L’arte, l’espressione estetica dei sentimenti ed emozioni umane, esprime in modo assoluto il concetto di bellezza che è la capacità di appagare l’animo attraverso i sensi e di certo le forme artistiche di carattere visivo sono quelle che più testimoniano il concetto di Arte.
Nell’intento di voler sempre di più offrire il godimento dell’arte l’Associazione “La Rosa del Pozzo” presieduta dal dott. Antonino Santisi ha organizzato la mostra collettiva di arti figurative avente per titolo “Orizzonti Visivi”.
“Orizzonti visivi” meritava una location importante ed il presidente Santisi in sintonia con il dott. Rocco Alessandro Repaci, sindaco di Campo Calabro, che ha concesso il Patrocinio, ha ritenuto di collocare l’esposizione all’interno del Forte di Poggio Pignatelli di Campo calabro.
L’intento di questa scelta da parte de “La Rosa del Pozzo” è stato di voler portare con la pittura, ma anche le altre arti visive, un chiaro messaggio di diffusione della cultura anche al di fuori del centro storico di Reggio in quanto l’arte nella sua accezione di universalità è un bene senza confini e senza limiti di godimento.
Fra le austere e imponenti mura del Forte di Poggio Pignatelli il curatore ing. Oreste Mario Dito e la Direttrice Artistica Miriam G. Arconte hanno allestito “Orizzonti Visivi” suddividendo tra le sale ed i terrazzi le opere dei 19 artisti che hanno partecipato a questa collettiva di arti visive.
Sono state esposte oltre un centinaio di opere distinti tra dipinti, con le varie tecniche ad olio, acrilico, acquarello, scultura, incisioni, fotografie e moda e la capacità degli allestitori è stata nel saper comporre in modo armonioso tra le sale, ed al loro interno, l’insieme delle diversità artistiche ma tutte aventi un unico comune denominatore la bellezza dell’arte.
Girare tra le sale del forte è come fare un viaggio in un mondo quasi surreale in quanto l’insieme dei colori, delle forme, delle sensazioni ti rapiscono e la mente comincia a vagare ed a sognare muovendosi in mezzo a mille emozioni trasportando in un etereo che avvolge ed astrae dalla realtà: ed allora liberamente riusciamo a vedere tramite le opere non solo l’anima degli autori ma anche la nostra anima percorrendo un viaggio totale di emozioni. È la forza dell’arte che ti eleva in una posizione da cui si può vedere il mondo da una posizione privilegiata ed unica perché si diventa protagonisti del proprio sentire e credere.
L’artista, con la sua percezione cromatica del colore che segna la tea, crea immagini che trasmettono sentimenti ed emozioni che pur nascendo da una realtà da essa trascendono, mostrando un mondo irreale, ma realistico, mondo realistico che vediamo anche nei paesaggi che sapientemente alcuni l‘artista ci donano con le loro tele portandoci quasi ad esserne una componente.
E girando tra i dipinti alcuni di essi rievocano in noi diversi interrogativi quando vediamo le opere, e non solo dipinti, ma anche sculture ed incisioni, che, è evidente, che sono state create dopo una profonda riflessione e ricerca sul significato di noi come esseri e sulla nostra provenienza ascetica.
E che dire delle forti emozioni che sorgono nello spettatore ammirando le immagini fotografiche di alcuni artisti che con la loro bravura ci porgono un mondo in cui possiamo cogliere, adoperando la nostra sensibilità, aspetti che pur con la loro intenza realtà ci fanno vagare con la fantasia alla ricerca di qualcosa di intimo che l’artista ci ha voluto trasmettere.
Al termine del nostro viaggio nell’arte ci ritroviamo in un’area in cui gli artisti che espongono le loro opere che non sono immaginarie, ma sono reali perché pur nascenti da spiriti artisticamente creativi, questi rimangono ancorati alla realtà più di quanto possa sembrate, è ciò probabilmente deriva dal fatto che lavorano il tessile, sia il filato il tessuto o altro un materiale che per quanto lo trasformi alla fine è sempre espressivo del reale.
Ma eccoci al vernissage, presentato da Cettina Crupi, con garbo e amabilità, che dopo un breve incipit, cede la parola al Sindaco di Campo calabro dott. Rocco Alessandro Repaci che si è complimentato con il presidente della Rosa del Pozzo dott. Santisi per l’importante ed interessante mostra che sicuramente sarà ricordata come un momento significativi della cultura campese, per poi raccontare brevemente la storia del Forte che l’amministrazione ha voluto con forza ristrutturare credendo molto nelle sue potenzialità per la diffusione delle cultura. La parola è poi passata al Presidente Santisi che ha ringraziato il sindaco per l’ospitalità al Forte Di Poggio Pignatelli, che ha consentito alla “Rosa del Pozzo” di mescolare l’eterna bellezza delle opere esposte ad un magico panorama che toglie il respiro.
Lo scopo di questa esplosiva miscela, ha continuato Santisi, è quello di creare un Cerchio Magico dove la Natura ed i suoi frutti, la mano degli Artisti e le loro Creature contemplano l’immensità dell’esistente, la magnificenza dell’operato dell’eterno e l’operosità del pennello che dipinge, dello scalpello che scolpisce creando testimonianze di questo tempo.
Successivamente è intervenuto l’ing. Oreste Mario Dito che ha sottolineato che, vista la cifra di questa collettiva, gli artisti di valore, la location di gran pregio, è stato un privilegio esserne il curatore e che lo scopo da raggiungere era quello di dare, viste le premesse artistiche e del luogo, dignità alle opere d’arte con una esposizione degna della bellezza artistica.
E di questo particolare certamente una figura cruciale è stata la direttrice artistica Miriam G. Arconte che ha dichiarato che è stato assolutamente semplice allestire la mostra garantendo ad ogni artista la stessa visibilità ed esposizione perché gli stessi hanno proposto opere di assoluto valore artistiche per cui è stato semplice distribuirle tra le sale del forte formando anche binomi di artisti nel medesimo ambiente.
Molto incisivo il pensiero del Prof. Marcello Anastasi, esperto d’Arte, che afferma che ogni artista, qui presente con le proprie opere, ha già da tempo deciso la sua strada, il suo percorso da fare e se viverlo in solitudine oppure insieme agli altri, avvalendosi della “maestra storia” che insegna raccontando e spiegando, per ricordare ad ognuno quanto alto sia stato il sacrificio nel tempo prima di poter sperimentare intensamente l’arte nella piena libertà di esprimersi senza vincoli e condizioni, pur potendo liberamente continuare a ricorrere all’utilizzo dei colori, dei pennelli, della tavolozza, dell’argilla, del gesso, del bronzo, del legno e di qualunque altro medium espressivo. Ma cosa importa? Il più ormai è stato fatto, tutti hanno intrapreso senza impedimenti i Percorsi dell’Arte.
Si può affermare che questa collettiva rappresenta veramente un momento di grande valenza culturale e molto significativo che deve inorgoglire il Presidente Santisi e tutto lo staff della Rosa del Pozzo, che hanno fatto coesistere diverse arti visive, tutte con artisti di assoluto valore ed uscendo dai poco significativi tran tran delle mostre dei nostri giorni.
Ma i veri protagonisti della mostra ed a cui, bisogna dirlo, tutti hanno rivolto i ringraziamenti, compreso il pubblico numerosissimo presente che ha rivolto, loro molti complimenti, sono gli artisti che è doveroso citare dire anche grazie per le emozioni che hanno sparso nell’etere: Alberta Dito, Aldo Bagnato, Antonella Martino, Antonino Borzumati, Arianna Delfino, Carmela De Gregorio, Carmen Schembri Volpe, Daniela Sarica, Donatella Vincelli, Enzo Ambusto, Irene Sitibondo, Nino Malara, Paolo Federico, Patrizia Crupi, Roberta De Cicco, Sebastiano Romeo, Simona Fotia, Stefano De Angelis, Tiziana Cordì.
Oreste Mario Dito.