Nel cuore di Arghillà, quartiere periferico di Reggio Calabria, si consuma da anni una vicenda che intreccia degrado urbano, disagio sociale e inerzia amministrativa. Le 110 unità abitative del Comparto 6, inizialmente destinate a diventare un simbolo di riscatto per molte famiglie in difficoltà, sono invece divenute l’emblema di una politica distante dai bisogni reali dei cittadini.
Questi alloggi, mai formalmente assegnati a causa della loro inagibilità e della mancanza di collaudi e certificazioni essenziali, sono stati occupati nel tempo da numerose famiglie. Molte di queste, spinte dalla necessità e dall’assenza di alternative, hanno cercato di regolarizzare la propria posizione, intraprendendo iter burocratici spesso infruttuosi. Tuttavia, sia il Comune di Reggio Calabria che l’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale Pubblica (ATERP) hanno mostrato una preoccupante lentezza nel fornire risposte concrete, lasciando queste famiglie in un limbo giuridico e sociale.
La recente ordinanza n. 27, firmata il 26 marzo 2025 dal sindaco Giuseppe Falcomatà, dispone lo sgombero immediato di questi alloggi, motivando la decisione con gravi carenze strutturali e impiantistiche, tra cui l’assenza di allacci alle reti idriche, fognarie ed elettriche, nonché problemi di sicurezza e salubrità. Queste criticità, sebbene reali, sono note da anni e rappresentano il risultato di una mancata manutenzione e di interventi mai realizzati.
È doveroso sottolineare che le famiglie occupanti non hanno sottratto l’abitazione a nessuno, poiché, data l’inagibilità degli immobili, non esisteva alcuna graduatoria di assegnazione. Si tratta, quindi, di persone che, trovandosi in condizioni di estrema difficoltà, hanno cercato una soluzione abitativa in assenza di alternative offerte dalle istituzioni.
La decisione di procedere con lo sgombero, senza aver prima individuato soluzioni abitative alternative per queste famiglie, appare come l’ennesima dimostrazione di una politica distante dai cittadini e dalle loro esigenze. Invece di affrontare alla radice le problematiche legate al degrado urbano e alla mancanza di alloggi popolari adeguati, si opta per misure drastiche che colpiscono i più vulnerabili, senza offrire loro una via d’uscita dignitosa.
È imperativo che l’amministrazione comunale, anziché limitarsi a provvedimenti emergenziali, sviluppi una strategia a lungo termine per affrontare la crisi abitativa, coinvolgendo attivamente le famiglie interessate e garantendo loro il diritto a un alloggio sicuro e dignitoso. Solo attraverso un dialogo costruttivo e interventi concreti sarà possibile sanare ferite sociali profonde e restituire fiducia nelle istituzioni.
Dettagli del sopralluogo dell’ATERP
Durante l’ispezione, i tecnici dell’ATERP hanno riscontrato un significativo peggioramento delle condizioni già precarie degli impianti e delle strutture abitative. Le principali criticità evidenziate includono:
- Impianti non conformi: gli impianti elettrici e di riscaldamento risultano obsoleti e non a norma, rappresentando un serio rischio per gli abitanti.
- Assenza di infissi: in diversi alloggi mancano infissi interni ed esterni, compromettendo la sicurezza e l’efficienza energetica delle abitazioni.
- Mancanza di allacciamenti regolari: non esistono allacci ufficiali alle reti idriche, fognarie ed elettriche, né sistemi adeguati per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, con conseguenti problemi igienico-sanitari.
- Degrado strutturale: alcune aree sono inaccessibili a causa dell’accumulo di rifiuti nei vani ascensore e della presenza di infrastrutture fatiscenti.
Inoltre, è stata rilevata la presenza di strutture edificate abusivamente e di allacci illegali alle reti idriche ed elettriche, aggravando ulteriormente la situazione di degrado.
Provvedimenti adottati e implicazioni sociali
Di fronte a questo scenario, il sindaco Falcomatà ha disposto lo sgombero immediato degli alloggi interessati. Questa decisione, sebbene necessaria per tutelare l’incolumità degli abitanti, solleva preoccupazioni riguardo al futuro delle famiglie coinvolte, molte delle quali si trovano in condizioni di vulnerabilità sociale ed economica.
Contesto e criticità del quartiere Arghillà
Arghillà è da tempo al centro di problematiche legate al degrado urbano, alla presenza di discariche abusive e a fenomeni di criminalità. Nonostante precedenti interventi e denunce, la situazione è peggiorata, evidenziando la necessità di un piano integrato che affronti non solo le emergenze abitative, ma anche le cause profonde del disagio sociale nel quartiere.
L’ordinanza di sgombero rappresenta un passo urgente per affrontare una situazione insostenibile. Tuttavia, è fondamentale che le istituzioni locali, regionali e nazionali collaborino per sviluppare soluzioni a lungo termine, che includano la riqualificazione urbana, il supporto alle famiglie sfollate e misure efficaci contro l’abusivismo e il degrado. Solo attraverso un approccio coordinato sarà possibile garantire condizioni di vita dignitose e sicure per tutti i residenti di Arghillà.