La consueta diretta social ha visto il consigliere Massimo Ripepi collegato direttamente dall’aeroporto dello Stretto. Vuoto come ormai purtroppo ci siamo abituati a vederlo. Per lo scalo “Tito Minniti” una battaglia decennale fatta di presìdi permanenti, sit-in, conferenze stampa, “grida nel deserto” tramite cui, da promotore, Ripepi ne ha evidenziato il ruolo strategico mentre a difesa si alternavano le “rassicurazioni” di parlamentari vari.
“Abbiamo fatto battaglie enormi quando ero in Fratelli d’Italia, conferenze stampa per denunciare quello che poi è avvenuto, cioè la svendita del nostro aeroporto e, sin dai tempi di Renzi, la volontà di Carbone, che era il suo braccio destro, di svenderlo per creare un solo aeroporto in Calabria. Falcomatà ha accettato per motivi personali e di partito questo diktat, poi con il passaggio a Sacal è iniziata la morte; io ho continuato a combattere, sono andato a Lamezia, farò tutto quello che posso per cercare di salvare l’aeroporto della mia città, da consigliere comunale di minoranza. ” Ha rammentato Ripepi, ripercorrendo le diverse tappe di cui lo scalo è stato triste protagonista.
“Quest’aeroporto è stato venduto da Falcomatà, per un disegno di Renzi, detto da Carbone che disse: in Calabria basta un aeroporto; da lì è partita tutta una serie di azioni.” Fu Ripepi, per primo in conferenza stampa, da solo, a svelare la macchinazione in danno del Minniti.” In consiglio comunale mi lasciarono da solo anche i miei colleghi di cdx che non credevano a quello che dicevo, mi hanno sostenuto solo successivamente nella battaglia.”
Ripepi individua in Falcomatà “il primo responsabile di distruzione e devastazione con tutta la sua maggioranza: hanno venduto l’aeroporto a Lamezia, Irto, Seby Romeo, Mimmetto Battaglia e tutto l’establishment del PD.”
E ancora: “Da quel momento l’aeroporto è crollato, siamo diventati lo zerbino di Lamezia. La certificazione di questa devastazione è scritta nel piano nazionale degli aeroporti, dove hanno previsto che tra 10-12 anni, dato ripreso dal documento dei lavori che avverranno qua all’aeroporto, nel 2030 la proiezione di Lamezia è 4 mln e mezzo, la nostra proiezione massima è di 800 mila passeggeri. ” Parlano i numeri, dunque.
“Io ho sempre ringraziato Francesco Cannizzaro che è l’unico che fa qualcosa per questa città. Lui ragiona faccia a faccia con Falcomatà perché vuole far vedere alla città che ha fatto qualcosa: tutto quello che lui ha fatto glielo riconosco, come sempre, rispetto a Tilde Minasi, Irto, i consiglieri regionali; Francesco è un punto di riferimento da questo punto di vista; è l’unico che anche dall’opposizione è riuscito a portare dei soldi, veri…Francesco ha annunciato nel 2019 questi lavori che stanno iniziando oggi. Questi soldi saranno utilizzati dalla SACAL. Oggi che ci sono il governatore Occhiuto, la sua vice Princi, in qualche modo le cose si muovono, ma anche se sono una cosa buona, non cambieranno assolutamente le sorti del nostro aeroporto. ” Ne è convinto Ripepi per il quale la necessità è realizzare una aerostazione a mare, come proposto anche dall’architetto e imprenditore Pino Falduto: una stazione intermodale in ZES (zona Economica Speciale).” Uno sforzo economico ottenuto da un deputato che era tra l’altro all’opposizione, immaginate, vanificato totalmente ; avremo un aeroporto che sarà un sepolcro imbiancato.”
Da qui la necessità di slegarsi dalla SACAL. “Mentre i lavori sono partiti, sono andato a vedere i documenti: la Sacal manda una lettera al comune di Reggio Calabria, che ancora non si è espresso, riguardo al progetto, perché il depuratore che si trova qua vicino, secondo una norma dello Stato del 1976 dovrebbe distare almeno 100 metri. La scrivente invoca il tempestivo intervento dell’amministrazione comunale al fine di individuare una soluzione alternativa al mantenimento dell’operatività dell’impianto di depurazione . ” Il problema è stato evidenziato da Ripepi già nei giorni scorsi, ma le criticità trovano il puntuale e solito vicolo cieco: l’ inerzia dell’amministrazione comunale.