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Riace, storia triste dell’isola che non c’era. Lucano bocciato al Riesame.

Di Cesare  Minniti 

La parte di umanit… che crede nel bene, si sa, Š in cerca di eroi che realizzino tutti quegli ideali pi— o meno universalmente buoni e condivisibili, ma Mimmo Lucano, purtroppo, non Š tra quegli eroi. 

Stavolta lo spiega bene il Tribunale del Riesame, che, con un verdetto persino pi— crudo di quello del GIP, detronizza l’ex sindaco di Riace che recentemente, invece, puntava al Nobel ricevendo consensi da politici ed artisti di una certa ideologia. Lucano, si legge, “non pu• gestire la cosa pubblica(…)egli Š totalmente incapace di farlo, e quel che ancora pi— rileva, in nome di principi umanitari ed in nome di diritti costituzionalmente garantiti viola la legge con naturalezza e spregiudicatezza allarmanti”. 
E ancora: “non pu• limitarsi il Lucano nel suo delirio di onnipotenza ed Š per questo che Š socialmente pericoloso e non gli pu• essere consentito ricoprire carice pubbliche e gestire denaro pubblico. (…) l’indagato vive oltre le regole, che ritiene d’altronde di poter impunemente violare nell’ottica del ®fine che giustifica i mezzi”; dimentica per-scrivono i giudici- che quando i “mezzi” sono persone il “fine” raggiunto tradisce quegli stessi scopi umanitari dai quali Š scaturito il suo iniziale percorso”
“La fa da padrone il tornaconto politico-elettorale del Lucano che in pi— di un?occasione fa la conta dei voti che gli sarebbero derivati dalle persone impiegate presso le associazioni e-o destinatarie di borse lavoro e prestazioni occasionali, persone molte delle quali inutili a fini lavorativi o addirittura non espletanti l?incarico loro affidato, sovrabbondanti rispetto ai bisogni eppure assunte o remunerate anche in via occasionale per il ritorno politico-elettorale” 
 
Insomma Lucano faceva un pizzico di bene, un quarto di ideologia e il resto era un “do ut des” a chi lo avrebbe dovuto poi votare: insomma, politica. 
 
Ma in tutto ci• non si Š preoccupato molto di contabilit…, ed il perch‚ Š presto spiegato. 

Riace Š stato una forma di propaganda a quel modello di “marketing dell’accoglienza” secondo cui si guadagnerebbe accogliendo poveri stranieri trai poveri calabresi; il miracolo, con la complicit… della politica, appariva persino plausibile. 
Cos Lucano spendeva e spandeva, costruendo una facciata che a malapena si reggeva, e non certo con le varie attivit… (laboratori, frantoi, turismo sostenibile) che, al contrario, venivano messe in moto alla bisogna per esigenze del tutto scenografiche, per poi tornare a chiudere le serrande. E con i soldi di Sptar e Cas si costruivano abitazioni non utilizzate dai migranti. 
Inoltre “con callida freddezza, una. volta appurato di essere oggetto di indagini giudiziarie oltre che amministrative, progettava la sua candidatura alle politiche come capolista al fine di arginare l?azione giudiziaria nei suoi confronti?. Ci• Š lampante in un’intercettazione in cui  rivela ?per quanto riguarda gli aspetti giudiziari cos a me conviene..ma intanto ovviamente accetto solo se sono primo della lista?”
 
Ma se Lucano fosse un delinquente, pi— o meno in mala fede e con manie di grandezza, che dire degli amici che, coscientemente o meno, hanno contribuito a far girare la giostra? 
La Boldrini per esempio, venuta a dargli sostegno morale, e i vari sindaci dalla cittadinanza facile: nessuno sapeva niente? . E gli amici ministri e personaggi esteri,  che bacchettavano e rimproveravano il governo italiano , contro ogni costume e contro ogni evidenza, quale interesse avevano in comune con Lucano? 
Tutta gente stranamente moralista in casa d’altri e stranamente interessata, di tutta la Calabria, solo a quel pezzettino dove Mimmo faceva giochi di prestigio col denaro pubblico, trasformandolo in bandiere arcobaleno. 
 
Riace non si arresta, ma forse s. Anzi a ben vedere, non Š mai esistita per davvero, quest’isola che non c’Š. Ed Š una notizia triste, anche se ormai datata. 
Ma in tutto questo, il pubblico degli utopisti non c’entra nulla, ed Š la parte innocente e tenera da salvare. C’Š gente, poca, che davvero farebbe spazio a casa propria per accogliere il bisognoso; e poi gente, pi— numerosa, che semplicemente difende un progetto irrealizzabile per spezzare la routine dei doveri pi— prossimi e opprimenti: con la famiglia, il lavoro. 
 
Infine, c’Š la tifoseria pi— consistente. Qualche centinaio di elettori stipendiati, e politici paganti. Ma questi ultimi, sapranno sublimare. 
 
 Quanto a me, salutandolo, ho detto ci•  che penso. “Se ci• che dici Š vero, Dio ti benedica”.
Ho detto: “se” . 
 

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