Una partecipatissima manifestazione, alla quale hanno preso parte circa trecento lavoratori del settore forestale provenienti dalla Valle del Mercure, ha avuto luogo davanti a Palazzo Campanella a Reggio Calabria, dove si stava svolgendo la seduta del Consiglio regionale. I partecipanti, che hanno sollevato le loro preoccupazioni con striscioni e slogan, hanno denunciato il rischio di perdere circa 1500 posti di lavoro a causa di una norma regionale, chiedendo un intervento immediato da parte delle istituzioni.
La protesta è stata organizzata dall’Associazione Liberi Imprenditori Forestali e da Confartigianato Cosenza, con la partecipazione attiva di numerosi sindaci dei comuni della zona, tra cui Mormanno, Acquaformosa, Castrovillari, Saracena, Cassano allo Ionio, Frascineto, Laino Borgo, Laino Castello e Lungro. Questi sindaci, in segno di solidarietà, hanno indossato le fasce tricolori, unendosi alla causa dei lavoratori. Tra i partecipanti anche i rappresentanti dei comuni lucani di Castelluccio Inferiore e Castelluccio Superiore hanno partecipato alla manifestazione.
La causa della protesta è l’emendamento Laghi, proposto dal consigliere regionale Ferdinando Laghi della Lista De Magistris, che ha ottenuto il sostegno della maggioranza guidata dal presidente Roberto Occhiuto. L’emendamento prevede il divieto di realizzare impianti di produzione di energia da biomasse all’interno dei parchi nazionali e regionali della Calabria. Questa normativa, secondo i manifestanti, potrebbe avere gravi conseguenze sul settore e sull’occupazione, motivo per cui i lavoratori chiedono l’abrogazione della legge.
Giovan Battista Benincasa, portavoce dell’Associazione Liberi Imprenditori Forestali, ha espresso forti preoccupazioni, sottolineando come la chiusura della centrale di biomassa in Calabria, alimentata da questi impianti, potrebbe comportare la perdita di 25 milioni di euro per la regione. “Se queste risorse venissero meno, le ripercussioni sull’occupazione sarebbero gravissime”, ha dichiarato Benincasa, aggiungendo che l’attuale orientamento del presidente Occhiuto rischia di penalizzare seriamente il settore in nome di un ambientalismo che, secondo lui, non tiene conto della realtà economica.
Antonio D’Angelo, rappresentante di Confartigianato Cosenza, ha ricordato che questa è la seconda protesta davanti a Palazzo Campanella. “All’inizio ci avevano detto che eravamo pochi, ma oggi, con la presenza di tanti lavoratori, dimostriamo che questo è un problema che riguarda molte persone, non solo una minoranza”, ha affermato D’Angelo, evidenziando che solo una parte dei lavoratori coinvolti è riuscita a partecipare alla manifestazione, a causa della difficile situazione lavorativa che molti stanno attraversando.
I sindaci della zona, tra cui Maria Angelina Russo, primo cittadino di Laino Borgo, hanno manifestato una preoccupazione crescente per le ripercussioni sociali di questa norma. “Il nostro territorio è a rischio, e se questa legge non viene modificata, potremmo trovarci di fronte a una vera e propria bomba sociale. Molte persone potrebbero rimanere senza lavoro”, ha dichiarato Russo, spiegando che nonostante alcuni incontri con il presidente del Consiglio regionale, ancora non sono state date risposte concrete alle richieste delle amministrazioni locali.
In chiusura, una delegazione del Partito Democratico, guidata dalla consigliera Amalia Bruni, ha incontrato i manifestanti per raccogliere le loro istanze, confermando l’impegno a sostenere la causa dei lavoratori e delle amministrazioni locali.
La manifestazione ha acceso i riflettori su un tema cruciale per la Calabria, quello dell’equilibrio tra tutela ambientale e occupazione. I lavoratori sperano che il Consiglio regionale possa prendere una posizione definitiva per salvaguardare sia l’ambiente che i posti di lavoro, senza compromettere il futuro di tante famiglie.