Skip to content

REGGIO – “Donne Luce”: Visione o realtà? La docu-serie che racconta il mondo femminile

Nella suggestiva Location della Fattoria Urbana si è svolto, nell’atmosfera quasi mistica e spirituale del “Salotto dei Poeti”, un evento di forte intensità emotiva che investe il mondo sempre in evoluzione del costume e del convivere sociale.

La manifestazione, fortemente voluta dal presidente del “Salotto dei Poeti”, l’editore Antonino Santisi, tratta un argomento molto sentito nella società odierna come la violenza di genere ed in particolare sulle donne e trae spunto da un progetto di storie di donne mirabilmente raccontate in una docu-serie che si sviluppa in diverse puntate e racconta di un mondo femminile che cambia, che si risveglia.

Un carattere istituzionale ha dato all’evento la presenza dell’Assessore alla Cultura Avv. Irene Calabrò che, nei suoi saluti, ha messo in grande evidenza l’utilità di simili convegni che consentono di tenere alta l’asticella dell’attenzione su argomenti cosi centrali nella vita della società, quali la violenza di genere e sulle donne in particolare ed ha ringraziato la regista Macrina Binotti per portare avanti simili problematiche con grande intelligenza e bravura.

In questi documentari non si raccontano in modo crudo ed esplicito degli episodi violenti, ma attraverso le storie narrate risalta tutta la violenza psicologica, che spesso si tramuta in violenza fisica, che ha tenuto, e tiene, in una posizione di diseguaglianza la donna rispetto all’uomo.

Le donne protagoniste di queste storie dimostrano come si possa venir fuori dal buio trovando la forza ed il coraggio per il cambiamento all’interno delle proprie capacità interiori.

Questo progetto dal titolo Donne Luce, ideato e diretto dalla regista Macrina Binotti, è una docu-serie in cui,  con un linguaggio profondo e catartico, la regista racconta ed associa vere storie di donne straordinarie che, nei momenti cruciali della loro vita, pur oppresse dal peso del loro vissuto segnato da una società che le poneva sempre in secondo piano, quando si trovano ad un bivio, quando sentono che scegliere tra buio e luce può trasformare completamente tutta la propria vita, ecco che prendono la decisione della chiusura con il passato.

Sono consapevoli che la loro salvezza di donna è nel cambiamento purché affrontato con decisione e sicurezza e con una profonda spinta d’animo, che deve rappresentare il volano che movimenta questo nuovo percorso di vita.

Queste donne, che si raccontano, partono dalle loro esperienze che hanno chiuso la loro vita in un buio assoluto e ora hanno la forza di avere la visione che qualcosa di positivo si può raggiungere intraprendendo un loro “nuovo” percorso al termine del quale, pur se lontana, già si intravede chiara una luce che, piccola all’inizio, diviene sempre più intensa e luminosa man mano che si allontanano dal passato e percorrono la loro nuova vita.

Per raccontare di queste Donne Luce è stato necessario andare aldilà del consueto, entrare nelle loro case e nelle loro vite e vivere intimamente con loro ed i loro cari e condurre con la loro vita giornaliera ed aprire spazi di profonda confidenza ed intimità.

Tutto ciò perché era il solo modo per entrare in loro e raccontarle nella loro smisurata bellezza e profondità capaci di portarle verso una nuova verità: la loro nuova vita.

Sono emblematici racconti di donne che hanno mutato radicalmente la loro vita ritrovando la luce: l’una, Alice, lasciando una vita monotona e triste andando alla ricerca del suo sogno circense che una volta raggiunto le ha permesso di riscattarsi; l’altra, Maura, che reagendo ad una errata diagnosi quando si riscopre non affetta da malattie va alla scoperta della sessualità sacra, formandosi come insegnante di yoga, massaggio tantrico, seminari sulla riscoperta del piacere sessuale come evoluzione del proprio femminile e maschile ed inizia la vita della luce; ed un’altra ancora, Samah, di origine egiziana, reagisce al buio trasformando l’ombra della mutilazione e della violenza ed al termine del suo percorso torna  a sentirsi finalmente figlia di un mondo in cui la separazione non esiste.

E tutto ciò traspare evidente dalla visione del documentario Violenza in cui Elisa, Anna, Luce e tante altre donne raccontano le loro “aggressioni” e le conseguenze fisiche e psichiche che hanno segnato la loro vita e che per certi versi e per tanto tempo hanno annullato la loro volontà e la loro libertà.

Ed ancor oggi portano dentro di loro i segni della violenza che rimangono indelebili nell’inconscio di ogni donna che l’ha subita, anche se la loro forza è tale che spesso riescono ad avere un risveglio che consente loro di lasciare il buio ed andare oltre.

È spesso un risveglio che avviene improvviso, che nasce dall’animo femminile e che fa compiere alla donna viaggi incredibili, anche nel suo mutare, spinta dalla volontà di scambio e senso di comunità.

Nel documentario non appaiono mai immagini di violenza esplicita, ma tramite il messaggio che trasmettono i visi, gli occhi, gli sguardi e le parole delle donne che si raccontano si ha veramente la cifra di cosa è la violenza sulle donne in un modo crudo, senza fronzoli e, per dirla con una parafrasi, si riceve un pugno nello stomaco.

La visione del documentario ha certamente infuso nei presenti delle sensazioni forti ed emozioni inusuali suscitate dalle immagini che raccontavano, con semplicità e senza drammi, i “disagi” della condizione della donna nella società attuale.

Si è rimasti ammaliati dal racconto che prendeva forza anche dalla semplicità delle immagini che portavano allo spettatore una realtà senza fronzoli o effetti speciali e questo è tutto merito di Macrina Binotti che con la sua regia ci permette di entrare senza imbarazzo nell’intimo delle donne che si raccontano e quindi la possibilità di cogliere l’essenzialità della storia che si racconta.

Il documentario ha fatto intendere chiaramente che chi subisce una violenza, qualunque sia il genere, qualunque sia la tipologia, viene privato di tutto, sia del suo essere spirituale, sia fisico e rimane in uno stato che rende più grave e difficile la sua condizione perché, spesso, è abbandonato da familiari, amici, società e, ancora più grave, da stato e giustizia.

Macrina Binotti riesce con la sua attenta regia a trasmettere il messaggio positivo che la donna, in forza del suo enorme coraggio e forza interiore, può raggiungere il riscatto ed il risveglio dal buio affrontando un percorso, sì difficile ed impervio, alla cui fine c’è il proprio sogno di essere consapevole di rivestire un ruolo definito e centrale nella società come donna e come persona: la luce da visione diventa realtà.

Ne è nato un interessante di battito con numerosi e qualificati interventi coordinati con la consueta maestria dal Presidente Santisi che a conclusione della magnifica serata ha ringraziato i presenti ed in particolare, per l’opera presentata e per il suo impegno nella lotta contro la violenza, la regista Macrina Binotti cui a dato in omaggio, ed anche alle signore presenti, un stampa contro la violenza sulle donne realizzata dall’artista Alberta Dito con il motto “La donna non è….diversa….è una donna….rispettala”.

 

Oreste Mario Dito

VeritasNews24 è un Quotidiano Online Registrato al Tribunale di Reggio Calabria n°7 del 28/09/2015

Editrice di VeritasNews24 è la TXT Soc. Coop. Soc.

sita a Reggio Calabria in Via Trapani Lombardo, 35 – 89135 – Reggio Calabria

contatti

REDAZIONE@VERITASNEWS24.IT   –    0965.371156

©2021 veritasnews24 – tutti i diritti sono riservati – SITO WEB REALIZZATO DA TXT COMMUNICATION