“Nel corso di un programma radiofonico trasmesso ieri 27 marzo mi sarebbero stati attribuiti metodi intimidatori di tipo mafioso, che invero sono assolutamente estranei al mio vissuto e alle mie più profonde convinzioni cristiane. Qualora ciò fosse realmente accaduto, si sarebbe evidentemente superato il limite del legittimo ed accettabile confronto di idee. Per questo chiedo a chiunque abbia ascoltato la diretta radiofonica mandata in onda da una nota emittente locale a darmi la propria testimonianza di quanto effettivamente accaduto, posto che il podcast pubblicato dalla medesima emittente è stato del tutto inusualmente ‘tagliato’”.
Questa la nota del Consigliere comunale Massimo Ripepi, pubblicata ieri sui social per denunciare quanto accaduto in una nota trasmissione radio reggina andata in onda negli scorsi giorni. Di fatto, la registrazione sarebbe stata poi caricata sui social network della radio, come di consueto, soltanto che con un evidente taglio iniziale.
“Vigliacchi!” – ha iniziato così la diretta il Consigliere Ripepi che ancora una volta si è visto protagonista di una tempesta di ingiurie da parte della suddetta radio emittente che, questa volta, però ha toccato i limiti della diffamazione: accusato di metodi mafiosi, il Consigliere ha puntualizzato immediatamente che in nessuna delle sue dirette ha mai minacciato nessuno. L’unica “arma” utilizzata? La verità. Come ha sempre spiegato, infatti l’unico modo per rompere i protocolli di mistificazione è dire le cose come stanno realmente. Ma si sa che, in questo mondo, la verità può diventare molto fastidiosa per coloro che la vivono in maniera marginale.
In ogni caso, Massimo Ripepi ha sottolineato che è pronto per procedere per vie legali ed ha annunciato che sta già provvedendo a richiedere i filmati originali alle autorità competenti: “Intanto, se c’è qualcuno che ha ascoltato ciò che è stato detto ed ha il coraggio della verità, può unirsi a me per firmare la denuncia” – ha concluso con un appello alla coscienza della cittadinanza, il consigliere.