Ieri ruspe e forze dell’ordine sono intervenute nel ghetto dell?ex Polveriera per demolire altre baracche, ma ci avvenuto soltanto in seguito all’assegnazione di alloggi in equa dislocazione alle famiglie residenti.
In questo modo il Comune, con il supporto delle associazioni, ha continuato l?intervento di effettivo superamento del ghetto dell?ex Polveriera, all?insegna del dialogo, dopo un inizio di segno opposto nel mese di aprile.
Fino ad oggi quindi, il percorso di demolizione della baraccopoli, a differenza di quanto sta avvenendo altrove, si sta realizzando mettendo al primo posto le famiglie ed il loro diritto fondamentale alla casa e all?inclusione sociale.
Una modalit molto diversa rispetto a quella applicata in altre citt , dove si opera la demolizione dei ghetti e lo sgombero forzato delle persone pi fragili, non offrendo loro alcuna sistemazione abitativa e quindi costringendole a trovare rifugio in altri ghetti.
Mettere al primo posto le persone significa anche affrontare tutte le difficolt relative al rapporto esistente tra le famiglie storicamente ghettizzate e le istituzioni che nel tempo hanno favorito la ghettizzazione. Nel caso dell?ex Polveriera di Ciccarello, la baraccopoli insiste da circa 60 anni. Un periodo tanto lungo di emarginazione abitativa segna in modo netto il rapporto conflittuale tra gli esclusi e le istituzioni escludenti. Tuttavia gli operatori del Comune hanno scelto il dialogo e hanno continuato su questa strada con il supporto delle associazioni. Pur dovendo affrontare diverse difficolt , ha prevalso la consapevolezza che non pu esserci altra via all’inclusione sociale, dovendo partire dalla devastante condizione di emarginazione costituita dal ghetto.
Per favorire l?inclusione sociale, le assegnazioni degli alloggi sono state realizzate secondo il principio, richiesto dalle famiglie, dell?equa dislocazione abitativa in diversi quartieri della citt e considerando le esigenze contingenti dei nuclei. Questa modalit di assegnazione, pur tra diverse problematicit , sta producendo i primi risultati positivi che saranno pi evidenti a lungo termine.
Ô auspicabile che la strada intrapresa sia percorsa fino alla fine del progetto, non ancora concluso. Infatti, dei 32 nuclei familiari che abitavano nel ghetto, ad oggi 14 hanno lasciato la baraccopoli e sono stati trasferiti in immobili confiscati alla ‘ndrangheta; due nuclei hanno gi ricevuto il decreto di assegnazione dell?alloggio e, conclusi i lavori di ristrutturazione, dovrebbero lasciare il ghetto.
Restano ancora 16 nuclei familiari in attesa di un?assegnazione.
Met del progetto resta pertanto da completare.
In questa fase il Comune impegnato nel recupero e nel rendere abitabili 16 alloggi necessari in equa dislocazione ma ritiene di riuscire a concludere tutta l?operazione nell?arco di due mesi.
Molto probabilmente saranno necessari anche alloggi erp e non soltanto alloggi confiscati.
L?associazione Un Mondo Di Mondi continuer a supportare il metodo fino ad oggi adottato, sollecitando l?azione di delocalizzazione delle famiglie, attraverso il dialogo. Questa rimane l’unica scelta sensata, in opposizione alla violenza su persone senza reali alternative.
Reggio Calabria, 28 setembre 2018
- Giacomo Marino – Cristina Delfino ? Direttivo Associazione ?Un Mondo di Mondi?