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REGGIO – [INTERVISTE] Commissione Parlamentare sulle periferie in Prefettura a Reggio Calabria: focus su Arghillà e comparto 6

Cannizzaro: «Arghillà è nell’agenda nazionale. Servono più fondi, ma soprattutto una governance straordinaria»

Si è svolta questa mattina presso la Prefettura di Reggio Calabria una seduta della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie, presieduta dall’onorevole Alessandro Battilocchio. La missione, che rientra nel tour nazionale nelle città metropolitane, ha avuto come punto focale la drammatica situazione di Arghillà, con un focus particolare sul Comparto 6.

Il lavoro della Commissione – con il coinvolgimento del prefetto Clara Vaccaro, del sindaco Falcomatà, dei vertici delle forze dell’ordine e dell’ATERP Calabria – ha avuto come obiettivo quello di fare luce su un degrado che è ormai sotto gli occhi di tutti. A guidare questo processo è stato Francesco Cannizzaro, vicecapogruppo alla Camera di Forza Italia, promotore dell’interesse nazionale per Arghillà.

Arghillà, una ferita aperta che diventa caso nazionale

A fare da motore a questo importante appuntamento è stato infatti il lavoro instancabile dell’onorevole Francesco Cannizzaro, che già da tempo ha portato Arghillà nelle aule del Parlamento, denunciandone il degrado e sollecitando l’intervento del Governo. Un impegno che ha portato a un primo importante risultato: lo stanziamento di 5 milioni di euro da parte del Ministero dell’Interno, destinati proprio alla riqualificazione del quartiere.

«Arghillà oggi è un tema nazionale – ha dichiarato Cannizzaro – e non può più essere abbandonata a se stessa. Il Governo ha capito l’urgenza, ma da soli non possiamo farcela. Serve una governance forte, serve una task force, serve un commissario ad hoc. Solo così possiamo pensare di replicare un “modello Caivano” anche a Reggio Calabria.»

La sinergia istituzionale come punto di partenza

Il presidente della Commissione Battilocchio ha sottolineato come l’incontro reggino sia stato uno dei più partecipati e sinergici tra le città metropolitane italiane finora visitate. Alla presenza del prefetto Clara Vaccaro, del questore Bruno Megale, dei comandanti delle forze dell’ordine e del sindaco Giuseppe Falcomatà, si è discusso a lungo della spirale di illegalità connessa all’occupazione abusiva degli alloggi, della necessità di riportare legalità, e della recente ordinanza di sgombero del comparto 6, che sarà supportata da una cornice di sicurezza garantita dalla Questura.

«Non possiamo accettare che esistano ancora zone franche nel Paese – ha ribadito Battilocchio – lo Stato deve tornare visibile e presente. E Arghillà ha bisogno di legalità ma anche di continuità e sostenibilità negli interventi. È per questo che seguiamo con grande attenzione anche l’ipotesi di riaprire un presidio fisso di Polizia di Stato nella zona.»

Patto di comunità e presidio sociale: le chiavi per il futuro

Nel corso della riunione si è parlato anche del Patto di Comunità lanciato dalla Prefettura, un’iniziativa dal basso che punta a coinvolgere attivamente cittadini e associazioni per rafforzare il tessuto sociale. Proprio su questo ha insistito anche Andrea De Maria (PD):

«Non basta intervenire sui muri, serve una presenza costante dello Stato, dell’associazionismo, della scuola. Le periferie urbane sono anche periferie sociali, non sempre lontane dal centro storico.»

Anche Antonino Iaria (M5S) ha sottolineato come Arghillà rappresenti un banco di prova nazionale per costruire buone pratiche replicabili in tutta Italia. «Serve coraggio politico, ma anche risorse e capacità di attuazione. Non possiamo più accontentarci di spot.»

Cannizzaro: «Argillà non è da meno di Caivano. Non resti solo un caso di cronaca»

Nel corso della conferenza, Cannizzaro ha voluto marcare con forza la dimensione strategica e simbolica dell’intervento su Arghillà:

«Lo dico con chiarezza: Arghillà non è da meno di Caivano, e merita la stessa attenzione. La zona è diventata un centro di potere per la criminalità organizzata, ma ha anche un potenziale straordinario. È assurdo pensare che a pochi minuti dal centro cittadino ci siano aree ridotte a ghetti sociali. Noi abbiamo un’idea diversa di città: integrata, coesa, e con una vocazione europea. Ma non possiamo accettare che tutto questo si scontri con enclave di degrado strutturale.

La sfida del presente: risorse, governance e responsabilità

Il messaggio uscito dalla Prefettura è chiaro: non bastano più interventi isolati o dichiarazioni d’intenti. Serve una cabina di regia forte, magari con poteri straordinari, per superare l’empasse amministrativa che da decenni affossa ogni tentativo di riscatto. La Commissione tornerà a monitorare lo stato dei lavori, anche attraverso un’interlocuzione costante con il Ministro Piantedosi e gli altri dicasteri coinvolti.

E Reggio, oggi più che mai, chiede fatti. Perché non si può costruire una città moderna e inclusiva senza prima curare le sue ferite più profonde. E Arghillà, oggi, è la più grande di tutte.

INTERVISTA A DE MARIA ANDREA (PD): https://youtu.be/mfEriuLugps

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