“Non vizi, ma vere e proprie patologie da curare”. E’ questo il filo conduttore che ha accompagnato tutte le fasi del Corso di Aggiornamento organizzato dalla “Associazione Italiana Donne Medico” (AIDM), Sezione di Reggio Calabria dal titolo “Alcolismo e gioco d’azzardo: patologie sempre più attuali. Differenze di genere”, svoltosi nell’aula “Spinelli” del Grande Ospedale Metropolitano (GOM) che lo ha patrocinato assieme all’Ordine dei Medici della provincia di Reggio Calabria e la Regione Calabria. Nel corso dell’incontro, diviso in tre sessioni, medici, psichiatri ed esperti del settore hanno approfondito le conseguenze di tali patologie sia riguardo l’aspetto clinico, come le polineuropatie e le epatopatie negli alcolisti, sia quello che riguarda la psiche come il senso di vuoto negli stessi alcolisti e nei giocatori d’azzardo.
“In questo nostro convegno – ha sottolineato la dottoressa Anna Federico, presidente Associazione italiana donne medico (AIDM), sezione di Reggio Calabria e coordinatrice dell’interessante iniziativa, dopo aver porto i saluti del presidente dell’Ordine, Pasquale Veneziano – abbiamo scelto di trattare un tema molto importante riguardo un fenomeno sociale che sta acquisendo caratteristiche che destano sempre più grande preoccupazione. Il gioco d’azzardo spesso si associa all’abuso di alcol che, proprio per il suo potere ‘disinibente’, può predisporre al successivo gioco compulsivo. Tutt’ora la popolazione definisce e considera queste patologie come dei ‘vizi’ e non come delle vere e proprie patologie da curare. Da qui – continua la dottoressa Federico – è nata l’esigenza di proporre un Corso che affronti tali tematiche e i possibili interventi terapeutici con occhio attento al genere. Dopo un iniziale inquadramento generale, sull’alcol, è stata definita la personalità dell’alcolista, gli organi bersaglio della patologia alcologica, le problematiche della doppia diagnosi, la terapia farmacologica e non (psicoterapia individuale e di gruppo). Non è mancato un focus sul rischio per le nuove generazioni e l’esperienza clinica dei Servizi pubblici dove vengono trattati questi pazienti. Sarebbe necessario intervenire con un adeguato approccio di prevenzione primaria rispetto al consumo di bevande alcoliche e degli interventi qualificati per controllare il gioco d’azzardo nell’interesse di tutti ma soprattutto dei nostri giovani”.
Per la dottoressa Claudia Pricoco, vicepresidente AIDM Sud, “quello di oggi è un argomento molto importante ma scarsamente attenzionato dalle società scientifiche e dai medici. Perché alcolismo e gioco d’azzardo vengono interpretati più che altro come vizi anziché vere e proprie patologie da curare. Mi auguro che i risultati di questo congresso possano essere veicolati e divulgati sul territorio con la collaborazione della classe medica e delle Istituzioni con l’obiettivo di prevenire queste patologie”.
“Si tratta di tematiche molto importanti da affrontare – ha evidenziato il dottore Salvatore Costarella, direttore sanitario aziendale GOM, RC – anche perché, al di là dell’aspetto prettamente medico-scientifico, le stesse investono delle problematiche socio-culturali di un certo spessore. E quindi l’azione di prevenzione non può essere affidata al solo intervento medico e farmacologico proprio perché questo tipo di patologie affondano le radici in una sorta di malessere sociale”
La dottoressa Elisabetta Felletti, psichiatra e psicoterapeuta, Dirigente medico e referente per il SerD dell’Asp di Reggio Calabria ha poi tracciato, in estrema sintesi, il passato ed il presente riguardo il servizio sulle dipendenze.
“I servizi di un tempo, mi riferisco agli anni ’90 quando esisteva il SERT, erano rivolti perlopiù ad eroinomani. Adesso lo scenario è cambiato, la “platea” si è ampliata includendo sostanze legali come tabacco e alcol, e problemi di comportamento come la pratica del gioco d’azzardo. E quindi i SerD (Servizi per le Dipendenze) ricomprendono le funzioni e l’organizzazione stabiliti per i vecchi SERT ma estendono i loro interventi agli ambiti relativi alle sostanze d’abuso legali ed a quelli delle dipendenze comportamentali. Ed ecco – rimarca la dottoressa Felletti – l’importanza di psicoterapie individuali o di gruppo, oltre ai farmaci, per una emergenza riguardo persone che possono essere identificate come politossicomani, cioè persone che utilizzano contemporaneamente più sostanze. Oltre a questo, siamo in presenza di un sommerso, quello delle donne, che provano una sorta di riluttanza ad arrivare da noi. Inoltre, mentre un tempo l’eroinomane veniva identificato come tossico, oggi assistiamo ad una “normalizzazione” delle sostanze e questo porta al fatto che nessuno si sente investito del problema. Tranne poi sentire grandi sensi di colpa che portano, in alcuni soggetti, al suicidio o al tentato suicidio e, in ogni caso, ad un malessere serio”.
Durante l’incontro hanno inoltre relazionato il dottore Franco Montesano definendo l’alcolismo e facendo poi una disamina su l’etanolo e di come l’alcol venga accettato e faccia parte della nostra cultura, oltre ai danni dell’alcol e delle patologie alcol correlate. Il dottore Attilio Insardà ha invece discusso sulle cause dell’alcolismo come la violenza e l’abuso sessuale, sull’uso di alcol in gravidanza con conseguenti danni fetali e sulla doppia diagnosi, cioè la presenza di una malattia mentale e di una dipendenza contemporaneamente. La dottoressa Rosanna De Pace si è invece occupata della personalità dell’alcolista secondo l’ottica psicoanalitica e il senso di vuoto in giocatori e alcolisti citando alcuni casi clinici, mentre la dottoressa Bruna Miserrafiti ha correlato alcol e malattie cardiovascolari, in ottica di genere. Nelle donne, a pari quantità di bevande alcoliche si ha un livello di alcolemia maggiore per cui si sviluppano più rapidamente le malattie cardiovascolari. Sulle polineuropatie negli alcolisti ha discusso il dottore Massimo Autunno, a seguire l’intervento del dottore Carmelo Caserta riguardo la compromissione epatica nei diversi stadi fino alla cirrosi in seguito all’abuso di alcol e quello del dottore Vincenzo Romeo il quale ha trattato le dipendenze dopo una attenta valutazione della generazione “Z” per meglio comprendere le problematiche di alcol e gioco d’azzardo nei giovani, alcuni dei quali hanno difficoltà a separare il mondo reale da quello virtuale con aumento del numero di giovani che vivono isolati (Hikikomori)
Hanno moderato le sessioni scientifiche i dottori Giovanna Campolo, Giovanni Malara, Emira Dal Moro, Domenica Artuso, Massimo Chirico, Laura Melara.