“Se non fosse tragico, oltre che pericoloso, sarebbe ridicolo attaccare la libertà di stampa per difendere il proprio operato.
È la prima considerazione che nasce dalla lettura del comunicato firmato dal sindacalista Aldo Libri del Sul che, inequivocabilmente, anche se non mi cita espressamente, dopo sei giorni risponde e per iscritto alle domande che gli ho posto nel corso di una mia intervista durante un’animata protesta degli ambulanti a conclusione di una riunione sul futuro di piazza del Popolo a Palazzo San Giorgio.
Una intervista realizzata dopo aver sentito gli ambulanti, che avevano partecipato al bando del 2018, compresi quelli presenti alla riunione, che contestavano la posizione assunta dal sindacato, sottolineando di non esserne iscritti. Legittima e pertinente, quindi, la domanda sulla rappresentatività del Sul, che stava svolgendo una trattativa sindacale per conto di un gruppo di lavoratori che in diverse interviste aveva dichiarato e continua a dichiarare di non essere rappresentato dal Sul.
Mi pare ovvio che la questione della rappresentatività del Sul fosse in quella circostanza dirimente, dal momento che l’opinione pubblica reggina ha il diritto di sapere chi tratta per chi e per che cosa. Una domanda che avrebbe dovuto avere una risposta semplice e trasparente. Si trattava soltanto di dare un numero orientativo per capire l’effettivo impatto della trattativa. Inoltre è incredibile che chieda perchè non ho rivolto la stessa domanda ad altri, considerato che era l’unico sindacato presente che parlava a nome dei commercianti di Piazza del popolo ed aveva anche diramato un comunicato stampa.
Anche per queste ragioni non accettiamo alcuna lezione di giornalismo o democrazia da chi non ha avuto la capacità di rispondere schiettamente alle domande di una giornalista che poneva evidentemente una questione scomoda, ma basata sui fatti che stavano accadendo. Sulla mia libertà e indipendenza ho poco da aggiungere, per me parlano i 30 anni di professione al servizio del territorio e dei cittadini e non certamente della politica, come lo stesso Libri peraltro sa bene anche per aver condotto una trasmissione sindacale su yeslive.it, la webtv da me fondata e diretta.
È indecente ed estremamente irresponsabile che Libri provi a trascinarmi in mezzo a beghe politiche che non mi competono, tentando di macchiare la mia onorabilità professionale e umana, ma anche mettendo a rischio la mia serenità professionale, attirandomi l’odio di possibili estremisti della politica. Caro Libri si faccia una ragione, rispondendo soltanto alla mia coscienza, continuerò a fare domande anche sgradevoli, indipendentemente dell’orientamento politico dell’interlocutore.
È questo il lavoro dei giornalisti. Inoltre, spiace che sia tristemente rivelatore del suo grado di interesse alla questione del mercato, che riguarda più di 40 famiglie, quando scrive “con fervore degno di miglior causa” in riferimento alla domande che le ponevo sulla vicenda. Quale miglior causa di un tema che riguarda il popolo ed il destino di uno storico spazio pubblico amato dai reggini?”
Giornalista Emilia Condarelli