Skip to content

REGGIO – Nicola Gratteri a Piazza Castello per la presentazione del libro “Il Grifone”: la flessibilità delle mafie e l’era digitale.

Grandissimo successo ieri a Piazza Castello (Reggio Calabria) per la presentazione del libro “Il Grifone” di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso e che ha visto il Procuratore Capo di Napoli arrivare a Reggio Calabria accolto da una grandissima folla. Al suo fianco il procuratore aggiunto di Catania Sebastiano Ardita e il procuratore capo di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri su invito del Garante dei diritti dei detenuti di Reggio Calabria avv. Giovanna Russo. A moderare l’evento il giornalista Filippo Diano.

Un’accoglienza calorosa e degna di uno dei baluardi della socialità di giustizia, Nicola Gratteri ha risposto ad ogni domanda rivolgendosi alla cittadinanza ed in particolare ai giovani in un accorato appello alla giustizia e alla legalità: “Oggi la politica è più debole rispetto a 30 anni fa e sicuramente è più debole della ‘ndrangheta. Il politico non riesce a dare risposte mentre la mafia sì. Per questo nelle ulti

me 48h hanno una crisi di panico, la paura di non farcela e fanno il salto: il patto col diavolo. Poi la colpa è di Bombardieri, non di colui che parlava di scambi e pacchetti di voti.”

Parole dure e senza mezzi termini quelle di Gratteri che ha rimarcato: “Questo è lo Stato dell’arte: io non vedo una visione volta al contrasto delle mafie. Fanno riforme per tutelare l’indagato ma non per tutelare le vittime. È possibile abbattere le mafie? Sì, ma non con questo codice penale. E nessuno si permetta di dire che con queste riforme si sconfiggeranno le mafie! Oggi siamo sottoposti ad una narrazione falsa in modo sistematico su giornali dedicati a creare un’opinione pubblica: se una bugia la racconti ogni giorno, quello di fronte si convince che è la verità. Oggi che la comunicazione si è evoluta a livello digitale, questo fenomeno è ancora più accentuato. Stanno calendo pilastri nel sistema giudiziario nell’indifferenza di tutti.”

Era digitale ed evoluzione tecnologica? Sì, ma le mafie non sono rimaste indietro! A spiegarlo bene, il Procuratore capo che ha puntualizzato: “Oggi non abbiamo tecnologie in grado di navigare nel darkweb. Invece la ‘ndrangheta è in grado di assoldare hacker tedesci e rumeni in grado di lavorare nel darkweb tramite software specifici e costosissimi. Se pensiamo di affrontare oggi la malavita con i vecchi pedinamenti, siamo totalmente fuori strada: oggi col cellulare si possono raggiungere distanze impressionanti.”

Oltre 200mln di Euro spesi dallo Stato per le intercettazioni: quanto sono utili alla soppressione della criminalità organizzata?

“Intercettazioni? Guadagni per le casse dello Stato! Ho la presunzione di essere un esperto.” – questa la risposta di Nicola Gratteri, che ha posto sotto accusa anche l’agenzia dei beni confiscati per cui sequestrare un immobile diventa per lo Stato più un peso che una risorsa – “Intercettazioni a strascico: non abbiamo uomini per trascrivere le intercettazioni per cui a cosa servono? Sono il mezzo più economico per fare indagini. Oggi però tutto avviene secondo internet.”

“Oggi c’è un buco nelle assunzioni delle forze dell’ordine impressionante: mancano 18.000 unità di polizia penitenziaria su circa 40.000 di organico. Il problema delle carceri è un problema che nessuno ha mai voluto affrontare seriamente.” – ha spiegato – “Dal carcere partono ordini di omicidi, estorsioni, spaccio di stupefacenti: quando ti mancano coloro che dovrebbero controllare, come controlli? A campione? La situazione è drammatica. Avevo proposto di acquistare partendo dai carceri più importanti e via via a tutti gli altri, dei jammer che disturbino il segnale.”

“Se arresti un hacker è più facile che parli, rispetto ad un mafioso od uno spacciatore. E’ gente che sta chiusa, quasi disturbata mentale. Dal punto di vista psicologico psichiatrico l’hacker è un soggetto fragile, che sta chiuso per giorni in casa e riesce a fare cose impressionanti.” – ha poi concluso Gratteri spostando l’attenzione sull’importanza di cambiare rotta all’attuale sistema politico-giudiziario verso un modo di affrontare la criminalità organizzata più vicino alla realtà stessa delle cose. Una lotta che, bisogna fare partendo dall’educazione dei giovani e dal contrasto culturale che può impattare significativamente sulle sorti della nostra terra: soprattutto per Reggio Calabria.

Il libro “Il Grifone”

In un mondo sempre più interconnesso, dove le distanze vengono annullate da un click e i luoghi d’incontro virtuali stanno soppiantando quelli reali, anche le mafie stanno imparando ad adattarsi: sfruttando le potenzialità della tecnologia, si addentrano nello spazio digitale come fosse un nuovo territorio di conquista.

Ancora una volta, la criminalità organizzata dà prova di essere estremamente flessibile e capace di stare al passo coi tempi. Non si serve più di picciotti rozzi e sfrontati, ma di abili professionisti con competenze nel settore informatico e finanziario. Le sue armi sono oggi hardware e software sofisticatissimi, che permettono di insinuarsi negli angoli più oscuri del web, protetti non dall’antica omertà, ma dall’anonimato che lo spazio digitale consente di mantenere. La «scoperta» delle criptovalute, poi, ha aperto lucrose e inattese prospettive, se si pensa che nel 2022 il volume delle transazioni illecite ha raggiunto il record di 20,6 miliardi di euro.

Nicola Gratteri e Antonio Nicaso illustrano questa metamorfosi citando cifre e documenti, a dimostrazione del fatto che la mafia, e in particolare la ‘ndrangheta, agisce ormai su scala globale, spacciando droga, riciclando denaro, compiendo truffe finanziarie e vendendo armi in ogni parte del pianeta, senza nemmeno doversi spostare da casa.

In questo peculiare processo di ibridazione, la ‘ndrangheta, come il mitologico grifone, incarna al contempo «valori» tradizionali e nuove istanze, rendendo sempre più fluidi i confini tra legalità e illegalità. Le forze dell’ordine, di conseguenza, si trovano al cospetto di sfide inedite, che vanno affrontate con la consapevolezza che, in una dimensione transnazionale, è necessario superare le differenze politiche, culturali e giuridiche in nome di un comune obiettivo: proteggere la società e le generazioni future dalle insidie di «una mafia silente», abilissima nell’arte del mimetismo e della metamorfosi.

Un libro scritto a quattro mani da Nicola Gratteri e Antonio Nicaso

Nicola Gratteri è uno dei magistrati più esposti nella lotta contro la ‘ndrangheta. Ha indagato sulla strage di Duisburg e sulle rotte internazionali del traffico di droga. Insieme ad Antonio Nicaso ha pubblicato, da Mondadori, numerosi bestseller: Fratelli di sangueLa malapiantaLa giustizia è una cosa seriaLa mafia fa schifoDire e non direAcqua santissimaOro biancoPadrini e padroniFiumi d’oroStoria segreta della ‘ndranghetaLa rete degli invisibiliOssigeno illegaleComplici e colpevoliFuori dai confini.

Antonio Nicaso, storico delle organizzazioni criminali, è uno dei massimi esperti di ‘ndrangheta nel mondo. Insegna, fra l’altro, Storia sociale della criminalità organizzata alla Queen’s University. Ha scritto oltre 30 libri, tra cui alcuni bestseller internazionali. Da Bad Blood è stata tratta una serie televisiva di grande successo. È autore, con Maria Barillà e Vittorio Amaddeo, di Quando la ‘ndrangheta scoprì l’America.

Le immagini dell’Evento a Piazza Castello

L’intervista a Nicola Gratteri:

VeritasNews24 è un Quotidiano Online Registrato al Tribunale di Reggio Calabria n°7 del 28/09/2015

Editrice di VeritasNews24 è la TXT Soc. Coop. Soc.

sita a Reggio Calabria in Via Trapani Lombardo, 35 – 89135 – Reggio Calabria

contatti

REDAZIONE@VERITASNEWS24.IT   –    0965.371156

©2021 veritasnews24 – tutti i diritti sono riservati – SITO WEB REALIZZATO DA TXT COMMUNICATION