Stefano Cirillo, un giovane di 21 anni, è stato ucciso in un agguato a San Pietro di Caridà, un comune del reggino al confine con la provincia di Vibo Valentia. L’omicidio è avvenuto in contrada Corruttò, nella frazione Monsoreto, mentre Cirillo rientrava a casa a piedi. Diversi colpi di pistola sono stati esplosi contro di lui, uno dei quali lo ha colpito alla testa, causandone la morte istantanea. Le indagini, condotte dai carabinieri del Gruppo di Gioia Tauro e del Reparto operativo di Reggio Calabria sotto il coordinamento della Procura di Palmi, non escludono alcuna pista. Una delle ipotesi principali riguarda un possibile conflitto legato alla gestione del taglio dei boschi nella zona. Questa pista è rafforzata dalla recente storia di violenze avvenute nella stessa area. Negli ultimi due anni, infatti, San Pietro di Caridà e dintorni sono stati teatro di tre omicidi e un tentato omicidio. Tra gli episodi rilevanti si ricordano: – L’assassinio di Domenico Oppedisano, operaio 24enne, avvenuto lo scorso aprile in località Prateria. – L’omicidio di Alessandro Morfei, 30 anni, ucciso il 10 settembre 2022 mentre lavorava nei campi. Anche suo padre, Pietro Morfei, ritenuto affiliato alla ‘ndrangheta, fu vittima di un agguato nel 1998. – Il ferimento, lo scorso agosto, di un altro giovane, Pietro Morfei, 20 anni, colpito al collo da un fucile mentre si trovava in auto con la fidanzata. Gli inquirenti stanno cercando di stabilire se ci sia una connessione tra questi fatti, ipotizzando una matrice comune legata a faide locali per il controllo delle risorse forestali. Ulteriori dettagli emergeranno dall’autopsia e dal proseguimento delle indagini.
FONTE: Ansa