11 SETTEMBRE 2018 – Quasi mai, o comunque non sempre, eventi e spettacoli come quelli a conclusione della festa di Reggio, sono soldi buttati al vento. La musica di Ermal Meta, per esempio, ha fatto piangere e ballare una piazza del Popolo stracolma di migliaia di fan, alcuni venuti da lontano, ad aspettare con anticipo di ore l’inizio del concerto.
Le feste, e la musica costruiscono sempre qualcosa. Non certo i ponti o le strade o la manutenzione che dovremo pur continuare a pretendere nei giorni feriali, e con molta pi forza, ma in ogni caso aggiungono qualche mattone all’infrastruttura delle emozioni e della coesione di giovani e meno giovani abitanti di una citt
dal presente non certo facile.
Ma l’attaccamento alla vita il primo motore del cambiamento. E quando testi, intensi ed autentici, inneggiano ai valori universali dell’amore, forse nemmeno il pop pi vanit
. Ermal scrive frasi come “L’uomo che diventerai, non sar
mai pi grande dell’amore che dai” , che, a pensarci, l’insegnamento di Ges Cristo. Lo avr
notato la suora, che cantava in prima fila sotto il palco: una canzone, anche formalmente laica, pu dire quello che non si riesce pi a focalizzare in certe omelie, specie se manifestamente politicizzate.
Ma le canzoni del giovane cantautore, sanno anche essere piene di una sana carica rock, di rivalsa, che trae spunto dai trascorsi – non sempre facili – dell’artista. Come nel caso di “Non mi avete fatto niente”, canzone con cui Ermal ha vinto il festival di Sanremo 2018 assieme a Fabrizio Moro, e che la risposta agli episodi terroristici che hanno scosso l’Europa, ma anche una lezione di vita: bisogna rialzarsi, bisogna che la vita si rialzi e faccia dispetto, sempre, alla morte. Lo stesso boato che Reggio vorrebbe forse far esplodere a Piazza del popolo, contro chi l’ha affossata, non con atti eclatanti, ma con l’indifferenza di decenni.
Il cantante, ha accompagnato i suoi pi grandi successi con un breve racconto che lo lega alla Calabria, “sapete, c’ un forte legame che sento tra me e la Calabria” “qui ci sono molte comunit
di albanesi, il nostro sangue si in qualche modo fuso” Ermal infatti, un nome molto popolare in Albania, nazione d’origine del cantante.
Non bisogna chiamarsi necessariamente De Andr o Battisti per commuovere il pubblico, purch si canti col cuore collegato. L’arte di dire ci che tutti gli uomini provano, del raccontare dei dolori e delle emozioni comuni a chiunque abbia un’anima, ha una potenza ed un valore inestimabili: una buona canzone immedesimazione nell’altro e quindi, educazione ad apprezzare i sentimenti e la vita, degli altri.
La comunicazione artistica nella sua massima funzione questo: sentire comune e speranza. L’abilit
di cercare nel dolore umano il fondo di bellezza che l’impronta di Dio, e che legittima la vita di ognuno a continuare, nonostante qualche sconfitta. In nome di quella bellezza.
Una buona canzone ha acceso un po’ di luce nel fondo, ed anche i fuochi artificiali, pi brevi del solito, hanno comunque fatto la loro parte. Da domani (se si esce dall’ingorgo del traffico privo di qualsivoglia criterio di organizzazione razionale) si torner
alla vita normale, senza dimenticare per che serate come questa, nella turistica Reggio, devono diventare la normalit
.
P.S.: Solo 3 giorni dopo, 14 Settembre: La societ
organizzatrice del concerto (Ermal non c’entra) stata denunciata per aver contravvenuto ad importanti regole di sicurezza. Giusto indagare. Per, viene da pensare: come se l’intera citt
non fosse intasata, rendendo di fatto impossibile ogni eventuale tentativo di trasporto in ambulanza in caso di malore di uno delle decine di migliaia di presenti.
di Cesare Minniti