E? evidente che la situazione economica reggina versa in uno stato di crisi cronica, la recessione sociale ha aumentato le disuguaglianze ed ha portato come conseguenza l?uscita di scena dal nostro territorio delle migliori e giovani menti e delle forze economico sociali che avrebbero potuto investire.
A differenza delle altre realt territoriali italiane la nostra citt non riuscita a risalire la china e questo anche a causa di una classe politica troppo spesso divisa e distante da quella che la realt .
Emblematici sono i due rapporti presentati ne giorni scorsi da Demetrio Naccari e dall? Ance, rapporti che possono essere tranquillamente paragonati a dei bollettini di guerra, dal 2009 ad oggi sono state perse circa 500 imprese con allegati oltre 4000 posti di lavoro. Ancora pi drammatici sono i dati occupazionali riportati dall?ISTAT: Reggio Calabria risulta essere l? ultima in classifica relativamente al tasso di occupazione tra le citt metropolitane e se questo ancora non ci sconvolge, dovrebbe sconvolgerci il fatto che tra le province Calabresi Reggio Calabria quella che riporta il dato pi negativo di occupati con solo il 37,5%, dati che dovrebbero far rabbrividire territori martoriati dalla guerra come baghdad o kabul.
Ritengo tuttavia doveroso entrare nel merito delle questioni: le cause di tutto questo sono le solite che da anni ripetiamo, ma non solo, Reggio Calabria oltre ai problemi che vive quasi tutto il mezzogiorno ha delle ulteriori complicazioni: la crisi economica degli enti tra tutte quella comunale con un debito di quasi 250 milioni di euro da ripagare creato dalla vecchia amministrazione (c? poco da contestare, un dato di fatto) problema ancora pi singolare, un tessuto economico creato dagli anni ?60 ad oggi con delle logiche criminali o tolleranti di questi ambienti, che negli ultimi anni stato scoperchiato da procura e prefettura, ma che, le attivit di queste ultime seppur legittimamente supportate allo scopo di contrastare l?attivit criminale si ritrovano a coinvolgere imprese che nulla hanno a che fare con questi ambienti malfamati, ma che si ritrovano coinvolte per la sola colpa di operare in un?ambiente che potremmo definire giungla come quella di Reggio Calabria.
Di fronte a questo stato delle cose, ritengo vi sia la necessit chiedere un coinvolgimento del governo nazionale con misure di rilancio concrete e straordinarie, questo potr avvenire soltanto se amministrazione, associazioni di categoria e partiti o movimenti, staranno dalla stessa parte a prescindere dal colore dei partiti in cui militano o per cui simpatizzano.
Un grande movimento popolare, come quello che caratterizz il ?70 che vide protagonista il sindaco di allora Pietro Battaglia ma coinvolse l?intera cittadinanza.
Se tutti staremo dalla stessa parte, dalla parte di Reggio, allora la nostra citt forse avr un barlume di speranza per uscire da questa impasse e raggiungere traguardi che purtroppo non sono mai stati raggiunti, se invece l?intenzione quella di fare del banale populismo attaccando semplicemente l?amministrazione di colpe che tra l?altro non sono sue, non andremo da nessuna parte e Reggio sar destinata a continuare a vivere tra la coltre di pressappochismo, dilettantismo e ? faciloneria? che purtroppo da anni la contraddistinguono.
In questi ultimi mesi le forze di opposizione che in taluni casi sono forza di governo a Roma sono alla ricerca del colpevole additando l?amministrazione comunale ed il Sindaco Falcomat quale panacea di tutti i mali di Reggio Calabria.
Atteso che talune competenze sono in mano al Parlamento nazionale o alla regione Calabria evidente che va immaginata un azione congiunte nell?interesse della citt .
Vogliamo fare finta che non successo nulla nell?ultimo ventennio politico- amministrativo, vogliamo immaginare una citt normale cancellando il fatto che gran parte del tessuto economico e sociale che operava a Reggio Calabria lo faceva con procedure dubbie che hanno portato per gli autori a sanzioni pesanti?
Se veramente si vuole provare a trovare una soluzione ad un problema che ci riguarda evidente che l?azione politica comune deve partire dal contesto in cui a Reggio Calabria si opera.
Ritengo che serve aprire un tavolo nazionale per pensare misure straordinarie per Reggio Calabria, rivedere la legge sugli scioglimenti per mafia dei comuni che toccano picchi altissimi nella nostra area Metropolitana, e provare per una volta ad essere insieme classe dirigente.