma – Ripepi si domanda e chiede a Reggio, e non solo in tema di calcio – “Quale imprenditore vorrà trattare con Falcomatà e compagnia?”
Cesare Minniti