Sembravano remoti i tempi in cui si annunciava “Urbi et orbi”, per Reggio e comprensorio metropolitano, la fine della grande sete.
Nelle fantasie più sfrenate, migliaia di litri d’acqua si sarebbero presto riversati nel dedalo rattoppato che sono le tubature cittadine, per dare sollievo a noi e alle nostre povere autoclavi. E in effetti l’idea era proprio quella: un enorme bacino artificiale, la diga del Menta, pronto a risolvere con uno schiocco di dita il problema della crisi idrica.
La diga del Menta, diventato paesaggio lacustre-per giunta navigabile per piccoli natanti-incastonato nel cuore dell’Aspromonte, ha tutte le carte in regola per un progetto che è a tutti gli effetti grandioso. Come confermato su Linea Blu nella puntata dello scorso 8 luglio dedicata ai nostri dintorni, secondo quanto affermato, il proposito di risolvere “l’arsura reggina” è ben chiaro (dal 2018!) e in più, le provvidenziali piogge di maggio, hanno rimpinguato il lago del Menta lasciando ben sperare e immaginare un’estate con meno bidoni e autobotti in circolazione.
E poi cosa è successo non si sa.
Dai quartieri nord a quelli sud le segnalazioni di disservizi idrici prolungati (oltre quelli programmati da avviso, ovvio) infiammano le pagine social e, probabilmente, anche le linee dei centralini dedicati. In una città che non scende compatta in strada dal 14 luglio 1970 (esatto! NB per gli smemorati: quest’anno abbiamo “festeggiato”, esprimendoci per eufemismi, 53 anni dalla rivolta di Reggio…), l’idea di tornare alle barricate è quasi anacronistico. Eppure ad Arghillà ma anche a Croce Valanidi la cittadinanza ha abbandonato le mura domestiche per riversare il disappunto in strada. E i malumori serpeggiano anche in altri rioni.
Non sappiamo cosa succeda alle tubazioni reggine e del perché il prezioso liquido insapore e incolore resti spesso latitante. Condotte vetuste? Perdite? Aumento della popolazione estiva e dunque scarsezza rispetto all’effettivo fabbisogno? I rettiliani? Le scie chimiche? Non sappiamo. Resta un mistero e l’ombra dell’ennesima “mala ‘stati”.
La redazione