“L’autonomia differenziata è stata votata al Senato: sciagura per il Sud!” – Malasorte meridionale o malamministrazione “razzista”? Ce lo ha spiegato bene in diretta il Consigliere comunale Massimo Ripepi che, in accordo con il pensiero del Governatore della Campania De Luca, rimarca quanto il decreto Calderoli rappresenti una ghigliottina al collo di tutto il Meridione: “Il Sud sarà derubato e tagliato fuori. La fuga del personale sanitario verso il nord diventerà massiccia: una discriminazione seria e pericolosa nei confronti di chi, non potrà permettersi il viaggio verso su! Sfido in un confronto pubblico Tilde Minasi e Francesco Cannizzaro che hanno detto sì all’autonomia. Irto? E’ contro solo perché glielo impone il PD!”.
Non sono mancati, neppure in questa diretta, i commenti del consigliere sugli “attori” e “commercianti” Andrea Scanzi e Giovanni e Dario Baccellieri: dopo esser venuti meno alla deontologia professionale che impone ai nostri colleghi di verificare le informazioni prima di mietere vittime innocenti, ecco che non si assiste soltanto ad una caduta di stile, ma a cadere anche l’impatto mediatico di questi due personaggi. È sotto gli occhi di tutti infatti il crollo dell’audience dei contenuti rilasciati nel web: sintomo che la gente abbia iniziato a rendersi conto del “calibro” (o comunque dell’attendibilità) di informazioni riportate da questi ultimi.
Nuovamente al centro delle critiche, infatti, la “setta” di Ripepi, che conterebbe da un centinaio a un migliaio (a seconda della convenienza e del contesto) di “adepti” lobotomizzati e, a detta di Scanzi, “idioti perché seguono Ripecci”: vittime innocenti, cittadini normali e professionisti che sono stati offesi e mortificati a causa della loro fede e che vengono crocifissi da un giornalismo ignorante che, più che cronaca, fa scorretti magheggi di convenienza. Ancora più grave e scorretto, se ciò avviene nei confronti non solo di una chiesa cristiana, bensì di una realtà associativa di volontariato che da anni si adopera (a motivo della fede) in azioni umanitarie, sostenendo tutti coloro che si trovano in difficoltà su tutto il territorio reggino.
E se hanno legalizzato l’omicidio mediatico, allora a detenerne il primato sicuramente questi soggettoni ai quali Ripepi si è rivolto aspramente: “Su Radio Antenna Febea, hanno parlato di cose pesanti: hanno parlato di setta, di stare attenti. Se un programma vuole essere appetibile deve portare cose che la gente vuol sentire, come capisco anche che voi dobbiate portare il pane a casa. Ma c’è un limite nell’offendere la dignità delle persone e delle comunità che non sono sette ma fanno il bene dalla mattina alla sera, con immensa solidarietà e apertura. Altro che setta! Non c’è posto più aperto e frequentato di questa comunità cristiana. Non ho mai denunciato nessuno, ma stiamo valutando se proseguire con azioni legali.”
Ai nostri colleghi, sorge dunque spontaneo l’invito a farsi un esame di coscienza e rinnovare la propria osservanza nei confronti del codice deontologico che dovrebbe essere la base di ogni azione finalizzata alla vera e trasparente informazione: che prescinde da ogni interesse personale ed orientamento politico. E ai nostri lettori, l’arduo compito di tirare le somme di questa storia.
Sara Mancini